PROLOGO
Non
si parlerà d'amore, di sentimenti o simili qui. Questo non è
il posto né il momento adatto.
Non
abbiamo a che fare con coppie legate da emozioni uniche, traumi che
sfoceranno in legami eterni o momenti evocativi dai sottofondi
musicali commuoventi.
No.
Qui
abbiamo a che fare con semplici affari, né più né
meno.
-Aggiorna
il database.
-Certo.
-Non
dimenticare nulla. Anche il più piccolo particolare può
essere importante.
Due
figure lavoravano incessantemente davanti a diversi schermi, unica
fonte di luce in tutta la stanza. Occhi concentrati sui caratteri
elettronici; dita che scorrevano veloci su una tastiera scarsamente
illuminata.
Il
lavoro era molto, le persone da analizzare parecchie.
-SASUKE
UCHIHA
Giovane erede dell'omonima
azienda di famiglia, in attesa dell'imminente ritiro dello zio Uchiha
Madara. Scostante, burbero nonostante la giovane età, di
poche parole ed in possesso di un'intelligenza fuori dal comune.
Elementi distintivi:
esteticamente riconoscibile
con facilità, affascinante e dai lineamenti femminili.
Capelli corvini ed occhi
rossi, fisico asciutto e carnagione lattea.
Preferenza per abbigliamenti
informali e sportivi.
Non ama la vita mondana e
presenzia raramente agli appuntamenti.
-DRACO MALFOY
Attuale
direttore generale nonostante l'età, succeduto al padre da
poco tempo.
Arrogante, strafottente e
sicuro di sé, fin troppo. Non si fa calpestare da nessuno. Non
ha alcun problema a far sparire chiunque si pari dinanzi alla propria
strada.
Elementi
distintivi:
gran fascino e attenzione
spasmodica per il proprio apparire.
Alto, biondo e dalla
carnagione chiara, occhi grigi e sguardo gelido.
Magro e snello, sempre vestito
di tutto punto, in ogni occasione.
Non manca mai ad ogni singolo
evento pubblico, presenzia ad ogni appuntamento.
-CIEL PHANTOMHIVE
Unico
erede della famiglia Phantomhive scomparsa prematuramente.
Nonostante l'età insufficiente alla carica, gestisce
l'azienda tramite un prestanome di cui tira le fila. Capriccioso e
imperscrutabile, pondera ogni singolo elemento nell'ombra. Odia
perdere e si muove bene attraverso il mondo degli affari. Intuitivo e
furbo.
Elementi
distintivi:
magro e minuto, amante della
moda ed appariscente.
Capelli neri bluastri, un
occhio coperto da una benda, carnagione chiara.
Mai presente in pubblico; manda
sempre chi ne fa le veci, presenzia solamente agli appuntamenti.
-ANTHONY STARK
Uomo presente da anni nel
mercato internazionale, gestisce un vero e proprio impero.
Deciso e dal carattere
autoritario, fa del suo essere arrogante un punto di forza ed
elemento di fascino. Donnaiolo accanito, ama alzare il gomito più
del dovuto. Sbaraglia la concorrenza grazie all'enorme quantitativo
di risorse in suo possesso.
Elementi distintivi:
fisico statuario, attenzione
per il dettaglio e buongusto nel vestire.
Carnagione olivastra, castano e
barbuto. Indossa perennemente un paio di occhiali scuri.
Presente ovunque ci siano le
telecamere, non perde un singolo evento ad ogni periodo dell'anno.
Presenzia saltuariamente agli appuntamenti per via di un certo
disinteresse agli affari interni al circolo.
-Tutto
qui? 010i,
non è sufficiente.
-È
tutto ciò di cui siamo in possesso al mom...!
Un
pugno sul tavolo zittì immediatamente l'interlocutore. La
figura più anziana si schiarì la voce, accentuando il
tono di disappunto già presente nella conversazione.
Un
leggero tocco di nocche dietro ai due attirò l'attenzione:
senza attendere ulteriori direttive, una terza figura entrò
nella stanza, noncurante della strana atmosfera.
-Dimmi
che hai buone notizie almeno tu, 045.
Il
diretto interessato non proferì parola, ma consegnò una
chiavetta USB in mano all'altro. Riprese la via della porta ed uscì
silenziosamente dal locale buio e quasi soffocante.
-Bene,
ora inseriscila ed analizza i file, salvandone i contenuti su questo
dispositivo.- La figura porse all'elemento 010 due oggetti, il primo
una comunissima pennetta con scheda di memoria esterna, il secondo un
aggeggio grande meno di una falange, con due pulsanti ai lati.
-E
questo, 100?- al contrario di 045, non era in grado di stare zitto,
né di comprendere qual era il momento opportuno per parlare e
quale no. Uno sbuffo sonoro riempì per poco il silenzio.
-Servirà
agli altri per poter recepire le informazioni raccolte. Lo
utilizzeranno direttamente sul campo. Ah, prima che tu abbia la
brillante idea di continuare a dar fiato alla bocca, ricorda che ti
sbatto fuori da qui e ti tronco ogni possibilità di trovare
lavoro per i prossimi trent'anni.
Muto.
Con
difficoltà non rispose. Meglio così, si disse.
I
dati inseriti al computer mostravano una lista di nomi apparentemente
casuali. Scorrevano uno dopo l'altro, abbinati a delle foto scattate
nelle situazioni più disparate.
"Perfetto",
pensò 100, "era proprio quello di cui avevamo bisogno".
Nella sua mente stava già tentando di collegare i vari volti
agli indiziati maggiori. Non era certo lavoro facile, ma era stato
assunto appositamente per sbrogliare i fili contorti che legavano le
varie persone ad entità più importanti.
-Ora
trascrivi questi tre nomi, nell'ordine in cui te li detto. Abbinali
rispettivamente ai file dell'Uchiha Corporation, della Malfoy's
Society e delle Stark Industries. Collegali a Madara, Draco e
Anthony. Sicuramente c'è un legame stretto tra queste persone,
e dobbiamo concentrarci a trovare il filo conduttore nel minor tempo
possibile. Compiuta questa fase, li contatteremo e li renderemo
partecipi del nostro progetto. Lavora veloce, sei qui per questo, non
per pensare.
L'elemento
010 non aveva preso come un'offesa ciò che aveva sentito: si
trovava lì non certo per la propria intelligenza, bensì
per le mansioni relative al recupero dati e all'utilizzo del
computer. Insomma, un piccolo genio della tecnologia che non brillava
in nient'altro, ma tanto bastava. I nomi citati apparvero in tre
percorsi cartella differenti su tre schermi. L'inserviente aveva
mille domande, ma non osò porne nemmeno una; la sua tendenza a
voler conoscere tutto di tutti venne repressa con un rapido morso
sulla lingua, così da scordarsi l'idea di venire degradato a
semplice inserviente delle pulizie.
-Bene,
ora esci.
L'assistente
uscì dalla sala buia, seguendo il corridoio che portava ai
dormitori. Era stanco, gli occhi dolevano per la poca luce
contrastante con la luminosità artificiale degli schermi, a
cui si era sottoposto per troppe ore per i propri gusti. Superò
le stanze e raggiunse la sala mensa.
Deserta.
010
osservò l'ora sul quadrante dell'orologio nella sala comune:
le due del mattino passate.
-Ma
stiamo scherzando?! Sono orari questi?
Sospirò,
versandosi del caffè avanzato da un bollitore abbandonato lì
qualche ora prima. Era pessimo, il sapore rimescolato in bocca nel
tentativo di recuperare un pizzico di energia: tentativo fallito.
Sconsolato, il lavoratore non cercò nemmeno del cibo da
ingerire; avvertiva una stretta allo stomaco all'idea di mangiare
qualcosa lasciato in giro chissà quanto tempo prima. Si
diresse verso la propria stanza.
La
camera spartana presentava un letto, un comodino ed un armadio. Una
sedia giaceva abbandonata nell'angolo più lontano. 010 accese
la lampada accanto a sé, illuminando una cornice di piccole
dimensioni: la prese tra le mani, sfiorando la fotografia con le dita
stanche e tremanti.
"Lo
sto facendo per te soltanto. Quando sarà tutto finito,
tornerò. È una promessa."
*
"Ci
sono vicina, lo sento. Dal momento in cui riuscirò a
comprendere il motivo che sta dietro a questi legami, sarà
tutto in discesa."
100
osservava con fare snervante gli schermi, passando dall'uno all'altro
senza sosta: sapeva di potercela fare, bastava semplicemente riuscire
a concentrarsi ed eliminare ogni informazione inutile, portando al
termine minimo le immagini e tutti gli elementi annessi. Ogni singola
fotografia presentava i soggetti posti sotto osservazione negli
atteggiamenti più disparati: un'unica cosa li accomunava, la
presenza di una seconda persona.
"Sono
tutti estremamente vicini al giovane Uchiha, a Malfoy e a Stark.
Perché? Dannazione, perché!"
La
donna sbatté il pugno chiuso sulla tastiera, incurante dei
numerosi messaggi di errore ricreati al computer. Sentiva di esserci
vicina, sentiva che ancora pochi passi e avrebbe colto quel piccolo
particolare; poteva percepire già tra le mani la soluzione.
Ancora
un poco.
Ancora
un poco.
Ancora...
un poco...
!
-Ci
sono!
Aveva
urlato le due parole, si trovava sola tra quelle mura a quell'ora.
Stava esultando davvero, proprio come una bambina dopo aver ottenuto
ciò che bramava da tempo. Strinse le dita sulla scrivania,
chiudendo gli schermi e appuntando a parte su un post it un solo
concetto:
rabbia.
I
tre indiziati erano accomunati da due fattori lampanti: la vicinanza
costante ai soggetti fondamentali alla ricerca, e un'espressione
sempre negativa sul volto. Era ormai sicura di averli in pugno, tutti
quanti. Sarebbe arrivata a loro passando per chi li odiava di più,
raggirando chiunque e manipolando quante più sensazioni
possibili. Questo era il piano, ora bisognava strutturare la fase
successiva: l'avvicinamento.
Trillò
il telefono.
-Sì,
ce l'ho fatta. Esatto, l'intuizione era corretta. Siamo pronti per la
fase due.
100
riagganciò e premette una nuova serie di numeri: rispose la
segreteria telefonica.
"Ma
è possibile?"
Attese
la possibilità di poter registrare il messaggio vocale, e
pronunciò poche, semplici parole.
-010,
avviamento fase due.
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Eccomi qui, ciao ^^
Questo è il mio primo
crossover ed è alla portata di tutti: ho fatto in modo non
fosse necessario conoscere con precisione i fandom.
Non solo, non ci sono
pairing particolari, tantomeno scene di sesso.
Tutti possono leggerla, e vi
dico la verità: non avete idea di quanto mi sia divertita a
concepirla e a scriverla. A breve comincerò la stesura del
primo capitolo con le premesse citate.
-Uomini potenti che non
hanno scrupoli
-Persone succubi di
sentimenti d'odio
-Un'organizzazione che punta
ad arrivare a tutti loro
Mi auguro di ritrovarvi qui
la prossima volta, buon lavoro a tutti voi :3
-Stefy-
iLa
cifra viene letta un elemento alla volta. (zero uno zero), nome in
codice.
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