Titolo:
Obbligo o verità
Autore:
Myself
Rating:
PG13
Pairing:
Quinn/ The Rev
Sommario:
Quinn. The Rev, e la loro adolescenza in un campo estivo
Note:
one-shot
Crossposted:
a breve su efp
Prompt:
campeggio, Jack Daniels, “ Bevi con me?”
Quinn
Allman era un ragazzino che poteva essere tranquillamente etichettato
come normale. Mediamente carino. Mediamente simpatico. Mediamente
intelligente. Nulla nella sua candida esistenza aveva mai scosso le
sue convinzioni, nulla lo aveva mai fatto desiderare essere qualcosa
di diverso. Lui sorrideva ad ogni nuovo giorno che sorgeva. Era un
ragazzino felice. Semplicemente.
Jimmy
Sullivan era un ragazzino introverso, a tratti violento, a tratti
apatico. Un enigma per ogni essere vivente capitasse nella sua
orbita. Si narra che un giorno, quando aveva 6 anni, riuscì
a
salvarsi dall'attacco di un dobermann impazzito fulminandolo con il
suo sguardo assassino. Ora di anni ne aveva 15, e quello sguardo
assassino era ancora la sua arma vincente. Nessuno gli aveva mai
rotto le scatole, ma nessuno si era mai neanche avvicinato realmente
a lui. A parte qualche rara eccezione. Jimmy realizzò molto
presto che il modo migliore per sopravvivere nella sua scuola era per
l'appunto quello di intimorire le persone. Anche se questo lo rendeva
solo.
L'estate
porta sempre con se sogni e aspettative, e delusioni cocenti quando
queste non si realizzano. Jimmy nascondeva sotto gli occhiali scuri
il fastidio imponente per quella scelta dittatoriale di mandarlo in
una di quelle prigioni estive chiamate campo scuola. Lui odiava i
campeggi. Gli insetti. Le tende. E soprattutto i ragazzini vocianti
della sua età. Guardò con odio la madre che
elogiava
quel campo scuola cercando di illuderlo con le sue teorie da quattro
soldi su quanto si sarebbe divertito. L'insegna apparve davanti ai
suoi occhi troppo presto per i suoi gusti e ancor meno ci mise la
macchina dei suoi genitori a scomparire all'orizzonte. Sputò
a
terra guardando con odio la natura accanto a lui, era troppo chiedere
un pò di asfalto?
“
Ciao!
Tu sei Jimmy vero? Io sono Paul, ci diverteremo insieme
vedrai!!”
l'entusiasmo
del ragazzo si spense subito non appena intercettò lo
sguardo
di Jimmy ora libero dagli occhiali da sole.
Sarebbe
stato un lungo mese.
Quinn
non riusciva più a dormire dall'emozione. Neanche a mangiare
a
dire il vero. Si sentiva strano, non ne capiva il motivo, ma forse
non era così difficile scovarne la causa. Il nuovo arrivato.
Era lì da una settimana e ancora non era riuscito a
parlarci.
E si che lui sarebbe riuscito a parlare anche con dei sassi! Eppure
ogni volta che ci provava sentiva lo stomaco contrarsi e le parole da
dire all'improvviso svanivano lasciando spazio a una dislessia
imperante. Era arrivato anche a sognarselo. A immaginare il suo
sorriso, a come sarebbe stato bello vederlo. Il solo pensiero lo fece
arrossire.
“
Quinn
è diventato rosso!” risate rumorose seguirono
l'affermazione. Quinn si riscosse trovandosi attorniato dai suoi
compagni che ridevano, si era completamente estraniato dal mondo. E
la ragione della sua fuga dalla realtà era seduta a quello
stesso tavolo e ora lo stava guardando, arrossì ancora di
più
al contatto con i suoi occhi e corse via, seguito dalle risate dei
suoi compagni. Si buttò sul letto a faccia in
giù,
prendendo a pugni il materasso e chiedendosi cosa gli stesse
accadendo. Poi pensò a quegli occhi, che lo stavano fissando
poco tempo prima. E la domanda si ripeteva uguale. Cosa gli stava
succedendo?
Jimmy
si sentiva un carcerato. Avrebbe voluto evadere, scappare a casa e
ritrovarsi tra le braccia di Brian. Il suo Brian, con quei capelli
scuri e quegli occhi così profondi da perdercisi dentro.
Mescolava poco convinto la brodaglia verde che sedimentava nel suo
piatto quando una frase urlata dalla massa di ragazzini al tavolo con
lui attirò la sua attenzione. Un ragazzo chiaramente obeso
ne
stava prendendo in giro un altro, per il semplice fatto che era
arrossito. Lo vide alzarsi, e incontrò i suoi occhi. Lo
guardò
stupito, e al contatto visivo il biondino arrossì ancora di
più, correndo verso i bungalov. Zittì le risate
isteriche che ancora riempivano lo spazio con una delle sue
occhiatacce. Conquistato il silenzio tornò a sognare Brian,
ma
i suoi pensieri si spostarono poco dopo sul biondino di poco prima.
Forse aveva trovato qualcosa con cui distrarsi dalla noia in quel
campeggio che odorava di prigione.
“
Obbligo
o verità?”
Quinn
ci pensò un attimo. Poi esclamò sicuro la sua
risposta.
“Obbligo!”. Nessuna penitenza sarebbe stata mai
più
difficile che rendere pubblici i suoi segreti.
Il
volto di Jack si tinse di una risata sinistra. “ Ne ho una
perfetta
per te Quinn!” esclamò con soddisfazione il
ragazzino. “
Hai presente quello nuovo?”
Quinn
deglutì.” S-si..”
La
tensione gli impediva di respirare mentre aspettava la fine della
frase che gli avrebbe resa livida la sua condanna.
“
Ecco,
vai da lui e chiedigli un bacio!”
immediatamente
scoppiarono le risate intorno a lui, mentre il biondino colorava la
sua pelle lattea di rosso.
“
B-beh..m-ma...non
posso fare qualcos'altro?” chiede apellandosi al loro buon
cuore,
ma far prevalere la magnanimità quando si è
trovato un
buon espediente per divertirsi non ha mai fatto parte del genoma dei
gruppi di teenager.
“
Non
si può Quinn! Sono le regole...non è che ognuno
può
cambiare l'obbligo quando non gli piacciono!”
pigolò Jack
con voce fintamente dispiaciuta.
Il
biondino si alzò, ormai annichilito dall'inevitabile. Stava
per uscire dal cerchio e dirigersi al bungalov di Jimmy, quando lo
raggiunse la voce di Jack. “ Ovviamente devi baciarlo in
bocca!”.
Quinn
si voltò a guardarlo con le lacrime agli occhi mentre le
risate riesplosero ancora più forti. Ora le proteste erano
mute, il biondino le tenne per se mentre con passo tremante si
avvicinava al suo incubo. Si ritrovò poco dopo davanti alla
porta. Chiuse gli occhi, impedendosi di pensare. Era solo una stupida
scommessa, un gioco del cavolo, cosa gli sarebbe costato in fondo?
Battè leggermente il pugno sulla porta, e una voce maschile
gli rispose subito dall'interno.
“
E'
aperta..”
facendosi
coraggio aprì la porta, scoprendo ai suoi occhi la visuale
della stanza. Identificò nella macchia nera sdraiata sul
letto
il suo obiettivo. I suoi occhi lo fissavano curiosi, e sembravano
penetrargli i tessuti, scrutarlo dentro. Quinn balbettò,
davvero un inizio di merda. Si diede del cretino, pensando a quanto
fosse stupido impiegare giorni e giorni a sognare un momento e poi
ridicolizzarlo a quel modo quando buca il mondo dei sogni per
arrivare alla realtà.
“
C-ciao..”
Jimmy
sorrise, posando sul comodino il libro che stava leggendo. “
Ciao”
rispose, cercando persino di mimare un sorriso. Si sentiva in un
qualche modo attratto dalla tenera timidezza del ragazzo davanti a
lui, e curioso della ragione per cui si trovava là. Ma il
silenzio riempì la compagine spaziale per più
tempo del
sostenibile, così cercà di forzare la
conversazione ad
avere un inizio.
“
Come
mai sei qui? “
un
inizio strano, perchè non sentiva il bisogno di fucilarlo
con
la sua occhiata assassina. E anche Quinn sembrava accorgersene, tanto
da raccogliere il coraggio e vuotare il sacco.
“
StavamoGiocandoAObbligoOVeritàEHoSceltoObbligoEQuindiDevoBaciarti!”
si
fermò paonazzo e incredulo. Rendendosi conto solo a bocca
chiusa di aver parlato a macchinetta, tutto di un fiato e con una
voce stridula. Jimmy lo guardò perplesso, scoppiando poi a
ridere. Una risata genuina, bella come Quinn non ne aveva mai sentite
prima.
“
Puoi
ripetere per favore? Non credo di aver capito bene..”
disse
estraendo da sotto il materasso un pacchetto di sigarette e
accendendosene una. Non appena lo vide Quinn perse nuovamente tutto
il buonumore non appena ritrovato.
“
No!no!
No! Non si può fumare! È proibito!!”
disse
guardandosi intorno spaventato dall'idea che ci potesse essere
qualche educatore nei dintorni.
“
Ma
le cose probite sono le uniche che valga la pena fare...e poi devo
rinunciare a un sacco di cose in questo cazzo di posto, lasciami
almeno le sigarette..”
Quinn
annuì, in fondo non era del tutto sicuro di voler davvero
discutere con lui. Jimmy lo guardò di sottecchi,
sinceramente
divertito.
“
Allora?
Perchè sei qui?”
Quinn
perse nuovamente la sua calma e tornò subito rosso.
“
N-no...è
che...ecco...”
“
Si?”
“
Jack...ecco,
lui è..” disse tentennando il biondino cercando di
spiegarsi.
“
obeso?”
chiese Jimmy alzandosi dal materasso per dirigersi verso l'armadio.
“
N-no..c-cioè
si...ma non è quello che stavo dicendo. Quello che volevo
dire
è che lui..noi..”
“
avete
una storia?” disse Jimmy con non-chalance mentre cercava
qualcosa
nell'armadio.
Quinn
strabuzzò gli occhi e diventò ancora
più rosso,
nel caso fosse possibile esserlo.
“
C-cosa?????
NO!!!!!!!!!!”
Jimmy
uscì con la testa dall'armadio e una bottiglia di Jack
Daniels
in mano, sorrise ancora in direzione di Quinn. “ Bevi con
me?”
Il
biondino ormai defraudato di ogni possibile valvola di controllo
sulle proprie azioni annuì e porse le mani a prendere la
bottiglia. Jimmy glie la porse, andando successivamente a sedersi sul
suo letto, invitando Quinn a seguirlo. In balia del potere del
vecchio Jack Quinn eseguì l'invito ad avvicinarsi senza
remore, mentre l'alcol già gli intasava le vene andando ad
interagire con la percezione del mondo distorcendola. Jimmy sorrise,
rubandogli la bottiglia dalle labbra e appropiandosene. Non aveva mai
incontrato nessuno che reggesse l'alcol meno di quel ragazzino. Le
proteste del biondino lo spinsero a rendergli la bottiglia, ma le sue
labbra avevano trovato altri sapori da assaggiare. Posò le
labbra sul collo del ragazzino, avvertendo con la lingua lo scorrere
del liquido ambrato giù per la sua gola. Quinn gemette,
guardandolo spaurito mentre la bottiglia gli sfuggiva dalle mani
andando a infrangersi sul pavimento. Il rumore di vetri infranti non
distrasse nessuno dei due. Jimmy abbandonò la pelle candida
del collo per avventarsi sulle sue labbra, morderle, assaggiarle,
esplorarle con la sua lingua. Quinn avvertiva solo il forte incedere
del cuore, quello e il calore che da Jimmy si propagava a lui. Si
staccarono un attimo per riprendere fiato, ma la visione del biondino
non fece altro che eccitare ancora di più Jimmy. Quello
sguardo confuso, i capelli spettinati, le labbra rosse e gonfie,
invitanti. Si riavventò su di lui impossessandosene
nuovamente
quando dei colpi alla porta li fecero sobbalzare.
“
QUInn!!!
Stai bene???”
erano
le voci dei loro compagni di campeggio, evidentemente preoccupati
dall'assenza prolungata del loro amico. Jimmy si alzò,
indossando il suo sguardo assassino per accoglierli. Quando
aprì
la porta si ritrovò davanti un gruppetto di ragazzini
spauriti.
“
C-cosa
hai fatto a Quinn?” urlò con voce stridula quello
obeso.
“
Sono
qui!” disse il biondino comparendo nello specchio della porta
di
fianco al ragazzo più grande.
I
compagni sospirarono di sollievo nel vederlo sano e salvo, la sua
visione fece dissipare immediatamente il loro senso di colpa e la
paura.
“
Beh
allora? Hai fatto il tuo obbligo?”
Jimmy
gli schioccò un occhiata interrogativa, e Quinn
arrossì
di nuovo. Adorabile.
“
Che
obbligo?” chiese quindi.
“
Doveva
baciarti!” esclamò un ragazzetto pallido e secco.
Jimmy si
voltò verso il biondino sorridendo.
“
Eri
venuto qui per questo? Era la tua penitenza?”
Quinn
annuì mogio. Non riusciva a capire se Jimmy si fosse
arrabbiato con lui o meno, per questo preferiva tenere lo sguardo
fisso a terra. Non avrebbe sopportato il volgersi delle sue
occhiatacce famose anche verso di se. I suoi pensieri si dissolsero
quando si sentì prendere per il mento da Jimmy. Si
scontrò
con i suoi occhi e non c'era niente di astioso in quelle due pozze
nere. Si tranquillizzò un attimo,prima di vedere il suo viso
avvicinarsi e le loro labbra sfiorarsi. Jimmy lo lasciò
immediatamente voltandosi verso la marmaglia di ragazzini che gli
stavano davanti.
“
Contenti?
Ora fuori dai piedi!” disse in un tono che non ammetteva
repliche.
In pochi secondi infatti i ragazzini si erano dileguati. Si
voltò
verso Quinn che lo guardava sbalordito mentre si sfiorava le labbra.
“
Vuoi
il bis piccolo?”
“
Si!”
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