Il caos per l'ordine, l'ordine per il caos di Sophie_moore (/viewuser.php?uid=117125)
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- Questa storia fa parte della
serie “Inktober – Persona’s
Stories”
- Prompt:
Hesitation
- Personaggi:
Goro Akechi/Phantom Thieves
- Il
caos per l’ordine, l’ordine per il caos
- C’era
poco da fare.
- Goro
li detestava.
- Era
innegabile, non li sopportava proprio.
- Erano
così… così…
- Assurdi.
- Inconcludenti.
- Incapaci.
- Disgraziati.
- Poco
eleganti.
- Illogici.
- Rumorosi.
- Facevano
venire mal di testa qualsiasi cosa facessero.
- Erano
il caos, il caos contrapposto all’ordine che cercava
così
disperatamente di portare.
- Era
l’unico baluardo, Goro, l’unica speranza per
portare equilibrio
in quel mondo che affogava nel disordine.
- «Ren,
giochi anche tu?»
- «Ehi,
Ren! Controlla questo piano.»
- Goro
se ne stava lì, seduto sul divano al LeBlanc, ad assistere
ad una
delle riunioni quotidiane dei Phantom Thieves.
- Ryugi
si ingozzava di patatine, mentre sfidava all’ultimo sangue
quella
Futaba, la maga di internet; Ann e Haru parlavano di cose da donne,
con la loro voce delicata; Makoto studiava delle strategie di
battaglia con Morgana, il gatto parlante a cui ancora non si era del
tutto abituato; e Yusuke… non sapeva bene cosa stesse
facendo, lì
concentrato a guardare il vuoto fuori dalla finestra.
- E
Ren guardava Goro, con uno sguardo a metà tra il
compassionevole e
l’indagatore.
- Era
chiaro che non si fidasse ancora del tutto di lui, ma per il momento
andava bene così, c’era ancora tempo.
- «Ren?»
lo chiamò Goro, e parve ritornare in sé.
- «Dimmi?»
- «Cosa?
Perché a lui rispondi e a noi no?»
strillò Ryuji, la bocca
impastata di patatine, sputacchiando nella direzione del televisore.
- «Ehi
scimmia, sono io il tuo avversario!» aveva urlato Futaba.
Prese
Ryuji per la nuca e l’aveva voltato verso di sé,
fissandolo dritto
negli occhi con aria di sfida.
- «Scusaci…
è che non ce la facciamo a stare in silenzio.» si
scusò Ren,
facendo un sorriso.
- Goro
sentì uno strano calore all’altezza del petto. Gli
venne
naturalmente da ridere e non si fermò. Lasciò che
quel suono così
strano uscisse dalla sua bocca come un fiume in piena, e si sorprese
non poco a sentirla. Una risata era qualcosa che non aveva il
privilegio di avere da anni, forse.
- «Siete
divertenti.» disse, tra una risata e un’altra.
- Non
stava recitando la parte del ladro fantasma, dell’amico, era
genuinamente divertito.
- Da
quanto era che non si sentiva così? A suo agio?
- Comunque,
sapeva di non potersi affezionare troppo. Aveva una missione che non
poteva non portare a termine.
- Non
aveva esitato un solo istante. Nel palazzo di Shido, non aveva
pensato neanche una volta a poter salvare se stesso.
- Dopo
aver messo in difficoltà i Ladri, e dopo aver visto come in
realtà
Shido lo vedeva, non aveva più avuto dubbi.
- Aveva
salvato le persone che detestava con così tanto ardore.
- E
probabilmente lui sarebbe morto senza rivederli mai più,
quindi il
suo sacrificio sarebbe stato definitivo.
- Sorrise.
- Probabilmente
si era affezionato
davvero a quei ragazzi caotici e irrazionali.
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