Inside Out of Erik Lehnsherr

di Inazumiana01
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Tristezza


Beh cosa dire di Tristezza...si era fatta una bella dormita, no? Tutti quegli anni nascosta in un angolo buio, in disparte. Erik Lehnsherr non ne aveva avuto bisogno.
Non poteva soffrire se non aveva nulla da perdere. Nessuno che ci tenesse a lui o qualcosa di valore.
Ormai non dava valore a niente e nessuno.
Aveva perso tutto.
O almeno così credeva.
Perdere la madre per lui fu un duro colpo. Era l'unica ad amarlo veramente o che ci tenesse davvero.
Da piccolo aveva un amico, strano ma vero. Abitavano vicini e passavano intere giornate insieme quando i loro genitori erano a lavoro. Si chiamava Kevin.
Non sono andati subito d'accordo, ovviamente. Erik era sempre stato molto sellettivo sulle persone e preferiva rimanere da solo.
Ma quando conobbe Kevin la sia visione del mondo e delle persone cambiò.
Fu grazie a lui se si era fatto nuovi amici, se giocava con altre persone e si divertiva veramente.
Tristezza si fece viva per la prima volta al suo terzo anno di elementari. I suoi poteri cominciavano a farsi sentire, non molto, ma siciramente quanto bastava per farsi notare da dei bambini. E in men che non si dica, Erik divenne quello "strano" della scuola. Gli amici che si era fatto cominciavano a diminuire giorno per giorno, fino a quando non rimasero solo lui e Kevin. Ma prima o poi dovette abbandonarlo anche lui, gli altri bambini lo avevano convinto ad unirsi a loro e lasciare da solo quello strano. "Potrebbe farti del male, meglio non stargli vicino" gli dissero. E lui si lasciò convincere.
Lì arrivo per la prima volta Tristezza.
La seconda volta che si fece sentire più forte che mai la sanno tutti. La morte della madre. Anche se in quel caso Tristezza non era sola, insieme a lei c'erano Paura e Rabbia. Per un po' anche Disgusto.
Dopo un paio di giorni Erik disse addio a Tristezza.
Ormai non aveva più niente da perdere.







Tristezza.
Tristezza ritornò al quartier generale dopo molti anni. Si può dire che non aveva avuto esattamente un bentornato con torta e palloncini. Ma infondo Rabbia e Disgusto non avevano fatto nulla del genere con Paura e Gioia...perchè farlo a Tristezza?
Al contrario scaturì molti malcontenti. Non era un buon segno riavere Tristezza al quartier generale. Certo, faceva essere Erik più umano, ma ciò stava a significare che Erik si stava affezionando, e quando Erik si affeziona a qualcuno o qualcosa molto probilmente lo perderà.
Forse era per quel motivo che Gioia cercava di tenere lontana Tristezza dai posti di comando. Era da poco tornata anche lei, non poteva scomparire subito.







Tristezza rientrò per un motivo abbastanza valido. Un pensiero. Ovvero Charles.
Charles Xavier, o Professor X era l'amico e l'amante di Erik Lehnsherr. Ed era questo il problema.
Da lì a pochi giorni ci sarebbe stato l'attacco a Cuba ed Erik sapeva che non sarebbe andato come aveva previsto Charles.
Ma soprattutto era consapevole che il rapporto che si era instaurato tra lui e il moro non sarebbe durato.
Loro avevano idee completamente differenti, lui credeva nella superiorità dei mutanti mentre Charles che i mutanti e gli umani dovessero convivere in pace.
Ah...Charles Xavier...un ingenuo con un idea di un futuro molto utopico. Col potere che aveva avrebbe potuto dominare il mondo. Ma lui era fatto così, non si sentiva superiore a nessuno, aveva un animo troppo buono per il genere umano. Troppo buono per Erik Lehnsherr.





Erik sapeva di avere ragione.
Sapeva che prima o poi la sua presenza lo avrebbe ferito. Sapeva che non doveva affezionarsi. Sapeva che sarebbero tornate le emozioni, le sensazioni di quel giorno al campo di concentramento.
L'unica differenza è che a provocare la rottura non era stato Shaw. Lui ormai era morto.
Ma era stato Erik stesso.
Sapeva che quella lotta sulla sabbia avrebbe portato a ben peggio di un paio di pugni. Ne aveva il presentimento.
In situazioni come quelle non si finisce con un semplice occhio nero. No.
In quelle situazioni si finisce ben peggio.
Ed Erik lo sapeva.
In quel momento sembrava che il mondo andasse a rallentatore.
La pistola puntata contro.
Lo sparo.
Il proiettile.
Quel fottuto proiettile.
Ed infine un urlo.





Rimase a fissarlo con occhi spalancati. Non poteva crederci.
Cosa aveva fatto?
Si fiondò su di lui e lo prese tra le braccia. Era tremante, non riusciva a muoversi.
Le labbra rosse gli tremavano, gli occhi si stringevano per il dolore.
Cosa gli aveva fatto?
Gli tirò fuori il proiettile.
Vide alcuni membri del gruppo avvicinarsi per vedere come stava. Li minacciò tutti di non avvicinarsi.
Dovevano esserci solo loro due.
Cosa gli aveva fatto?












"Non mi sento più le gambe"















Aveva perso tutto, di nuovo.
O almeno così credeva il tedesco.
Erik non aveva capito che avrebbe potuto perdere qualsiasi cosa o persona, ma l'unico che non l'avrebbe mai abbandonato veramente era colui a cui aveva fatto più male.
Perchè Charles era così. Perchè Charles amava Erik almeno quanto Erik amava Charles.




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