the Valkyrie of God Loki

di The Lady of His Heart 23
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“Riportaci indietro!”furono le parole del Dio e subito un bagliore di luce argentea e violacea si aprì su di loro, lasciando il libero accesso a un portale che gli avrebbe riportati a casa. Ma qualcosa andò storto.
Il dio dell’inganno udì la voce del fratello che preoccupato lo avvertiva dal pericolo e, volto lo sguardo verso il basso la vide. Hela, sua sorella. La dea della morte era riuscita ad entrare nel portale e ora sarebbe giunta con loro ad Asgard. Si maledisse mentalmente per quella mossa avventata e estratto un coltello lo scagliò contro la dea, la quale per niente spaventata, lo scansò e afferrato il dio della malefatte, lo scagliò fiori dal portale fasciando che precipitasse nel vuoto chissà dove. Il dio prima di uscire del tutto da quel vortice argento, udì ancora una volta la voce del fratello che invano lo chiamava. E poi, dopo aver scorto la figura di sua sorella che stava per raggiungere Thor, si dileguò e uscì dal vortice. E subito ci fu il vuoto.
Si schiantò al suolo, dopo aver precipitato per una trantina di minuti nel vuoto. Senza sensi per l’impatto, ma ancora vivo. Si risvegliò solo dopo un quarto d’ora e fece leva sulle gambe per rimettersi in piedi. Disteso e perfettamente immobile sembrava far parte dell’intero campo di rifiuti che costernava la zona, ma una volta in piedi fu molto più visibile ai cacciatori di taglie in circolazione. Osservandosi attorno, comprese di essere circondato da un uomini che gli puntavano strane armi contro. Ancor prima che riuscì a dire qualsiasi cosa, uno di loro gli sparò addosso una rete che lo intrappolò. Andatogli incontro litigarono per chi lo avrebbe avuto il prestigio di consegnarlo al Gran Maestro, ignorando ogni forma di protesta del dio.
“Giù le mani razza di bifolchi. Sapete chi sono io? Sono il legittimo re di Asgard!Io sono il Dio dell’Inganno!!” ma le sue minacce non scalfirono per niente i cacciatori di taglie che lo avevano catturato. All’improvviso una navicella atterrò proprio alle loro spalle e tutti si voltarono per vedere chi fosse. Da li uscì una donna, in tenuta da combattimento, che non aria spavalda intimò loro di fermarsi e consegnargli il prigioniero.
“E’ Mio! Levatevi di torno”disse, ma cacciatori la derisero in quanto donna e continuarono a infierire sul dio inerme. La ragazza estrasse così l’arma che teneva caricata in spalla e puntando verso la loro direzione fece fuoco. Uno dei cacciatori fu colpito e si sciolse al suolo.
“E’. Mio.”scandì la ragazza con fare di sfida. Uno degli uomini, probabilmente amico della sfortunata vittima di quella dimostrazione di forza, estrasse dal fodero la sua spada e sguainandola verso la ragazza prese la ricorsa e le si scagliò contro. Allora la giovane, esasperata dall’ennesima dimostrazione della sua forza che avrebbe dovuto dare in giornata, puntò l’arma verso l’uomo e lo sciolse a sua volta.
“Devo aggiungere altro?”domandò. Qualcuno molto più furbo si arrese e si allontanò, qualche altro invece insistette a combattere contro la ragazza, la quale diede fuoco sulla folla scatenando una carneficina. Eliminati quanti di dovere, si recò verso il dio ancora imprigionato.
“Grazie”disse questi mentre la ragazza si piegava accanto a lui.
“No, grazie a te”disse osservandolo meglio e con un gesto agile del polso gli conficcò qualcosa sul collo e lo stordì con un telecomandino che portava nell’altra mano.




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