Lacerante
silenzio
Le
pareti bianche dell’infermeria lenivano l’eco
dell’incandescente
sensazione della tua anima che ritrovava la via per il tuo corpo.
«Signorina
Weasley,» la voce pacata del preside richiamò a
sé l’attenzione.
«Per il bene suo, e di Harry, mantenga il segreto.»
Sgomenta,
leggesti la consapevolezza in quegli occhi glauchi; volgesti il capo
e, per un secondo, ti perdesti dietro la figura di Harry e i suoi
capelli impossibili.
«Certamente,
signore,» sussurrasti decisa, e il sollievo che percepisti
nell’uomo
spense in te ogni possibile ribellione.
Non
capisti l’importanza di quel patto finché non
scambiasti il tuo
primo bacio con Harry. Sentisti l’anima arroventarsi nel
patetico
tentativo di sgusciare via e invece cozzava contro un muro
invisibile. Fu lacerante, e singhiozzasti senza pudore, ingoiando
saliva e parole che premevano per librarsi nell’aria.
Fuggisti
via con lui dalla soffocante allegria dei compagni di Casa, dal
corrosivo ricordo di un inchiostro rosso che vergava pagine
ingiallite dal tempo.
«Mi
hai mentito,» urlasti e l’eco giocò a
nascondino con le colonne
grige.
«Ho
assecondato il tuo desiderio, questo non è
mentire,» rispose
mellifluo mentre ondeggiava verso di te. «Tra poco
sarà qui e
vivrai per sempre con lui.»
Socchiudesti
gli occhi, assaporando nella tua innocenza quelle subdole parole.
La
stanza polverosa era illuminata da un fuoco vacuo azzurrino e le
ombre di due corpi abbracciati fluttuavano nervose sui muri di
pietra. Fu un lento inseguirsi, un tenero sfiorarsi, un dolce
lasciarsi annullare. Foste nudi, carne contro carne, anime e sospiri
aggrovigliati in un gioco più antico del tempo.
Le
sue mani callose ti liquefacevano la pelle creando invisibili
sentieri che portavano a parole che non avresti mai più
pronunciato.
Che
non avresti mai dovuto pronunciare.
Eppure,
in entrambi i casi, soccombesti al medesimo invito, alla medesima
supplica, alla straziante esigenza di sentirsi vivi e liberi.
«Non
farà male?» chiedesti ingenuamente, quasi tornando
sui tuoi passi.
«No,
sarà come vivere un sogno che non ti appartiene. Chiudi gli
occhi e
pensa a Potter. Finirà tutto in un attimo,» disse
suadente in una
lingua carezzevole e spigolosa.
«Sono
pronta,» sorridesti fiduciosa.
Harry
ti sta amando con passione, e il sangue diventa lava bollente che non
riesce a sciogliere il tuo peccato, il tuo bruciante segreto.
Perché
Tom ha conquistato una parte di te che non apparterrà mai
più a
nessuno.
Per
quanto tu lo voglia, per quanto tu lo desideri.
Puoi
fingere con tutti ma ciò che il tuo cuore cela è
corrosivo come la
Bevanda della Disperazione.
E
quando tutto il tuo mondo esplose in un’abbagliante luce
bianca, tu
non gridasti ma stringesti forte le labbra imprigionando la lingua
tra i denti. Perché non potevi essere sincera e la
verità sarebbe
morta con te.
«Mi
dono a te, Tom.» E lui non attendeva altro per tornare a
risorgere.
E
quando Harry partì senza te, lo lasciasti andare chiudendo
un nuovo
chiavistello sul tuo dolore. Perché tu lo volevi, volevi
l’eternità
decantata da Tom. Perché il tuo stesso nome è un
simbolo straziante
di infedeltà.
“Non
c’è più grande agonia che recare una
storia non raccontata dentro
di te” – Maya Angelou
Note
dell’autrice: questa storia partecipa al
contest Nella mia
libreria indetto da blackjessamine sul forum con il pacchetto S.
Zweig: Bruciante segreto / Albus Silente – Ginny Weasley.
Ho
voluto raccontare due momenti della vita di Ginny intrecciandoli tra
loro.
Ho
immaginato un ipotetico scenario avvenuto nella Camera dei Segreti
dove, l’interazione tra lei e Tom, porta Ginny a credere in
tutto
quello che le dice fino a farla acconsentire volontariamente alla
propria morte. In cambio sarebbe stata per sempre insieme a Harry.
Di
contro, ho ricreato il momento in cui sono diventati una coppia e ho
cercato di descrivere i sentimenti contrastanti di Ginny: vorrebbe
essere leale con Harry, ma non potrà mai esserlo del tutto
perché
dentro di sé nasconde un orribile segreto.
Spero
di essere riuscita nel mio intento.
Disclaimer:
l’immagine non è mia ma appartiene agli
aventi diritto:
‘feel-my-pain by-andrewphoto.