Dove cantano i gufi

di Darth Ploly
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Silver Cloud non mentiva: la sua conoscenza del bosco e delle sue piante è incredibile, inimmaginabile per un puledrino della sua età. Deve averlo esplorato in ogni più piccolo anfratto con una passione non comune.
Mentre passeggiamo, torniamo anche nello spiazzo dei Petali di Stelle, oggi ancora più belli dell’altra volta. Nel frattempo, abbiamo modo di parlare. Gli spiego un po’ come funzionano i miei spettacoli e gli faccio anche vedere le boccette che ho portato con me. Il puledrino si rivela molto interessato e anche molto veloce nell’apprendimento. Sono sicura che, se fosse nato unicorno, sarebbe diventato un grande mago.
Come immaginavo, Cloud non abita nel paesino da cui sono venuta. Mi spiega di avere una casa dall’altro lato del bosco, in una zona difficilmente raggiungibile se non si conosce la foresta, poiché lontana dal sentiero.
“Posto insolito dove vivere” Osservo ad alta voce mentre raccolgo alcune bacche violacee “I tuoi genitori sono degli studiosi o qualcosa del genere?”
Quando una piccola farfalla notturna che non avevo visto si alza dalla pianta, sposto rapidamente lo zoccolo facendo un rapido scatto all’indietro. Il ragazzino si lascia scappare una risatina, poi risponde: “No, hanno un piccolo negozio di strumenti musicali. Ma loro non abitano qui: ho lasciato la mia vecchia casa tempo fa”
“Come, scusa?” Domando con insistenza, credendo di aver capito male “Tu vivi qui da solo?”
“Sì, esatto”
Non sta scherzando, la sua è la naturalezza di chi non ha intenzione di mentire. Nonostante questo, mi sembra tutto davvero assurdo: un puledrino che vive da solo in una foresta?
“Ma…tua madre, i tuoi genitori…?”
“In realtà sono scappato: avevo delle…faccende da sbrigare”
“Ma ti staranno cercando! Per Celestia, saranno in pensiero!”
“No, non preoccuparti: sono sicuro che adesso abbiano smesso. Prima o poi tornerò da loro e mi scuserò, ma per ora devo restare qui”
Percepisco una punta di tristezza nella sua voce, ben celata ma riconoscibile da chi abbia mai provato una sensazione del genere. Prima che possa fare altre domande, Cloud scatta in avanti verso un cespuglio bizzarro, dicendomi che anche queste piante sono molto usate per pozioni e sortilegi. Capisco che vuole evitare di portare avanti il discorso e decido di lasciar perdere. Lo raggiungo e continuiamo a parlare d’altro.

Passiamo così quasi tutta la notte. A un certo punto, Cloud mi dice che è giunto il momento che io torni a casa e che lo stesso vale per lui. Si offre pure di accompagnarmi, anche se questa volta avevo lasciato delle tracce per non perdermi. Mentre camminiamo, mi dice che gli farebbe piacere rivedermi e mostrarmi il resto del bosco.
“Penso di poter restare qui ancora per qualche tempo” Assicuro con piacere “Magari potremmo vederci anche a orari più normali: girare sempre di notte non è nelle mie abitudini”
“Purtroppo non è possibile” Mi spiega “È una situazione strana, la mia. Diciamo che il sole mi provoca delle gravi reazioni allergiche. Durante il giorno sono costretto a rimanere chiuso in casa, ma appena cala la notte sono sempre qui. Magari potresti passare domani”
“Oh…certo! Sì, va bene” Rispondo, anche se sono concentrata soltanto sulla sua storia assurda. Non posso credere che un puledrino con questi problemi sia riuscito a scappare di casa e sia venuto qui a vivere da solo. Mi chiedo se sia davvero molto in zampa o se non mi stia semplicemente prendendo in giro.
Arrivati al limitare della foresta, ci salutiamo e lo osservo andare via volando, accompagnato dal suono delle cicale.
Un brivido mi corre lungo la schiena quando, dal folto della foresta, sembra venire una folata d’aria gelida. Chiudo gli occhi per un attimo, sopraffatta dal vento, e quando li riapro il sentiero è deserto: Silver Cloud è ormai scomparso nel bosco, lontano dalla mia vista.
Penso proprio che tornerò davvero a trovarlo. In fondo, che altro ho da fare?




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