Un tornado di emozioni

di Stephaniee
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Chapter seven
Upside down



Potevo sentire Julie e Mood battibeccare come due sposini, ma il suono risultava lontano, tutto il mondo era completamente al di fuori della bolla in cui mi trovavo, mentre raggiungevo lui.

Luke indossava una camicia bianca, il suo fisico asciutto avanzava nella mia direzione con quel dannato sorriso da psicopatico.

“Auguri Kat” sussurrò una volta arrivato abbastanza vicino da sentire il suo profumo.

“Sei in ritardo di 24 ore.” risposi.

Dietro di noi Andrew e Julie si stavano avvicinando, ma ancora una volta la mia attenzione era catturata da due occhi verdi intenti a fissarmi… o meglio, a fissare prima le mie gambe, il vestito, per poi incatenarsi ai miei occhi e rimanere lì. Fissi.

 

Eppure da quegli occhi io riesco a scorgere desiderio, affetto…

 

Kat smettila di farti castelli in aria. Ha fatto tre anni di relazione ieri.

 

“Pronta a festeggiare?” esclama Mood dopo averci raggiunto

“Si” il suono esce dalla mia bocca ma i miei continuano ad essere incatenati nei suoi.

“Be’ allora cosa facciamo? Andiamo?” richiamò Julie spazientita.

Subito avvampai, e mi sentii imbarazzata come una ladra.

 

D’altro canto lei era amica di Val. Ma non stavamo facendo nulla di male.

 

Il viaggio in macchina fu piacevole, Julie era troppo impegnata con un Mood palesemente disinteressato per accorgersi della mano di Luke sul mio ginocchio, come era solito fare.

Complimenti Kat, il piano nessun contatto fisico sta andando a gonfie vele.

Mi dava molta sicurezza quel suo gesto. Lo guardavo mentre era attento alla guida, il suo profilo fine, i capelli corvini. Mi veniva voglia di passarci le mani tra i suoi capelli.

Certo, anche Frederik aveva dei bei capelli, ma il fatto che fossero legger mossi impediva qualsiasi tentativo di carezza.

Di colpo la tristezza di quella mattina mi piombò addosso. Non si era fatto vivo. Possibile che lui mai si facesse vivo per primo? Estenuante. Certo, non sono queste le cose importanti di una relazione, ma sono la dimostrazione di interesse più lampante, soprattutto quando non hai di fronte quella persona.

Mentre mi perdevo nei miei pensieri, eravamo arrivati in città. La movida, luci, un sacco di gente per le vie.

Luke ci portò nel locale di un suo amico, una volta entrati ci portarono subito quattro shots fumanti per cominciare la serata. La musica era molto alta, ma al nostro tavolo riuscivamo tranquillamente a sentirci. Julie aveva un fantastico body, metteva in risalto le sue forme, era chiaro che lo avesse messo per Mood, anche se lui non la guarda in quel modo.

 

Quando mi tolsi il giubbotto di jeans e rimasi solo con il vestitino, vidi Luke strano. Non era desiderio adesso, era timore. Per smorzare la tensione alzai lo shot “Buon non-compleanno Kat!” Le risate di sottofondo mi confermarono di esserci riuscita.

 

Dopo il quarto giro di shots la testa cominciava a farsi pesante: non ero ubriaca, ma mi sentivo sicuramente più stordita rispetto alla sera precedente. Però, a differenza del giorno prima, ero felice. Stavamo ridendo, scherzando ma soprattutto bevendo da un oretta ormai.

“Devo andare in bagno” biascicai tirandomi in piedi barcollando. Una presa salda mi impedì di cadere. Luke si era alzato di scatto, eravamo veramente vicini. La testa mi girava. “Ti accompagno, disastro”.

 

Mi guidò verso una scala sorreggendomi, nel punto in cui le sue mani erano appoggiate su di me sentivo bruciare. Vedevo sfocati i gradini e per poco non rischiai di volare di faccia giù per la rampa. Luke mi teneva stretta, sentivo il suo respiro sulla mia nuca e lo sentivo stringere bisognoso la mia vita.

Una volta scesi ci trovammo di fronte ad uno specchio seguito da un corridoio e una porta. Notai che c’erano due persone in fila prima di noi.

Mi fissai nello specchio con lui ancora saldamente dietro di me, la presa aveva leggermente alzato il vestito. Luke puntò il suo sguardo nello specchio e mi sorrise. Dopodiché accadde tutto velocemente, si portò davanti a me continuando a tenermi per la vita, aderì il suo corpo al mio, il mio cuore martellava sempre più veloce, mi mancava perfino il respiro.

“Sei troppo stasera” soffiò sulle mie labbra. Ero incapace di dire qualsiasi cosa. Mi limitavo a guardarlo negli occhi, incapace anche di capire che cosa stesse succedendo. Appoggiò la mia fronte alla sua e chiuse gli occhi.

Non starà per baciarmi vero?

Chiusi gli occhi in attesa.

 

E avrei potuto attendere anche una vita intera, perché lui aprì gli occhi e si staccò da me. “Ti aspetto al tavolo” disse, prima di scomparire su per le scale.

 

Complimenti Kat, il piano nessun contatto fisico sta andando a gonfie vele. Di nuovo.

 

 

Quando tornai dal bagno ero più lucida, mi ero fatta il lavaggio del cervello davanti allo specchio. Alla ventesima volta che mi ripetevo “è fidanzato non lo avrebbe mai fatto, e tu sei una cretina ad essere rimasta così in attesa

mi ero convinta: ero senza dubbio un’idiota, ed avevo frainteso tutto.

 

Al tavolo i ragazzi chiacchieravano mangiando patatine. Luke rideva e scherzava come se nulla fosse e decisi di fare lo stesso, nonostante mi mancassero le sue mani, il suo sguardo e le sue attenzioni che non avevo nessun diritto di pretendere.

Si era fatto veramente tardi quando uscimmo dal locale. Mi strinsi nel mio giubbotto di jeans camminando vicino agli altri. Erano tutti di buon umore, e tutto sommato anche io stavo bene.

 

“Quindi per questa gita?” ripropose Julie “Ci sarete o no? Mi fate andare da sola con gli altri?”

“Io ci sarò Julie, tranquilla. E’ la gita di quinta! l’ultima occasione per stare tutti insieme...” risposi malinconica.

“A meno che...non organizziamo un viaggio di maturità” propose Mood. “Io ci sarò” confermò Piterson.

“Sempre che Val te lo permetta...” lo stuzzicò Julie. Scoppiammo tutti a ridere tranne lui.

 

 

Decisi di passare oltre quell’episodio. I ragazzi erano stati carini con me, la serata era andata bene, avevamo riso fino alle lacrime e parlato di tutto. Luke accompagnò prima Mood, seguito da Julie e poi portò a casa me.

La tensione si tagliava con il coltello. Questa volta a smorzarla fu lui, iniziando a fare battute idiote su Julie e su come volesse attirare l’attenzione di Mood. Decidemmo di attuare un piano in gita per far in modo che si trovassero soli da qualche parte. Ci sarebbe stato da ridere.

Una volta arrivati sotto casa mia si sistemò nel parcheggio. “Come è andata ieri con il coglione?”

“Non benissimo” ammisi sospirando “Abbiamo discusso, io gli ho vomitato addosso un po’ di cose”

“Almeno ti ha regalato qualcosa?” chiese lui “non so Kat, qualsiasi cosa per dimostrare il suo interesse nei tuoi confronti! Sembra veramente apatico, passivo… Almeno in quell’ambito ti fa capire che ti vuole? O anche quello devi farlo tu? Dio, io alla mia donna le faccio capire quanto è importante per me...”

Una sberla avrebbe fatto meno male.

“Non mi piace parlare di questo con altre persone” risposi “comunque, regali non ne ho visti. E posso solo dirti che quanto meno, mi fa capire quanto mi vuole in quel senso” risposi tagliente “ora salgo.”

“Va bene Kat.” sospirò “Non farti mettere i piedi in testa”

“No, stai tranquillo” dissi uscendo dal veicolo.

“Eri veramente stupenda stasera”

mi voltai senza rispondere e andai verso il cancello. Ondeggiando accidentalmente i fianchi, alzando un pochino, sempre accidentalmente il vestito.


 

Okay Kat, cerca di levarti dalla testa lui che fa capire a Val quanto la desidera. Altrimenti non ne esci più stanotte.

Dopo vari tentativi senza successo, riuscì a dormire.

 

Mi trovavo in una stanza, aveva due letti singoli, assomigliava molto ad una stanza di albergo.

Kat ti vuoi muovere le valigie pesano!” era la voce di Julie. C’era anche lei con me.

Oh si eccomi!” Avevamo diversi bagagli, eppure eravamo solo due persone.

Julie appoggiò le valigie e si avvicinò alla porta facendomi cenno di seguirla. Eravamo in un corridoio, sembrava un bell’albergo in realtà. Bussammo alla porta di un’altra camera. 156. Qualcuno aprì. Era Mood.

Entrate, tra poco sono pronto.La stanza era esattamente uguale, se non per un dettaglio che apparì davanti ai miei occhi.

Luke e Val nel letto ad amoreggiare ignari della nostra presenza.
Quando Luke si girò la sua faccia mutò e divenne la faccia di Frederik.

 

Mi svegliai di colpo e corsi in bagno, un senso di nausea pazzesco mi strozzò e in un attimo stavo vomitando tutti gli shots. Dopo essermi lavata la faccia, ed aver lavato tre volte i denti tornai a letto sperando di poter dormire almeno qualche altra ora.

 

Kat tu non berrai mai più.





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