Sorella
Priscilla
sospirò soddisfatta, accasciandosi sul bancone con un
sorriso sul
volto. «Ora sono sazia» comunicò,
volgendo le spalle a una
montagna di piatti vuoti. «Quanto hai mangiato?»
strillò Jet,
guardando terrorizzato i piatti.
«Almeno
c'è rimasto qualcosa per noi?» chiese Macao, sulla
scia del
compagno.
«Un
vero uomo ha bisogno di mangiare molto per recuperare le
forze!»
gridò Elfman, guardando con orgoglio la ragazza che ora
pareva
appisolata sul bancone.
«Ohi,
ohi» sospirò Mira. «Temo che domani
mattina dovrò uscire presto
per fare la spesa».
«Ohi,
tu!» ringhiò Gray, avvicinandosi a Priscilla.
«Potresti almeno
proporti per accompagnarla e aiutarla, visto che è colpa
tua!»
In
tutta risposta Gray ricevette una russata più forte delle
altre, a
comunicargli che in realtà ora Priscilla dormiva di gusto e
certo
non l'aveva sentito.
«Dorme!»
spiegò con allegria Happy, come se non fosse già
palese a tutti.
«Con
questo fracasso, riesce a dormire?» chiese Lucy, sconvolta.
«Deve
essere proprio stanca» osservò con
ingenuità Mirajane, cominciando
a raccogliere le stoviglie sporche per rimettere in ordine.
«È
stata via a lungo e Mistgun non è mai semplice da seguire
nelle
missioni che sceglie».
«Mistgun?»
chiese Lucy, mentre Levy si avvicinava alla ragazza russante.
«Mira-san, la riportiamo noi al dormitorio»
comunicò, mentre Jet
si caricava Priscilla sulle spalle. «È
più leggera di quanto
ricordassi» osservò lui.
«Considerato
quanto ha mangiato, credo che abbia digiunato per un po'»
rispose
Levy, camminandogli a fianco.
«Priscilla
che digiuna!» scoppiò a ridere Droy, non credendo
per niente alle
parole della compagna. Se c'era una cosa che Priscilla non sapeva
fare era non mangiare per più di qualche minuto. In
qualsiasi
istante la si poteva trovare con qualcosa in bocca: un panino, una
pagnotta, delle patate. Il più delle volte, però,
erano dolci. La
frutta caramellata era sicuramente la sua preferita, forse anche
perché la più longeva e poteva sgranocchiare a
lungo senza dover
poi correre alla ricerca di qualcos'altro.
«Proprio
ieri ho visto delle splendide fragole dal fruttivendolo!» si
ricordò
Mirajane, rallegrandosi. «Ne prenderò un po'.
Priscilla ne sarà
contenta».
«Mira-san!
Allora noi andiamo!» salutò Levy dalla porta e la
ragazza non esitò
a risponderle con un radioso sorriso. «Fate attenzione per
strada!»
«Anche
oggi mi ha battuto, lei!» esordì Natsu, sedendosi
nervoso di fianco
a Lucy.
«A
me pare che invece ti abbia evitato solamente»
osservò lei, non
capendo come lui potesse considerare la reazione di Priscilla quella
di una che ha combattuto e vinto. Natsu urlò rabbioso,
sgambettando
dal nervoso e infine si alzò in piedi.
«Andiamo
Happy!»
«Aye!»
rispose allegro il gatto. A passi pesanti Natsu si avviò
verso
l'uscita, intenzionato sicuramente a tornare a casa vista la tarda
ora. Poi si ricordò di qualcosa di importante e si
voltò verso
Lucy, dicendole: «Ho trovato una missione perfetta per noi,
Lucy!
Partiamo domani mattina!»
«E
quando avevi intenzione di chiedermelo?» ringhiò
lei, furibonda del
fatto che ancora una volta lui avesse preso l'iniziativa,
coinvolgendola senza chiederle il parere. Natsu la ignorò e
uscì da
Fairy Tail, facendosi sentire con quella sua squillante voce per i
successivi venti metri. Lucy sospirò, ormai era ben
consapevole che
mai sarebbe riuscita a salvarsi da quel modo di fare del ragazzo, ma
sotto sotto non le dispiaceva nemmeno troppo.
«Bene»
annunciò, alzandosi in piedi. «È meglio
che vada a casa a
riposare, allora» e con un gran sorriso uscì dalla
gilda, insieme a
Plue che tremolante non smetteva un attimo di andarle dietro con
allegria.
La
mattina dopo, armata di valigia, pronta per partire, Lucy fece il suo
ingresso nella gilda. Lì si sarebbe incontrata con Natsu e
sicuramente si sarebbero uniti anche Erza e Gray.
L'appuntamento
era per le nove, ma l'entusiasmo per un nuovo lavoro era tale che
Lucy arrivò alla gilda almeno mezz'ora prima. Gray e Natsu
erano già
dentro, ad aspettarla, anche se impegnati a bisticciare tra loro.
Erza ancora non si vedeva, ma sapeva che certo non avrebbe tardato.
Ciò che non si sarebbe aspettata era invece la tensione che
quella
mattina pareva impregnare l'aria della gilda, di solito allegra e
spensierata. Se non per Natsu e Gray, nessuno litigava e nessuno
parlava troppo rumorosamente. C’era una strana quiete.
Chiunque non
conoscesse realmente i membri di Fairy Tail non avrebbe visto niente
di strano, se non una locanda dove la gente beveva e mangiava
tranquillamente, ma lei invece la conosceva bene. C'era troppa calma,
tanto pesante da sembrare quasi angosciante. Persino Mirajane aveva
un sorriso più spento del solito.
Priscilla,
seduta a un tavolo non troppo distante dall'ingresso, alzò
gli occhi
dal piatto ricolmo che aveva davanti e si illuminò. Lei,
diversamente dagli altri, non sembrava diversa da quella della sera
prima.
«Lucy-chan!»
salutò tanto euforicamente da sollevarsi nuovamente per aria
e
galleggiare nel vuoto. «Pronta a partire?»
Lucy
annuì e cercò di rispondere alla sua allegria, ma
non riuscì a
liberarsi da quello strano senso di turbamento. «Io penso mi
prenderò invece delle ferie... magari uno o due
anni» ridacchiò
sorniona.
«Anni?»
sussultò sorpresa Lucy.
«Io
penso invece dovresti cominciare a guardare la bacheca,
Priscilla»
cercò di riprenderla Mirajane, con la sua solita delicatezza
quasi
materna.
«Non
ne ho voglia» ammise Priscilla con innocenza, ondeggiando per
aria
come una barca sul mare in tempesta. Quella semplice risposta
spiegò
a Lucy perché Mirajane la sera prima le avesse detto che le
sarebbe
bastato impegnarsi un po' di più. Aveva ammesso con candore
che non
era un granché ma certo non sembrava importarle molto, visto
che
voleva prendersi addirittura anni di ferie.
«Come
pensi di pagarti da vivere se te ne stai ferma per anni?» le
chiese
Wakaba con lo stesso tono di rimprovero di Mirajane, ma un po' meno
delicato, anche se permaneva in lui e in tutti quanti quella strana
aria di tensione che li portava a tentennare persino in quelle
quotidiani chiacchiere. Questo confermò a Lucy che c'era
qualcosa di
diverso quella mattina, qualcosa che li preoccupava sicuramente.
Priscilla invece continuava a sembrare allegra e spensierata come la
sera prima e con quell'innocenza da bambina si portò un dito
al
mento, pensierosa. Ebbe l'idea e si illuminò, battendosi un
pugno
sull'altra mano.
«Ruberò
dei soldi!» annunciò.
Macao
scattò in piedi a sentirla dire così e con gli
occhi sbarrati le
strillò contro: «Stai scherzando, vero?»
Priscilla
scoppiò a ridere tanto forte che, nonostante l'angoscia che
soffocava gli animi dei suoi compagni quella mattina, parve bastare
lei con quella luminosità a dissiparne un po'. Era tanto
coinvolgente che persino Lucy non riuscì a trattenere un
sorriso
divertito.
«Ti
ho presa!» la voce di Natsu comparve improvvisamente alle
spalle di
Priscilla, felice di essere riuscito per quella volta ad avvicinarsi
alla ragazza, e lei si voltò con lo sguardo sorpreso. Per la
prima
volta non riuscì ad avere i riflessi pronti abbastanza per
difendersi. Per quanto sembrasse allegra e naturale, che anche lei
fosse alla fine distratta da quella sensazione di pesantezza?
Urlò
spaventata ma non riuscì a schivare il pugno del compagno
che la
colpì in pieno. Galleggiante a mezz'aria com'era, si
ritrovò a
subire il colpo in maniera più turbolenta del normale,
perdendo il
controllo del suo volo. Roteò e volò fino a un
pilastro, contro cui
infine si schiantò.
«Natsu!»
gridò Lucy, spaventata per quanto appena successo. Ma il
ragazzo non
parve subire l'effetto di quella sgridata ed esultò
entusiasta e
fiero per la sua vittoria.
«Ahi
ahi» lamentò Priscilla, massaggiandosi la schiena
dolorante per il
colpo alla colonna. «Sapevo che se fosse riuscito a prendermi
non ne
sarei uscita intera» ridacchiò, sdrammatizzando.
«Priscilla,
stai bene?» le chiese Lucy, avvicinandosi preoccupata.
«Almeno
ora si metterà l'anima in pace, forse» le disse
Levy, seduta al
tavolo vicino. Priscilla alzò lo sguardo verso di lei,
sorridendole
in risposta, ma i suoi occhi, ora alti, cambiarono improvvisamente
espressione. Persero per un istante tutta la loro allegria, divenne
seria, con una lieve sfumatura sorpresa. Qualcosa aveva attirato la
sua attenzione, ma durò solo qualche istante. Continuando a
guardare
in alto, non più verso Levy, ma oltre, rivolta al secondo
piano
della Gilda, sorrise allegra mentre si stringeva nelle spalle e
chinava la testa da un lato. Era addirittura tenera, scaldava e
veniva voglia di ricambiarla. Lucy, curiosa di sapere a chi avesse
rivolto una simile attenzione, spostò gli occhi al secondo
piano
laddove anche lei stava guardando.
Laxus
Dreyar era di spalle, appoggiato alla ringhiera a braccia conserte,
ma nonostante la posizione aveva comunque la testa girata nella loro
direzione e con la coda dell'occhio guardava Priscilla, probabilmente
attirato dal baccano che aveva appena fatto. Si corrucciò
ancora più
del solito nel vedere sulla ragazza il sorriso che gli aveva rivolto
e si staccò dalla ringhiera, scomparendo infine tra le
stanze del
secondo piano. Lucy ancora non conosceva il motivo esatto per il
quale quella mattina sembravano tutti così tesi dentro la
gilda,
forse era la presenza stessa di Laxus ad agitare tutti quanti: non
era mai stato un tipo facile da trattare, anche se non l'aveva mai
incontrato personalmente conosceva bene la sua fama e il sangue che
scorreva tra lui e il resto della gilda. Ciò nonostante,
sentì
anche lei improvvisamente un masso caderle sullo stomaco non appena
lo vide voltar loro le spalle e andarsene.
«Bene!»
disse Priscilla, che ancora sembrava immune a tutta quella tensione.
Si alzò in piedi e si diede una scossa ai vestiti, togliendo
loro un
po' di polvere raccolta nella caduta. «Direi che è
il caso di dare
uno sguardo alla bacheca degli annunci».
Un
cambio improvviso di idea, sembrava aver dimenticato le ferie di uno
o due anni che voleva prendersi, o forse aveva semplicemente perso il
desiderio di scherzarci sopra. «L'affitto non si paga mica
con i
soldi rubati, vero Lu-chan?» ridacchiò e le
rivolse un occhiolino.
Quella serenità che trasmetteva ora aveva una consistenza
ben
diversa. Niente era cambiato nel suo volto allegro, il sorriso
smagliante e la serenità nella voce. Eppure ora... riusciva
a
sentire qualcos'altro. Annuì semplicemente, senza trovare la
forza
di assecondarla ancora, e la guardò mentre sgambettante si
avvicinava alla bacheca canticchiando allegra.
Levy
si lasciò sfuggire un verso dispiaciuto e incassò
la testa nelle
spalle, stringendosi il lembo del vestito. Capì subito che
Lucy, di
fianco a lei, l'aveva sentita e sentì di dover giustificare
quel suo
comportamento.
«Poverina»
mormorò più a se stessa che all’amica,
non trovando le parole per
dire altro. Lucy le si sedette accanto e le rivolse la sua
attenzione, ora più curiosa che mai.
«Hai
visto come gli ha sorriso?» chiese Levy, e questo diede
conferma ai
dubbi di Lucy. Il sorriso di Priscilla, rivolto a Laxus, era ben
diverso da quelli che aveva visto fino a quel momento. «Sono
passati
due anni dall'ultima volta che si sono incrociati. Era da tanto che
non ci trovavamo in una situazione come questa, forse pensavamo che
non sarebbe più accaduto visto che sono sempre via per i
loro
incarichi e restano poco tempo alla gilda. Le probabilità
che
tornassero lo stesso giorno erano davvero scarse»
confessò e con un
sospiro lasciò uscire un po' della tensione che
l'attanagliava.
«Allora
avevo ragione a pensare che ci fosse qualcosa di strano
stamattina»
osservò Lucy.
«Si
comporta come se non le importasse, ma nessuno le crede»
continuò
Levy. «Come potremmo crederle? Hai visto anche tu come lo ha
guardato, no?».
«Quindi
tra quei due c'è qualcosa?» arrossì
Lucy. Colta da una strana
eccitazione, la sua mente da scrittrice prese a galoppare su un'onda
di romanticismo e drammaticità improvvisa. Le immagini
presero a
susseguirsi e in ognuna di essa c'era un Laxus e una Priscilla
teneramente abbracciati o disperatamente allontanati da qualche
disgrazia. Le venne un'idea per un nuovo romanzo.
Levy
si lasciò scappare una risatina divertita dal
fraintendimento di
Lucy.
«Sei
tanto informata su Fairy Tail e non sai che Laxus ha una
sorella?»
«S-Sorella?»
chiese Lucy sconvolta. Le era sfuggita un'informazione simile? No,
nessuna svista. Ora che Levy glielo aveva detto, lo ricordava. Aveva
letto qualcosa a proposito, tempo addietro, ma effettivamente
Priscilla appariva veramente poco nelle notizie e nei racconti a
proposito, al contrario di Laxus che, in quanto a nipote del Master e
uno dei maghi più forti della gilda, aveva sempre spazio in
ogni
notizia e rivista. Forse complice la sua pigrizia nell'affrontare le
missioni, la sua costante assenza e la presunta debolezza di cui
quasi si vantava, ma restava decisamente nell'ombra. Lucy se n'era
semplicemente dimenticata.
«Io
e Laxus abbiamo avuto un piccolo disaccordo anni fa e da allora non
ci rivolgiamo più la parola» intervenne Priscilla
con innocenza,
sorprendendo tanto le due che per poco non saltarono dalla sedia per
lo spavento. Galleggiava per aria, stesa a pancia in giù, i
gomiti
poggiati sul tavolino dove sedevano Levy e Lucy e i piedi alzati, che
ciondolavano avanti e indietro. Aveva biascicato, intenta a tenere
tra le labbra un biscotto rubato dalla dispensa di Mirajane
chissà
quando. Sembrava una ragazzina stesa su un letto che parlava dei suoi
segreti con le amichette del cuore. Nonostante la confessione, il
viso era sereno, ne aveva parlato come se avesse parlato di un
qualunque fatto quotidiano. La cosa pareva non turbarla nemmeno un
po', nonostante quel disaccordo, definito piccolo, li avesse portati
a non parlarsi più.
«E
davvero la cosa ti lascia così indifferente?»
chiese titubante
Lucy. Priscilla finì di masticare l'ultimo boccone del suo
biscotto
e inclinando la testa da un lato si limitò a sorridere
radiosa. Non
era una vera risposta, ma era comunque rassicurante. Si
raddrizzò di
colpo e sollevò un foglio per aria, voltandosi verso
Mirajane.
«Mira-chan!
Io vado! Se tutto va bene sarò di ritorno stasera»
disse e Mirajane
si limitò ad annuire, prima di rivolgerle la solita
raccomandazione:
«Fai attenzione!»
«Forza!
Si va a guadagnarsi il biscotto!» disse allegra, agitando le
braccia
per aria con entusiasmo. Si mise a cantare una canzone
d'incoraggiamento che tanto pareva una marcia militare e senza
aggiungere altro uscì dalla gilda.
«Ma
non si dice la pagnotta?» chiese Lucy, ragionando sul
biscotto che
doveva guadagnarsi. «Dice che i biscotti sono più
buoni» rise
Levy, dando una spiegazione a quella frase che probabilmente non era
la prima volta che diceva.
«E
le ferie di cui parlava?» chiese Lucy divertita, pensando che
fosse
una ragazza veramente bizzarra. Ma la risposta che Levy le diede non
fu altrettanto scherzosa e diede un altro pezzo con cui completare il
puzzle.
«Capisci
perché è difficile credere che le sia
così indifferente?».
E
Lucy capì cosa era appena successo: Priscilla aveva preso
una
missione da poco, così da potersi allontanare per un po', ma
in una
giornata nemmeno sarebbe potuta tornare. Il tempo per Laxus di
sceglierne una a sua volta, ripartire ed evitare di incrociarlo
ancora.
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