L'oro, mischiato allo smeraldo, non è poi così male.

di _Fenice
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Capitolo 4: Le nevrosi sono dure a morire.


Rimasero in piedi ancora per un po’, Maka appoggiata al muro e Kid a spalmarla ancor di più contro di esso. Le guance della bionda erano rosse e accaldate, lo sguardo a metà tra il malizioso e il pudico; una mano ancora dentro di lei, adesso le dita erano diventate tre, con estrema felicità della Meister, che voleva approfondire quell’incontro e passare a qualche cosa di diverso.
L’altra mano dello Shinigami aveva finito di indagare su ogni centimetro di pelle di Maka e adesso aveva afferrato entrambi i polsi di lei per tenerli serrati al muro sopra la testolina bionda. I codini erano decisamente scomposti, perciò Kid glieli sciolse. La ragazza aprì gli occhi per un istante, sorpresa dalla scelta di lui, e lo guardò interrogativa, come a chiedergli silenziosamente il perché.
In risposta, il corvino le cinse i fianchi, abbandonandole i polsi, e la fece agganciare con le gambe a cavalcioni su di lui. Lei gli afferrò la nuca, gli carezzò il volto, incespicò con le dita tra i suoi capelli e, quando l’amante finalmente si decise ad infilare anche il quarto dito, li tirò con foga e si lasciò andare ad un gemito di piacere.
« Vieni con me. ». Il ragazzo la fece scendere; lei atterrò leggera. La prese per mano e la condusse al piano di sopra, nella sua stanza. Maka non l’aveva mai vista: Kid era molto geloso della sua camera, che teneva con massima cura e attenzione.
Entrando, la bionda notò subito i colori: tutti i mobili erano di ebano lucido e molto scuro, mentre le tende, le lampade e tutto ciò che andava ad abbellire la stanza era di color bianco. Un bianco perfetto, immacolato. Il letto a baldacchino era di ebano anch’esso, le tende che scendevano a ricoprire tutta la struttura bianchissime e trasparenti. Non servivano molto a coprire, ma davano molta eleganza al tutto.
Kid la adagiò delicatamente, ma deciso, al materasso. Morbidissimo, pensò lei.
Maka si rese conto, abbassando lo sguardo, di avere addosso solamente il reggiseno e gli slip mezzi abbassati. Avvampò di colpo; il ragazzo lo notò e cercò di distrarla sovrastandola con il corpo e avvicinandosi a lei. In quel frammento di secondo, la Meister notò che anche Kid era mezzo nudo, coperto solo dei pantaloni già sbottonati, da cui si intravedevano i boxer. Quella vista le scaldò ancor di più il basso ventre, ma non se ne curò più: lo Shinigami era già chino su di lei, la sua lingua cercava uno scontro duro e diretto con l’avversaria, che trovò e sfidò.
Con una mossa delle gambe, la bionda lo liberò dei pantaloni, rendendogli più semplici i movimenti. Come ringraziamento, ricevette da parte sua l’interruzione del profondo bacio. Aprì gli occhi indispettita e dispiaciuta per la fine di quel contatto, ma quando incontrò gli occhi ambrati e vogliosi di lui si trattenne dal parlare e lo lasciò fare.
Kid cominciò a scendere sempre di più con labbra e lingua, ad esplorare e possedere ogni centimetro di pelle. Prima le labbra, ormai rosse e gonfie per i continui baci e morsi ricevuti; poi passò alle orecchie, punto molto sensibile per lei. Finito con quelle scese più giù, al collo, dove lasciò piccoli morsi e tanti baci a bocca dischiusa, che provocarono brividi sulla nuca e sulla schiena alla vittima.
Maka gemette, piano. Fu più un sospiro rumoroso, ma questo mandò una scarica di adrenalina nel corpo del ragazzo, che si affrettò a scendere più giù. Fu il turno delle clavicole, poi del petto, infine dei capezzoli. La ragazza era in estasi. Aprì gli occhi per guardarlo e incontrò l’oro di lui, che si fuse insieme allo smeraldo per qualche secondo: Kid rimase con la lingua sul capezzolo ormai turgido di lei, continuando a muoverla in cerchi, intanto fermo a fissarla. La bionda arrossì e mise fine a quel contatto di pietra e metallo, per ricacciare la testa indietro ed abbandonarsi al piacere.
Scese ancora. Ancora. Ancora. Poi fu l’oblio, per entrambi.
Il corvino si spostò con la mano i capelli ricadutigli sugli occhi, poi con un colpo secco di gamba si liberò definitivamente dei pantaloni. Tornò al suo posto e Maka gli fu grata: il movimento della sua lingua divenne così elettrizzante che lei non riuscì a capire più nulla, le annebbiava il cervello, la mandava in tilt. Cosa alquanto insolita: la Meister riusciva sempre a mantenere il controllo, e questo la intimoriva un po’.
Poi alzò di scatto il busto, il cervello nuovamente in funzione.
« Kid! Liz e Patty! Torneranno a breve… »
Lo Shinigami la tirò nuovamente giù. « Non torneranno prima delle due. Recupereremo i vestiti lasciati giù tra po- », e si interruppe.
I vestiti.
A terra.
Stropicciati.
PIEGHE.
PIEGHE OVUNQUE!
Si mise le mani ai capelli, cominciò a tirare con forza le ciocche nel tentativo di ferirsi. Meritava di ferirsi.
Maka era scioccata: di punto in bianco aveva cambiato atteggiamento, come se stesse avendo… una nevrosi. Respirò a fondo, convincendosi mentalmente a non colpirlo mortalmente con uno dei suo Maka-Chop. Ormai conosceva bene Kid, perciò non ebbe difficoltà a capire cosa stesse pensando.
Davvero in quel momento stava pensando alle pieghe dei vestiti?!


Angolo Autrice.
Siamo al quarto ed ultimo capitolo. Un po' corto, ma mi ha soddisfatta. È la prima ff a rating rosso, dunque non sapevo bene come gestirla, in cosa spingermi oltre e in cosa no. Credo che aggiungerò l'avvertimento Lemon alla storia, per sicurezza.
Ringrazio chi ha recensito questa storia, e anche chi ha semplicemente letto. Ringrazio ancor di più chi è arrivato fin qui, significa che ho attirato la vostra attenzione almeno un po'.
Avevo pensato di aggiungere un ultimo capitolo, ma rileggendola sarei arrivata ad una solita e smielata conclusione tra i due, che per me non si addicono a questo. Ho preferito perciò concludere così, in maniera un po' ironica ma anche incompleta, che vedo invece molto attinente a questa stramba coppia.
Nella speranza che questa fanfic vi sia piaciuta,
Una danza con le stelle,
Fenice.




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