La Regina e il Montanaro

di LadyDP
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"Che freddo bestiale"

La regina ed il suo innamorato facevano il loro ingresso nella stanza reale.

"Se i miei servitori ti vedono qui penseranno male di me..trova qualcosa da metterti e poi torna subito a casa!"ordinò la sovrana.

"Oh, ma come siete ospitale, maestà"la ammonì lui, dolcemente.

Le strappò un sorrisetto compiaciuto. Quelle piccole provocazioni le piacevano.

"Dove tieni le taglie da uomo?"chiese lui, scherzoso, aprendo con molta nonchalance il suo armadio.

Elsa si sedette sul letto.

"Non fare rumore e cerca. Ci sarà un mantello o qualcosa del genere"sospirò.

Kristoff si tolse i guanti e li lanciò per terra.

Si tolse anche il berretto, e poi, senza badare alle circostanze, si spogliò del giaccone, rimanendo in maglietta leggera.

La maglietta era completamente fradicia, e lasciava intravedere tutti gli angoli e gli spigoli di quel corpo modellato da un mestiere duro ed erodente, consumante.

Elsa lasciò viaggiare la mente.

Immaginò di esser la moglie di quel montanaro così adorabile e goffo, e di star passando una normale sera da coppia sposata con lui.

Di poter essere lì, con lui. Di poterlo vedere spogliato. Di poterlo ammirare senza vergogna e paura.

A lui, come al suo lui.

Al suo lui, in camera sua, che faceva tutto quello che voleva. E questo comprendeva, tutto.

Così persa nei meandri dei suoi pensieri, si lasciò scappare una frase.

"Se vuoi puoi cambiarti anche la maglietta"


Santo cielo, cosa avrebbe pensato ora.

Sembrò non pensare a niente di malizioso.

Ma in realtà stava pensando alla stessa cosa a cui stava pensando lei.

Tirando un pò, Kristoff lasciò intravedere la schiena, sotto a quello straccetto fradicio.

Sudata, sudata e forte, robusta.

Imperfetta, nella sua crudezza, e perfetta, nella sua virilità.

Kristoff si voltò verso l'innamorata.

Nessuno capiva cosa ne fosse di loro.

Erano fidanzati? Erano amici?

Si piacevano? Questo era chiaro a tutti, invece.

Kristoff le sorrise, con quella sua espressione candida e gentile, buona e bonaria. Che le dava sicurezza.

Le fece l'occhiolino, e fu allora che lei cedette.

"Kristoff, io non resisto. Non puoi fare così, qui, davanti a me"

"Come hai detto?"

"Che non puoi fare così"

"No, quello che hai detto prima. Non resisti?"

"N-no" si imbarazzò "non resisto un momento di più davanti a questo spettacolo scabroso" gli disse, spostando lo sguardo, ormai rossa come un peperone.

"Ma se tu hai detto che potevo.."

"Esci! Prendi un maglione ed esci! O chiamerò le guardie!"

Quella ostilità verso di lui era in parte comprensibile.

Dopo tanti anni di timida solitudine non poteva aspettarsi una donna disinibita e sicura di sè, davanti ad un uomo mezzo nudo.

Ma non voleva andarsene.

"Elsa. Perdonami, non volevo metterti in imbarazzo"disse lui, dopo essersi rivestito con un maglione azzurro.

Si avvicinò a lei, sedendosi sul letto.

Elsa si voltò. Non era nudo. Un passo avanti.

Ma il suo viso era pericolosamente vicino a lei.
Tipo, tanto.

Tanto tanto.

"Mi perdoni, Elsa?"

"Oh, tesoro"le uscì, come se stesse parlando con un cucciolo bastonato.

Non avrebbe voluto trattarlo così freddamente.

Un abbraccio quasi spontaneo li unì, seppur lento nei movimenti.

Le loro labbra si toccarono, poi si allontanarono.

"Sei fredda come il ghiaccio"

Un sospiro trapelò dalla sua bocca.

Arrossì, ancora, come e più di prima.

Un nuovo bacio.

"Sono ancora fredda?"

"..no"

Un terzo bacio. Ora la mano di Kristoff saliva lentamente la gamba di Elsa, e lei era impotente a riguardo.




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