The
Ruse
Rei
Furuya si trovava sdraiato sul letto del suo appartamento quando
sentì bussare alla porta.
Si aspettava di trovare Kazami o
un altro suo collega quindi rimase sorpreso di trovarsi davanti la
Miyano.
In effetti non si era sbagliato del tutto: la scienziata
faceva parte della polizia scientifica da più di un anno ormai.
<<
Posso entrare? >>
La sua voce e soprattutto la sua
espressione erano talmente tese che il ragazzo non fece domande, si
limitò ad accostare la porta e lasciarla passare.
Solo
quando lei si fu seduta sul divano incrociando le mani vicino al viso
decise di rompere il silenzio.
<< Che è successo? >>
<< Una cosa stupida. Posso dormire da te per un paio di
giorni? Non mi vedrai nemmeno ho un sacco di lavoro al laboratorio
>>
Diretta come sempre.
Ormai aveva imparato a
conoscerla.
Non che stessero insieme, ma trascorrevano molto
tempo fianco a fianco ed avevano una confidenza tale da permettere
alla scienziata di presentarsi alle undici e mezza di sera ed
autoinvitarsi per un paio di giorni.
Inoltre capitava
saltuariamente che facessero sesso.
<< Puoi restare se
mi dici cosa è successo >> disse il Furuya incrociando le
braccia al petto.
Shiho strinse i pugni poggiati sulle
ginocchia.
<< Una stupida lite con Agasa. Ma tanto è
bastato per farmi capire che devo levare le tende >>
Erano
passati tre anni da quando Shiho aveva travato l'antidoto definitivo
all'APTX.
Aveva accettato quel lavoro in polizia per star lontana
dai suoi problemi, ma non così lontano da lasciare il professore
che era diventato legalmente suo padre anche se non ne aveva preso il
cognome.
Gli aveva raccontato che si era riscritta
all'università e si pagava gli studi lavorando in un piccolo
laboratorio di ricerca. Non gli aveva detto la verità, non
voleva farlo preoccupare.
Shiho poggiò la testa
sulla spalla di Rei guardando distrattamente il posacenere che si
trovava davanti a se.
<< Lui è stato l'unico ad
accettarmi senza secondi fini... >> disse infine dopo una lunga
pausa << … non sapeva niente di me, solo che ero una
criminale e che non avevo un tetto sulla testa >>
Rei
avvicinò il viso alla sua testa ispirando il delicato profumo dei
suoi capelli.
<< Gli altri avrebbero avuto secondi
fini? >>
Shiho socchiuse gli occhi.
<<
Kudo inizialmente voleva solo informazioni e soprattutto l'antidoto
>> sorrise in modo amaro << Poveretto in fin dai conti lo
capivo: voleva tornare nel suo corpo e quindi le provava tutte per
ottenerlo. Shuichi mi ha tenuta d'occhio soltanto per una promessa
che Akemi gli aveva strappato. Persino tu... >>
Si
allontanò
dal ragazzo drizzando la schiena e si morse il labbro inferiore
rendendosi conto di aver detto una frase inopportuna.
<<
Io che cosa? >>
Dopo un istante di incertezza la
ragazza decise di continuare.
<< Suppongo lo facessi
per rispetto verso mia madre... >>
Rei distolse lo
sguardo mentre Shiho continuava a parlare.
<< Agasa mi
ha accettata per quello che ero senza scuse, senza appigli senza
promesse... come un... >>
<< Padre? >> domandò
Rei concludendo la sua frase.
Lei annuì facendo nuovamente
cadere il silenzio tra di loro.
Aspettò una manciata di
secondi, poi inspirò e si alzò in piedi prendendo del succo di
frutta dal frigorifero. Più che per sete lo fece per scampare al
disagio che stava provando in quel momento.
<< Però
adesso le cose stanno cambiando... insomma sta per sposare Fusae. È
normale che voglia che me ne vada. Vuole rifarsi una vita ed ha
ragione >> disse con voce rotta.
Rei accavallò le
gambe e si accese una sigaretta.
<< Non avrei mai
pensato che in vita mia sarei stato geloso di un tipo come Agasa...
>> disse con tono molto scherzoso.
La ragazza scosse la
testa guardandolo severa.
<< Stupido >>
*
La
osservava dormire placidamente accanto a lui.
Aveva dovuto
insistere un parecchio per trascinarla a letto, e non nel senso
malizioso del termine.
Era così scossa che si era persino
rifiutata di mangiare.
Aveva chiesto più volte anche di dormire
sul divano, tanto si sarebbe dovuta svegliare presto l'indomani.
Era bella quando dormiva.
Lo era anche quando era
sveglia, ma in quei momenti non sembrava così innocente e così
dolce.
Portò una mano dietro la testa fissandole le labbra
rosee.
Bramava quelle sere in cui si presentava senza
preavviso.
Non parlavano mai prima,
parlare avrebbe portato entrambi a riflettere su quello che stavano
per fare e non ci volevano pensare.
Lei
non ci voleva pensare.
Dopo.
Dopo si comportavano come se nulla fosse.
Discutevano del lavoro,
alle volte conversavano del più e del meno ma ovviamente non
toccavano mai quell'argomento.
A Rei stava bene, con il suo
lavoro era complicato rimediare del sesso facile senza rischi di
sparatorie.
Ma poi capì che la situazione gli stava
sfuggendo di mano.
Continuava a fingere disinteresse solo per
timore di spezzare quello strano equilibrio che si era venuto a
creare.
Shiho era innamorata di Shinichi e lui lo sapeva, lo
aveva capito appena due mesi dopo il suo compleanno, gli erano
bastate qualche domanda e ne aveva avuto la conferma tramite i suoi
comportamenti.
Quando udì la prima volta uscire il nome del
giovane detective dalle labbra della bella scienziata, mentre era
sotto di lui e lo abbracciava in preda al piacere, si sentì come se
avesse ricevuto una pugnalata al petto.
Lei non se n'era accora
così come non se ne accorse tutte le volte successive.
Faceva
finta di non pensarci, ma era sempre più difficile.
Perché
Shiho avesse deciso di concedersi a lui in quel modo non lo sapeva,
anche se cominciava a pesargli l'essere la ruota di scorta.
Le
mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lasciò la mano
poggiata sulla sua guancia.
La pelle della ragazza era
così morbida e liscia da renderla irresistibile.
Inspirò
riflettendo sul da farsi, poi guardò l'orologio.
Sicuramente
si sarebbe infuriata, e Shiho Miyano infuriata sa fare paura.
Sicuramente si sarebbe vendicata in un modo o nell'altro.
Ma
sapeva di non poter stare con le mani in mano.
Sgusciò dalle
lenzuola facendo il meno rumore possibile e coprì la spalla nuda
della ragazza.
Si mise i pantaloni del pigiama ed andò fuori in
balcone, poi compose il numero.
*
<< Che razza
di scorciatoia stai prendendo? >>
<< Fidati di me >>
<< Questa strada non la conosco. Sicuro di non esserti
perso? >>
<< Sicurissimo >>
La ragazza
continuava a guardarsi intorno con aria scettica.
<<
Arrivati >>
<< Cosa? Ma no... dove siamo? >>
Shiho scese dalla macchina guardandosi intorno.
<<
Ai... >>
Si irrigidì.
<< Hai una vaga
idea di quanto io mi sia preoccupato? Non rispondevi alle chiamate,
ai messaggi, la polizia mi ha detto "bisogna aspettare 24 ore"
mi dici come faccio a aspettare 24 ore senza avere notizie della mia
piccola Ai? >>
Parlava a raffica con le lacrime agli
occhi ed il fiatone.
<< Ho chiesto a Shinichi ma lui
non aveva la più pallida idea di dove venire a cercarti,
all'università risulti laureata. Che diamine sta succedendo Ai?
>>
E adesso stava piangendo.
Shiho avvertì un macigno
sul petto ed un fortissimo senso di colpa.
<< Quando ho
ricevuto la telefonata di Tooru mi sono sentito morire, ero convinto
ti fosse successo qualcosa >> si mise le mani sul viso
continuando a piangere.
In quel momento Shiho guardò
l'agente con uno sguardo carico di rancore e Rei ne prese atto
continuando a fissarla neutro.
Era bravo a fingere indifferenza,
anche quando si sentiva distrutto.
L'attenzione della ragazza
tornò subito sul professore che stava dando sfogo alle sue
preoccupazioni.
<< Grazie al cielo... grazie al cielo
mi ha detto che stavi bene. Grazie al cielo la mia piccola era al
sicuro e al caldo >>
Agasa sapeva quanto Shiho non
sopportasse il freddo, e la notte precedente aveva anche diluviato.
Proprio come durante il loro primo incontro quando l'aveva vista
avvolta da un misero camice da laboratorio.
<< Mi
dispiace... >> disse con un filo di voce << io... ero
convinta di star diventando una presenza troppo ingombrante in casa
tua >>
<< Quella è anche casa tua! >> disse
con disperazione e con rabbia. << quella è la tua casa, il tuo
laboratorio, la tua cameretta >> -"Cameretta". Per
quanto si sforzasse, agli occhi di Agasa, Shiho rimaneva sempre la
sua piccola Ai Haibara- << ... la tua cucina e anche il tuo
computer! >>
Si ritrovò a stringere in un forte
abbraccio il professore che la abbracciava a sua volta mentre
continuava a singhiozzare sulla sua spalla.
Ci vollero
qualche minuto e una serie di promesse da parte della ragazza per far
si che si calmasse.
<< Perché non mi avevi detto che
ti eri laureata Ai? Dove passi le tue giornate? >>
<<
Non volevo farti preoccupare... >>
Gli spiegò tutto:
della laurea, del lavoro, delle sue indagini.
Agasa ascoltava la
ragazza pendendo dalle sue labbra con una mano sulla testa.
Rei
fissò la scena con un mezzo sorriso stampato sul volto, era contendo
che la ragazza finalmente fosse riuscita ad aprirsi e a dire la
verità a quell'uomo.
Qualche minuto dopo il suo sorriso si
spense tristemente, chiuse gli occhi e si mise in macchina mettendola
in moto.
Era bravo a fingere indifferenza anche quando si
sentiva distrutto, ma una volta solo gli risultava difficile persino
respirare.
Entrò nel suo appartamento, prese una cassa di
birra e si sdraiò sul divano.
*
Quando riaprì
gli occhi aveva la vista annebbiata e gli girava la testa. Si guardò
intorno avvertendo un fastidiosissimo rumore .
Stavano bussando
con insistenza.
Non appena aprì la porta un potente schiaffo
lo colpì in pieno viso lasciandolo stordito.
<< COME
TI SEI PERMESSO?! >>
Shiho non alzava la voce quasi mai
quindi quelle poche volte che urlava metteva veramente in soggezione.
<< Lo hai chiamato senza nemmeno consultarmi, hai...
Come ti sei permesso? Perché? >>
<< Io sono
innamorato di te >> disse secco.
Bastarono quelle poche
parole per far ammutolire la ragazza che lo guardò fisso con gli
occhi spalancati.
Rei chiuse gli occhi e fece un mezzo
sorriso per celare l'amarezza per via di quella reazione.
<<
Sapevo che quello che era successo col professore ti faceva stare
male, se te ne fossi andata via da quella casa saresti stata anche
peggio. Tieni molto a quell'uomo e ho fatto l'unica cosa sensata per
farvi riavvicinare. Anche se sapevo che mi avresti odiato >>
L'occhio di Shiho cadde sulle lattine vuote.
<<
Sei ubriaco >>
Lui scosse la testa.
<<
Sono solo stanco. E credo di avere un'emicrania >>
Shiho
continuò a fissarlo, in effetti sembrava perfettamente in se, se non
fosse per le borse sotto gli occhi e le spalle un po' troppo
rilassate.
Si avvicinò ulteriormente a lui.
<<
Se hai intenzione di gridare o di darmi un altro schiaffo ti
pregherei di aspettare domani >>
La ragazza lo ignorò
deliberatamente poggiando le labbra sulla sua fronte.
<<
La temperatura è normale, e non puzzi nemmeno di alcool >>
<<
Te l'ho detto: è solo un po' di mal di testa... >>
Shiho
scosse la testa poco convinta, lo prese per mano conducendolo sino in
camera da letto e facendolo sdraiare.
<< Shiho non è
bello approfittarsi di un ragazzo ... >>
<< Chiudi il
becco stupido >>
Rei si mise un braccio sopra gli occhi
e socchiuse la bocca, gli dava fastidio persino quel poco di luce che
trapelava dal salotto.
Rimasero entrambi in silenzio per
qualche minuto, o forse un paio d'ore.
Quando Rei riaprì gli
occhi Shiho era sdraiata accanto a lui e gli teneva la mano. I suoi
grandi occhi pervinca erano socchiusi e guardavano un punto
indefinito della camera.
<< Sei innamorato di me >>
disse così, semplicemente.
Lui abbassò lo sguardo e poi
annuì.
<< Come va la testa? >>
Rei si
sdraiò più comodamente spostandosi su un fianco.
<<
Meglio, mi sento anche più riposato >>
<< Hai
dormito per sei ore >>
Il ragazzo aggrottò le
sopracciglia spiazzato.
<< Ontoni?
>>
<< Hai...
Hai mormorato un paio di volte il mio nome ... >>
<<
Bugiarda >> disse lui con tono convinto.
Le scappò un
sorriso. Beccata.
<< Un agente sotto copertura non
farebbe mai un errore tanto banale >>
<< Un agente
sotto copertura non si bronza >> disse con fare da saputella.
<< Ti ripeto che non ero ubriaco >> ribatté lui.
Shiho annuì lentamente non per dar ragione al ragazzo, ma
più come gesto automatico per elaborare la situazione e scegliere le
parole più appropriate.
<< Già... >>
Ispirò
sentendo il bisogno di immagazzinare più ossigeno del normale <<
Ascolta Rei io... >> parlava in modo molto serio ma le parole
faticavano ad uscire << io non... >>
<< ...
preferisci un altro genere di ragazzo. Lo so. L'avevo capito >>
disse lui interrompendola.
La vide arrossire ed abbassare lo
sguardo a disagio.
<< Va bene. Dopotutto sapevamo
entrambi che non poteva durare >> le accarezzò appena sotto il
collo << ... però... mi mancherà il sesso... >> disse
in tono ironico per celare l'amarezza che stava provando in quel
momento.
E fu proprio in quel momento che gli occhi di Shiho
si inumidirono.
Non tanto per quello che aveva detto, ma per
quello che sotto sotto significava.
Erano arrivati ad un punto di
non ritorno, il loro rapporto non sarebbe mai tornato ad essere
quello di prima.
Se si allontanavano ora, avrebbero finto per un
po', magari per qualche mese, ma alla fine si sarebbero detti addio.
E Shiho non voleva nemmeno considerare quell'eventualità.
<<
Sei diventato fondamentale per me. Sei un'odiosa, devastante,
presenza... di cui non posso più fare a meno >> poggiò la
testa sul suo petto respirando a fatica << ...mi fai incazzare
come pochi e nonostante questo sono davvero molto attratta da te
>>
Gli strinse un lembo della maglietta stropicciandone il
tessuto e si umettò le labbra.
Chiuse gli occhi sentendo un
fastidioso nodo in gola.
<< Io non ... lo so se sono
innamorata di te. Ma non riesco a fare a meno della tua presenza
>>
Rei poggiò una mano sui capelli ramati della ragazza
fissando il tetto con la testa completamente vuota.
Era tutto
distante, ovattato, l'unica cosa che riusciva a percepire era il
respiro della ragazza che si faceva sempre più pesante.
Essere
la ruota di scorta non faceva per lui.
Eppure in questo caso, in
questo unico caso, avrebbe chiuso un occhio.
La strinse a se
nel tentativo di fermare sul nascere le sue lacrime.
E furono
proprio quelle lacrime appena accennate, insieme alle sue parole, a
fargli capire che quella
era la scelta giusta da fare.
Quello che stava vivendo con la ragazza
non era una bugia, e prima o poi se ne sarebbe resa conto anche lei.
Sorrise.
<< Per il momento questo mi basta >>
Angolo
dell'autrice.
10
anni di EFP. Di venerdì 13.
Tanti
auguri a me...
Si
nota il sarcasmo divampante?
Shiho
a confronto è una novellina.
Comunque.
Questa shot fa
parte di una long in fase di elaborazione. E'
un lavoro un po' vecchiotto precedente a Bone Machine e, anche se
presenta dei piccoli elementi in comune, non
è collegato ad esso.
Spero vi sia piaciuta.
Grazie
a tutti i lettori.
Ciao.
Violetta_
|