Inwards.

di Rocket Girl
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Vorrei essere una di quelle persone che sanno chi sono, sai. Che fanno la cosa giusta, che dicono la cosa giusta, facili da amare. A volte io mi chiedo se sia possibile, amarmi del tutto. Un po'. Almeno un pochetto. A volte mi chiedo perché non posso essere altro. Perché non ne esco. Sono io folle, o è tutto attorno a me diverso? Non mi incastro, mi va tutto stretto, mi sento troppo grande per ciò che ho attorno, o troppo piccola. Ho del peso in eccesso che non mi fa andare alla stessa velocità di tutti, o che mi fa andare troppo veloce. Ho una parete di carta attorno a me che mi tiene lontana da tutto, ma per me è amianto. Vorrei svegliarmi domani e non sapere chi sono. Non avere niente di me. Sarebbe più facile. Tutto è in frantumi, così uguali fra loro e diversi al tempo stesso da non riuscire ad andare più bene assieme. Sono la farsa di me stessa. Il mondo gira, va avanti ed io non sono carta da parati. Mi sento come il mattone dietro, messo lì nascosto, né dentro né fuori. C'è una voce dentro di me che sibila che mi merito tutto ciò, ed un'altra che urla che non è giusto. Tutto va a volume troppo alto, e non riesco più ad ascoltare. Non riesco più a capire, a sopportare. Sono su una giostra che va troppo veloce, e non riesco più a scendere. Ho perso il senso dell'orientamento, non so più dov'è l'entrata, e non so se l'uscita sia reale. Non so se ci sia un'uscita per me.




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