For Seasons
***
Gli
incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim’ancora che
i corpi si vedano. Generalmente, essi avvengono quando arriviamo a un
limite, quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente. Gli
incontri ci aspettano, ma la maggior parte delle volte evitiamo che si
verifichino. Se siamo disperati, invece, se non abbiamo più nulla da
perdere oppure siamo entusiasti della vita, allora l’ignoto si
manifesta e il nostro universo cambia rotta.
(Paulo
Coelho)
***
I
Stagione
1
Curiosità
“…Frodo lo tirò
fuori dalla tasca dei calzoni, dov’era attaccato a una catenella
fissata alla cintura. Lo staccò e lo consegnò lentamente allo stregone.
Era diventato all’improvviso terribilmente pesante, come se rifiutasse
di essere toccato da Gandalf o come se Frodo stesso riluttante a darlo.
Gandalf lo guardò alla luce. Sembrava fatto di oro puro e solido…”.*
Con estrema
calma girò la pagina, mentre due occhi blu e vispi lo guardavano.
“E poi? Che
cosa è accaduto nonno?”.
Sorrise, mentre
sentiva quella domanda.
“Beh, credo che
lo sai già, mia piccola Nat. Conosci ogni sillaba del libro”.
Ridacchiò,
osservando il visino corrucciato della nipote seduta a terra su dei
soffici cuscini. La piccola sbuffò.
“Sì, hai
ragione ma…faccio finta di non saperlo. Ecco!”.
Disse tutto
d’un fiato la piccola, mentre il nonno rideva di gusto.
“Sei sempre la
solita, piccola mia”.
Risero avvolti
dal calore del riverbero del camino. Ormai era una vecchia consuetudine
che, suo nonno le leggesse ogni sera un pezzo del Il Signore degli
Anelli, come anche altre opere dello scrittore. La piccola Nathalie
conosceva ogni passo, ogni virgola di ciascun opera. Ma ciò che più
l’affascinava erano quegli esseri immortali, regali e aggraziati, ma
anche forti e indomiti.
“Nonno, prima
che tu ricominci a leggere, posso farti una domanda?”.
I suoi occhi
azzurri brillavano di curiosità. Di desiderio di sapere. Suo nonno
sorrise, consapevole che la sua adorata nipotina gli avrebbe posto la
solita domanda.
“Dimmi”.
“Beh…tu…ecco…”.
Suo nonno
ridacchiò.
“Che cosa
piccola mia?”.
“…nonno tu hai
mai visto un elfo?”.
La aveva detto
tutto d’un fiato sperando in una risposta affermativa. Oh, come voleva
che suo nonno le dicesse che aveva veduto una di quelle creature
leggendarie. Oh, come sperava. Ma non fu così.
Sospirò e
scosse il capo in segno diniego.
Nathalie chinò
il capo corrucciando le labbra. Si sentiva triste, ma poi rialzò il
viso speranzosa ed esclamò.
“Ma forse lo
scrittore li ha visti! Ne sono sicura!”.
Suo nonno rise
difronte a quella affermazione così arguta…così dolcemente infantile.
“Chissà forse è
così”.
Rise seguito a
ruota dalla piccola. Una risata cristallina che gli riempiva il cuore,
ferito dalla perdita prematura della sua unica figlia e madre della
piccola.
Come le
somigliava. Il carattere dolce, ma anche ribelle. Gli occhioni azzurri
pieni di curiosità che lo avevano curato dal baratro del dispiacere.
Voltò il capo e
guardò il quadro posto sopra il camino.
“Ti
somiglia ogni giorno di più…figlia mia…”.
Sorrise e tornò
a guardare il viso paffuto del suo angelo, quando la porta si aprì di
botto facendo entrare una donna in carne, leggermente alterata.
“Lo sapevo,
ecco!”.
Sbuffò mentre
si avvicinava a due che la guardavano tra lo stupito e il rassegnato.
“ Mi meraviglio
di lei Lord Edward…lo sa che ore sono?”.
La donna
incrociò le braccia. Era infastidita. L’uomo la guardò.
“Oh, non saprei
Christine, mi illumineresti per cortesia?”.
Ridacchiò cosa
che fece anche la piccola. Intanto Christine sbuffò ancora di più.
“Ah, no! Sono
quasi le undici di sera e la piccola Nathalie doveva essere già a
letto!”.
“Oh, di già!
Non credevo che fosse così tardi”.
Voltò il capo e
vide l’orologio a pendolo, posto nell’angolo dello studio, dove le
lancette segnavano le undici meno cinque minuti.
“Hai ragione,
Christine, ma come ben vedi quando ci mettiamo a leggere il tempo…beh,
vola come per magia…”.
Il nonno fece
l’occhiolino alla nipotina, ancora seduta a terra.
“C’è nell’aria
della magia fatata”.
La piccola
scosse il capo e puntualizzò.
“Elfica
nonno…si dice magia elfica”.
Lord Edward
rise difronte a quell’affermazione.
“Giusto Nat!”.
Risero di
nuovo, mentre Christine aveva alzato gli occhi al cielo.
“Che razza
d’idiozie! Piuttosto si alzi da terra non è consono che una signorina
altolocata stia seduta sul pavimento come, una bestiola da compagnia”.
La piccola si
alzò da terra. Infondo aveva ragione, ma stare lì seduta ai piedi di
suo nonno le piaceva molto e le infondeva un dolce tempore nel cuore.
“Su, ora saluti
suo nonno”.
Nathalie baciò
suo nonno sulla guancia e gli augurò la buona notte. Si sentiva
leggermente triste voleva ancora stare con lui, ma non poteva era tardi
e presto il sonno sarebbe arrivato.
Diede la mano a
Christine e uscirono dalla stanza lasciando l’uomo, ancora seduto,
dentro a leggere.
Christine
accompagnò la piccola Nathalie di sopra nella sua stanza, situata
nell’ala sud del maniero.
Salendo le
scale la piccola strinse forte la mano della donna e le domandò.
“Nanny* posso farti una domanda?”.
La donna si
fermò, la guardò e con dolcezza.
“Certo tesoro,
dimmi?”.
“Beh…tu non
credi che gli elfi esistono, giusto?”.
La piccola la
guardava con gli occhi pieni di speranza voleva che la donna le dicesse
il contrario. La donna le sorrise materna.
“Certo!”.
Affermò, la
piccola abbassò gli occhi ma Nanny le face l’occhiolino e disse.
“Ma non lo dica
a suo nonno…questo sarà il nostro piccolo segreto…io credo che nel
piccolo bosco al limitare delle sue terre, abitano gli elfi”.
Nathalie
sorrise tutta contenta e con uno slancio abbracciò la vita, grassoccia,
della governante.
Christine le
accarezzò la testolina castana, mentre ridacchiava felice. Quel piccolo
angelo era la luce di quel gran maniero perso nelle lande oscure del
Regno Unito.
“Bene e ora di
andare a nanna, Lady Nathalie”.
La piccola si
scostò dalla donna e con un inchino annuì.
Salirono di
sopra ed entrarono nella camera della piccina. Christine aiutò la
piccola a cambiarsi e a coricarsi.
“Sogni d’oro
mia piccola”.
Le baciò la
fronte, si allontanò, spense la luce e uscì. Intanto Nathalie attese di
non sentire più i passi della donna.
Rimase in
attesa per qualche minuto, quando veloce scostò le coperte e corse
verso la finestra. Salì su di un pouf e ammirò il cielo stellato.
Cercò nel
firmamento la stella più splendente. La trovò tutta sorridente le
chiese.
“Ti prego dolce
stellina, fa che il mio desiderio si avveri. Fa che domani trovi ciò
che il mio cuore cerca…voglio conoscere le creature magiche dei boschi”.
Strinse forte
gli occhi e li aprì in direzione dell’astro del cielo che, sembrò
brillare più di prima. Che avesse esaudito il suo desiderio?
Solo il tempo
lo avrebbe detto…
Continua…
____________________________
Note:
1:
“Il Signore degli Anelli – La compagnia dell’anello” di J.R.R.
Tolkien. Ed. Bompiani
2:
Bambinaia, ma che è utilizzata come nomignolo dalla piccola Nathalie.
Ebbene, questa
è la prima volta che scrivo in questo fandom. Che dire? Beh, non so che
cosa ne verrà fuori…un po’ mi sono ispirata a me che, nelle notti
estive quando andavo dai miei nonni in campagna ed ero in cerca di
esseri fatati. Ahimè, non li ho mai visti…me tapina.
Comunque, spero
di avere catturato un pochino, la vostra attenzione. Un bacio e al
prossimo capitolo.
|