Ermin, il cacciatore

di Hiroshi84
(/viewuser.php?uid=888623)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Ermin, un esperto cacciatore, dopo aver parcheggiato il suo catorcio rosso vicino a una casa diroccata, dal bagagliaio prese la doppietta con cartucciera annessa e attraversò un sentiero caratterizzato da una ricca vegetazione. 
«Anni di rastrellamenti e di caccia all'uomo mi sono serviti a qualcosa» pensò con malevola soddisfazione e vantandosi di conoscere il bosco meglio delle tasche della divisa da ex combattente che da tempo aveva adattato per le sue cacciagioni. 
Procedendo in modo felpato, in pianura individuò due prede: un cinghiale e un cinghialetto, i quali equivalevano a un mese di stipendio nell'acciaieria in cui lavorava sottopagato, oltretutto l'avrebbe facilmente venduta in quanto nelle macellerie e in molti ristoranti del Cantone di Zenica-Doboj tale selvaggina era richiestissima. 
Nell'avanzare con il fucile puntato, fece un irrimediabile passo falso. BOOM! Il boato sordo dell'esplosione seguitò con i grugniti terrorizzati dei due ungulati che fuggirono verso la boscaglia. 
Il sangue del corpo martoriato del cacciatore penetrò nella terra asciutta mentre l'acre nuvola di fumo andava dissipandosi gradualmente. Impossibile stabilire se quella mina antiuomo fosse stata piazzata dal nemico o dagli ex compagni d'armi di Ermin, oppure collocata paradossalmente proprio da quest'ultimo durante le guerre jugoslave. In ogni caso, l'ordigno si "posizionava" sul concetto causa-effetto.

10 Febbraio 2005, Zavidovici, Bosnia ed Erzegovina. 
Ermin Beslagic, cinquantacinque anni, ennesima "vittima" di una mina terrestre.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3821874