Hogwarts ti manca. No di solito mi prende in pieno
Note: i personaggi che nomino e che
non sono presenti nei libri:
Merula: una ragazza di Serpeverde
arrogante e prepotente, con entrambi i genitori, ex Mangiamorte,
rinchiusi ad Azkaban.
Penny: una ragazza di Tassorosso con
un passato traumatico, è disponibile, popolare e molto dolce.
Purtroppo al quinto anno la sua sorellina Beatrice viene intrappolata
in un dipinto.
Luca Prosciutto: ragazzo di
Grifondoro, protagonista della storia. È il fratello di Jacob, ossia
il personaggio con cui gioco a Hogwarts Mystery (assieme a mio
figlio, il personaggio è il suo).
Rowan: il migliore amico di Luca,
anche lui Grifondoro.
I personaggi sono tutti coetanei di
Tonks.
Hogwarts
ti manca?
No,
di solito mi prende in pieno!
Era una splendida mattina soleggiata,
l'aria fredda pizzicava gradevolmente le guance dei ragazzi del
quinto anno di Tassorosso e Serpeverde, disporti in due file ordinate
in attesa delle istruzioni di Madama Bumb. L'insegnante li studiò
col suo sguardo giallo e ordinò loro di montare sulle scope.
Tonks riuscì a impugnare la sua senza
rompersi il naso, la inforcò congratulandosi per quel piccolo
traguardo e si spinse prudentemente verso l'alto, ma non troppo in
alto.
Cercò di focalizzare l'attenzione sul
tepore del sole sulla schiena: era un bel giorno per morire,
dopotutto. Trasalì. Il suo primo pensiero rivolto proprio a quello
da cui si sforzava di allontanare la mente! Concentrarsi non era il
suo forte e Madama Bumb non l'aiutava, dato che ricordava loro che
rischiavano d'ammazzarsi ogni volta che apriva bocca. Il concetto
veniva ribadito almeno venticinque volte a lezione.
'Okay,' rifletté Tonks.
'Sono imbranatissima, ma ho i capelli corti. Dato che i capelli
lunghi sono una delle condizioni che portano a morte certa, secondo
Madama Bumb, averli corti dovrebbe compensare la goffaggine.”
“Merula,” chiamò l'insegnante.
“Dimostrazione di Tuffo Estremo e Sollevamento.”
Tonks gemette, era una manovra
complessa.
La ragazza di Serpeverde, che pensava
di essere la migliore in tutto e in effetti aveva talento, la eseguì
con disinvoltura, facendo sembrare l'esercizio vergognosamente
semplice.
Arrivata con una vertiginosa picchiata
a una spanna dal terreno, diresse la punta della scopa verso l'alto e
si fermò fluttuando accanto a Tonks. Ismelda indicò Tonks con un
gesto della mano:
“Val la pena averla attorno, quella,
è la nostra più promettente occasione di spezzare la noia con la
morte splatter di una Tassorosso.”
“Tonks, ora tu!” ordinò Madama
Bumb, come se volesse accontentare Ismelda.
“Speriamo che a spezzarsi sia la noia
e non il mio collo,” gemette Tonks. Strozzò il manico di legno tra
le mani, fece un balzo in avanti accelerando troppo bruscamente e
agganciò per sbaglio il mantello di Merula, che trascinò con sé
nella picchiata con scopa, sguardo omicida, capelli ispidi e tutto.
“Razza d'imbranata!” le ringhiò
contro Merula, facendola oscillare paurosamente nel tentativo di
liberarsi. Tonks provò a invertire la rotta, meglio salire che
schiantarsi a terra, ma l'altra, presa alla sprovvista, restò
indietro. Ancora unite, sbandarono verso il Platano Picchiatore a una
velocità folle.
“Signorine!” urlò Madama Bumb.
“Separatevi immediatamente!”
“Aaargh!” urlò Tonks.
Merula inclinò la scopa verso il basso
e scese di quota, ignorando Tonks che, dietro di lei, ruotava su se
stessa come un aquilone impazzito. Erano quasi riuscite ad atterrare,
quando le estremità dei manici delle loro scope si conficcarono nel
terreno umido. Continuarono a filare in avanti, scavando due solchi
irregolari fino alla base del Platano Picchiatore, contro cui Merula
finì la propria corsa con uno schianto.
Tonks, stordita dagli avvitamenti
durante la discesa, venne catapultata oltre e frenò con la parte del
corpo che per prima toccò terra: la bocca spalancata in un grido,
che si riempì di terra e erbacce.
Si sollevò barcollando e tossendo,
mossa dalla gioia di essere praticamente incolume. Un istante dopo
Merula, calciata da uno dei rami del Platano Picchiatore, le atterrò
sulla testa.
“Questa me la paghi!” le sibilò la
Serpeverde con voce strozzata.
La lezione si concluse con i rimproveri
di Madama Bumb. Tonks non riusciva a ricordare una lezione di Volo
con un epilogo diverso; a pensarci bene, le era difficile ricordare
una lezione di qualsiasi materia che non fosse finita in quella
maniera. Anche quando miracolosamente non combinava guai, rimediava
con qualche scherzo a danno dell'insegnante di turno. Si domandò
cosa la spingesse a comportarsi così. La voglia di farsi una risata?
Alimentare la propria fama di ribelle, oppure creare confusione negli
adulti? Per loro doveva essere difficile distinguere le azioni che
premeditava da quelle che non riusciva a evitare, o almeno, era
quello che si augurava.
Tonks riconsegnò la scopa e seguì
Penny in direzione del castello. La compagna le rivolse un sorriso
d'incoraggiamento. Penny,
tormentata dall'angoscia per la sorellina intrappolata in un
ritratto, cercava di consolare lei: probabilmente era la
persona migliore di Hogwarts, anzi, di tutto il Mondo Magico.
“Ehi, tu! Come pensi di rimediare?”
Tonks si voltò e si trovò faccia a
faccia con Merula. La ragazza allargò le braccia, mostrando la
divisa strappata in più punti.
“Non penso sia una buona idea che sia
io a occuparmene,” rifletté Tonks. “Sono un disastro nelle cose
domestiche.”
Merula storse la bocca.
“C'è qualcosa in cui non sei un
disastro?”
Tonks finse di riflettere a fondo sulla
questione. Il sarcasmo di Merula non l'aveva ferita, dato che aveva
ripetuto quello che Tonks stessa ricordava a tutti con la stessa
assiduità con cui Madama Bumb parlava della morte. Era la parte
migliore dell'essere autoironica: era invulnerabile.
Erano rimaste sole nel Campo di
Allenamento, in lontananza si sentivano le chiacchiere dei loro
compagni che si affrettavano per raggiungere la Sala Grande per il
pranzo.
“Fammici pensare...” Tonks si
interruppe facendo un piccolo salto. Qualcosa di caldo e peloso le
aveva sfiorato una gamba.
“Mrs Purr!” esclamò, non troppo
sorpresa. Strizzò gli occhi per controllare se Madama Bumb fosse
ancora nei paraggi, meglio che non fosse lei a raccogliere le
lamentele di...
“... di tutti gli esseri più
repellenti...” grugnì una voce sgradevole.
“Ah, il Custode,”
sbuffò Merula, lanciando a Gazza uno sguardo sprezzante. “Persino
peggio di un Sanguemarcio.”
Gazza arrossì fino alla cima della
pelata. Riportò lo sguardo arcigno su Tonks.
“Oh, brava, Mrs Purr, sapevo che era
lei la colpevole. Lo so io e presto lo saprà anche il professor
Piton e allora saranno guai per qualcuno,” ghignò. Le
squadrò entrambe. “State complottando? Non c'è da stupirsi, siete
fatte della stessa pasta, non è vero? Seguite le orme dei vostri avi
e farete la stessa fine. Se solo mi fosse permesso punirvi come si
deve...” continuò a borbottare mentre rientrava nel castello.
Tonks si era quasi dimenticata di aver
vuotato una sacca di Doxy nell'ufficio di Gazza prima della lezione
di volo, ora si sentiva molto meglio! Il sorriso le morì sulle
labbra quando si accorse che Merula aveva cambiato espressione.
“Siamo fatte della stessa pasta. Noi
due,” ridacchiò la ragazza, scuotendo incredula la chioma più
scarmigliata del solito. “Quello è più idiota di quanto
pensassi.”
Tonks strusciò un piede per terra.
“Può essere...” mormorò.
“Andiamo, è ridicolo paragonarti a
me.”
Tonks non aveva mai parlato con nessuno
di quello, anzi, ci teneva
che restasse segreto. Il punto era che tacere non era il suo forte
almeno quanto non lo era concentrarsi.
Merula aggrottò la
fronte.
“A che avi si
riferiva?”
“I tuoi
genitori... so che sono ad Azkaban,” osservò Tonks, sforzandosi di
restare sul vago.
“Lo sanno tutti,
sono stata sulla Gazzetta del Profeta, io. Dopotutto, sono la
strega più potente di Hogwarts...” s'interruppe, gli occhi color
rubino ridotti a due fessure. “Anche i tuoi parenti sono in
carcere?”
Tonks non riuscì a
tirar fuori nulla di meglio di un sorrisetto imbarazzato.
L'attenzione di
Merula si focalizzò totalmente su di lei, forse per la prima volta
da quando si conoscevano riusciva a distinguerla da uno Snaso.
“I miei genitori
non hanno mai nominato dei Tonks e il tuo cognome non è mai apparso
sulla Gazzetta del Profeta quando si parlava dei processi ai
Mangiamorte. Ne sono certa.”
“E per fortuna.
Mio padre è un Nato Babbano, sulla Gazzetta al massimo sarebbe
potuto finire negli elenchi delle vittime della guerra.”
Tonks non represse
un brivido. Era abbastanza grande da ricordare con chiarezza la
Guerra Magica e il terrore nel quale vivevano gli adulti. Era allora
che aveva provato per la prima volta l'impulso di difendere le
persone come suo padre.
Merula si
spazientì.
“O chiarisci la
questione o taci. Per sempre, possibilmente. Forse manderò un gufo a
mia zia per capire di cosa si tratta.”
Tonks si sforzò di
ridacchiare, come se trovasse la questione terribilmente buffa.
“Non lo farai. Io
non sono così importante, giusto? Non eri mica occupata a cercare la
Mappa del Mandarino o qualcosa del genere?”
“Del Malandrino,
idiota! Certo che Luca Prosciutto se le sceglie bene, le amiche...”
grugnì, scansandola con una spallata.
Tonks si accorse di
aver trattenuto il respiro. Merula non avrebbe mandato nessun gufo
alla zia, non doveva preoccuparsi di quello, il suo segreto era al
sicuro. Nessuno avrebbe scoperto che Bellatrix Lestrange era sua
parente. A parte Gazza. Hagrid. Gli insegnanti. Nessun ragazzo
le bastava.
Era stressante
avere qualcosa da nascondere, soprattutto quando dovevi nasconderlo
anche agli amici, perché dopo lei non sarebbe più stata la
solita Tonks ai loro occhi. Immaginò gli scherzi che faceva a Gazza
reinterpretati in chiave malvagia, ad esempio.
A proposito, gli
ultimi acquisti di Zonko l'aspettavano nel dormitorio, nascosti sotto
al suo materasso...
Durante le lezioni
del pomeriggio provocò la consueta dose di pasticci. Per aver
inavvertitamente rovesciato un calderone di Pozione Sgonfiotto, che
le era riuscita alla perfezione e Piton l'aveva notato prima che
finisse tutta sul pavimento, le erano stati sottratti dieci punti.
Inoltre Piton avrebbe deciso entro sera la punizione che spettava
alla signorina Ninfadora. Dunque Gazza aveva mantenuto la
promessa di fare la spia al professore.
Tonks picchiettò
con meno allegria del solito contro le botti del corridoio delle
cucine al ritmo di 'Tosca Tassorosso', ma quella che nascondeva
l'ingresso alla sua Sala Comune si spostò ugualmente. A Tassorosso
erano tutti gentili, botti comprese.
“Ehi, Tonks,
andiamo in biblioteca a studiare, vuoi venire con noi?” le domandò
Oliver, incrociandola.
“Studiare? In
silenzio, intendi?”
Il ragazzo assunse
un'espressione preoccupata.
“Assolutamente,
Tonks. Non voglio essere cacciato dalla biblioteca, i G.U.F.O.
incombono!”
Tonks non
sopportava la Pince. Si rifiutava di sottostare alle regole di una
persona che si batteva per vietare l'ingresso alla biblioteca agli
studenti, quando esisteva apposta per loro!
“In silenzio non
posso. È questione di principio,” decise.
“Non so come fai,
dovresti prepararti per i G.U.F.O.” l'ammonì Oliver preoccupato.
Tonks salutò il
gruppetto e si avvicinò soprappensiero al centro del locale, non
aveva nessuna intenzione di rovinarsi la giornata preoccupandosi per
i G.U.F.O.
La luce che entrava
dalle tonde finestre radenti il giardino del castello finiva dritta
coma una lama su una serie di opuscoli sul tavolino davanti al
caminetto. Ricordò che quella mattina, quando era inciampata nel
tappeto dorato su cui posava il tavolino, non c'erano.
'Addestratore di
Chimere! Perché avere una vita lunga quando puoi averne una
eccitante?' tuonava uno. 'Hai senso dell'umorismo? Le
Relazioni Babbane potrebbero fare per te!' c'era scritto su un
altro.
Notò che davanti
alla bacheca si era radunata una piccola folla.
“Che succede?”
domandò a Penny.
“Martedì
inizieranno i colloqui di orientamento professionale,” le spiegò.
“Controlla a che ora ti aspetta la professoressa Sprite.”
I battiti del cuore
di Tonks accelerarono come durante le lezioni di Volo.
“In che senso?”
mormorò.
“Dobbiamo
parlarle dei nostri progetti per il futuro,” sospirò, triste. “Io
non ho proprio testa in questo momento per rifletterci seriamente...”
poi si sforzò di sorriderle. “Certo tu, con la tua passione per
gli scherzi, avrai già le idee chiare.”
Tonks batté le
palpebre.
“Oh sì. Far
divertire la gente è la cosa che mi riesce meglio. Le persone
simpatiche, se non altro. A proposito, c'è della roba che mi aspetta
in camera e che vorrebbe uscire a fare un giro con me,” disse e
sgattaiolò nel dormitorio.
Era sola, per
fortuna. Si buttò sgraziatamente sul letto, la faccia affondata nel
cuscino.
Il suo più grande
desiderio era diventare un'Auror, ma non l'aveva mai confessato a
nessuno. Combatteva con difficoltà che nessun altro studente di
Hogwarts mostrava: restava l'unica a rischiare ancora la vita a ogni
lezione di Volo e a rompere vasi a Erbologia, quanto a Pozioni, era
dal secondo anno che Piton non la lasciava più avvicinare alle sue
scorte personali. I suoi voti non erano affatto male, però, anche se
era eccezionale solo in Trasfigurazione e solo grazie ai suoi poteri
di Metamorfomagus. Perderli, era la sua più grande paura. Cos'era,
tolti quelli? Una ragazza goffa in maniera patologica e con nessun
particolare talento, che collezionava guai. Si era informata
discretamente – per i suoi standard, s'intende – tramite Rowan,
che aveva scritto saggi praticamente su ogni argomento possibile ed
era sempre felice di farli leggere a qualcuno. Avrebbe dovuto
prendere almeno cinque M.A.G.O. per avere qualche possibilità di
passare la selezione del Ministero e Piton l'avrebbe ammessa al corso
superiore solo con un Eccezionale, inoltre supponeva che un'Auror
dovesse saper volare più che discretamente e non abbattere qualunque
cosa incontrasse lungo il cammino quando si spostava a piedi.
Allungò un braccio
e fece scivolare la mano sotto al materasso. Riconobbe i rassicuranti
contorni di una Caccabomba e fu presa dall'impulso di correre subito
fuori, nel corridoio delle cucine, a seminare un po' di caos.
Era quello che
tutti si aspettavano da lei. Nel Campo di Allenamento si era
domandata cosa la spingesse a comportarsi male e dovette ammettere
che uno dei motivi, forse il principale, era che era facile e
divertente spostare la propria attenzione e quella dei suoi compagni
dalla sua vera ambizione. Considerava l'identità di combinaguai che
si era costruita la sua prima missione sotto copertura e ne era
orgogliosa, oltre che appagata.
Persino i suoi
amici la vedevano come futura impiegata di Zonko e non le sarebbe
spiaciuta affatto quella carriera, per cui se non fosse riuscita a
diventare un'Auror non ci sarebbe rimasta troppo male. Forse.
***
“Bene, Tonks,
accomodati,” la invitò la professoressa Sprite, studiandola da
sotto il cespuglio di capelli grigio ferro. Il Frullobulbo posato
sulla sua scrivania muoveva i tentacoli in maniera iptonica. “Ti
vedo allegra.”
Tonks fu felice di
dare quell'impressione, perché in realtà si sentiva estremamente
nervosa. Scostò la sedia dalla scrivania dell'insegnante e si
sedette per terra. Le andò meglio al secondo tentativo.
“Ho saltato la
lezione di Pozioni, grazie a questo colloquio!” spiegò in tono
squillante.
“Capisco,”
commentò la Sprite con un sorriso. “Dimmi, hai riflettuto sul tuo
futuro? Sono qui per darti dei consigli per raggiungere il tuo
obiettivo.”
“Ehm...”
“Su su, coraggio.
Qual è, ad esempio, la materia che preferisci?”
Tonks disse la
prima cosa che le passò per la testa:
“Ho più volte
affermato che Storia della Magia è il corso peggiore di Hogwarts...
oltre a essere il mio preferito. Può chiedere a chiunque.”
La risposta parve
non soddisfare la professoressa.
“Cosa ti attira
di quella materia?”
“Trasformarmi in
un professore per divertire gli amici e distribuire dolcetti,” le
spiegò la ragazza, accorgendosi di quanto fosse sciocco solo dopo
aver parlato.
L'adulta giunse le
mani sulla scrivania e la fissò con uno sguardo severo. Oltre al
Frullobulbo c'era, sopra e attorno alla sua scrivania, una selezione
delle piante che coltivava nelle serre e a Tonks sembrò che anche
loro la stessero giudicando.
“Forse dovresti
concentrarti sulle materie dove ottieni i risultati migliori.”
“Tipo
Trasfigurazione?” Tonks si mordicchiò il labbro. “Mi aiuterebbe
se volessi diventare, diciamo, un... un'Auror?”
La Sprite fece
un'espressione strana. Tonks immaginò che stesse trattenendo una
risata, perché era quello l'effetto che aveva in genere sulle
persone.
“Sul serio,
Tonks? È difficile capirlo, con te.”
“Mmmh,” fece
lei. “Forse ho esagerato. Forse dovrei lavorare per Zonko...”
L'adulta la scrutò
a lungo, in silenzio.
“Fingiamo per un
momento che la tua ambizione sia di essere un'Auror.”
“So che
non mi sono mai distinta,” chiarì precipitosamente Tonks, “al
contrario della maggior parte dei miei amici. La professoressa
Rakepick non sa neppure che esisto e Difesa è sicuramente più
importante di Trasfigurazione...”
La Sprite la invitò
a calmarsi.
“La carriera di
Auror è tra le più complesse, Tonks. Solo i migliori vengono
ammessi al corso.”
“Okay.”
“Il corso dura
tre anni. Significa passare altri tre anni sui libri dopo il
diploma.”
“La Pince dirige
anche la biblioteca del Ministero?” s'informò Tonks.
“Cosa? No.”
“Allora forse si
potrebbe fare...”
La Sprite sembrò
combattere tra la voglia di darle una scrollata e scoppiare a ridere.
“Sta pensando che
mi mancano alcune qualità, vero? Come con la storia del Prefetto,”
indovinò Tonks.
“Sto pensando,
Tonks, che non sei pronta per questo colloquio. Lo posticipiamo, così
che tu possa schiarirti le idee. Hai una sola vita a disposizione,
credo che ne valga la pena.”
“Sì,
professoressa,” mormorò Tonks, immaginandosi la sua vita come una
lunga strada senza svincoli, dove era vietato fare retromarcia.
“Un consiglio,
prima di andartene. Inizia a prenderti un po' più sul serio.”
Tonks uscì,
pensando che darle retta significava rischiare di essere ferita. Si
chiese se c'era la possibilità che, dopo aver sgobbato per anni, al
Ministero la rifiutassero perché nipote della più appassionata e
crudele tra gli scagnozzi di Voldemort.
Non aveva alcuna
intenzione di tornare nell'aula di Pozioni, così sgattaiolò al
piano terra, dove i ragazzi di Grifondoro si stavano radunando dopo
la lezione di Incantesimi.
“Oh oh, ciao,
Tonks! Che si dice?” l'accolse Charlie Weasley allegro.
“Felice di non
aver dovuto volare, oggi!”
Charlie, Rowan e
Luca la invitarono ad accomodarsi con loro nella Sala Grande, dove
altri ragazzi erano radunati in gruppetti sparsi qua e là, alle
prese con libri e pergamene.
“Sei l'unica
Tassorosso,” notò Rowan perplesso.
“Gli altri sono
ancora a Pozioni,” sbuffò lei. “A me è andata bene, ero
nell'ufficio della Sprite.”
“In che guaio ti
sei cacciata, stavolta?” chiese Charlie.
“Nessuno,
purtroppo. Ero al colloquio di orientamento.”
I ragazzi erano
eccitati dalla novità. Tonks li invidiò: Charlie sarebbe diventato
un dragologo, Luca uno Spezzaincantesimi e Rowan un insegnante. I
suoi amici avevano le idee chiare, erano talentuosi e guardavano alla
loro futura carriera con fiducia. Immaginò come si sarebbe sentita
se fosse stata come loro e provò una sensazione di sollievo tanto
potente da sentirsi sollevare in aria. Pensò che se fosse riuscita a
trattenere quella sensazione ne avrebbe giovato anche il suo precario
equilibrio, ma purtroppo non bastava immaginare, doveva sentirsi
realmente come loro... precipitò, pensando di essere l'unica persona
insicura dell'intero castello.
Nel tentativo di
restare a galla cedette all'impulso di confidarsi con i suoi amici:
“Indovinate un
po' che professione ho scelto?” e prima che potessero aprire bocca,
esclamò: “Auror!”
Luca, Charlie e
Rowan si sporsero automaticamente per congratularsi con lei, poi si
scambiarono un'occhiata e scoppiarono a ridere contemporaneamente.
Pensavano che Tonks si stesse prendendo gioco di loro, scherzava
sempre!
Anche lei rise. Di
se stessa, delle proprie ambizioni. Era quello che le riusciva
meglio, dopotutto, l'allegria incrinata da un vago timore. Se avesse
fatto la scelta più facile, lavorare per Zonko, e tra dieci anni si
fosse trovata a domandarsi: è tutto qui?
Note
d’Autore: Il titolo della storia è
l'adattamento di una battuta del libro: I coraggiosi saranno
perdonati, di Chris Cleave. La professoressa Rakepick è
l'insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure del quinto anno. A volte
tiene lezioni speciali per gli alunni che reputa migliori e Tonks non
ha mai fatto parte del gruppo. Dai libri sappiamo che diventerà
un'Auror, ma la professione nella trama principale del gioco non
viene mai collegata a lei, al contrario di quanto succede con Bill e
Charlie, ma solo nei mini-giochi per ottenere gemme e energia, ossia
nelle partite a Gobbiglie, dove il nostro personaggio le dice che
diventerà Auror per distrarla e quando beviamo Burrobirra ai Tre
Manici di Scopa. Una persona che non avesse letto i libri non avrebbe
idea di qual era l'ambizione di Tonks. Non a caso, tra le opzioni,
nel 'Bevi una Burrobirra' c'è anche quella di Tonks come futura
commessa di Zonko, nel gioco pare che le importi solo di fare
scherzi, o quasi. Incontriamo Tonks a lezione di Erbologia, di Storia
della Magia, Difesa e, a volte, a lezione di Volo. Tonks parla di se
stessa sottolineando sempre e solo la propria goffaggine, a darle
retta dovrebbe essere un disastro in tutte le materie, ma non può
essere così, dato che prenderà i G.U.F.O necessari ad accedere ai
corsi superiori di almeno cinque materie, con un Eccezionale in
Pozioni. Nel mio headcanon sarà Penny ad aiutarla con Pozioni e
Tonks aiuterà lei con Trasfigurazione, materia in cui Penny non
eccelle e Tonks secondo me sì. Ricordo una lezione dove la McGranitt
la esenta dall'imparare l'incantesimo perché è una Metamorfomagus e
non ne ha bisogno. L'unico corso in cui è evidentemente in reale
difficoltà è Volo. Durante il quarto anno Tulip, una ragazza di
Corvonero a cui piacciono gli scherzi quanto a Tonks, suppone che sia
stata lei a commettere una bravata che comprendeva volare con la
scopa sul Lago Nero, ma Tonks, spaventata, pensa che non l'avrebbe
mai fatto perché non ne era in grado e non voleva finire mangiata
dalla Piovra Gigante. Alla fine del terzo anno scopriamo anche qual è
il Molliccio di Tonks: perdere i suoi poteri di Metamorfomagus, che
secondo me è un particolare molto significativo. È una ragazza
talentuosa ma estremamente goffa, che si fa scudo del problema con
l'autoironia, e si aggrappa al rarissimo talento che possiede e che
la rende speciale. Riguardo a Bellatrix, Tonks a un certo punto
racconta al nostro personaggio che bersaglia Gazza di scherzi perché
lui se la prende con lei a causa di una sua parente che gli aveva
dato problemi quando frequentava Hogwarts. Quando le chiediamo di chi
si tratta cambia argomento, ma noi sappiamo che si riferisce alla
zia.
Tirando le somme, ho integrato le
informazioni di Hogwarts Mystery con quello che sappiamo di Tonks dai
libri, sperando di essere riuscita a renderla il più possibile IC.
Essendo all'inizio del quinto anno, non so cosa succederà in
seguito.
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