Spring!
Un
tempo uggioso attendeva Elena fuori dall'università. Il cielo
grigio, accompagnato da una leggera pioggia, la costrinsero a calarsi
il cappuccio in testa.
Novembre, ti odio.
La giornata era
stata monotona. Il professore aveva delirato come al solito sopra
Pasolini e la fine del nazismo, Frenz e Mason avevano tentato invano di
strapparle una risata, Mancio aveva rotto le palle, Fede se l'era
squagliata in anticipo, e Rebe aveva risolto il problema alla radice
non presentandosi a lezione. Il tutto, accompagnato dal solito mal
di testa che era diventata ormai una caratteristica fondamentale
per la ragazza.
Iniziò a
percorrere ad andatura lenta le strade della città, isolandosi
dal mondo esterno con le sue cuffiette, cercando quantomeno di
ritrovare il buon umore. Si affidò alla riproduzione casuale del
suo telefono, che le rifilò uno dei tanti brani metal presenti
in memoria. Camminava con lo sguardo fisso a terra, procedendo
mnemonicamente verso casa. La strada era la stessa da mesi, ormai.
Camminava, ignorando tutto.
Non si accorse nemmeno di Fede, che la scosse con uno strattone, facendola tornare sulla Terra.
- Ele, devi venire subito.
La sua voce era agitata, ansimava e aveva i capelli più scompigliati del solito.
- Che succede?
- Gigi. E' impazzito. E' andato sul ponte qui vicino, e minaccia di gettarsi.
Auf einer Brücke ziemlich hoch,
Hält ein Mann die Arme auf.
Da steht er nun und zögert noch,
Die Menschen strömen gleich zuhauf.
- Cosa? Gigi vuole gettarsi da un ponte?
Gigi era il
migliore amico di Elena. I due si conoscevano dai tempi delle
superiori, avendo frequentato lo stesso istituto nella stessa classe. Per un periodo si era invaghito di lei, ma la ragazza non
aveva mai voluto avere una relazione con lui. Nonostante ciò,
l'aveva presa bene, restando un valido alleato della ragazza.
- Che gli è preso?
- Non lo so, continua a dire cose a caso, ripete "E' quello che mi merito, è quello che mi merito.".
Auch ich lass mir das nicht entgehen,
Das will ich aus der Nähe sehen.
- Fede, non sono in vena di scherzi.
- Non sto scherzando!
Elena la studiò meglio, e capì che Fede era troppo scossa per star fingendo.
- Okay, adesso calmati, e respira piano.
L'amica fece uno sforzo enorme, ma riuscì nell'intento.
- Sbrighiamoci, forse siamo ancora in tempo per fermarlo.
Le due
iniziarono a correre verso il famigerato ponte, fino ad incontrare un
muro di persone. Iniziarono a farsi strada tra la folla, e arrivarono
in prima fila. La ragazza guardò in alto. E gridò.
Ich stell mich in die erste Reihe.
Und schreie.
******
Der Mann will von der Brücke steigen,
Die Menschen fangen an zu hassen.
Bilden einen dichten Reigen,
Und wollen ihn nicht nach unten lassen.
Gigi
era braccato. Per un attimo aveva pensato alla fuga, ma una folla lo
aveva circondato. Sguardi carichi di odio lo fissavano.
- Sappiamo cosa hai fatto, Gigi. Salta e falla finita! Salta, e fai felici tutti noi!
Non erano i soli. Sotto di lui, un mare umano invocava il salto fatale.
Il vociare era incessante. Non riusciva nemmeno a sentire i suoi
pensieri.
- Non posso farlo... - disse, mettendo una gamba a cavallo della balaustra.
- Certo che puoi, schifoso! Devi farlo! Dopo tutto quello che hai fatto a Elena, meriti solo di morire!
Il ragazzo ansimava, e, impaurito, aveva fatto tornare il piede oltre il parapetto.
Un movimento tra la folla, culminato con un urlo, lo costrinse a guardare in basso.
Tra le centinaia di volti di coloro che volevano la sua morte, l'aveva riconosciuta.
Riconobbe i suoi capelli biondo sporco, i suoi occhiali tondi, il suo giubbino di jeans.
Elena.
Sie wollen seine Innereien,
Und schreien:
- Vogliamo le tue interiora, Gigi! Salta, cazzo! SALTA!
- Brucerai all'inferno per ciò che hai fatto! SALTA!
- Scegli: O noi o il salto!
SPRING!
SPRING!
La gente attorno non faceva che ripetere l'ordine.
SALTA!
Elena fissava Gigi in silenzio. Teneva la bocca aperta, come in attesa.
Fallo, Gigi. Salta.
- Dobbiamo fare qualcosa. - disse Fede.
Salta per me.
Il ragazzo non accennava al minimo movimento. Ed Elena stava perdendo la pazienza.
- Ci penso io.
Enttäusch mich nicht!
Spring für mich,
Spring ins Licht!
Spring!
Gigi ora piangeva. Centinaia di flashback passavano nella sua testa.
Che cosa ho fatto? Che cosa ho fatto?
- CHE COSA HO FATTO?
Jetzt fängt der Mann zu weinen an,
fragt sich Was hab ich getan.
Stesso giorno, 6 anni prima
Doveva
essere una giornata di festa per Gigi. Aveva finalmente compiuto
diciott'anni. Al party c'erano tutti. Amici, compagni, ragazze.
Anche Elena.
L'aveva invitata, nonostante la ferita fosse ancora aperta.
Ma Gigi aveva pianificato tutto. Gliel'avrebbe fatta pagare per averlo rifiutato.
Ad un certo punto della serata, la invitò a giocare, insieme ad altri ragazzi, all'ormai celebre gioco alcolico "Non ho mai". Fece in modo che Elena bevesse il più possibile, e quando l'aveva giudicata sufficientemente ubriaca, l'aveva
portata di sopra, in camera, e aveva chiuso la porta a chiave.
Aveva
acceso lo stereo con un CD dei Rammstein.
Aveva preparato la
videocamera in una zona appartata della stanza.
Aveva spogliato Elena.
E l'aveva violentata.
Vamos vamos mi amor!
Me gusta mucho tu sabor!
Gigi la baciava ovunque, mentre la ragazza cercava invano di liberarsi.
- Ah, Elena...la tua bocca ha un sapore delizioso.
No no no no tu corazón,
Mucho mucho tu limón!
- Ti prego, Gigi, lasciami stare...
Il ragazzo non mollava la presa, penetrandola sempre più violentemente.
- Non posso avere il tuo cuore...ma posso avere il tuo corpo!
E mentre i gemiti e il pianto di Elena venivano coperti dalla musica, lui continuava a ripetere quelle tre parole in spagnolo.
TE QUIERO PUTA!
Dopo venti interminabili minuti di dolore, la ragazza piangeva rannicchiata in un angolo.
-
Se vuoi che nessuno veda quanto è
accaduto stasera, dovrai venire qui ogni volta che te lo chiedo. Segui
le regole, e nessuno saprà nulla. Fai una cazzata, e il video
finisce in rete.
Aveva spento lo stereo, e l'aveva lasciata lì, a piangere in silenzio, sporca di sperma e di sangue.
Gigi si asciugò le lacrime e guardò in basso. Elena non
c'era più. Cercò invano la sua figura con lo sguardo.
- ELENA! ELENA!
- Non chiamarla, stronzo! Lei ti vuole morto tanto quanto noi! Salta!
****
Ich schleich mich heimlich auf die Brücke.
Lo stronzo deve crepare.
La ragazza si
era fatta strada tra i pompieri che cercavano di convincere Gigi a non
saltare e la gente che lo voleva veder volare.
Superato il cerchio umano, si avvicinò al ragazzo. Il silenzio calò.
- Gigi.
Lui voltò la testa lentamente. I suoi occhi erano rigati di lacrime. Non appena la vide, il suo cuore perse un battito.
Me gusta mucho tu sabor!
- Elena...
- Calma, Gigi. Sono qui.
- Dì loro di smetterla! Non voglio saltare!
I presenti non avevano mosso la bocca da quando la ragazza era uscita dalla folla.
- Gigi, voglio aiutarti.
Il ragazzo parve accennare un sorriso.
- Sapevo che saresti venuta. Dì loro che sono tutte menzogne! Dillo!
Elena rise sguaiatamente.
- Ma che cos'hai capito? Voglio aiutarti liberandoti da questa vergogna.
Gigi sbiancò.
- Elena...perdonami...
No no no no tu corazón,
Mucho mucho tu limón!
La ragazza lo fissò con occhi di ghiaccio.
- Salta.
Gigi scosse la testa.
- Ti prego...abbi pietà...
Tret ihm von hinten in den Rücken,
Erlöse ihn von dieser Schmach...
und schrei ihm nach!
- Avrò per te la stessa pietà che hai avuto per me.
TE QUIERO PUTA!
- Aspetta...
Elena alzò la gamba e lo colpì con un calcio alla schiena.
Il ragazzo cadde nel vuoto. Un urlo di rabbia si sollevò in aria.
Spring!
Erlöse dich!
Spring!
Enttäusch mich nicht!
Spring für mich!
Spring!
Enttäusch mich nicht!
La ragazza tornò a terra.
Di fronte alla folla, giacevano i resti di Gigi, ridotto a una
poltiglia di carne e sangue. L'odore caratteristico del liquido cremisi
impregnava l'aria.
I presenti osservavano in silenzio Elena. Molti avevano uno sguardo terrorizzato, altri interrogativo.
Poi, come in un film, si divisero in due, creando un corridoio.
La ragazza
indossò le cuffiette nuovamente, e mentre iniziava a piovere,
migliaia di occhi la osservavano allontanarsi, lasciandosi indietro il
passato che aveva appena ucciso.
|