Sentimenti

di ayamehana
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Brevi note dell'autrice: Prima che mi uccidiate... no, non mi sono dimenticata dell'altra storia che ho in corso su questo fandom... però, ho visto questa challenge sul forum di EFP e non ho resistito dal parteciparvi! È la prima volta che mi avvicino al genere delle drabble e spero di non fare troppo schifo.
Comunque, questa sarà una piccola raccolta dedicata ai sentimenti di Ranma per la sua fidanzata. Ho deciso di partire dal principio, esplorandoli pian piano e cercando comunque di mantenere il tema delle lettere dell'alfabeto.
 
Piccolo disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma fanno parte del mondo creato da Rumiko Takahashi. Alcune scene saranno completamente inventate da me, altre saranno prese dal manga. Avevo bisogno di aggiungere i pensieri del nostro protagonista su certe situazioni... Spero che non vi dia fastidio!
 


Amicizia

 
  «Sono Ranma Saotome, vi chiedo scusa.»
  Dannazione, papà, sei davvero un idiota; chi ti ha dato il permesso di decidere sulla mia vita sentimentale? Avere una fidanzata è l’ultimo dei miei problemi, al momento. Voglio tornarmene in Cina per riacquistare il mio vero aspetto.
  Eppure tu non mi dai ascolto, non lo fai mai.
  Il tuo amico è svenuto, qui davanti ai miei occhi, e io mi sento in colpa.
  «Io sono delusa, altro che fidanzato.»
  «La volete piantare?»
  Mi giro verso la ragazza che ha appena parlato. È carina e sembra la più gentile in questo posto di matti.
  Mi sorride. «Io sono Akane. Spero che diventeremo amiche!»     
 
 
Akane

 
  Le tue labbra sono dischiuse in un ovale perfetto. Sei nuda, e io non posso fare a meno di guardarti. Sono un ragazzo nel pieno della pubertà, in fin dei conti.
  Hai delle belle forme, Akane; si vede che ci tieni molto al tuo fisico. I capelli scendono sinuosi a carezzarti il seno pieno, dai capezzoli turgidi per il freddo pungente di questa giornata d’autunno.
  Io ti guardo, tu mi guardi.
  I tuoi occhi si spalancano per lo stupore, dopodiché si abbassano sulla mia nudità… ed è qui che comprendo. Sono un uomo, e tu mi hai visto.
  Arrossisco nell’istante in cui chiudi la porta.
  Un urlo agghiacciante lacera l’aria.




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