Ringrazio anche solo chi
legge.
Cap.1
Camera dei bambini
Alois
avvertì la pelle
pizzicargli, mugolò e allungò le gambe. Il
respiro gli divenne irregolare, il
sudore gli scendeva lungo le gote e sentiva bruciare
all’attaccatura dei
capelli; ansimò, si mise sull’altro fianco,
rimanendo sdraiato sul letto. Sentì
il corpo dolergli, l’odore di fumo e bruciato gli punse le
narici. Socchiuse un
occhio, vide le fiamme e gridò, raddrizzandosi. Si mise in
piedi, la stanza era
invasa dal fuoco. Boccheggiò e abbassò lo
sguardo, gli arti gli erano diventati
grigi e lunghi, i piedi si erano trasformati in una nebbiolina
evanescente.
Cercò di urlare, ma le sue labbra erano sigillate.
Dimenò il capo e la bocca
gli divenne una proboscide da cui uscivano dei versi striduli.
Sgranò gli occhi,
che gli divennero tre quarti del viso, il soffitto era diventato
rossastro e
molle.
La
stanza si trasformò nelle
fauci di un gigante e i denti bianchi sporchi di sangue della bestia si
richiusero sul ragazzo con uno schiocco secco.
Cap.2
Effetti della casa
“Ferma!
Ferma!” strillò
Judit.
Il
marito sbuffò e
ticchettò con l’indice sul volante, assottigliando
gli occhi.
“E
stavolta perché?”
domandò.
La
moglie diede una
serie di manate sul vetro e l’uomo sbuffò,
accostando.
“Devi
fare di nuovo pipì?”
chiese. Fermò la macchina e accese le luci.
Judit
aprì la portiera e
uscì, correndo.
Kail
sbuffò nuovamente e
si voltò.
“O
è la nausea causata
dall’aria condizionata?” domandò.
Sfilò le chiavi e se le mise in tasca. Si voltò
e aprì la portiera, scendendo, batté un paio di
volte le palpebre, vedendo i
cespugli illuminati dalla luce gialla e arancione a intermittenza.
“Potresti
anche
rispondermi, visto che non sento rumore di vomito”
borbottò. Si sfilò un
pacchetto di sigarette dalla tasca della camicia. Sentì una
serie di sibili e
si girò abbassando lo sguardo, sgranò gli occhi e
il pacchetto gli cadde di
mano.
La
moglie avanzò
mantenendo il corpo piegato ad arco, le mani e i piedi sbattevano
ritmicamente
sull’asfalto. Il corpo era girato di trecentosessanta gradi e
la donna
sorrideva.
“Te
l’avevo detto che
quella casa era strana” cinguettò. Le iridi le
divennero gialle e a fessura.
Uscì la lingua che le divenne viola e biforcuta, facendola
saettare.
Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.3
Biblioteca
Marika
afferrò il primo
libro dalla libreria, stringendolo per la copertina rossa. Si
voltò e si
diresse fino a una poltroncina. Si girò e vi si sedette,
accavallando le gambe.
Aprì il testo e passò l’indice sulla
copertina ingiallita. Si leccò le labbra e
socchiuse gli occhi, avvertì la pelle pizzicare, il sudore
le imperlò il viso e
alcuni capelli le si incollarono al viso, umidicci. Gli occhiali a
punta le
scivolarono sul naso e la donna ansimò. Le tempie le
pulsarono e il mal di
testa aumentò. La pelle le si squarciò e la testa
le si aprì a metà. Il suo
cervello allungò due tentacoli sporchi di sangue e del
liquido colò sulle lenti
della donna.
Il
cervello spalancò due
occhi e fece dei vagiti da neonato.
Cap.4
Sala da pranzo
Ninette
si portò il
bicchiere alle labbra e sorseggiò un paio di volte. Un
rivolo d’acqua le scese
lungo le labbra.
La
donna si piegò in
avanti e prese il tovagliolo, pulendosi. I capelli biondi le divennero
bianchi.
Le
tende della stanza
tremarono e si scostarono, facendo entrare la luce della luna.
“C’è
vento stasera” borbottò
la donna. La pelle le divenne diafana e iniziò a brillare di
bianco. Sbadigliò
e si piegò, guardando il piatto. Tagliò la fetta
di carne in striscioline. Avvertì
una fitta all’addome e il suo corpo si alzò in
volo, la sedia cadde a terra con
un tonfo.
“Cos
…”. La sua voce si
spezzò. Gettò indietro la testa e gli occhi le
svanirono, lasciandole le orbite
vuote, cave e oscure.
Spalancò la bocca
e iniziò a urlare, i capelli
le volteggiarono intorno.
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