GRege
Questa è la storia di come sono morta.
La mia via si è svolta ininterrottamente a Londra per diciannove
anni, poi ho viaggiato per il resto della mia breve vita; un giorno
qualunque ho incontrato l'uomo che mi ha sconvolto completamente la
vita e che l'ha resa la più fantastica che potessi mai avere,
piena di avventure e felicità, ma anche di dolore e perdita.
Quest'uomo meraviglioso risponde al nome di Dottore, non ha né
cognome né luogo di residenza, ha perso tutto ciò che
aveva nell'ultima grande Guerra del Tempo e per secoli e secoli ha
continuato ad esplorare galassie nuove e mondi stupefacenti,
accompagnato da diversi amici che si vedeva sempre costretto a lasciare
per un immensa differenza: lui non invecchiava o moriva mai, a
differenza dei suoi compagni. Io sono una di quegli amici a cui la vita
è stata cambiata in meglio. Io sono Rose Tyler.
L'unica differenza tra me e gli altri amici del Dottore è che
non sono stata io a scegliere di lasciare il Signore del Tempo, come
viene anche chiamato lui, e tantomeno ha scelto lui. Avevo promesso che
sarei stata con lui per il resto della nostra vita, perlomeno per il
resto della mia, invece ho dovuto trasgredire alla mia promessa ed
abbandonarlo al suo destino per l'ennesima volta.
L'Istituto Torchwood mi ha dato una nuova identità, una nuova
vita e un nuovo lavoro, ma non mi ha potuto dare ciò a cui
tenevo più della mia stessa vita: l'uomo che amavo, nessuno me
lo avrebbe mai potuto ridare. Dopo due anni nell'universo parallelo in
cui ero stata intrappolata, lo stesso Torchwood mi propose di recarmi
nel mio vecchio universo per salvare il mio Dottore da una minaccia
incombente e io accettai senza riserve. Avrei potuto vederlo di nuovo,
se non altro per potergli finalmente dire addio in un modo appropriato
e per potergli dire che gli avevo mentito l'ultima volta che ci eravamo
visti.
Due anni prima gli avevo detto che mia madre aspettava un bambino, cosa
che in seguito si era rivelata vera, ma ero io quella che stava per
avere un bambino, il nostro bambino. Gli avevo mentito perchè
ero consapevole del fatto che gli avrei spezzato ulteriolmente il cuore
dicendogli che aveva un figlio e che non avrebbe mai potuto conoscerlo.
Ero fortemente intenzionata a dirglielo.
Ero ritornata e avevo dovuto assistere alla tragedia: mentre ci stavamo
finalmente per riunire, uno di quei fottuti Dalek gli aveva sparato.
Sapevo cosa sarebbe successo e non ero pronta a vederlo rigenerare, non
ora che l'avevo finalmente ritrovato, non adesso che potevo dirgli la
verità sul bambino, anzi, sulla bambina. Gli eventi non mi
avevano concesso di dirgli niente e alla fine ci eravamo ritrovati
sulla stessa spiaggia dove ci eravamo detti addio la prima volta, ma
questa volta c'era il clone del Dottore al mio fianco. Era
uguale:stessi pensieri, stessi occhi, stesso carattere, stesso sorriso,
ma allo stesso tempo un uomo diverso. Non era il mio Dottore, non
quello che avevo imparato a conoscere, non l'uomo di cui mi ero
innamorata.
Il mio Dottore mi lasciò nuovamente, senza sapere niente su
nostra figlia o su quello che era successo negli ultimi due anni;
portai il clone con me per riprendere mia figlia River e per spiegargli
dettagliatamente la situazione in cui ci trovavamo.
Decidemmo di provare a convivere, se non altro per dare alla bambina
un'idea su suo padre, ma non funzionava: più cercavo di far
diventare John, il clone, come il mio Dottore, più lui si
ribellava. Volevo cambiare ciò che era successo, volevo che
l'uomo che amavo tornasse a prendermi e mi riportasse alla ricerca
dell'avventure insieme a lui.
Dopo cinque mesi andai al Torchwood per richiedere un permesso per me e
River, avevo deciso che saremmo ritornate nel mio tempo ed avremmo
aspettato per il ritorno del Dottore. Irrimediabilmente John aveva
trovato la sua anima gemella ed almeno lui e la sua Donna (guarda a
volte gli scherzi del destino!) erano felici.
Salutai i miei genitori, mio fratello Tony e tutti gli amici che mi ero
fatta in quei tre anni nell'universo parallelo, l'istituto aveva fatto
il possibile per farmi riottenere la mia vecchia identità e un
nuovo lavoro per potermi permettere di crescere la bambina nell'attesa
di rivedere il Dottore.
-Ma com'è il mio papà?-mi chiese una sera River
-E' l'uomo più coraggioso e folle che abbia mai conosciuto.
Sappi solo che se mai un giorno ci venisse a prendere dovrai essere
preparata a...-
-Correre!-concluse la mia bambina, sorridendomi con lo stesso sorriso che suo padre riservava solamente a me
Ogni giorno aspettavo che che il Dottore arrivasse, ma dopo quasi due
mesi non c'era nessuna traccia. Poi, all'improvviso, vicino all'asilo
di River iniziai a sentire un rumore a me fin troppo familiare.
-Il TARDIS!-sussurrai e guardai speranzosa davanti a me. Dopo tre
minuti ferma nella stessa posizione non era successo niente e decisi di
avviarmi verso l'uscita dell'asilo per prendere la piccola. Arrivata
lì davanti quasi non svenni: il TARDIS si palesava fiero davanti
ai miei occhi, ormai pieni di lacrime, e davanti a quella che era stata
la mia casa c'erano loro, le miei ragioni di vita: River aveva in mano
il sonic screwdriver e il Dottore era accanto a lei,con lo stesso
identico sorriso del nostro primo incontro stampato in faccia, e le
stava insegnando ad usarlo.
-Ciao,mamma!-mi disse River facendomi ciao-ciao con la manina
-Ciao,mamma!-disse lui cambiando espressione e sostituendola con una
estremamente dolce, rivolta solamente a me e alla nostra bambina.
-Cosa ti avevo detto?-chiesi sorridendo a River avvicinandomi
-Cosa?!-mi chiese lei sorpresa dalla mia improvvisa domanda
-Di non fidarti degli sconosciuti!!!-le dissi sporgendole la mia mano
per farmela prendere. L'espressione del Dottore era abbastanza
accigliata e continuava a spostare lo sguardo da me a River
-Ma non sapevo che il mio papà dovesse essere considerato uno
sconosciuto! E poi mi sta insegnado ad usare il sonic
screwdriver!-rispose lei con uno sguardo d'angelo.
-Anche se devo dire che non devo insegnarle praticamente niente-mi disse lui prendendomi la mano e baciandomi sulla fronte
-Solo perchè ha ereditato il tuo cervello!-risposi io
appoggiandomi lentamente sul suo petto per poi rivolgere lo sguardo a
nostra figlia.
-So che potrebbe sembrare una domanda stupida,ma...come si chiama?-mi sussurrò all'orecchio imbarazzato dalla domanda.
-River, la nostra bambina si chiama River!-risposi ridendo leggermente ed arrossendo per quella mancanza di presentazioni.
-Come ti è venuto in mente quel nome?!-mi chiese particolarmente allarmato
-Mi piaceva come nome. Inoltre la dottoressa che mi ha aiutato ad averla si chiamava così!-gli risposi
Poi vidi che si avvicinava nuovamente alla bambina per toglierle il cappellino che le copriva la testa.
-Ha i capelli rossi!-sussurrò, sembrava quasi scioccato
-Hai sempre voluto avere i capelli rossi! Lei li avrà anche per
te!-gli spiegai io sorridendogli e stringendogli ulteriormente la mano
per poi dargli un bacio sulla bocca- E io ho sempre voluto fare questo!-
-Devo avvertirti: se il suo nome è davvero River e sa usare alla
perfezione il mio sonic screwdriver, bisognerà tenerla
d'occhio-mi disse portandosi una mano dietro alla testa e poi
abbassandosi nuovamente su di me, sussurrandomi -E poi anch'io volevo
fare questo-e poi cancellando nuovamente la distanza tra le nostre
labbra.
-Comunque...signore, vi invito a salire sulla cara vecchia nave TARDIS
per avventurarci in altre galassie e su altri pianeti. Signora Tyler,
potrebbe aprirci la porta. Lei, Signorina, si rechi immediatamente tra
le mie braccia per aiutarmi ad avviare la nostra nave-disse il Dottore
aprendo le braccia verso River
-Agli ordini, papà!-rispose lei correndogli incontro
-Andiamo. Tornando a quello che hai detto prima: come osi chiamarmi signora?-gli chiesi con una faccia finta offesa
-Forse avrei dovuto informarti che prima di esplorare nuove terre,
faremo una piccola sosta a Las Vegas. Dopo 904 anni è meglio che
metta la testa a posto, non credi?-mi disse sorridendomi a trentadue
denti con nostra figlia in braccio.
Forse avevo torto, questa non è la storia della mia morte. Ma la storia dell'inizio della mia vita
NEL PROSSIMO CAPITOLO
-Statele lontano!-gridò il Dottore
-Papà, cosa sta succedendo?-chiese River piangendo rivolta al padre
-Papà?!?!-chiese uno degli uomini in maschera
-Qualcosa in contrario?!?!-chiese il Dottore in tono sarcastico all'uomo
-No, solo che non pensavo che ce l'avreste fatta a stare insieme!-rispose l'uomo iniziando a togliersi la maschera
-Jack?!?!?!?!?!-dissero all'unisono Rose ed il Dottore.
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