Non è possibile.
Non è possibile.
Perché sono venuti qui? Perché hanno portato i
leggendari?
Merda.
Sono venuto qui da solo apposta, non volevo che Darkrai e Cresselia
potessero rimanere feriti o uccisi da quel mostro bianco.
Merda.
Devo fare qualcosa. Devo assolutamente fare qualcosa.
Quali dei miei pokémon possono ancora combattere?
Gardevoir e Blaziken.
Nessun altro è ancora in grado di combattere.
Cazzo.
Mi salirono le lacrime agli occhi.
Ero fottuto, ero completamente fottuto.
Darkrai non sarebbe riuscito ad assorbire un altro Geoforza.
Cosa potevo fare con solo due pokémon, nemmeno nella loro
piena salute?
Basta, li avevo sfruttati fin troppo.
Sono esausti , non possono reggere ancora per molto questo massacro.
Neppure tutti i revitalizzanti di questo mondo potranno risvegliarli,
se muoiono per una mossa di troppo.
Fanculo, mi sono nascosto dietro i miei compagni per fin troppo tempo.
Non credo che Karden pensi davvero di poter battere Arceus. Credo stia
puntando a quel vecchio bastardo.
Non può fare un cazzo, però, se Arceus si
continua a mettere in mezzo.
Devo fare qualcosa.
Fanculo al mio braccio rotto, devo fare qualcosa.
Mi alzai a fatica, ero provato, me ne riuscivo perfettamente a rendere
conto anche da solo. Non mi sarei però lasciato fermare
dalle mie condizioni fisiche.
Le gambe mi tremavano, ma potevo comunque contare su di loro.
Un braccio e due gambe ancora in grado di essermi utili.
La mole di Arceus si stagliava davanti a me, coprendo quasi
completamente alla mia vista la sagoma dell’uomo che lo
controllava.
Non stava prestando attenzione a me, quel colosso di merda.
Ce l’avrei fatta a sopravvivere, dovevo solo passare tra
quelle sue gambe senza farmi pestare.
Mi preparai alla corsa che stavo per fare.
Veloce, sicuro, bastava un colpo solo ben assestato per distrarre quel
vecchio o, per lo meno, attirare su di me la sua attenzione.
Il gesso. Il fottuto gesso che mi teneva il bloccato il braccio
sinistro sarebbe stato perfetto.
Dovevo colpirlo con quello.
Mi avrebbe fatto un male bastardo il contraccolpo, ma quello sarebbe
stato un problema che avrei affrontato dopo, se fossi rimasto in vita a
lungo a sufficienza per preoccupamene.
Fanculo alla vita. Tutta. Se non fossi stato assegnato a una palestra
non mi avrebbero mai fatto partecipare alla riunione plenaria, non
sarei mai stato iniziato a questa missione, non avrei conosciuto quel
bastardo di Jacob e questa stramaledetta storia dei custodi. Porca
troia, non sarei qui a farmi ammazzare di botte.
Porco Arceus.
Sospirai, stavo perdendo secondi preziosi. Karden si stava avvicinando
velocemente a quel bastardo e rischiava di prendersi in faccia una
mossa di Arceus.
Partii di corsa.
O, almeno, ci provai.
Quello che ottenni fu una caduta di faccia sul pavimento.
Qualcosa mi aveva trattenuto per la giacca lercia.
Mi cercai di rialzare velocemente, girando appena la testa per vedere
cosa mi avesse trattenuto dal salvare il culo a Karden.
Probabilmente era stato Blaziken, quel maledetto ha sempre provato ad
allontanarmi dalla prima linea.
Lo avrei strigliato per bene, poi.
Finii di ruotare il capo, pronto a mandare a cagare il mio compagno.
Loren.
Porco Arceus.
Loren.
Che cazzo ci fa qui, lui?
Il ranger mi stava trattenendo per il colletto. Aveva uno sguardo duro,
non credo di averlo mai visto così, per quanta poca
attenzione potessi avergli prestato.
- Loren, che cazzo fai? Non vedi che Karden sta per prendersi in faccia
una mossa di quel colosso. –
Il ragazzo non mi rispose, anzi, mi diede uno strattone per
allontanarmi ulteriormente da quella montagna bianca.
- Dai, ti prego. Lasciami andare a dare una mano. –
- Stai zitto. – mi rispose lui.
Porca troia, mi ha detto di stare zitto questo stronzo.
- Ti sto restituendo il favore di avermi salvato. – riprese
– Quante mosse gli ha fatto utilizzare? –
- Tu… cosa? – riuscii solo a borbottare.
Non riuscivo a capire cosa dovessi rispondergli.
- Tutti gli allenatori tengono conto di quante mosse hanno usato gli
altri. Almeno tutti quelli di un buon livello. –
- Oh. Ah… Ha usato cinque punizioni. Tutte quelle che aveva.
Poi movimenti sismici, due extrarapidi e un geoforza. –
- Sei sicuro? –
- Si, cazzo. Si, che sono sicuro. Sono venuto qui con la speranza di
fargli finire tutti i PP e vincere per sfinimento –
Lo sguardo di Loren si alzò nuovamente sull’azione
che si stava svolgendo davanti a noi.
Karden era ormai arrivato quasi a toccare il vecchio.
- Cosa state provando a fare? – provai a chiedere.
Non mi arrivò nessuna risposta.
Merda.
Che cazzo sta succedendo?
Provai a rialzarmi, ma ero talmente indebolito che quella presa era
sufficiente a tenermi chino.
- Arceus! Geoforza, ora! –
Karden era fottuto.
Fottuto con la F maiuscola.
Un muscoloso pokémon dalla pelle grigia si parò
sul pavimento che si stava gonfiando, mettendosi in posizione di difesa.
Cosa? Un Machamp?
È di Loren? Cioè, Loren lo ha preso
grazie al suo Styler?
E quella cos’è? Una resistenza?
Il pavimento esplose con un fragore assordante e la lava che sotto di
esso ribolliva si levò verso il soffitto, impattando sul
torso di Machamp.
Il pokémon dalle quattro braccio vacillò, ma
restò stoicamente in piedi, proteggendo l’uomo
alle sue spalle e il leggendario che gli stava appresso.
Sentii solo un tonfo sordo, la cui fonte era coperta dalla
mole di Arceus.
Da dove era uscito quel Machamp?
Cercai di far spaziare il mio sguardo su tutta la stanza, in cerca di
una porta o un foro nella parete che gli avesse permesso di arrivare
fin là.
Qualcosa di giallo per un attimo mi folgorò il cervello e
solo dopo un paio di secondi i miei occhi riuscirono a mettere a fuoco
la sua sagoma.
Un Alakazam.
Un Machamp e un Alakazam.
Alle spalle del pokémon psico la figura esile di Arenne
stringeva tra le sue dita una megaball consumata.
In quanti cazzo sono venuti fin qui?
Una luce abbagliante riempì la sala, Arceus risplendeva come
un sole bianco.
Le sue zampe anteriori si sollevarono da terra, scalciando, seguite da
quelle posteriori. Pareva stesse scalando una ripida parete montana che
lo avrebbe condotto verso il soffitto.
Soffitto che non lo fermò, ma, anzi, si lasciò
trapassare senza riportare nessun danno.
Finalmente riuscii a vedere la sala invasa dalle salme dei server
distrutti nella sua interezza.
I miei pokémon giacevano riversi a terra, scomposti,
immobili. Appena oltre loro scorsi dapprima le sagome incombenti dei
due leggendari, poi i rispettivi guardiani.
Mary stringeva il vecchio dai baffi bianchi con un gomito
all’altezza della giugulare, Karden lo sovrastava,
guardandolo dall’alto in basso.
L’allenatrice bionda si avvicinò piano, riponendo
nel suo portasfere quella che ancora teneva tra le dita.
Cos’era successo?
Cosa cazzo era successo?
- Che cazzo… - provai a dire, ma rinunciai notando che Loren
non mi stava prestando attenzione.
- State bene? – chiese Arenne raggiungendo i due Custodi.
- Si, per fortuna la mole di Machamp è stata sufficiente a
tenermi al sicuro. – le rispose Karden – Ottimo
lavoro. –
Mary lasciò la presa, permettendo al corpo del vecchio di
accasciarsi mollemente a terra.
L’aveva ucciso?
Non l’avrei potuto escludere, visto quello che era stata in
grado di fare.
Karden e Mary si voltarono verso di me, avvicinandosi a passo svelto.
- Nail, sei un coglione. – mi ripeté il Custode di
Darkrai – Sei un fottuto coglione. Era così
difficile pensare a un lavoro di squadra, invece che gettarsi a
capofitto in un’azione suicida? Guarda, è tutto
finito e non grazie a te. –
- Io… io volevo solo… - provai a dire, sentendo
le parole pesanti in bocca.
- Non volevi fare un cazzo se non morire. – riprese
l’uomo dagli abiti sporchi – Porca troia, non fossi
andato e tornato sempre di corsa, se solo ti fossi fermato un attimo a
parlare con noi ti saresti evitato tutto questo casino. Hai quasi fatto
ammazzare la tua squadra per niente. Tu, Rocco, perché avete
tutti quanti la mania di farvi uccidere uno alla volta? –
- Cosa avete fatto? – riuscii ad articolare, mentre una
stretta al petto mi bloccava il respiro.
Una piccola scatola metallica cadde ai miei piedi.
- Questo – mi rispose Mary – è tutto
quello che controllava Arceus. Se solo avessi ascoltato quello che
avevano da dire i Ranger, sapresti che ci vuole un dispositivo per
legare un uomo a un pokémon. Una volta che questo viene
rotto si perde tutto quello con cui si è stretto il legame.
Bastava questo per fermarlo. –
Cosa cazzo potevo dire, ancora?
Avevo fatto un casino ed ora, con quei quattro che mi guardavano
dall’alto in basso, mi sentivo ancora più in colpa.
Avrei voluto piangere, ma mi costrinsi a non mostrarmi ancora
più pietoso di come già non ero.
Avrei voluto ringraziarli, ma il mio cervello non riusciva a mettere
insieme una frase compiuta.
- Grazie… - riuscii a biascicare.
Avevo fatto un fottuto casino, andando lì da solo.
- Andiamocene, ora. – disse Karden voltando le spalle verso
il leggendario a cui era legato – Ora che
l’emergenza è finita non ho più
intenzione di rimanere in quel buco subacqueo. –
- Questo è un addio? – provai a chiedere,
alzandomi piano.
- Non vedo cos’altro potrebbe essere. Ho fatto quello che tuo
padre mi aveva chiesto, ho salvato il mondo e, ora, non ho intenzione
di mettere ancora a repentaglio la mia vita. Quindi si, è un
addio. –
Quelle parole mi fecero ancor più male. Il tono era duro,
freddo.
Non avevo mai pensato al nostro rapporto che un’amicizia,
eravamo solo costretti a viaggiare insieme, però…
speravo che, una volta che fosse finito tutto, potessimo quantomeno
rimanere in contatto.
- Tu cosa farai, Mary? – voltai il volto verso la Custode,
che già si stava allontanando.
- Non lo so. Quello per cui ho studiato, credo. –
- Credi che ti rivedrò mai? –
Perché una domanda del genere? Potevo prevedere
perfettamente la risposta.
- Non credo. –
Loren ed Arenne si allontanarono in silenzio, lasciandomi da solo con i
due pokémon della mia squadra che ancora erano coscienti.
Feci rientrare tutti i miei compagni a terra nelle rispettive sfere,
per poi fare lo stesso con Blaziken.
Avevo sbagliato tutto.
Mi ero focalizzato troppo su quello che avrei dovuto fare da perdere di
vista tutto il resto.
Presi la mano di Gardevoir, l’unico essere vivente rimasto in
quella stanza a farmi compagnia.
Non avrei dovuto commettere mai più un errore del genere.
Avevo appena perso due persone che, in fondo, mi erano diventate care
per colpa delle mie azioni avventate.
Il mondo perse solidità intorno a me, mentre le prime
lacrime che erano riuscite a sfuggire al mio volere mi rigarono le
guance sporche di polvere.
Non ci volle molto perché la popolazione si rendesse conto
che la situazione ad Hoenn si era stabilizzata.
La verità, o, almeno, parte di essa, venne a galla e il
comitato della lega decise di dare un riconoscimento alle squadre che
avevano collaborato al fine di far cessare l’allarme.
I nomi di Karden e Mary non vennero mai fuori, così come il
coinvolgimento di Arceus, che fu sostituito con un macchinario in grado
di controllare il tempo atmosferico.
Il funerale di Rocco fu un evento seguito da tutte le principali
emittenti, vi presero parte le più alte cariche della
regione, i pochi parenti che gli erano rimasti e qualche fortunato. Io
riuscii a guadagnarmi un angolo in disparte, dal quale osservare la sua
bara venir calata nel terreno del cimitero.
Le settimane successive servirono solo a far quietare le acque agitate
della popolazione, che in poco tempo parve aver dimenticato
completamente l’accaduto.
A me non restava molto da fare.
Non riuscivo a togliermi di dosso il senso di inadeguatezza che mi
perseguitava da quando Mary e Karden avevano ammazzato quel vecchio.
Volevo rintracciarli per ringraziarli adeguatamente e scusarmi con loro.
Ma avevano avuto ragione su tutto.
Prima dovevo migliorare me stesso.
Avevo fatto quel disastro e dovevo assicurarmi che una cosa del genere
non si potesse ripetere.
Solo allora li avrei cercati.
Strinsi la lettera che tenevo tra le mani.
Quello era solo il primo passo.
- Rudi, devo dirti una cosa. – cominciai a dire, cercando poi
un aiuto per continuare tra le pareti della palestra che mi aveva
ospitato per così tanto tempo. Presi poi un respiro profondo
– Questa è la mia lettera di dimissioni.
–
Gli porsi la busta con lo sguardo basso, avevo una paura fottuta di
quello che mi avrebbe potuto dire quell’uomo.
- Perché questa decisione? – mi chiese lui,
prendendola dalle mie dita.
- Ho… capito che mi manca qualcosa che non posso ottenere
lottando qua dentro. Ho bisogno di una pausa. –
- Va bene. Buona fortuna, allora, e, per quando ti sentirai pronto,
sentiti libero di tornare. –
Sorrisi a quelle parole.
Era fatta.
Ora dovevo solo partire.
Jacob avrà voluto anche uccidermi, ma su una cosa aveva
ragione.
Io pensavo unicamente ai pokémon associandoli alle lotte. Di
conseguenza mi rapportavo alle altre persone solamente come un
allenatore.
Volevo migliorarmi. Volevo imparare.
Bussai alla porta che mi stava di fronte. Questa si aprì,
piano, dopo qualche minuto.
- Si? – chiese la voce di un’anziana
dall’interno dell’abitazione.
- Ciao, sono Nail… Volevo chiedervi se sareste disposti a
farmi lavorare per voi, per un po’ almeno. Vorrei…
imparare qualcosa sulle pensioni… -
Il volto segnato dagli anni di Catherine si piegò in un
sorriso. – Sai, Andy e Chris sono tornati a casa, dopo tutto
quello che è successo. Potrebbe servirci il tuo aiuto.
–
- Spero che anche suo marito sia d’accordo… -
- Oh! Quel brontolone di Vincent se lo farà andar bene, se
glielo dico io. Forza, vieni dentro che prenderai un malanno a stare al
freddo. Vuoi un tè? –
- In realtà ne ho portato un po’ da
Brunifoglia… le piante non si sono ancora completamente
riprese, ma non è male. –
- Nonna! – rimbombò una voce stridula tra le
pareti della casa, ancora leggermente macchiate dal fango che le aveva
invase. A stento riuscivo a riconoscere la stalla improvvisata in cui
mi ero dovuto scontrare con la volontà ferrea di un Chansey
– Nonna! Andiamo a giocare con… -
La vocetta si interruppe quando la sua proprietaria comparve da dietro
un angolo.
- Ciao Tania…. – non avevo idea di come
comportarmi con quella bambina. L’ultima volta mi ero
limitato a controllare che il mio Blaziken non le facesse del male,
giocando con lei.
- Ciao! Sei tornato! – la bambina mi corse incontro
abbracciandomi il busto.
Dovevo farmi andare a genio le persone e quello sarebbe stato un ottimo
punto di partenza.
Karden, Mary, prima o poi mi sentirò alla vostra altezza e
verrò a cercarvi per scusarmi con voi.
PRIMO E ULTIMO
ANGOLO DELLO SCRITTORE
Sono rimasto zitto per molto tempo, durante la pubblicazione di questa
storia. Non avevo molto da dire o da condividere con voi.
Bene, ora che il viaggio è finito mi permetto qualche parola.
L'inizio, innanzi tutto.
Non avevo previsto questa storia perchè diventasse
così lunga, ma, soprattutto, non ho mai previsto come
sarebbe continuata. Ogni capitolo è sempre stato pensato al
presente. SEMPRE.
All'inizio non avevo previsto i Custodi, non avevo previsto il
tradimento di Jacob, il personaggio di Tania, quello di Loren o di
Arenne. Mary ha rischiato di essere l'apostrofo rosa di questa storia.
Il sentiero che ho imboccato da bendato, invece, mi ha portato in
un'altra direzione.
Facciamo un balzo avanti, nel "durante la pubblicazione". Questa storia
ha molti difetti, il primo sono io. Io che ho del risentimento
ingiustificato verso le fanfiction, io le pongo sotto alle originali.
Questo non sarebbe stato un problema, se non avesse inficiato nella
produzione dei capitoli.
Ci sono capitoli che potremmo definire meh. Per la forma, per i
contenuti, per lo stile. Voglio correggerli e rivederli, ma sono
costretto a farlo in futuro per non sbagliare di nuovo.
Ora il presente.
Non avevo idea di come sarebbe finita questa storia fino ad ora. Lo
giuro. Mi sono lasciato trasportare dalle mie dita e sono arrivato qui,
a un finale che ha ben poco del caldo e accogliante "vissero tutti
felici e contenti".
Mi piace, però, nel suo essere agrodolce. Non credo, anzi,
non ci sarà un continuo di questa storia, a meno che non mi
arriveranno minacce di morte nella casella di posta. Mi piace come Nail
sia maturato nel tempo, pur cambiando poco, e questo cambiare poco gli
ha fatto fare gli errori che lo hanno portato a questo finale triste.
Lui non è un eroe, non è un Custode, è
solo il protagonista di cui abbiamo ascoltato i pensieri.
Signori e signore. Io vi ringrazio per essere arrivati fin qui,
è stato un viaggio lungo, ma, a me, ha dato molte
soddisfazioni.
Io vi ringrazio, tutti, per avermi dato modo di condividere questa mia
passione che è la scrittura, per essere state le mie cavie
nell'ambiente della fanfiction in ci non mi ero mai addentrato. Grazie,
per le visualizzazioni, le recensioni, l'inserimento nei preferiti, nei
seguiti e nelle ricordate.
GRAZIE.
Vorrei potervi nominare tutti, ma così non è.
Alcuni di voi, però, posso ringraziarli direttamente. aphs91,
DragoRosso, EragonForever, Love_Music_29, Touko Tenshi, Alextheboss, Bankotsu90,
Bisca88, Hebale, hola1994, KyokoDemonietta, La ragazza
imperfetta, MiaUndersea, whitesky, ZeroBaco, _Alys e grazie a
tutti voi che non ho potuto nominare.
Io vi saluto, chiudo il sipario e lascio il palco.
La corsa contro la fine si è arrestata.
Vago
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