La maledizione del ghiaccio

di lmpaoli94
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< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.
< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.




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