Le loro vite

di Sophie_moore
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Questa storia appartiene alla serie “Writober – RWBY’s Alternative Universe”

Prompt: Rubare
Personaggi: Emerald Sustrai/Mercury Black

Le loro vite

«Ehi, Em’.»
Emerald roteò gli occhi al cielo, voltandosi a malapena verso chi l’aveva chiamata.
«Dimmi, Merc’.»
«Non chiamarmi “Merc”.»
«Non chiamarmi “Em”.» sogghignò la ragazza, tornando a guardare avanti a sé. Si portò le mani dietro alla nuca e ondeggiò.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, percorrendo le strade di Vale a passo lento e deciso.
«Pensi che il nostro lavoro andrà bene?»
Emerald si fermò e sospirò pesantemente. «Perché me lo chiedi? Pensi che potremmo fallire?» domandò. Si girò del tutto verso il suo partner, un ragazzo dai capelli argentati e dal fisico atletico. Mercury poteva sembrare un ragazzo del tutto normale, ma nascondeva un oscuro passato, ed era proprio quel passato che l’aveva portato a diventare un mercenario.
Esattamente com’era lei.
«No, penso che lo porteremo a termine come abbiamo sempre fatto. Ho solo una brutta sensazione.»
«Non sei il tipo da avere brutte sensazioni.»
Mercury sorrise con un angolo della bocca. Era un ghigno, più che altro. «Questo è vero.» fece una pausa, sbadigliò e si scrocchiò il collo. «Non importa, va bene così.»
«Dobbiamo rubare quei documenti alla Schnee Dust Company. La casa farmaceutica.»
«Lo so Em’, me l’hai già detto!»
«E allora, cos’hai da pensarci su!»
Si misero a bisticciare come una coppia sposata da anni, rinfacciandosi errori passati a vicenda e dandosi leggeri spintoni.
«Comunque, secondo me potresti essere sufficiente tu.» disse dopo un po’ il ragazzo, riprendendo la camminata.
«Cosa vorresti insinuare?»
«Sei tu il ladro, tra di noi. Io sono portato per altro. Lo sappiamo entrambi.»
Emerald avrebbe voluto ribattere, ma sapeva che era la verità. Lei era quella che era più portata per le rapine, era silenziosa e non faceva più rumore di quanto necessario; mentre Mercury era chiassoso anche solo a respirare.
Ma Cinder aveva detto loro di lavorare per Roman Torchwick, per far fare loro esperienza, e Roman aveva dato loro l’incarico di rubare documenti sensibili alla Schnee Dust Company per una compravendita illegale di informazioni. Stavano facendo spionaggio industriale, così aveva spiegato.
Ad Emerald Roman non piaceva per niente. Aveva un carattere tutto suo, non sapeva se poteva fidarsi o se avesse dovuto mantenere la guardia alta, eppure sembrava che Cinder invece si affidasse a lui. Non riusciva proprio a capirne il motivo, e più si scervellava e più le risultava complicato.
Alla fine aveva semplicemente deciso di accettare per lei, per la gratitudine che provava nei suoi confronti.
In tutto quello, comunque, c’era anche Mercury.
«Hai ragione, sarei bastata io. Ma Cinder ha voluto che ci fossimo entrambi, quindi non ti lamentare troppo.» sbottò dopo la sua riflessione.
Proseguirono per un’altra mezzora, poi si ritrovarono di fronte al grosso edificio.

«Avevi detto che sarebbe andata bene!»
Emerald aveva gli occhi spalancati e la bocca stretta in un’espressione spaventata. Cos’avrebbe dovuto dire? La missione era stata un fallimento su tutta la linea, non erano neanche riusciti a sorpassare il primo ostacolo che erano stati inseguiti, c’era stata una sparatoria e si erano salvati per puro miracolo.
«Roman…» sibilò. Era tutta colpa sua. Era sicura che avesse orchestrato tutto lui, forse per eliminare Cinder dalla concorrenza criminale.
Non era la Schnee Dust Company il vero obiettivo: c'era qualcosa di molto più raro e importante che Roman aveva cercato di rubare.
Le loro vite.
Roman aveva puntato a quelle.




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