Il compleanno che non ho mai avuto

di giuggiola95p
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Il compleanno che non ho mai avuto

“Mi accompagneresti in banca?”
Regina alzò il sopracciglio destro e guardando perplessa Emma replicò.
“Cosa devi andare a fare in banca?”
“Ehm...dovrei andare a prendere una cosa che avevo conservato nella mia cassetta di sicurezza.”
“Ok aspetta...tu hai una cassetta di sicurezza in banca?”
“Si perché?” disse stranita.
“Perchè mi meraviglia tu abbia affidato qualcosa di presumibilmente prezioso ad una banca...”
“E perché?” disse con voce acuta, come quando i bambini chiedono le spiegazioni ai genitori.
“Perché tu non ti fidi di nessuno...”
“Di te si...” disse sottovoce.
“Cosa?” disse Regina che aveva sentito benissimo le parole di Emma.
“Dicevo che la banca dovrebbe essere un posto abbastanza sicuro.”
“Mh mh dicevi proprio questo...” disse Regina ridacchiando.
“Che hai da ridere scusa?”
“Niente proprio niente...” disse senza che le sue parole potessero venir prese sul serio.
Emma fece spallucce senza capire perché Regina stesse ridendo, poteva essere che l’aveva sentita? No, non era possibile.
“Quindi mi accompagni o no?”
“Certo che ti accompagno! Avevi dubbi?”
“Beh...forse!”
Regina si alzó di scatto.
“Cosa??”
“E dai che sto scherzandoooo” disse ridendo per poi prendere sotto braccio Regina. “Andiamo?”
Regina sorride guardando quel viso angelico di Emma.
“Ah quindi tu dicevi giusto ora!”
“Eh certo quando volevi andare?”
“Non so, magari più tardi? Lo sai che ho un sacco di cose da fare, devo ancora andare ad ordinare la torta per domani, devo chiedere a Granny se possiamo usare il locale per la festa.”
“No scusami...domani è il tuo compleanno e la torta la ordini tu? Ma scherziamo?”
“Perché?” disse Regina perplessa.
“Mi stai davvero chiedendo il perché? Oh mamma!” disse Emma portandosi le mani sulla testa. Guardó attentamente il viso di Regina per vedere se trapelasse qualche piccolo cenno che le facesse capire che non diceva sul serio...
“Ok sei seria...allora, la torta la ordina sempre qualcuno che non sia il festeggiato perché deve essere una sorpresa! Cioè non hai mai festeggiato un compleanno?”
“Si...beh...l’ho festeggiato ma, ho sempre fatto così...non avevo nessuno che tenesse a me e che ordinasse la torta per il mio compleanno.”
Emma sorrise tristemente...poi prese le spalle di Regina e energicamente le strinse sotto la sua presa.
“Adesso ce l’hai!” disse dolcemente.
Regina sorrise e si commosse a quelle parole, non aveva mai avuto nessuno con cui festeggiare se non Henry ma, adesso aveva una famiglia.
“Vado ad ordinare la torta più bella che tu possa mai desiderare, tu vai da Granny e chiedi se domani possiamo festeggiare lì e ci vediamo lí davanti tra 20 minuti?”
“Perfetto” disse Regina con uno dei più bei sorrisi di sempre.
“A tra poco” disse Emma che facendosi trasportare dal momento bacio la guancia di Regina ed uscì dalla porta di casa.
Regina fù sorpresa da quel gesto così spontaneo e piano portó la mano sulla sua guancia, chiuse gli occhi e assaporò il momento, il calore delle labbra di Emma sulla sua fredda guancia, l’amore che quel piccolo e breve gesto aveva portato con se.
***

Mentre Regina parlava con Granny che ovviamente acconsenti a lasciare il locale per festeggiare Emma era corsa nella pasticceria più buona di Storybrooke o meglio la preferita di Regina.
“Buongiorno.”
“Sceriffo buongiorno.”
“Vorrei ordinare una torta di compleanno per domani.”
“Perfetto mi dica tutto.”
“Allora vorrei una torta con crema pasticciera e frutta mista per 20 persone.”
“Cosa ci dobbiamo scrivere?”
“Mmm...”
Emma voleva che questa torta potesse essere speciale...
“Auguri alla donna più speciale del mondo, possiamo farlo entrare?”
Il commesso rise “Cercherò di farlo entrare.”
“Grazie mille, la ringrazio con tutto il cuore.”
“Si figuri è un piacere. Ci vediamo domani”
“Arrivederci”
***

Regina si era accordata con Granny, le aveva detto che avrebbe portato lei le sue famose lasagne e che sarebbero stati presenti molti degli abitanti della città e che il pranzo si sarebbe tenuto verso mezzogiorno.
Non appena uscì dal locale il sole investí il suo viso e sorrise non appena una leggera brezza le mosse i capelli, si voltò e in lontananza intravide il maggiolino di Emma fare capolino dall’angolo. A pochi metri dal marciapiede Emma iniziò a suonare il clacson come una forsennata sorridendo vedendo la faccia di Regina.
“Quando la smetterai di fare l’immatura?” disse Regina sporgendosi verso il finestrino.
“Oh mamma, non sai apprezzare i piccoli gesti, volevo farti capire che ero arrivata.”
“Lo sai che ti vedo, vero?”
Emma rise. “Questi sono piccoli dettagli...ora vuoi salire in macchina o vogliamo rimanere qui per sempre?”
“Sto salendo!”
“Ecco...”
Emma si sporse per aprire la portiera dall’interno e sorrise quando Regina incontró i suoi occhi color cioccolato. Quella donna era fantastica, sempre.
“Possiamo andare Miss Swan!”
Emma si irrigidì. “Come prego?”
Regina alzó gli occhi al cielo. “Emma! Possiamo andare Emma!”
“Inutile che alzi gli occhi al cielo. Cioè dopo tutto quello che abbiamo passato ancora mi chiami con il mio cognome?”
“È l’abitudine! Ogni tanto ritorna...prometto che non lo faccio più se ti da così fastidio”
“Certo che mi da fastidio.”
“Non lo dico più, promesso!”
“Bene, adesso possiamo partire.”
Le due scelsero un cd con delle vecchie canzoni e canticchiarono per tutto il viaggio, ogni tanto senza farsi vedere guardavano l’altra con la coda dell’occhio.
Dopo una ventina di minuti arrivarono in banca, Emma si presentò e chiese di poter accedere alla sua cassetta di sicurezza che si trovava nel “cavou” della banca.
“Mi segua signorina Swan”
Le due donne seguirono il basso uomo che fece strada.
Aprì il cavou con una serie di manovre, entró nella sala e chiese ad Emma la sua chiave per accedere alla cassetta. L’uomo uscì la cassetta e la consegnó ad Emma, dandole indietro anche le chiavi.
“Perfetto signorine, non appena avete finito potete schiacciare questo pulsante e io saró subito da voi.”
“Grazie mille.”
Regina fù incuriosita dalla cassetta, si domandava cosa potesse mai contenere, cosa Emma avesse voluto tenere così al sicuro.
Emma osservò il viso di Regina e notò una scintilla di curiosità.
“Curiosa eh?”
“Non vorrei ammetterlo, ma un pochino si...”
Non appena Regina fini di pronunciare quelle parole scattò un allarme, precisamente quello anti incendio e in pochi secondi successe l’inimmaginabile. La porta del cavou si chiuse e le due rimasero bloccate dentro senza poter chiamare aiuti perché il telefono non prendeva e nonostante tutto anche volendo chiamare qualcuno il cavou non si sarebbe potuto aprire prima delle 24 ore, era il protocollo e Regina che aveva studiato le varie leggi lo sapeva bene.
“No ti prego dimmi che non è vero! Dimmi che non sta succedendo questo a me!” Regina inizió ad agitarsi, cercando di aprire la porta blindata che ormai era chiusa.
“Regina calma, qualcuno verrà a tirarci fuori da qui!”
Regina alzó gli occhi al cielo ancora prima di girarsi verso Emma che venne colpita da un’occhiataccia.
“Stai scherzando vero?”
Emma non capiva a cosa Regina si riferisse.
Ecco che gli occhi di Regina si rivolsero nuovamente al soffitto.
“Il cavou non sarà aperto prima di 24 ore! Sono le regole...quando scatta l’allarme il cavou rimane chiuso per 24 ore! Quindi noi rimarremo chiuse qui fino a domani mattina senza vestiti di ricambio, senza poter contattare nessuno per avvertire che siamo chiuse qui, che stiamo bene...siamo qui senza alcun collegamento con il mondo esterno”
“E senza cibo!” Disse Emma rendendosi conto che avrebbero saltato sia il pranzo che la cena...
“Ma guarda tu con chi sono capitata...cioè siamo chiuse qui e l’unica cosa a cui riesci a pensare è il cibo?”
“Beh ma se poi svengo?” Disse Emma con una voce sottile da bimba.
“ E se ti picchiassi?” Domando Regina sarcastica.
“Ok scusa”
Le due rimasero in silenzio per qualche minuto quando il borbottio dello stomaco di Emma attiró l’attenzione di Regina che rise.
“Eccolo qui che reclama la merenda, sei proprio come i bambini...non resisterai a lungo...”
Emma fece spallucce e si accarezzó lo stomaco.
“Non è colpa mia lo giuro...”
Regina sorrise e poi iniziò a cercare qualcosa nella borsa incuriosendo Emma.
“Che cerchi?”
Pochi istanti dopo uscì 2 muffin, uno al cioccolato e uno alle mele e 2 sandwich.
Ho pensato sia alla merenda che al pranzo...
“Oh Mio Dio Regina” disse Emma dirigendosi verso Regina, stringendola a se, sollevandola e facendole fare un giro.
“Sei la donna più fantastica al mondo”
Regina appena Emma allentò la presa si ricompose, ma la bionda notó che Regina era contenta di averla reso felice.
“Dire che possiamo pure accomodarci e fare merenda, tanto non andremo via di qui molto presto.”
Emma prese io muffin al cioccolato, porse quello alle mele a Regina e si sedette in una delle sedie attorno al tavolo, la stessa cosa fece Regina, mettendosi di fronte ad Emma.
Ci furono degli istanti di silenzio mentre Emma assaporava ogni briciola di quel muffin, poi Regina ruppe il silenzio...
“Quindiiii...visto che dobbiamo passare 24 ore intrappolate qui, puoi spiegarmi cosa c’è di tanto importante in questa cassetta?”
Emma si mise diritta e Regina notó che quella domanda aveva fatto irrigidire la bionda.
“Mmm...allora...”
“Tutto bene?” Chiese Regina notando qualcosa di strano.
“Si, beh...effettivamente doveva essere una sorpresa...”
“Una sorpresa? Per me?”
“Ehm beh si...per chi altro sennò?”
Regina fece spallucce e i suoi occhi fecero trasparire la curiosità che si nascondeva dentro di lei.
“Allora...qui dentro c’è il tuo regalo di compleanno. Avrei voluto organizzare il tutto in maniera più carina, non so nemmeno perché ti ho chiesto di accompagnarmi se doveva essere una sorpresa però...” Emma si alzó dalla sedia e inizió a percorrere quei pochi metri della stanza continuando a parlare cercando di non incontrare lo sguardo, ora perplesso, di Regina. “...questa mattina ti ho vista li in cucina sullo sgabello e mi sono detta <> e te l’ho chiesto...mossa stupida, perché avevo già un piano in mente per domani. Ti avrei chiamata in disparte e ti avrei dato questo pacchettino con un bel fiocco rosso e ti avrei fatto gli auguri...e poi beh...poi ci avrebbe pensato il tempo.”
Regina ascoltava Emma attentamente non capendo però a cosa si riferisse.
“Ok allora fammi capire, qui dentro c’è il mio regalo?”
Emma agitò la testa in segno di conferma.
“E posso averlo?”
Questa volta la sua testa fece segno di no...poi aggiunse. “Non è ancora il tuo compleanno”
Regina a questo punto fece gli occhi dolci.
“E dai ti prego ti pregoooo”
“Allora! Facciamo una cosa...prima di aprire la cassetta” disse consegnandole le chiavi “devi leggere questa” disse Emma estraendo dalla tasca interna della sua giacca rossa una lettera.
Regina rimase perplessa.
“Questa ti farà capire delle cose...e solo allora potrai aprire la cassetta.”
Disse Emma sedendosi di fronte a Regina, separate dal tavolo con al centro la cassetta.
Regina prese la lettera in mano, la sfioró piano, poi la portó più vicina a sè, l’aprì delicatamente, estrasse il foglio che conteneva, guardó Emma che fece un leggero cenno con la testa e cosí inizió a leggere ad alta voce.
<< Auguri! Sicuramente non ti aspettavi una lettera, non da ME...e invece rimarresti sorpresa da quante lettere ti ho scritto...>>
Regina alzó gli occhi incontrando quelli di Emma che le fece segno di continuare.
<< Sicuramente non riuscirai a capire a cosa mi riferisco, ma lo capirai presto...prima di tutto voglio dirti una cosa importante! SONO INNAMORATA DI TE! >>
Nell’udire quelle parole Emma arrossì e la voce di Regina tremó, ma continuò a leggere, senza alzare mai lo sguardo.
<< Ma non da pochi giorni o da qualche settimana, ma praticamente da sempre. Dalla prima volta che ti ho rivolto la parola, dalla prima volta che mi hai sorriso. Mi sono innamorata di te ogni volta che mi hai guardata, ogni volta che abbiamo lottato, e nonostante tutto non ho mai smesso di amarti, sembra strano da credere, ma è così! Non c'è molto altro da spiegare, non so perchè sia successo, non c'è un motivo preciso e il tempo ha reso questo sentimento ancora più forte...
Sono innamorata di te...
Mi piace preoccuparmi per te, anche se non è molto salutare;
Mi piace quando ridi e come fai risplendere ciò che ti sta attorno;
Mi piace quando cammini distratta per strada sorridendo spontaneamente;
Mi piace quando sposti i tuoi capelli che volano nel vento;
Mi piace quando il sole colpisce le tue bellissime labbra e quella splendida cicatrice;
Mi piace quando ti arrabbi e si vede la vena sulla fronte;
Mi piace quando quando leggi concentrata i tuoi libri di magia;
Mi piace quando mi guardi;
Mi piace quando ti preoccupi per me, cercando di non far notare agli altri che ti importa;
Mi piace quando fai la mamma con Henry;
Mi piace quando mi prendi in giro;
Mi piace passeggiare con te e sentire il rumore dei tuoi passi sull’asfalto;
Mi piace quando mi sorridi e mi guardi dritta negli occhi!
Mi piace tutto di te, anche le cose che odio!
Ecco perché mi sono innamorata di te e non posso smettere, non ci riesco...questa cosa sta crescendo dentro di me, ogni giorno di più!
Ma ora arriviamo al tuo regalo di compleanno... in questa scatola ci sono delle lettere, leggere che ho custodito come il mio più grosso tesoro. 1 lettera per ogni settimana da quando mi sono trasferita qui...ogni settimana in cui io mi perdevo in te e tu non te ne accorgevi...non so perché ho deciso solo ora di parlarti di questo e non so nemmeno perchè questa sia l’occasione giusta per dirti queste cose o darti queste lettere, ma sentivo che dovevi sapere...forse sono egoista ma...volevo che tu sapessi e il mio regalo oggi per te è la VERITÀ o almeno la MIA VERITÀ.
Con amore Emma. >>
Regina alzò gli occhi da quella lettera che diceva più di quanto si potesse aspettare, ma non disse una parola, guardò per qualche istante gli occhi di Emma e questi sorrisero. Emma era tesa come una corda di vìolino, Regina non dava alcun segno di disgusto o disappunto, ma nemmeno di felicità o assenso, era indecifrabile mentre seria apriva piano la cassetta. E fu nell’attimo in cui la serratura scattó che il cuore di Emma fece un sobbalzo...
Tenute insieme da un nastro azzurro c’erano un bel paio di lettere scritte con una penna nera...
“Posso...”
Regina la zittí con un veloce gesto della mano...non voleva sentire niente e nessuno, tanto meno lei! Lei che adesso, solo adesso si stava aprendo a lei, che stava facendo vedere la sua parte dolce...adesso! Ma perché adesso?
Non lo sapeva e in quel preciso momento veramente non le importava, stava fremendo, voleva sapere cosa contenessero quelle lettere indirizzate proprio a lei.
Sciolse il laccio tenendo saldamente le lettere. Quando il laccio allentò la presa su quei fogli di carta sprigionò un aroma, ancora meglio, un profumo, il profumo di Emma. Regina avvicinó le lettere al naso e sorrise, quelle lettere avevano il SUO profumo.
Vedendo quel gesto cosí semplice la bionda sorrise a sua volta pensando che quella scorbutica dell’amore della sua vita aveva riconosciuto il suo profumo. Avrebbe voluto dire perché c’era il suo profumo su quei pezzi di carta, avrebbe voluto spiegare che non era sicura che avrebbe consegnato a mano le lettere e che magari le avrebbe inviate senza il mittente, ma lei avrebbe potuto riconoscere chi era la persona ad averle scritte attraverso il profumo, ma non ne ebbe il coraggio, in più era sicurissima che Regina l’avrebbe interrotta...quindi rimase lì, immobile a guardare gli occhi di Regina brillare notando con quanta cura erano state piegate le lettere.
I loro occhi a questo punto si incontrarono nuovamente, ma nessuna delle due disse niente, erano lí l’una di fronte all’altra in silenzio contemplando quello che stava accadendo tra loro, qualcosa stava cambiando...
Regina prese allora la prima lettera e la aprí e iniziò a leggere:
<< Non so nemmeno perchè ho in mano una penna e sto scrivendo queste righe! Non lo so davvero...ma oggi è stata una giornata pazzesca...oggi è il mio compleanno! Poco prima che Henry bussasse alla mia porta ero china su un piccolo cupcake e ho espresso un desiderio, BANALE! Lo so. Solo i bambini lo fanno ormai, ma io ancora ci credo! Ho chiesto di non dovre più passare sola il giorno del mio compleanno...Ed ecco che arrivò Henry che mi ha condotto a te! Sembrerà un enorme cazzata, ma ho subito sentito qualcosa che ci legava...lo so sono pazza, ma ho sentito dentro di me che quel desiderio mi avesse condotto a te, te che avresti potuto riempire i mie vuoti, i miei silenzi[...]>>
Regina alzò gli occhi e guardó Emma attentamente, scrutandola...
“Non mi hai mai detto niente...”
“Come potevo? Mi odiavi...”
“Beh pensavo mi odiassi anche tu...”
Emma fece spallucce e si alzò dalla sedia...girò per quella stanza tenuta d’occhio da Regina, per poi sedersi per terra.
“E invece...” disse quasi sussurrando.
Regina scosse la testa.
Continuò con le varie lettere, leggendole piano, assaporando ogni parola...
<< [...] Oggi ti ho vista alle prese con la tua macchina, eri bellissima, i capelli erano mossi dalla leggera brezza e avevi quel vestito blu che ti sta divinamente. Eri perfetta, con quel visino concentrato...wow come puoi essere così immensamente bella!? Ricordo di essermi incantata a guardarti, poi notai che sbattesti la testa contro il cofano e quel tonfo mi riportó nel mondo reale, dove io sono Emma e tu Regina e noi ci odiamo, o per lo meno, tu mi odi io faccio solo finta...vorrei poter avere l’opportunità di parlarti e convincerti che possiamo fare entrambe da mamme ad Henry. [...]>>

Ogni parola di ogni lettera era piena di un potere enorme che Regina non era mai pienamente riuscita a percepire, l’Amore.

<<[...] penso che non dimenticheró mai questo giorno, eri così vicina al mio viso, il sole splendeva sulle nostre teste e per quanto fossimo vicine sperai che le tue labbra si potessero posare sulle mie...i nostri occhi giocarono, fù come se potessero fare ciò che le nostre menti ci impedivano di fare, o almeno la mia...mi allontanai...salvai Henry...nostro figlio...quanto vorrei poter assaporare le tue labbra. [...]>>

Sul viso di Regina spuntó un sorriso, lieve e delicato e diresse lo sguardo verso Emma che era intenta a giocare con una ciocca dei suoi capelli, troppo spaventata per incontrare lo sguardo di Regina che stava leggendo quelle lettere che la facevano sentire vulnerabile.

<<[...] ora tutto è più chiaro. La maledizione è stata spezzata e tu, TU più di tutti mi hai ferita! Non potevo mai immaginare una cosa del genere, Henry aveva ragione e tu lo hai fatto apparire pazzo agli occhi di tutti. [...] Sto cercando di odiarti, ma mi è troppo difficile.
Henry mi ha dato il suo libro, mi ha detto che avrei capito, che così avrei conosciuto la storia di tutti. E qui, tra queste pagine ci sei pure tu...ora so cosa ti ha spinta a fare ciò. Non dico che era la cosa giusta da fare, ma so che le persone che hanno fatto parte della tua vita ti hanno cambiata, hanno fatto si che la tua parte cattiva uscisse fuori. E oggi prometto che cercherò con tutta me stessa di far fuoriuscire la tua parte buona perché só che è lì da qualche parte. L’ho vista nel tuo sorriso, l’ho vista brillare nei tuoi occhi mentre guardi Henry. [...]>>

Una lacrima rigó il viso di Regina, sapeva che Emma l’aveva accettata così com’era! Lo sapeva bene, gliel’aveva detto un miliardo di volte ormai, ma non poteva credere che nello stesso istante in cui la maledizione era stata spezzata lei l’avesse compresa. Avesse capito che c’era del buono in lei...dopo tutto quello che le aveva fatto passare. Quella donna era piena di sorprese.

<< Oggi non è successo niente di particolare, a mala pena ci siamo incontrate. Beh e anche se fosse così non mi avresti trattata diversamente dal solito. A dire il vero dopo aver spezzato la maledizione sei sempre più gentile...ma forse mi sto solo illudendo! Vedo indizi ovunque e mi sento una pazza...come adesso. Sto ancora sfogliando questo maledetto libro...e pensavo che forse c’è un motivo del perché tutto questo è accaduto! Tu dovevi scagliare la maledizione, dovevi arrivare in questo mondo e io dovevo vivere la vita che ho vissuto per arrivare qui, per arrivare in questo momento e incontrarti. Incontrarti ora che abbiamo la stessa età, ora che condividiamo un figlio...Ora! Il destino voleva che noi vivessimo nella stessa epoca? Mi sembro matta...[...]>>

Quello che si sentì fu una risata fragorosa, che rimbalzó tra le pareti di quella piccola stanza.
“Ridi...ottimo, buon segno.”
Regina le lanciò un’occhiataccia.
“Tu non puoi parlare, non ora! Non puoi tenere nascoste certe cose e credere di passarla liscia!”
Emma alzó le mani in segno di resa e Regina continuo a leggere.

<<[...] E poi oggi è successo qualcosa che non avrei mai pensato si potesse verificare...tu eri china su quel cappello intenta a lanciare non so quale incantesimo. Il cappello girava senza far accadere niente e io ero lì a guardarti, a guardare il tuo viso crucciato, non riuscivi a far funzionare l’incantesimo e io non sapevo che fare. Così mi sono chinata e ti ho toccato il braccio e fu come se una scossa mi attraversasse la schiena per poi arrivare al braccio e passare attraverso le dita delle mani per arrivare a te. E poi boom...eccola, una nube viola...abbiamo creato quella cosa insieme! Io ho la magia? Oppure siamo noi che insieme formiamo la magia?[...] >>

Regina era sconvolta di come Emma avesse tenuto conto di tutte le loro avventure...e si rese conto che nonostante lei lo negasse bene tra loro camera qualcosa, qualcosa che andava ben oltre una semplice “amicizia”.

<<[...] continuo ad illudermi che tu possa provare qualcosa per me. Sull’isola ho notato degli atteggiamenti strani nei confronti di Hook...forse gelosia? Non saprei, ma mi ha fatta sentire importante, per te.[...] Ma ovviamente qualcosa doveva accadere e il destino ci ha separate! È stata una delle cose più strazianti che io abbia dovuto affrontare. Vedere il suo viso triste, sapere che non ti avrei mai più rivista e sapere che tutti i miei ricordi, i miei sentimenti sarebbero stati trascinati via...
Avrei voluto tanto poggiarti una mano sul viso e accarezzarlo dolcemente per poi sussurrarti che ti amo, che nonostante la maledizione io avrei ricordato per sempre quel sorriso e quegli occhi. Ma non l’ho fatto, ho stretto la tua mano e dopo essere salita sul mio maggiolino non mi sono guardata indietro. Non potevo! [...]>>

Quelle parole fecero rivivere in Regina quella scena, e ammise in cuor suo che quando li aveva lasciati andare non aveva perso solo Henry, aveva perso anche un’altra persona importante per lei! Che ormai era diventata indispensabile, anche con quel suo fare da bambina.

<<[...] Sai la cosa buffa? Hook è un rimpiazzo, è solo qualcuno che mi sta accanto e che sto cercando di amare per poter riempire il vuoto che hai lasciato in me. Ma sono una cretina! So che lui non potrà mai essere TE! E so che tu sei la mia anima gemella e sai come lo so?
Il bacio del vero amore. Ti starai chiedendo se mentre sto scrivendo non mi sono fatta di qualcosa, perché è ovvio che non ci siamo mai baciare, ma...
Quando ero sotto la maledizione Hook mi ha trovata e mi ha baciata! Il bacio del vero amore spezza ogni maledizione...così non è stato. Se fosse stato lui avrei ricordato, ma quando ho bevuto la pozione e ho ricordato la prima immagine sei stata tu! [...] >>

Regina per un attimo ebbe un capogiro, adesso tutto aveva un senso...TUTTO! La sua maledizione non l’aveva condotta alla sua vendetta, l’aveva portata a qualcosa che desiderava ancora di più. L’amore.
Tutto questo casino per cosa!? Per poter stare con Emma. Regina sorrise e diede un’occhiata ad Emma che giocava con le sue labbra facendo uno strano rumore. Quanto poteva amare quel suo fare da bambina nessuno poteva capirlo mai. Oggi tutti i puntini si stavano unendo e quello che Regina credeva fosse un sentimento di fratellanza, di amicizia adesso ebbe un senso.

Lesse un’altra miriade di lettere del genere dove Emma le esprimeva ogni sentimento che provava quando erano insieme, ripercorse ogni loro avventura, ogni qual volta si erano aiutate, salvate, odiate, sorrise, amate.
Emma scrisse di quando aveva riportato Marion a Storybroke e di come le dispiacesse di vederla soffrire. Scisse di come soffriva quando vedeva lei e Robin insieme, anche se si sfioravano lei provava quel forte sentimento di gelosia che le stringeva il petto. Ripercorse la sua storia da Dark One e ricordó di come una tra le poche persone che l’hanno aiutata era stata lei! Ogni giorno era vissuto per ricongiungersi a Regina. Ogni giorno.
Le raccontó di come aveva lasciato Hook perché quella menzogna non poteva più raccontarsela.
Regina le lesse una per una, assaporandone ogni parola, lasciando scappare qualche lacrima...lasciandosi trasportare da quei sentimenti. Non appena le lettere finirono si alzó dalla sedia, si asciugò una lacrima e si diresse verso Emma che si alzó di scatto.
“Hai qualche altra cosa d’aggiungere?” disse Regina portandosi le mani sui fianchi.
Emma la osservò per cercare di capire se da lì a poco qualunque cosa ci fosse tra di loro si sarebbe sgretolata...ma Regina era imperscrutabile.
Emma fece cenno di no con la testa.
“Ecco brava! Hai parlato fin troppo...credo che adesso sia il mio turno, no?” disse camminando per la stanza con le braccia incrociate sotto il seno.
“Ci hai mai pensato che se avessi detto tutto prima la cosa si sarebbe risolta senza che tu soffrissi?”
“Ehm...”
“Silenzio, ricordi? Hai avuto la tua possibilità! Ora tocca a me.”
Emma fece un cenno con la testa e Regina continuó.
“Sei una deficiente! Come hai potuto nascondermi tutto questo? E io non me ne sono mai accorta, o forse facevo finta...” disse ridendo lievemente.
“Oggi con queste lettere ho capito su di me più di quanto non abbia capito in questi anni.”
Emma sembrava perplessa.
“Lo so...allora una cosa alla volta. Credo di essere anch’io innamorata di te. Ricordi quella volta che davamo la caccia ad Ursula, Crudelia e Malefica? E io ti ho fatto perdere le mie tracce? Beh l’ho fatto per proteggerti...ed ho fatto molte altre cose per proteggerti. Credo proprio di essermi innamorata di te! Cavoli.”
“Ehi!”
“La vuoi smettere di interrompermi.”
“Ma tu dici << cavoli >> non sembri contenta.”
Regina sorrise e si avvicinò ad Emma e accarezzò il suo visino che aveva messo il broncio.
“Sono la donna più felice al mondo. Ho te! Come potrei mai non innamorarmi sei tuo fare da bambina, del tuo broncio, del tuo essere impudente, dei tuoi sguardi furtivi, dei tuoi occhi così profondi, sei tuoi sorrisi speciali. Ti amo Emma Swan. Oggi l’ho davvero capito e credo che questo sia il giorno più bello della mia vita, grazie a te!” disse Regina avvicinandosi ancora di più ad Emma, le accarezzò la guancia e spostó una ciocca dei suoi capelli dietro l’orecchio. La guardó teneramente, quel viso, quegli occhi, quelle labbra...azzerò le distanze e bació Emma, con amore, quell’amore che era sicura di non aver mai provato.
“Anche se siamo chiuse qui dentro?”
“La vuoi smettere di parlare e mi baci brutta idiota?”
Emma avvolse la braccia attorno ai fianchi di Regina la sollevó e la fece roteare per poi baciarla con tutto l’amore che aveva nel corpo.

“È successo davvero? Dimmi che mi hai baciata davvero e che non sto sognando!”
Regina rise vedendo negli occhi di Emma qualcosa che non aveva mai visto...
“Non stai sognando se vuoi te lo dimostro...”
Emma annui aspettandosi un bacio, ma ricevette un pizzicotto sul braccio.
“Ahia! Mi hai fatto male...”
“Mamma mia che sei...è stato un piccolo pizzicotto...” disse ridacchiando Regina.
“Posso avere un bacino così mi passa tutto?”
“Sei una bambina!” disse Regina per poi baciare le labbra di Emma.
Si staccarono e si guardarono negli occhi.
“Adoro quando lo fai”
“Faccio cosa...” disse Regina non capendo a cosa si riferisse la bionda.
“Quando ti mordicchi le labbra dopo avermi baciata.”
Regina la guardó e arricciò il naso rendendosi conto che l’aveva fatto ogni volta che le sue labbra si erano staccate da quelle di Emma.
Le ore passarono tranquille tra un bacio e l’altro. Parlarono tanto, immaginarono come sarebbero cambiate le cose quando sarebbero uscite da quella stanza, immaginarono quali sarebbero state le espressioni nei visi di tutti quando gli avrebbero detto cos’era successo tra di loro. 
Una lunga giornata stava per terminare, dopo aver pranzato con quel piccolo tramezzino e aver trascorso il pomeriggio a parlare, era calata la notte e le due provarono a riposare sperando che l’indomani qualcuno le avrebbe liberate.
“Gina...”
“Mh...”
“Non riesco a dormire, ho fame.”
“Riesco a sentire il tuo stomaco, me ne sono accorta che hai fame.”
“Eh ma non riesco a dormire.”
“Provaci.”
Ci furono degli istanti di silenzio poi Regina percepì la mano di Emma sul suo fianco. La bionda la girò facendo in modo che i loro volti fossero l’uno di fronte all’altro.
“E-M-M-A”
Emma sorridendo maliziosamente rispose “Siii”
“Che stai facendo?”
“Niente volevo solo farti girare...” disse facendo spallucce per poi baciare le labbra della bruna.
“Posso dormire accoccolata a te? “ disse Emma accoccolandosi a Regina.
“Certo che puoi...” disse la mora baciandole la fronte e accarezzandole la testa come si fa con i bambini.
Emma appoggio la sua testa al petto di Regina e si addormentò sotto il caldo tocco della bruna.
La mattina seguente le due si svegliarono e come se l’avessero fatto tutti i giorni della loro vita si diedero un tenero bacio sulle labbra.
“Auguri Gina”
“Grazie” disse Regina baciando nuovamente le labbra della bionda.
“Il miglior risveglio di sempre” disse Emma con gli occhi ancora chiusi.
“Si...” disse Regina sorridendo.
Forse non aveva fatto jackpot alla lotteria delle fidanzate perfette, ma Emma era speciale. Era sicura non le avrebbe fatto mai mancare niente e sicuramente ci saranno i momenti in cui avrà voglia di staccarle il cuore dal petto, ma saranno anche tanti i momenti nel quale l’avrebbe amata con tutto il suo cuore.
“Il miglio compleanno di sempre”
“È appena iniziato come fai a dirlo?”
“Quest’anno ci sei tu...mi sono svegliata con te accanto...non potrei desiderare di più.”
Quelle parole furono seguite dallo scatto di una serratura e il cavou si aprí.
“Oh mio Dio siamo libereeeee...” disse Emma alzandosi di scatto dal pavimento.
Regina la guardò malissimo.
“Non che non mi sia piaciuto essere bloccata con te! Cioè è un mio sogno da sempre, cioè non rimanere bloccata in un caveau ma passare del tempo con te, sola...però ho fame...Ho tanta fame” disse facendo la voce da bimba.
Regina le diede un colpo al sedere e poi le porse la mano per farsi aiutare ad alzarsi dal pavimento.
“Mi hai appena toccato il sedere o sbaglio?”
“Quindi?”
Emma sorrise.
“Sei la mia fidanzata, posso fare quello che voglio con il tuo corpo...”
“La mia fidanzata” ripetè Emma, sorridendo come mai aveva fatto.
“Siamo fidanzate giusto?”
“Oh mio Dio e lo chiedi? Certo che siamo fidanzate” disse Emma prendendola in braccio e facendola girare in aria per poi baciarla.
Pochi istanti dopo entró nella stanza il basso inserviente.
“Ci scusiamo per il disagio, siete libere di andare. Scusate ancora.” disse per poi lasciare la stanza.
“Strano quel tipo...”
Regina annuì con la testa per poi dirigersi verso il tavolo per raccogliere le lettere e metterle in borsa.
“Possiamo andare.”
Emma sorrise, prese la mano di Regina e uscirono insieme, per poi salire in macchina.
“Ti lascio a casa così vado a prendere la torta?”
“Posso venire con te se vuoi...”
“È una sorpresa, tu non puoi vederla la torta...”
Regina mise il broncio, era la prima volta che Emma la vedeva fare una cosa del genere, l’amó come non mai.
“Allora facciamo così, vieni con me, ma rimani fuori.”
“Ok, così mi piace di più.”
***

Andarono a prendere la torta e come promesso Regina rimase fuori dalla pasticceria guardando dalla vetrata Emma che sorrise al commesso che le mostró la torta.
Regina sorrise a suo volta vedendo quanta gioia esprimeva il viso della bionda.
“Tutto fatto” disse Emma uscendo quasi saltellando dalla pasticceria tenendo con entrambe le mani la torta.
“Non posso credere che stiamo facendo davvero tutto questo.”
“Cioè?”
“Stiamo festeggiando insieme il mio compleanno, hai ordinato la torta, mi hai baciata...”
“Veramente mi hai baciata tu per prima, ma comunque ti ci dovrai abituare...perché per i prossimi compleanni sará sempre così, lasciando stare il caveau”
Regina bació le labbra di Emma.
“E allora vedi che sei tu? Non riesci a stare lontana dalle mie labbra”
“Poi scommetterci”
Emma sorrise e quando udì quelle parole il cuore le esporle di gioia.
Quando il cellulare suonó, prese il cellulare e lesse il messaggio.
<< Mamma, se sei con la mamma fai in modo di portarla da Granny’s che le abbiamo organizzato una specie di sorpresa...siamo tutti qui con i coriandoli...vi aspettiamo...quando siete qui suona il clacson così sappiamo che siete voi.>>
Emma sorrise perché sapeva che quel piccolo gesto avrebbe reso felice Regina, oggi le avrebbero fatto capire quanto davvero tutti le volessero bene.
“Chi è?” chiese Regina incuriosita, quasi gelosa, cercando di leggere il messaggio con la coda dell’occhio.
“Che fai sbirci?” Disse Emma allontanando il cellulare da Regina.
“Sei per vado gelosa?”
Regina alzó il sopracciglio destro e incrociando le braccia sotto il seno rispose. “Che? Chi io? Ma che fai scherzi??”
Emma ride energicamente.
“Era Henry, mi ha chiesto se ti avevo visto e se fossimo insieme.”
“Che carino, si preoccupa. Questa mattina mi ha scritto un messaggio di auguri dolcissimo.” disse commuovendosi. “Abbiamo un figlio meraviglioso”
“Oh si...”
Le due si guardarono e si sorrisero per poi salire in macchina.
“Sono le 11:30, vogliamo andare da Granny’s per posare la torta?”
Regina ad un tratto ebbe un flash.
“Oh mamma! Mi sono dimenticata che dovevo cucinare le lasagneeee!”
Emma mise una mano sulla coscia di Regina per tranquillizzarla.
“Vedrai che Granny’s avrà qualcosa, non importa cosa mangeremo.” disse per poi baciarle la guancia.
“Lo spero...” disse per poi chiudere gli occhi sotto il tocco delle labbra di Emma.
Arrivarono da Granny’s ed Emma come le aveva chiesto Henry, non appena ebbe parcheggiato suonò il clacson.
“Ma quanto sei deficiente...perché ti devi sempre fare riconoscere.”
“Così la gente sa che sono arrivata!”
“Sei una bambina!”
“La tua bambina” disse mostrandole i denti.
Regina roteó gli occhi, ma sapeva che la bionda aveva ragione.
“Si!”
“Entriamo?” chiese Emma prendendo la torta.
“Andiamo.”
Le due scesero dalla macchina ed entrarono nel locale, tutto buio ed in silenzio, nemmeno un brusio, quando ad un tratto
“SORPRESAAAAA”
Le luci si accesero e tutta la città era lì per Regina, coriandoli volarono su tutta la stanza e tutti allegramente mostrarono uno dei loro migliori sorrisi.
Regina non appena vide quella scena scoppiò a piangere, non aveva mai fatto vedere il suo lato debole, ma oggi, aveva ricevuto fin troppe sorprese, le erano successe un sacco di cose belle e quella era un’alta cosa che avrebbe portato nel cuore.
Emma inizió ad accarezzarle la schiena, facendo dei piccoli cerchi con la mano.
“Grazie, grazie a tutti...non so come ringraziarvi, è il regalo più bello che potevate farmi.” disse asciugandosi le lacrime.
Ad uno ad uno si avvicinarono e augurarono un buon compleanno a Regina, mentre Emma mise la torta in frigo.
Il pranzo andò meglio del previsto, Granny’s cucinó per tutti e appena furono pronti uscirono la torta.
Dalle cucine uscì Emma illuminata dalla luce delle candeline accompagnata da un coro che cantava “Tanti auguri a te”.
Quando la torta fù sul tavolo Regina guardó la torta e notó la scritta...alzò lo sguardo verso Emma e la ringraziò, non con le parole, con gli occhi. Loro avevano sempre parlato con gli occhi, loro si capivano, si vedevano, si amavano così.
Prima di soffiare sulle candeline Henry urló.
“Esprimi un desiderio mamma!”
Si guardó attorno. “Ho tutto ciò che desidero.”
Allora Emma si avvicinò e le prese la mano. “Allora desidera che tutto rimanga così, per sempre.”
Regina sorrise e spense le candeline, peccato che nessuno aveva fatto una fotografia poiché erano intenti a guardare le mani incrociate delle due.
Quando le candeline furono tutte spente Emma sussurrò un lieve “Buon compleanno amore mio” e poi, non curante delle altre persone, bació Regina che rispose al bacio.
Quel gesto fù accompagnato da un boato, applausi, urla, occhi lucidi. La città sapeva, l’aveva sempre saputo che quelle due si amavano e finalmente l’avevano capito, finalmente il vero amore aveva trionfato.




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