La teoria delle stringhe

di Midnight the mad
(/viewuser.php?uid=489735)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


1. Dove conosciamo il Signor Blu che, in una fredda giornata di dicembre poco prima dell’inizio della nostra storia, si interroga sulla teoria delle stringhe.
 
Se qualcuno quel giorno avesse visto il Signor Blu, appoggiato alla terza colonna da sinistra dell’ingresso del British Museum, avrebbe pensato che ad affliggerlo fosse uno dei suoi soliti drammi un po’ strani.
Se, invece, il Signor Blu avesse letto nel pensiero a chiunque avesse avanzato una simile ipotesi, avrebbe risposto molto malamente, un po’ infastidito e annoiato dalla banalità delle congetture altrui. Perché quel giorno, anche se nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo, c’era qualcosa di diverso. Il punto, quella volta, non era il cielo. E neanche l’orologio del vecchio campanile che si dimenticava sempre un rintocco o due alle cinque del martedì.
Il punto, quella volta, era la teoria delle stringhe, e il Signor Blu non era riuscito a far altro che mettersi a fumare una sigaretta dietro l’altra, riflettendo, con lo sguardo puntato sull’insegna un po’ arrugginita del negozio di souvenir dall’altra parte della strada, quella in cui la O di London non si illuminava mai da quando, in una piovosa notte autunnale, aveva sfarfallato sotto gli onnipresenti occhi del Signor Blu e si era spenta per sempre.
Il tramonto su Londra passava, lui rifletteva.
Era un dicembre molto caldo e, da lì a poco, sarebbe iniziato un gran casino.
 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3808294