Di temporali e d'Amore

di lapoetastra
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E poi è accaduto, così, d’improvviso.
Si sveglia una mattina, e lo capisce, lo sa, lo sente, come se quel sentimento ci fosse sempre stato, senza il bisogno di esprimerlo a parole, quelle parole che hanno sempre il potere di rovinare tutto.
Cerca di non pensarci, perché in fondo non vuole ammetterlo nemmeno a se stesso.
Ci prova, ma non ci riesce.
E lei lo guarda, uno sguardo cristallino colmo di quell’amicizia che così saldamente li lega da una vita.
Lei trema un po’, mentre lui incrocia i suoi occhi.
È normale, è appena scoppiato un temporale, di cui lei ha la fobia.
L’ha sempre avuta, sin da quando era piccola, e solo lui conosce questo suo punto debole, perché in fondo è il suo migliore amico, la persona della quale più si fida al mondo.
< Tu non hai paura? >, gli chiede, con quella voce che adesso sembra essere più morbida, più dolce, più soave.
Si è distratto.
Cosa gli ha domandato?
Ah sì, se ha paura. Non riesce a concepire come i boati assordanti dei tuoni non spaventino gli altri come terrorizzano lei.
La guarda, ma solo per un secondo; non riesce a sostenere il suo sguardo, non più.
< Sì, ho paura >, risponde.
Ha paura.
Non del temporale.
Però ha paura.
 




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