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di Nao Yoshikawa
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56 – My rules
 
A quindici anni era a dir poco assurdo dover tornare a casa alle dieci e mezza di sera.
Naoko era praticamente un’adulta o almeno di ciò era convinta. Tutti i suoi amici tornavano sempre dopo la mezzanotte, perché per lei sarebbe dovuto essere diverso?
Quindi quella sera si era decisa: avrebbe provato il brivido della ribellione e sarebbe tornata più tardi. Dopotutto era sabato sera e a causa degli impegni dei suoi genitori, quest’ultimi non avrebbero avuto modo di scoprirla, sarebbe bastato tornare prima che loro arrivassero a casa.
Sì, sicuramente sarebbe stato un piano perfetto. La maggior parte dei suoi atti di ribellione li portava sempre avanti con Kiyoko, che finiva sempre per farsi coinvolgere nei piano malefici dell’amica.
Quella sera, dopo una divertente uscita tra compagni di scuola, Naoko tornò a casa esattamente alle ore 00.10. Una grande rivincita personale.
Quando aprì la porta, si rese conto che fosse ancora tutto buio. Quindi era arrivata in tempo.
Sospirò sollevata. Adesso sarebbe bastato salire in camera sua e infilarsi sotto le coperte.
Era tutto troppo perfetto.
«Ferma lì!»
Si spaventò nell’udire una voce, dopotutto era stata convinta, fino ad un attimo prima, si essere sola. Soprattutto quando si rese conto a chi che tale voce apparteneva.
Ovvero alla sua molto arrabbiata madre.
«M-mamma? Ma che ci fai qui? Di solito il sabato sera non lavori fino a tardi?» domandò, sorridendo nervosa.
Neliel accese la luce, facendosi avanti accigliata.
«Oggi ho finito prima. Che cos’hai combinato?»
«Io? Io non ho combinato niente…» deglutì a vuoto, guardandosi intorno come per cercare una via di fuga. Anche perché il peggio non era ancora arrivato.
«NAOKO!»
Ecco, adesso era ancora arrivato. Se Nel era severa su certe cose, Nnoitra non era da meno, anzi, era addirittura peggio.
«C-cosa?!» balbettò. «Sono solo tornata un po’ più tardi, non vedo quale sia il problema!»
Nnoitra assottigliò lo sguardo, afferrandola per le spalle.
«Non vedi quale sia il problema? Una quindicenne non dovrebbe girare a quest’ora da sola!»
«Non ero da sola, ero con Kiyoko», puntualizzò.
«Che cosa avete combinato, eh? Allora, rispondi. Fumo? Alcol? Droga? Oppure… c’erano dei ragazzi?!» esclamò nervoso.
Neliel si portò le mani sui fianchi.
«Fra tutte le cose che hai elencato, questa mi sembra la meno grave! Non c’è niente di male ad uscire con dei ragazzi!»
«È invece è un male eccome! Vero, Naoko? Vuoi forse che la prossima volta ti venga a prendere personalmente?»
L’adolescente sgranò gli occhi. Quello no. Tutto ma non quello, sarebbe stato troppo umiliante.
«Non oseresti.»
«Oserei eccome, cara la mia bambina. Tornerai un’altra volta tardi?» domandò sorridendo vittorioso.
«…Nossignore», sospirò lei con lo sguardo chino. Ovviamente Nel non si trattene dall’infierire ancora.
«Comunque tre giorni di punizione te li meriti. Avresti almeno potuto fare una telefonata.»
Naoko divenne rossa in viso.
«E va bene, come volete voi! Ma poi dovremo parlare dei miei diritti in quanto adolescente, li metterò per iscritto!»
La sua scalata verso l’età adulta e l’indipendenza non era che appena iniziata.
 
Nota dell’autrice
Naoko ha appena dato inizio alla sua battaglia per l’indipendenza, dal cominciare a voler tornare a casa un po’ più tardi. Nnoitra ovviamente si era già fatto i peggiori film mentali, con fumo, droga e ragazzi. E infatti subito dopo arriva il ricatto. Nao sa che sarebbe troppo umiliante, e non le posso dare torto. Che dire, l’uccellino vuole già spiccare il volo T_T




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