eluroL id inibmaB

di An13Uta
(/viewuser.php?uid=821900)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Tibias








Tibias non sente niente.

Nessun dolore, nessun segno d'avvertimento.

Arriva all'improvviso, e gli strappa la gola. Non respira.

Si sente avvizzire nelle sporche vesti verdi, le iridi brune si contraggono mentre la vista si appanna.

Cade; sente il corpo grigiastro fluttuare in una bolla solida, colpito da ogni parte da spilli che gli annientano qualsiasi sensazione ad ogni colpo.

E arriva.

Il volto lo confronta, lo tiene per un filo, un sottile rivolo che attraversa lo spiritello. Sei mio, cantilena quella linea sinuosa, sei mio, e ad ogni tiro la sua anima è sul punto di staccarsi e lasciarlo un misero guscio vuoto.

È con uno sforzo sovrumano che riesce finalmente a sentire il capo fargli male e scappare dall'incubo. Tocca la nuca dolorante, la massaggia sotto alle piume bianche che gli coprono la testa. Con un leggero tremolio, si siede.

Non passa giorno che non lo tormenti. È un ricordo terribile che non può essere soppresso.



Non è stata colpa sua.



Tibias piange solo. Nessun altro lo sa.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3771133