Narciso e lo specchio

di Scilla Cariddi
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Ti guardo.
Mi guardi.
Sorrisi identici.
Mezzelune e labbra imbronciate.
Sorridi candido.
Io faccio altrettanto.
Ogni notte.
Ti incontro.
Mi incontri.
Ci scambiano sguardi indiscreti.
Amore mio.
Amore nostro.
E nella mia mente ti tocco.
Le mani scorrono:
tastano muscoli,
accarezzano capelli.
Nel mio sogno ti bacio.
Le tue labbra sono calde ed umide.
Il mio respiro è di fuoco.
Siamo due corpi:
ti cerco,
mi chiami.
Rispondo.
Mi ami?
Io si.
Silenzio.

Ancora una notte: ti vedo.
Mi guardi.
Sorrido.
Ricambi.
E poi.
Ti fai vicino.
Ho paura.
Mi tocchi.
Le tue dita.
Sulla mia pelle.
Ora sei tu accarezzarmi.

Respiro piano.
Forte.
E di nuovo.
Chiudo e apro gli occhi per assicurarmi che non sono in uno dei miei soliti sogni.
No.
Non ti sto immaginando.
Amore mio.
Mi abbracci.
Sento la tua carne.
Sento.
Mi senti?
Silenzio.

Non ci sono solo le tue labbra.
Ma una lingua.
Vorace.
Mi assaggi.


E mi baci.
Tutto quello che non siamo stati.
Ispezioni ogni singolo anfratto del mio corpo.
Mi mordi i capezzoli intorpiditi.
Baci le efelidi.
Ed io ti stringo.
Forte.
Troppo forte.
Da far mancare l’aria.
Non ti lascio andare.
Perché ho paura.
Che tu scompaia.
Scomparirai?
Silenzio.

E i nostri respiri si intrecciano,
danzano tra loro mentre i nostri corpi si strusciano,
le tue mani mi aprono le gambe,
mi si infilano dentro come un coltello.
Mi apri.
Mi apro.
Avvolgo con le cosce i tuoi fianchi .
I miei occhi sono stanchi.
Continui.

Finalmente ti sento.
Mio riflesso.
 





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