Il Diario di Sofia 2

di Federica20000824
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Tommi esce dall'ospedale, e cammina per il viale alberato. C'è così freddo e sono solo le tre del pomeriggio. É la prima volta che batte i denti, a causa del clima, e sente come... semplicemente non pensa sia solo colpa della temperatura. Si sente svuotato del tutto. 

Sofia non si sveglia. Ma é anche vero che sono passate solo poche ore. Si sveglierà, no? 

Non lo sa. 

 Fa un giro intorno all'edificio, e pensa. Gli fa quasi male la testa, per tutto il tempo che ha passato a pensare.

Si ricorda della bicicletta quando è di nuovo davanti all'entrata, e ci sale sopra. Sa dove andare. 

 

Quando il cancelletto si apre senza che lui abbia suonato il campanello, Tommi alza lo sguardo, e vede Giacomo alla finestra, che sparisce per aprire la porta subito dopo e uscire. Ha ai piedi le pantofole pelose di Sofia, che sembrano stivaletti. I cerchi blu e viola intorno ai suoi occhi rossi non si addicono ad un ragazzino di undici anni e mezzo. 

"I miei sono fuori." Tommi tira un sospiro. 

"Posso entrare?" Il ragazzino annuisce, poi gli mette la bicicletta sotto al porticato, prima di attraversare il cortile al contrario e tornare in casa. 

Per terra c'è il ghiaccio.

L'albero è spaventoso, e le foglie sembrano raggrinzite di dolore.

Giacomo chiude la porta a chiave, dietro di loro, poi scompare in cucina con un fazzoletto in pugno.

Tommi sale le scale, e apre la porta della camera di Sofia. Tutto trattiene il fiato. Tutto è immobile. Neppure la gatta nera, Angie, dorme sul letto sfatto, ma è rimasta fuori sotto alla vetrina piena di liquori. Il diario giace di fianco all'armadio, chiaramente scaraventato via.

Il ragazzo lo raccoglie, si siede per terra a fatica, facendosi scivolare contro al muro.

Arriva all'ultima pagina scritta.

 

"Perché? Ti chiedi perché?

Perché sono le due di notte 

e sono seduta nella mia camera da sola

pensando a modi per uccidermi

pensando a motivi per cui odiarmi

mentre tu stai dormendo.

Perché ti ho detto che stavo bene.

Se morissi stanotte, a quante persone importerebbe? 

Quante persone piangerebbero? 

Quante persone vorrebbero riavermi indietro? 

Quante persone si pentirebbero di non essere state carine con me? 

Quante persone vorrebbero avermi amata di più? 

Quante persone vorrebbero avermi amata di meno?"





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