Scritto col prompt de I prompt del
lunedì per il Giardino di
Efp.
Prompt di B.P.: "Peter va con la sua
classe a teatro a
vedere il balletto russo de Lo schiaccianoci, Natasha fa parte del
corpo di
ballo per una missione sotto copertura".
Cap.12 La danza del ragno
Il cielo si stava oscurando, mentre
s’illuminavano i grandi
tabelloni con le locandine. Le macchine passavano rumorosamente nella
strada
davanti al teatro.
“Ragazzi, non correte e non
spintonatevi. Non fatemi pentire
di avervi portato a teatro” disse Peter con tono severo,
raddrizzandosi gli
occhiali.
“Sì,
prof” disse una ragazza con i capelli blu, facendosi un
selfie.
“In fondo chi non apprezza
il balletto russo” si lamentò un
giovane di colore, roteando gli occhi. Un compagno gli fece eco
ridacchiando.
Peter li richiamò:
“Siate meno sarcastici”.
“Lo ammetta, lo
schiaccianoci è una favola per bambini”
disse un ragazzo dai corti capelli biondi, quasi rasati.
Le luci colorate sempre
più luminose si riflettevano nelle
porte a vetri del teatro.
“Salite sul pullman, vi
raggiungo” l’incalzò Peter.
“Deve parlare con quella
ballerina sexy?” gli chiese una sua
allieva, masticando rumorosamente una chewin-gum. Indicando una donna
che
usciva dal teatro, con una sciarpa al collo.
“Meno battute, è
una vecchia amica” disse Peter, mentre il
pulmino apriva rumorosamente le proprie ante. Si era parcheggiato
davanti a
loro.
< Quanti anni sono passati?
Quanto tempo è che non ci
vediamo? Eppure mi sembra ieri, mi riporta a giorni più
felici. Quando lo
SHIELD esisteva, quando mi sembrava tutto meraviglioso. Ero un
po’ l’Harry
Potter dei primi libri, quando ancora crede che il mondo della magia
sia un sogno
> pensò.
Gli allievi ridacchiarono, Peter
seguì con lo sguardo i
movimenti della sua classe.
Natasha giocherellò con
una collana che le impreziosiva il
collo sottile, indossava un ampio cappello, che le copriva in parte i
lunghi
capelli. Erano biondo platino, ma i boccoli avevano ancora dei riflessi
vermigli.
“Come va,
Parker?” domandò Romanoff a bassa voce.
Peter si voltò verso di
lei, mentre il pulmino chiudeva le
porte con gli studenti dentro.
“Era dai tempi
dell’addestramento che non ti vedevo”
proseguì lei.
Peter si massaggiò il
collo.
“Va. Ho avuto momenti
peggiori” rispose, scrollando le
spalle.
Gli occhi di Natasha vagarono nei
negozi tutt’intorno, scorgendo
un ristorante.
“Anche io… Alle
volte ancora guardo il telefono e penso che
Clint non mi chiamerà come ai vecchi tempi”
sussurrò la ballerina. < Sarei dovuta
saltare e morire io. Non ho più avuto il coraggio di
guardare negli occhi la
sua famiglia >. Avvertì una fitta al cuore e
rabbrividì, sentendo uno
spiffero gelido scendere lungo le sue spalle.
Peter espirò rumorosamente
dal naso, serrando gli occhi.
“C’è
stato un lungo periodo in cui vedevo Mr. Stark ovunque.
Non è facile perdere un mentore come lui, lasciava sempre
una traccia di sé in
ogni cosa di questo mondo…
Mi hanno detto che ora gestisci da
sola gli Avengers” le
disse.
Natasha annuì.
“Ho saputo che ti sei sposato” gli rispose.
“Divorziato. MJ ed io non
ci siamo più ripresi dopo…
l’aborto”.
Peter si mordicchiò il labbro, spostando lo sguardo.
“Faccio ancora il
super-eroe, ma pago le bollette come insegnante”.
Guardò la figura sottile di lei,
stretta in un abito argenteo dal generoso decolté.
“Io sono qui in missione,
sotto copertura. Chiamami Natalie”
soffiò lei al suo orecchio.
“Lo immaginavo, Natalie.
Sai, sei bella come
ricordavo…” disse Peter, sentendo le
orecchie in fiamme.
“Ci provi ancora con me?
Sei recidivo con le ‘rosse’” disse
Natasha, camminandogli intorno ancheggiando. Le sue labbra si piegavano
sinuose
e piene.
“Da ragazzo ho ricevuto un
bacio. Come uomo, ora, spero di
ottenere anche il tuo cuore” rispose Peter. Scrutò
una macchina allontanarsi,
da essa proveniva una melodia fragorosa e fastidiosa.
< Ci meritiamo entrambi di
avere una chance di
ricominciare. Ti ho visto per sbaglio su quel palco, ma non voglio
perdere la chance
anche questa volta > pensò.
“Vediamoci questa sera,
fuori dal lavoro, al bar vicino al
teatro e si vedrà” promise Natasha.
< Come hai fatto a notarmi in
seconda fila? A causa della
mia caviglia non sono più la prima ballerina, non sono al
centro della scena.
Non lo so neanche nella vita, ho perso l’unica famiglia che
io abbia mai
conosciuto.
Ogni tanto m’incontro con
Cap, o meglio, l’anziano
vecchietto che è diventato, e tra i due la più
nostalgica sono io > pensò.
“Grazie” disse
Peter.
Natasha lo guardò
raggiungere il pullman, e salirci. Il
mezzo richiuse le porte e partì, mentre i rumori della
città si confondevano
con il tubo di scarico del mezzo, ed il brusio di voci concitate degli
studenti.
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