Brevi giorni

di sofismi
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Taglio; 

 

Mi guardo allo specchio e sorrido amaramente, il piccolo taglio sul labbro fa più male del solito. Forse non dovrei stuzzicarlo, dovrei smettere di togliere la crosta, però è più forte di me e la gratto via. Sorridendo ancora, tra il bruciore e un sacco di sangue, mi siedo sul cesso. 

“Che idiota, non devo più toccarla.” 

Mentre faccio pipì tampono la ferita con la carta igienica. Ricordo bene quando è apparsa: mi avevi baciata, un singolo, piccolo bacio e poi mai più. All’inizio non faceva così male, era piccola e innocua, ma con il passare del tempo ha iniziato a fare sempre più male, a perdere sempre più sangue. 

“Mi ucciderà,” mi ripeto. 

Il tempo passa e io sono ancora viva e vegeta. Seduta sul cesso penso ancora alle tue labbra: umide e calde il giusto, ma subito il taglio inizia a pulsare e a farmi così male che devo costringermi a smettere di pensarci. Presto il sangue smette di colarmi in bocca e posso sospirare. 

Avevo paura di non vedere mai più quel segno andare via, e poi finalmente ti ho avuto di nuovo davanti. Ti ho salutato e quando tu ti sei sporto di nuovo per baciarmi mi sono spostata. Ancora non ti ho perdonato questo doloroso scherzo. Ho paura di soffrire di più se ti baciassi di nuovo, e io non voglio soffrire. Però i tuoi occhi, le tue labbra, le tue mani, tutto di te mi dice di baciarti. 

Scappo, scappo sempre, ma al centro del labirinto trovo di nuovo te. Il labbro pulsa, il sangue cola, e anche se a te fa un po’ schifo ti bacio lo stesso. Le tue labbra sono umide e calde il giusto, il taglio non pulsa, la mia bocca non sa di sangue. Quando ci stacchiamo sorrido, e sorridendo ti bacio ancora.


N. d. A. 
Questo racconto è corto corto ma ci tenevo lo stesso a pubblicarlo. 
Forse, tra tutti, è la pecora nela: quello strano, quello diverso, ma io ci tengo ugualmente. 
Come sempre: fatemi sapere cosa ne pensate! 
-a 




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