Sebastian centric
Tanto per incominciare bene anche in questo fandom, inizio con una ff nonsense.
Quanto sono contenta di me.
Ne avevo semplicemente bisogno, in questa serata del menga.
Spero possiate perdonare lo sclero di questa povera pazza ^^’’
Ps: spero
solo che My Lady non mi voglia uccidere se mi sono permessa di
dedicarle questo obbrobrio… Mi perdoni nel caso molto probabile
che la deluda u_u Sono solo un Perfetto Maggiordomo ^^
(*)Testo e canzone de Within Temtation, “Our solemn hour”
Sanctus Espiritus
Sanctus Espiritus, redeem us from our solemn hour
Sanctus Espiritus, insanity is all around us
Sanctus Espiritus, is this what we deserve,
Can we break free
From chains of never-ending agony?(*)
Occhi.
I tuoi occhi rossi, rossi di fuoco che tutto brucia, anima e corpo,
ogni cosa, ogni cosa si presenti davanti a loro, impudente e temeraria,
si posano lascivi, così volgari, così indiscreti su
quella figura color del sangue, porpora scuro, appassionato, intenso e
corposo.
Tutto è rosso, sangue che gocciola dalla pelle tingendola di
linfa vitale, sangue che esce dal corpo abbandonandolo per nuovi lidi,
per dissetare la terra affamata, per placare, saziare la sua voglia
ingorda e mai placata.
I tuoi occhi osservano, senza smuoversi, senza commuoversi, senza provare la minima emozione.
Non sono caldi come il fuoco, non come il sangue che pompa il cuore umano.
Donano la dannazione, donano la perdizione più profonda e sentita, nera d’inchiostro, nera di nulla.
Ma gli occhi di un demone non possono essere mossi dai vili, vili e inutili sentimenti umani.
Restano fermi, implacabili, senza pietà alcuna, fissi sopra la
preda che strappano a brandelli, che disintegrano senza remora di
sorta, senza pentimento.
Non è vita quella che scorre nelle tue vene, non è passione, non è ragione. Non amore né paura.
Dei sentimenti umani, dei loro artefatti insulsi, davvero non sapresti che fartene, Sebastian.
E i tuoi occhi rossi sembrano quelli di una Bambola di porcellana,
così magnifici, così sublimi, così
perfetti… così morti.
In my darkest hours I could not foresee
That the tide could turn
So fast to this degree
Can’t believe my eyes
How can you be so blind?
Is the heart of stone, no empathy inside?
Time keeps on slipping away
And we haven’t learned
So in the end now what have we gained?(*)
Sorriso.
Quella curva delle tue labbra così delicata, così
mansueta, è una maschera perfetta, che cela a meraviglia
ogni pensiero, ogni intenzione.
Pallida, la bocca si arriccia ai lati nell’espressione ribelle di una discreta rivolta.
Non è permessa parola di scherno, non è permessa l’insinuazione del dubbio, seppur minimo, seppur naturale.
Non c’è natura in te, che non sia divina o maligna, ma
d’altronde i demoni, una volta, erano pur angeli…
Si aprono, le labbra, spaccando il sorriso, aprendolo in due e muovendosi, calme e rilassate.
-Yes, my Lord…-
Ripetuto più e più volte, il rito sacro che rende il
Contratto intoccabile, inviolabile. L’unica tua vera ragione di
vita, l’unica cosa che ti piega in ginocchio.
Il capo si piega, il corpo si prostra, la volontà concede
l’illusione della sottomissione, della resa incondizionata. Come
se fosse una parola data ad un umano ciò che veramente ti
vincola a questa terra degenerata, che tanto disprezzi.
Demone, le tue labbra desiderano solamente chiudersi a mangiare, a
saziarsi fino allo sfinimento, mordere fino alla morte il tuo piccolo
padrone.
Come atto estremo di lealtà e servitù incondizionata.
Ma ancora non è il momento, ancora possono concedersi il solo
lusso di un sorriso sghembo, nascondendo, reprimendo la fame a tempi
migliori. L’attesa non fa che rendere la preda più
saporita, la fame più acuta.
E il desiderio più vivo dentro la tua anima nera.
Are they themselves to blame,
the misery, the pain?
Didn’t we let go,
Allowed it, let it grow?
If we can’t restrain
The beast which dwells inside
It will find it’s way
Somehow, somewhere in time
Will we remember all of the suffering
Cause if we fail it will be in vain(*)
Mani.
Le mani sono il segno ultimo del tuo infido peccato. Una di loro
è macchiata, è marchiata di un simbolo che non si
può lavare, non si può cancellare neanche con la
volontà integerrima.
E’ il simbolo che ti lega a questo mondo, è la garanzia della ricompensa una volta portato a termine il tuo lavoro.
Le tue mani, demone nero, nero, sono coperte di sangue rosso, sono
ricoperte del sangue degli uomini a cui per quel Contratto hai
strappato la vita, hai tolto il respiro.
La tua falce ha estirpato l’erbaccia che cresce in questi campi
floridi, e pur di eliminarla totalmente ha raccolto, strappato fin
dalla radice anche la tenera erbetta, la dolce rosa che si dilungava
dal terreno.
Impietose, comandate da una volontà senza riguardi.
Non accarezzano la pelle, non servono al piacere sincero che si dona al
corpo degli amanti, non lo sanno fare, non lo sanno più fare.
L’amore è il sentimento dei vivi, ciò che smuove
una mano a raccogliere i petali dei fiori appassiti.
Le tue mani, Demone, sanno solo strappare, ferire, umiliare.
Non c’è vita, non c’è vita in quelle mani, in quel corpo divino.
Sanctus Espiritus, redeem us from our solemn hour
Sanctus Espiritus, insanity is all around us
Sanctus Espiritus, is this what we deserve,
Can we break free
From chains of never-ending agony?(*)
Oh, Spirito Santo, Spirito Divino…
Donaci la pace, donaci la Pace nel momento della morte, togli questo dolore, togli questo dolore atroce.
Demone assetato di sangue, se ti dono la mia vita, farai finire le mie pene?
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