Ti prego non farlo

di haru_chan19
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Ricambiai il suo sguardo senza sapere cosa dire; i suoi occhi continuavano a bruciare.
«Sai che questo non succederà» mi tremò la voce. La presa sulla maglietta non allentò. «io… io non ti lascerò solo». deglutii rumorosamente «Mi dispiace per oggi… non avevo visto il pilastro e… e… non ho pensato a nulla. Sembrava una missione semplice e alla fine lo è stata però… non pensavo di averti fatto del male»
«Poteva essere una trappola» riprese a voce bassa «i nemici stavano combattendo proprio nel palazzo accanto, potevano far saltare in aria l’edificio, poteva crollare tutto il palazzo in un colpo solo, potevi non uscire in tempo…»
«Ti ho detto che mi dispiace! Cosa posso fare più di questo?» il tono della voce si stava alzando sempre di più. «Sai che quello che facciamo è pericoloso, sai i rischi che corriamo anche solo camminando per strada, cosa devo fare? Smetterla? Non agire perché ‘pericoloso’? Ci sono persone che non si possono difendere, ci devo pensare io a loro!»
«Sveglierai tutti così…» sussurrò, facendomi notare il tono di voce decisamente troppo elevato.
«Non mi importa!» pausa «Se non ti va bene come agisco e le responsabilità che mi assumo puoi anche non starmi sempre attaccato!»
Dal corridoio arrivarono dei passi, che rallentarono vicino alla porta.
«Guarda che sei tu quello che mi ronza sempre attorno!» rispose mollando la maglia e spingendomi contro la porta che si aprì, facendomi cadere a terra. Un paio di occhi verdi curiosi mi scrutarono.
Mi alzai subito in posizione d’attacco e scattai dentro la stanza richiudendomi la porta alle spalle. Spinsi Bakugou verso la finestra, restando a circa un metro da lui.
«Adesso chiariamo questa storia.»
 
La porta continuava a venir scossa da pugni. Midoriya aveva assistito alla scena e, testardo com’era, ora voleva intervenire.
«Vattene Deku! Questa storia non ti riguarda!» urlò Bakugou. Dopo qualche minuto di ulteriori percosse, Midoriya lo ascoltò e si allontanò borbottando qualcosa di poco chiaro.
Allora riprese a fissarmi, dichiaratamente in tono di sfida. Non cedetti. Alla fine ero abituato a reggere quelle pupille penetranti, ma non le avevo mai viste così ferite. Si percepiva un qualcosa di spezzato, di irrecuperabile.
«Perché non mi dici chiaramente cosa ti fa stare così» chiesi a bassa voce.
«Sta zitto! Non ho certo delle spiegazioni da darti!» rispose subito gesticolando.
«Oh no, adesso invece parli eccome… vogliamo fare a chi ha la testa più dura? Perché vinco io sai?»
Bakugou non rise. Non che fosse una battuta di chissà che spirito ma mi aspettavo almeno un ghigno. «Credi ancora che io non lo sappia? Che non sappia come ti sei sentito dopo il rapimento, dopo la decisione di All Might di lasciare il suo ruolo, dopo la litigata con Midoriya? Credi davvero che non mi sia accorto che è cambiato qualcosa? Che sei cambiato?» pausa. Un passo verso di lui. «Già, l’impenetrabile Bakugou, l’imbattibile Bakugou ha un’anima, chi l’avrebbe mai detto eh? Ti sei spezzato, Katsuki, succede a tutti. È inevitabile in una condizione come la nostra. Abbiamo l’età per spezzarci, per farci male, stiamo ancora crescendo. Credi che a me non sia succ-»
«Da cosa?» disse avvicinandosi.
«’Da cosa’ che?»
«Da cosa te ne sei accorto?» aggiunse
«Avanti! Ho passato molto tempo con te, so quando qualcosa non va. I tuoi gesti, le tue parole non sono mai state così controllate come nell’ultimo periodo. E poi il tuo sguardo era perso e spesso triste. Perché non me ne hai parlato?»
Silenzio. Di nuovo nei suoi occhi era comparso il vuoto. Feci un passo avanti a voler attirare la sua attenzione. Ma non ricevetti nessuna reazione. Sussurrai qualcosa ma ancora nulla. Alzai la mano a toccargli la spalla, ma scattò all’indietro al contatto, sbattendo contro lo stipite della finestra. Alzò la testa di scatto fissandomi e andando oltre con lo sguardo, oltrepassando i miei tentativi di capirci qualcosa. La fronte gli si era imperlata di sudore e la mano, ora appoggiata alla mia, tremava.
«Katsuki calmati… guardami» sussurrai. Lentamente i suoi occhi umidi ritrovarono i miei.
«Te ne puoi andare?» sussurrò.
«No… non posso farlo. Resto qui» dissi sedendomi per terra ai piedi del letto. «Spostami se ci riesci» aggiunsi ghignando.
«Crepa» rispose sedendomisi accanto. «No» aggiunse poco dopo «Ti prego non farlo»
 



***
E con questo capitolo si conclude questo piccolo percorso KiriBaku. Grazie per averla letta e spero vi sia piaciuta! 




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