Singing
is
the answer
Prologue:
A first meeting to forget
«Raon,
ehi, aspetta!»
La
ragazza si voltò indietro in direzione di una voce familiare.
L'amica Aya le stava correndo appresso col fiatone.
«Ciao!
Che ci fai qui?»
«Ma
come, non hai sentito la novità?»
Visibilmente
confusa la guardò alzando le spalle: «di cosa?»
«Dove
vivi? Soprattutto tu poi! La Sho.Nen ha dichiarato di aver in
programma la distribuzione di nuovi progetti yaoi in occidente. È
un miracolo, potremmo trovare molti più titoli qui da noi!»
«E
tu sei venuta fino a qui solo per dirmelo?»
«Stronza
come sempre, cerca di limare un po' questo caratterino altrimenti non
ti troverai mai un ragazzo.»
Scoppiò
a ridere sonoramente in mezzo alla strada. «Chi lo vuole un
ragazzo? Portano solo a delle grane, vogliono svuotarsi i coglioni e
poi andarsene come nulla fosse successo.»
«Sei
senza speranze.»
«Hai
una visione troppo romantica della vita, e ne soffrirai. Ricordati
delle mie parole.»
«Sì,
Nostradamus.»
Nonostante
l'effettivo tono ironico con cui la mora s'era rivolta all'amica, le
due erano molto unite fin dagli anni del liceo.
«Comunque
non vedo l'ora: basta scan incomprensibili, io sono proprio negata
con l'inglese figuriamoci. Non come te, che tutti i giorni controlli
gli aggiornamenti sui siti internazionali.»
«Beh,
l'idea di non dover ordinare volumi stranieri su internet mi intriga,
lo ammetto.»
Le
due camminavano una accanto all'altra sul marciapiede: spiccavano per
il loro essere praticamente agli antipodi. Raon, coreana di origine,
dai tipici canoni fisici orientali discostava nettamente dalla
biondissima Aya, alta più di lei di almeno quindici
centimetri. Distanti sì, ma con la stessa passione per gli
shojo manga, per le storie d'amore su carta ed il mondo dello shonen
ai e dello yaoi. Frequentavano persino gli stessi corsi all'ateneo.
Raggiunsero
il loro solito ritrovo dopo essersi fermate a prendere un caffè
al volo. Lo definivano la loro seconda casa: la fumetteria più
fornita della città. Conversarono un paio di minuti con il
titolare per poi dirigersi verso il reparto che più
preferivano.
«Allora?
Trovato qualcosa?»
Raon
stava passando in rassegna i vari scaffali, non trovando ciò
che desiderava portarsi a casa; la rassegnazione s'era impossessata
di lei ormai, come era dipinta sul volto di Aya. Difficilmente i suoi
occhi grigi si spegnevano, ma il ritardo sulle pubblicazioni era
qualcosa che tollerava poco. Molto poco.
«Qualche
problema ragazze?» L'uomo dietro alla cassa aveva sempre una
parola di conforto per chi amava quel mondo di fantasia.
«Il
solito: aggiornamenti inesistenti.»
«Sapete
com'è. È un genere non ancora reperibile facilmente.
Però stando alla Sho.Nen le cose dovrebbero cambiare a breve.
Su, non abbattetevi.»
«Fossero
tutti come te...»
«Eccomi,
unico e inimitabile. Beh, nel caso arrivi qualcosa, vi avvertirò
via mail come sempre.»
Il
discorso venne interrotto dal tintinnio del campanellino della porta:
il ragazzo appena entrato focalizzò un attimo lo sguardo su
Raon per poi darle le spalle e rivolgersi al padrone del negozio. Aya
strattonò l'amica per il cappotto; «ehi, quel biondino
non ti ricorda qualcuno?»
«Chi
vuoi che...» osservò meglio i lineamenti, il taglio
spigoloso del viso, i capelli biondi fino alle spalle. «Ehi,
hai ragione!»
Stavano
cercando di focalizzarsi sulla figura alta e magra, riconoscendo lo
stile di vestiario decisamente ricercato. Continuarono a sussurrare
tra loro, constatando che di tutte le possibilità esistenti,
ritrovarselo lì sarebbe stato davvero quasi impossibile. Aya
estrasse il cellulare controllando l'identità del non più
sconosciuto cliente grazie alla ricerca delle immagini su internet.
«Raon, è lui!»
Il
diretto interessato, accortosi del farfugliare continuo alle sue
spalle si girò sorridendo, scusandosi un momento con l'uomo e
raggiungendo le due.
«Tutto
bene?»
«Sì,
ci stavamo solo chiedendo se tu fossi davvero...» la bionda
arrossì un attimo, indicando lo schermo dello smartphone.
«Hai
ragione, sono io. E voi?» Si chinò sul reparto di manga
esposti, assumendo un'espressione divertita. «Direi delle
pervertite che leggono porno giapponesi, eh?»
Raon
non riuscì a tenere a freno la lingua: «sei una testa di
cazzo lo sai?»
Lui
rise di gusto poggiando la mano sulla spalla della bruna minuta.
«Lieto
di esserlo per te.»
«Toglimi
di dosso quelle dita sennò te le spezzo.»
«Gran
bel caratterino, tomboyi»
I
toni decisamente alti vennero smorzati dall'intervento del titolare.
Lo "sconosciuto conosciuto" si staccò dalle ragazze
ritirando una borsa di articoli preordinati e pagando rapidamente;
posò lo sguardo su di loro sorridendo ancora prima di uscire,
continuando ad osservarle dall'esterno attraverso l'ampia vetrata del
negozio. Dall'interno la mora mimò una smorfia con la lingua
ed alzò il dito medio, voltandosi poi stizzita.
«Può
essere chi vuole, non fa differenza: un vaffanculo se lo merita
comunque.»
Buongiorno
a tutti! Direi che questa storia non è certo cominciata nel
migliore dei modi, giusto?
Questa
è la prima long ispirata a personaggi esistenti (che non siano
attori che vestono panni di supereroi XD) in cui mi cimento, e mi
auguro di fare un buon lavoro. Non essendo considerati cantanti
famosi, i loro nomi non sono previsti nell'elenco e dunque li ho
messi nelle original, rifacendomi semplicemente al nome e l'aspetto
fisico. Tutto ciò che riguarda abitudini, carattere,
quotidianità è di mi invenzione.
Raon
Lee è una youtuber sudcoreana e cantante cover K-Pop della
Worner Music Korea, per intenderci interpretazioni di opening di
Naruto e altri anime... Beh, riguardo al protagonista maschile, non
ve lo svelo adesso altrimenti l'alone di mistero si perde, ahahah!
Non
nego di sentirmi un po' in soggezione all'idea di cominciare un
progetto simile (visto che non ho ancora altri progetti da
concludere, nooooo -.-), eppure sono entusiasta, addirittura euforica
all'idea! Mi auguro di essere all'altezza di ciò che la
mia testa ha concepito, e riuscire a dare forma a qualcosa di
interessante e gustoso da leggere.
Alla
prossima! -Stefy-
iMaschiaccio,
in norvegese
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