- Questa
storia appartiene alla serie “Writober –
RWBY’s Alternative
Universe”
- Prompt:
Rubare
- Personaggi:
Emerald
Sustrai/Mercury
Black
- Le
loro vite
- «Ehi,
Em’.»
- Emerald
roteò gli occhi al cielo, voltandosi a malapena verso chi
l’aveva
chiamata.
- «Dimmi,
Merc’.»
- «Non
chiamarmi “Merc”.»
- «Non
chiamarmi “Em”.» sogghignò la
ragazza, tornando a guardare
avanti a sé. Si portò le mani dietro alla nuca e ondeggiò.
- Rimasero
in silenzio per qualche minuto, percorrendo le strade di Vale a passo
lento e deciso.
- «Pensi
che il nostro lavoro andrà bene?»
- Emerald
si fermò e sospirò pesantemente. «Perché
me lo chiedi? Pensi che potremmo fallire?»
domandò.
Si girò del
tutto verso il suo partner, un ragazzo dai capelli argentati e dal
fisico atletico. Mercury poteva sembrare un ragazzo del tutto
normale, ma nascondeva un oscuro passato, ed era proprio quel passato
che l’aveva portato a diventare
un
mercenario.
- Esattamente
com’era lei.
- «No,
penso che lo porteremo a termine come abbiamo sempre fatto. Ho solo
una brutta sensazione.»
- «Non
sei il tipo da avere brutte sensazioni.»
- Mercury
sorrise con un angolo della bocca. Era un ghigno, più che
altro.
«Questo è vero.» fece una pausa,
sbadigliò e
si scrocchiò il collo. «Non importa, va bene
così.»
- «Dobbiamo
rubare quei documenti alla Schnee Dust Company. La casa
farmaceutica.»
- «Lo
so Em’, me l’hai già detto!»
- «E
allora, cos’hai da pensarci su!»
- Si
misero a bisticciare come una coppia sposata da anni, rinfacciandosi
errori passati a vicenda e dandosi leggeri spintoni.
- «Comunque,
secondo me potresti essere sufficiente tu.» disse dopo un
po’ il
ragazzo, riprendendo la camminata.
- «Cosa
vorresti insinuare?»
- «Sei
tu il ladro, tra di noi. Io sono portato per altro. Lo sappiamo
entrambi.»
- Emerald
avrebbe voluto ribattere, ma sapeva che era la verità. Lei
era
quella che era più portata per le rapine, era silenziosa e
non
faceva più rumore di quanto necessario; mentre Mercury era
chiassoso
anche solo a respirare.
- Ma
Cinder aveva detto loro di lavorare per Roman Torchwick, per far fare
loro esperienza, e Roman aveva dato loro l’incarico di rubare
documenti sensibili alla Schnee Dust Company per una compravendita
illegale di informazioni. Stavano facendo spionaggio industriale,
così aveva spiegato.
- Ad
Emerald Roman non piaceva per niente. Aveva un carattere tutto suo,
non sapeva se poteva fidarsi o se avesse dovuto mantenere la guardia
alta, eppure sembrava che Cinder invece si affidasse a lui. Non
riusciva proprio a capirne il motivo, e più si scervellava e
più le
risultava complicato.
- Alla
fine aveva semplicemente deciso di accettare per lei, per la
gratitudine che provava nei suoi confronti.
- In
tutto quello, comunque, c’era anche Mercury.
- «Hai
ragione, sarei bastata io. Ma Cinder ha voluto che ci fossimo
entrambi, quindi non ti lamentare troppo.» sbottò
dopo la sua
riflessione.
- Proseguirono
per un’altra mezzora, poi si ritrovarono di fronte al grosso
edificio.
- «Avevi
detto che sarebbe andata bene!»
- Emerald
aveva gli occhi spalancati e la bocca stretta in
un’espressione
spaventata. Cos’avrebbe dovuto dire? La missione era stata un
fallimento su tutta la linea, non erano neanche riusciti a sorpassare
il primo ostacolo che erano stati inseguiti, c’era stata una
sparatoria e si erano salvati per puro miracolo.
- «Roman…»
sibilò. Era tutta colpa sua. Era sicura che avesse
orchestrato tutto
lui, forse per eliminare Cinder dalla concorrenza criminale.
- Non
era la Schnee
Dust
Company
il vero obiettivo: c'era qualcosa di molto più raro e
importante che
Roman aveva cercato di rubare.
Le loro vite. Roman
aveva puntato a quelle.
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