Una cara amica
una volta mi ha detto:
certi dolori
sono come crateri,
enormi buchi
che non si riempiono mai.
Allora ho pensato che forse
il mio dolore
ha scavato
fino al centro della terra
si è fatto spazio
fra la sostanza incandescente
e non contento
delle scottature
è uscito dall’altro capo
forte e vittorioso
perché il mio dolore
è un mare in tempesta
io sono un foglio bianco
e il mio dolore è l’unico stronzo
con la penna sempre in tasca
sempre
il mio dolore
è un bambino capriccioso
offeso
e forse ha ragione
perché più volte
ho tentato
di chiuderlo nello stanzino
di lasciarlo a casa
di non portarmelo dietro
di farlo a pezzi
e nasconderlo in freezer
ma si attacca allo stomaco
e si addormenta lì
anche se poi
basta una canzone
e un bacio sulla testa
per svegliarlo
 
Ecco che ho pensato
che forse
il mio dolore
sono io