26
- Undici nemici
Minerva camminava nervosamente avanti e indietro. Ciò che Acnologia le
aveva detto l’aveva lasciata non poco sorpresa. Si era resa conto che
alla fine erano uguali, anche se solo in parte.
Forse si stava ritrovando a provare compassione per il nemico?
No, questo era assurdo. O forse non troppo, considerando che era
passata dalla sua parte. A fare il doppio gioco non avrebbe ottenuto
niente di buono, ne era certa.
Il suo fidanzato sorrise nel vederla, per poi avvicinarsi e cingerla da
dietro.
“Oh, Rogue. Mi hai fatto spaventa”
“Chiedo scusa. Sei preoccupata per qualcosa?”
“Assolutamente no, figurati”, lo tranquillizzò sorridendo. “È che
pensavo al nostro imminente matrimonio”
“Non avere dubbi su quest’ultimo. So che la situazione è difficile, ma
la vita deve sempre e comunque andare avanti. Sarà un bel giorno che
passeremo con i nostri amici”.
La donna tentò di sorridere. Già, gli amici, la famiglia, tutte cose
estremamente importanti. Ricordava bene di quando si era decisa a
chiedere a Hikari di farle da damigella. Le aveva perfino comprato un
bel vestito. La bambina di allora sarebbe stata entusiasta. E la
giovane donna di adesso, invece, come l’avrebbe presa?
Malgrado la situazione scomoda, Minerva non aveva smesso di volere bene
a Hikari. Era stata un po’ la figlia che non aveva mai avuto, ed il
destino le aveva separate in modo così crudele.
Decise che le avrebbe parlato. Probabilmente l’avrebbe trovata al
locale.
E infatti, l’adolescente se ne stava seduta su uno sgabello con fare
annoiato. I suoi genitori le avevano suggerito di uscire un po’, ma lei
aveva rifiutato, non era dell’umore giusto.
La donna quindi, cercando di apparire naturale, si avvicinò alla
ragazza.
“Ehi, Hikari...”
“Minerva. Amh… ciao...”, rispose imbarazzata.
“Ciao. Volevo chiederti una cosa. Lo so che la situazione è
imbarazzante e strana. Ma vedi, io ho sempre voluto che questo ruolo
fosse sempre e solo tuo”
“Quale ruolo?”
“Vorrei che facessi da damigella al mio matrimonio. Ti chiedo tanto, lo
so, ma mi farebbe davvero piacere se tu accettassi”.
Anche quella, era una cosa che la ragazza non si sarebbe mai aspettata.
La bambina che era stata una volta avrebbe detto di “sì” con
entusiasmo, ma la ragazza di adesso, innamorata e con il cuore
spezzato, non sapeva proprio come agire. Come potersi mettere il cuore
in pace?
“Io… io non lo so...”
“Non devi rispondermi per forza adesso, c’è ancora un po’ di tempo”
“Il fatto è che… non era così che mi ero immaginata le cose. Vorrei
davvero che fosse tutto diverso. Vorrei potessimo essere tutti felici,
però è evidente che qualcuno dovrà soffrire. E la cosa mi fa star male”.
Minerva sentì il cuore spezzarsi. Era arrabbiata e ferita, ma questo
non voleva dire che provasse piacere nel vedere Hikari star male.
Se solo ci fosse stato un modo per cancellare il dolore, sarebbe stato
più facile.
Poi sollevò lo sguardo. Forse cancellare il dolore non era possibile.
Ma i ricordi, quelli potevano essere cancellati.
“Nessuno dovrà più soffrire”, sussurrò.
Hikari la guardò, non capendo. Tuttavia non ebbe il tempo di chiedere
altro, perché un forte boato fece sussultare non solo le due, ma anche i
loro compagni di gilda.
“Oh”, Cana si sforzò di rimanere in piedi. “Che cosa è stato? Non
promette molto bene”
“Non mi piace”, commentò Gildarts. “È come se fosse stato aperto un
portale.. o un varco”
“Altri nemici?”, domandò Laxus. “Andiamo a vedere”
“Mi aggrego!”, aggiunse Gajeel entusiasta.
“Aspettate… un momento!”, il master tentò inutilmente di richiamarli.
Poco dopo, i membri di Fairy Tail si erano riversati in strada per
vedere l’accaduto. In effetti, qualcosa era successo. Il cielo sembrava
essere stato squarciato a metà. C’era stata una luce, un boato simile
ad un terremoto ed infine il buio.
Alecta si staccò dall’abbraccio materno, curiosa, avvicinandosi a
quello che sembrava un cratere, uno di quelli che in genere si
formavano con la caduta di meteoriti.
“Alecta!”, la chiamò Laxus. “Vieni subito qui!”.
La figlia però non lo ascoltò. Si chinò, tra il fumo e le macerie.
Dopodiché una mano si allungò nella sua direzione, afferrandola.
La biondina non fiatò. Riconobbe la sagoma di quello che sembrava un
uomo, ma non seppe riconoscere nient’altro. Sentiva solo la mano di
quest’ultimo che, con disperazione, si aggrappava a lei.
Voleva vedere il suo viso.
Gildarts e Laxus intervennero in contemporanea, temendo che si
trattasse di un nemico.
Il secondo afferrò la figlia da dietro, trascinandola via.
“Giù le mani! Chi sei tu?”.
Il master chinò la testa di lato. Adesso che il fumo si era diradato,
il nuovo arrivato si era alzato, mugugnando qualcosa.
“Accidenti… vi sembra questo il modo di accogliere un vecchio amico?”.
Calò il silenzio. Wendy si fece avanti con Charle accanto, gli occhi
lucidi dell’emozione. Erano anni che non sentiva quella voce.
“Mest?”, chiamò Gildarts. “Sei proprio tu?”
“Certo che sono io. Sono un po’ invecchiato, ma non credo di essere
cambiato così tanto!”.
Alecta batté le palpebre curiosa.
“Chi è lui?”
“Un vecchio amico”, rispose Laxus accarezzandole la testa.
Bastò poco prima che i membri di Fairy Tail circondassero l’amico,
riempiendolo di domande. Mest aveva lasciato la gilda più di dodici
anni fa, era partito per un lungo viaggio e nessuno lo aveva rivisto da
allora.
“Tu sei vivo”, disse Erza guardandolo. “Con l’arrivo della maledizione
credevamo fossi morto o che fossi stato spedito da qualche parte. Come
puoi essere qui?”
“Sono arrivato qui tramite un portale. Ho dovuto imparare a crearne…
diciamo per forza di causa maggiore. Ho imparato a muovermi da una
dimensione all’altra, e quando sono tornato a Magnolia… c’era il nulla
più totale. Lì ho capito che doveva essere successo qualcosa”, spiegò
l’uomo. “Non sapevo come poter arrivare fin qui, ma alla fine sono
stato costretto ad imparare”
“Costretto ad imparare?”, chiese Gray. Lui sospirò.
“Mi dispiace portarvi brutte notizie. Ma sono venuto qui per
avvertirvi. Siete in grave pericolo. C’è qualcuno che sta tornando per compiere la sua vendetta”
“Tsk, magnifico”, borbottò Gajeel. “Un altro esaltato”.
Levy gli fece segno di tacere.
“Abbiamo già avuto a che fare sia con August che con Acnologia. Chi è
costui? E cosa vuole da noi?”.
Mest sospirò profondamente.
“Il suo nome è Larcade Dragneel. Ed era uno dei Spriggan Twelve al
servizio di Zeref”.
Fiamma osservò, seduta in modo composto sul letto, Lucy agitarsi. Natsu
mancava già da un po’ ed era più che certa che si fosse cacciato nei
guai.
“Ancora non torna. Forse dovrei andare a cercarlo? Happy, perché non
sei andato con lui?”
“Non è colpa mia, ha insistito per andare da solo. E poi, cosa vuoi che
gli accada? Lui è un mago”
“Già, sta di fatto che abbiamo fatto un viaggio per niente”, costatò
August seccato.
Igneel aggrottò la fronte.
“Non è stato inutile! Loro sono vivi!”
“Sì, ma non ricordano nulla di me”
“Ma guarda, questo deve essere il Karma”
“Maledetto, giuro che ti ammazzo!”.
Lucy non aveva affatto voglia di sentire quei due litigare. Fiamma
sollevò lo sguardo, e quando vide Natsu rientrare nella camera
d’albergo in cui stavano alloggiando, subito gli andò incontro e lo
abbracciò.
“Papà è qui!”, esclamò. “Ma dove sei stato?”
“È complicato”, sussurrò lui, scostando lo sguardo. Dietro di lui era
apparso Zeref, serio come non mai. Era bastata quella visione per far
scattare August sull’attenti, non era ancora abituato a saperlo vivo,
lì davanti a lui.
“Natsu!”, gridò. “Lui… lui qui?”
“Questa è la tua famiglia?”, domandò il mago incuriosito.
“Eh, già. Lucy la conosci già. Loro sono i miei figli, Igneel e Fiamma”
“Aspetta un momento! Lui ricorda?”, chiese confusa la bionda.
“...Lui ricorda...”.
August spalancò gli occhi sorpreso. Voleva forse dire che suo padre
aveva finto per tutto il tempo? Probabilmente avrebbe dovuto
aspettarselo.
Tutta contenta, Fiamma sgambettò accanto al mago, come se non fosse la
prima volta.
“Zio Zeref!”, lo chiamò candidamente. “Ti prego, devi venire con noi,
abbiamo bisogno di te. Acnologia vuole farci del male!”.
L’altro rimase intenerito dalla bambina, così le portò una mano sulla
testa.
“Ogni cosa a suo tempo, piccola Fiamma”, era incredibile quanto quella
bambina somigliasse a Natsu. Poi sollevò lo sguardo verso August.
“Prima di tutto, scusate, ma vorrei che ci lasciaste soli”.
Suo figliò tremò profondamente. L’idea di rimanere da solo con lui gli
faceva abbastanza strano. E poi, cosa avrebbe dovuto dirgli?
A braccia conserte, tentava di non incrociare lo sguardo. E, d’altro
canto, Zeref tentava di fare lo stesso. Non si scopriva tutti i giorni
di avere un figlio.
Solo ad un certo punto, August si decise ad interrompere
quell’imbarazzante silenzio.
“Dov’è mia madre?”
“Lei… ho dovuto inventare una scusa. Ti ricordo che ha perso i suoi
ricordi”
“Già, ma tu no. Perché non fai in modo che ricordi? Non è giusto, lo
sai, vero?”
“Lo so. Ma non è di questo che voglio parlare”, disse severo. “Parliamo
piuttosto del fatto che sei stato avventato. Ti sei unito ad Acnologia?
Ma seriamente?”
“Tsk, lui mi ha salvato”
“O forse ti ha semplicemente usato per i suoi scopi”
“Anche se fosse? Entrambi avevamo perso qualcosa di importante! Vi ho
cercati per tanto tempo e mi sono crogiolato nella sofferenza più
totale. Hai idea di cosa significhi vivere la mia vita? Non volevo
niente di più che una famiglia. Pensavo di sapere bene quale fosse il
mio obiettivo. Distruggere la Salvatrice, distruggere il bene. Ma
oramai non sono più sicuro di niente. Io non so più cosa voglio essere”.
Il tono del ragazzo si era fatto sempre più spezzato. Alla fine August
era esploso e aveva avuto il coraggio di dire quello che provava. In
lui albergavano sia la luce che le tenebre, ma in quel momento,
guardandolo, Zeref fu ben felice di costatare che suo figlio avesse
preso più da Mavis che da lui.
“Mi dispiace per quello che hai dovuto passare. Io non sono di certo
l’esempio migliore di giustizia e imparzialità. E, d’altro canto, la
rabbia e il dolore possono portare a fare delle scelte avventate. Solo
che adesso mi chiedo una cosa… perché non me l’hai mai detto? Tanto
tempo fa… sapevi chi ero. Perché non hai semplicemente parlato?”
“Avrei voluto, ma probabilmente non ho avuto il coraggio. Ero così
felice di averti con me. Ero fiero del nome che mi avevi dato, non
volevo rovinare tutto. Tu pensi che questa potrebbe essere una seconda
opportunità per ricominciare?”, chiese in tono speranzoso.
“Ho provato a ricominciare tante volte. Forse sì, non lo so. Ma non ci
sarà niente per cui ricominciare se prima non fermiamo Acnologia, sei
d’accordo?”.
August si asciugò le lacrime, ritrovando un po’ del suo contegno.
“Sono d’accordo”.
Il resto della famiglia, non aveva ovviamente perso l’occasione di
origliarli.
“Ma guarda, vanno d’amore e d’accordo!”, fece Natsu. “Alla fine Zeref
ha proprio un cuore tenero se sai come prenderlo”
“Non è giusto”, Igneel si aggrappò al suo braccio. “Fammi vedere!”
“Sssh, ragazzi, non fate questo caos o ci sentiranno”.
Qualche istante dopo, August aprì la porta e li squadrò.
“Ops”, sorrise Natsu. “Ciao, nipotino”.
Lui alzò gli occhi al cielo.
“Mi ci vorrà del tempo per abituarmi a tutto ciò. Sarà meglio che ci
diamo una mossa. Si torna a Magnolia”
“Evviva!”, esultò Fiamma. “Ma… come la mettiamo con Mavis? Lei non
ricorda”
“Ai suoi ricordi penseremo in un secondo momento”, spiegò Zeref. “Ma
verrà comunque con noi… mi inventerò qualcosa”.
Suo fratello allora si avvicinò, dandogli una sonora pacca su una
spalla.
“Preparati. Si torna a casa”.
L’infausta notizia che Mest aveva portato aveva messo in agitazione
l’intera Fairy Tail. Come se poi non avessero già avuto abbastanza
nemici a cui pensare!
“Aiuto”, Yuki rabbrividì. “Questa cosa non mi piace. Sento l’aria
tremare, come se la fine del mondo fosse in arrivo”
“Non ti devi preoccupare, Yuki!”, Syrio strinse i pugni. “Ti proteggerò
io, costi quel costi!”
“Mh”, Ametyst sollevò lo sguardo verso Wendy. Quest’ultima non aveva
ancora spiaccicato una parola dall’arrivo di Mest. Anzi, se n’era
rimasta a fissarlo con gli occhi lucidi. La ragazza sembrava
completamente andata.
“Ma che le prende?”, chiese a Charle.
L’Exceed sospirò.
“Wendy ha sempre avuto una cotta stratosferica per Mest”.
Nell’udirla, l’amica arrossì vistosamente.
“Su, non è esattamente vero”
“ È da quando eri una bambina che ti piace!”, rincarò la dose Charle.
Wendy abbassò lo sguardo. Nessuno, eccetto la gatta bianca, sapeva del
suo debole per Mest. Inizialmente era stata convinta che si trattasse
di una semplice cotta adolescenziale, ma con il tempo aveva dovuto
rendersi conto che così non era. E adesso lui era lì.
“Oh-oh, questa sì che è una bella storia!”, esclamò Arya. “Su, vai a
parlare con lui!”
“Ma io non voglio!”
“Sì, che vuoi, coraggio!”.
Alla fine, Wendy era stata spinta da Arya a parlare con Mest.
Quest’ultimo l’aveva guardata a lungo, perché la bambina che aveva
conosciuto si era ora trasformata in una giovane donna.
“Wendy”, la chiamò sorridendo. Nel sentirsi chiamare, la ragazza
rabbrividì.
“Mest… bentornato a casa! Sono davvero felice di rivederti”, mormorò
tenendo lo sguardo basso.
“Anche io sono felice di rivedere te. Sei cambiata, sei cresciuta”,
costatò.
“Anche tu sei cambiato”, finalmente trovò il coraggio di guardarlo
negli occhi. “Immagino siano stati anni difficili, non è vero?”
“Puoi ben dirlo, dal momento in cui tutto ciò che conoscevo era stato
portato via. Ma dovevo avvertirvi. Un grande pericolo incombe sulle
nostre teste”.
A Wendy venne da sorridere a quelle parole, sembrava star ignorando
perfino il pericolo imminente che l’uomo aveva appena annunciato. Si
sentiva semplicemente felice che lui fosse lì.
“Allora, che cosa vuoi?”.
Acnologia se ne stava seduto impazientemente su un divano. Minerva
aveva voluto incontrarlo a casa di August, in modo che nessuno potesse
vederli.
La donna sembrava dovergli annunciare qualcosa di molto importante, o
almeno così sperava, visto che era stato interrotto dai suoi
allenamenti quotidiani.
“Devo farti una richiesta”, spiegò lei. “So che in genere di queste
cose se ne occupa August, ma sono certa che un mago potente come te
saprà come aiutarmi”
“Poche chiacchiere, qual è il problema?”, sbuffò.
Minerva allora lo guardò negli occhi.
“Mi serve un’altra pozione. Una pozione che possa cancellare parte
della memoria di Hikari, in modo che così non possa più soffrire. Forse
è la cosa migliore per tutti”.
Acnologia sghignazzò.
“Non pensavo avessi un cuore così tenero”
“Diciamo solo che non amo vedere la gente soffrire”, tagliò corto.
“Allora, mi aiuterai sì oppure no?”
“Io non faccio le cose a comando”.
La donna allora sospirò.
“Penso che in cambio ti interesserà sapere una certa informazione”
“Un’informazione? E che di genere?”.
Si voltò a guardarlo con sguardo furbo.
“In città c’è un nuovo nemico. Larcade Dragneel ti dice niente?”.
Acnologia batté le palpebre un paio di volte.
“Mi dice qualcosa, sì. Che cosa è venuto a fare?”
“Questo non lo sappiamo. Probabilmente cerca vendetta, dovresti sapere
che significa. Adesso, puoi darmi quello che ti ho chiesto”
“E va bene, lo faccio. Ma comunque sia ho la netta sensazione che tu mi
stia nascondendo qualcosa, per quanto riguarda August ovviamente”, si
alzò, avvicinandosi a lei. “Dimmi una cosa… Mi ha per caso tradito?”.
Minerva deglutì a vuoto. Non se la sentiva di tradire August, dopotutto
lui l’aveva aiutata. Quindi si sforzò di reggere il suo sguardo.
“Non lo farebbe mai, di questo sono sicura”, affermò tentando di
mostrare il sorriso più convincente che poteva.
“Umh, sarà meglio per te che sia vero. Quando torna, piuttosto? Sono
stanco di aspettare! Quello se ne va sempre in giro per i fatti suoi!”,
si lamentò allontanandosi da lei e facendole quindi tirare un respiro
di sollievo.
I giovanissimi maghi di Fairy Tail non sembravano aver badato troppo
alla cattiva notizia che Mest aveva portato, probabilmente perché non
conoscevano il reale pericolo a cui incombevano.
Tutti tranne Ametyst, in genere più riflessiva e attenta.
“Larcade Dragneel...”, ripetè. “Ha lo stesso cognome di Neel. È un suo
parente?”, domandò rivolgendosi a Gajeel.
“Tsk, a questo punto chi può dirlo? Sbucano parenti da tutte le parti.
Ma non è un problema, non appena Salamander e famiglia torneranno,
daremo una lezione anche a lui”
“Su, Gajeel, smettila di istigare alla violenza!”, esclamò Levy.
“Non istigo alla violenza, ma è una guerra. Pensi davvero che mi farò
sopraffare, dopo che ho quasi rischiato di morire l’ultima volta…?”.
La moglie gli fece segno di tacere, ma era ovviamente troppo tardi.
“M-morire?”, domandò Ametyst incredula. “Tu sei quasi morto?”
“Eh? Ah, non preoccuparti per questo. È stato tanto tempo fa, sono
diventato più forte da allora”.
Ametyst spalancò gli occhi, per poi divenire seria.
“Io non voglio che tu muoia!”, esclamò a gran voce. Il suo tono aveva
attirato anche l’attenzione dei gemelli.
“Chi è che muore?”, domandò Sephir.
“Papà sta per morire?! No, non voglio!”, piagnucolò Akua.
“Ragazzi! State tranquilli, d’accordo? Qui non morirà nessuno. Non
posso morire, dal momento che ho il compito di proteggervi, intesi?”
“Puoi prometterci che non morirai?”, domandò Ametyst con gli occhi
visibilmente lucidi.
Gajeel non voleva assolutamente vedere la sua principessa piangere o
preoccuparsi per lui. Per questo avrebbe fatto di tutto per rimanere in
vita.
“Lo prometto”, dichiarò. Poi allargò le braccia e strinse tutti e
quattro i suoi figli in un abbraccio, mentre Levy si portava le mani
sul cuore, commossa.
Avevano faticato tanto per riunire la famiglia, non avrebbero permesso
ad alcuno di distruggere il loro equilibrio.
“Oh, ma che bella scenetta familiare”, commentò Gildarts, mezzo brillo.
“Il mondo ha davvero bisogno di più amore”
“Oh, master”, sospirò l’azzurra. “Siamo solo molto preoccupati. C’è
questo tipo che vuole crearci problemi...”
“Ah, sta tranquilla cara Levy, un solo nemico in più non ci creerà
tutti questi problemi”.
Lei allora azzardò un ipotesi.
“E se non fosse solo?”.
Da quell’altezza tirava un vento freddo, quasi gelido. Magnolia vista
dall’alto sembrava davvero piccola e insignificante. Erano incredibili
le cose che la magia poteva creare, perfino città e vite intere. Delle
figure stavano in piedi sopra un precipizio, osservando quello scenario
di apparente pace e tranquillità.
“Finalmente ci siamo! Forza, cosa stiamo aspettando? Andiamo!”
“Calma, God Serena. La tua fretta potrebbe rovinarci”
“Sta zitto, Invel. Abbiamo aspettato troppo”
“Adesso fate silenzio tutti e due, dobbiamo aspettare il via dal nostro
capo”.
La figura che stava loro davanti, girata di schiena, a quel punto parlò.
“Grazie per l’intervento, Brandish. Non vi agitate troppo, stiamo per
andare. August… sono davvero impaziente di rincontrarti”.
NDA
Allora, che dite?
Vi aspettavate il ritorno di Mest e dei dodici apostoli di Zeref? Anzi,
undici apostoli, considerando che August è fuori per il momento.
Larcade è tornato, anche lui brama vendetta e non vede proprio l'ora di
incontrare August. Direi che c'è tutto, Acnologia, gli Spriggan
Twelve... e nel frattempo c'è stata una reunion fra Zeref e suo figlio,
finalmente. L'unica poverina è Mavis, che non sa niente e verrà
sballottata da un posto all'altro.
Adesso cosa succederà? D:
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