Primo litigio

di Rota
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*Prompt: Primo litigio
*Coppia: TodoDeku (Boku no Hero Academia)





 

Pensava di essere bravo a dominare le proprie emozioni, perché d’altronde avere una mente lucida era stato sempre un suo peculiare punto di forza. Forse però quella era una questione assai particolare, che intimamente lo scombussolava essendo qualcosa che dalle sue stesse emozioni nasceva.
Era ben diverso, dopotutto, scontrarsi su un campo di battaglia dallo scontrarsi con il proprio ragazzo - per una questione poi che, davvero, neanche più ricordava. Solo il rimbombo sordo di una porta sbattuta nelle orecchie e una stanza vuota, la propria, dove si estendeva una penombra sempre più pronunciata, sempre più pesante e fredda.
In mezzo alle questioni del mondo, alle lotte e alle morti e a tutto quello che di davvero importante c’era, sembrava una sciocchezza da ragazzini. Deku ne era consapevole e questo era un altro dei motivi che di rabbia gli scuoteva il petto sottile.
Aveva registrato quel serpente caldo e freddo allo stesso tempo, che in un lampo gli aveva preso tutti i muscoli del corpo: era stato così strano sentirsi tanto irato, si era sorpreso di aver contratto i muscoli del proprio viso. Le spalle ancora erano indolenzite, anche contro il materasso del letto.
Due colpi alla porta sfasciata, il ragazzo non si fece aspettare e si sporse, come altri avevano fatto incuriositi prima, verso la stanza e quindi lui. Lo chiamò con la solita voce, calma e posata, che però gli diede un brivido freddo.
Come poteva rimanere uguale a prima, dopo che gli aveva urlato in faccia a quel modo.
Il suo nome, ancora una volta. E ancora. Non sarebbe entrato se non gli avesse dato il permesso, e Deku non era così sicuro di volerlo fare; non voleva neanche, però, lasciarlo lì da solo, a sostenere la curiosità di chi si avvicinava e di chi si preoccupava.
Lo chiamò dentro e lo sentì posarsi, come una piuma, sul bordo del letto.
Impiegò pochi secondi a raggiungerlo e ad abbracciargli la vita, con occhi lucidi nascosti tra i lembi del tessuto della divisa scolastica. Tale era il suo livello di sopportazione, arrivati a quel punto.
E un minuscolo fremito uscì dalle sue labbra, ovattato da troppi sentimenti che con la rabbia nulla avevano a che fare.
-Scusami.
Ma Shoto non aveva nulla da perdonare, quindi non rispose a quella richiesta. Appoggiò invece la mano calda sulla sua testa, in una gentile carezza.
Il silenzio e il buio non furono più, poi, così pesanti.





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