Esercizi di scrittura creativa

di Jay_Myler
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Racconta un episodio della tua infanzia dal punto di vista del tuo giocatolo preferito

 

Davanti ai miei occhi c'era un tripudio di colori e legno, lentamente mi stavano innalzando il più bel palazzo che un coniglio di pezza possa mai desiderare; su quattro piani, con una marea di finestre, due portoni con ponte levatoio, il mio palazzo di costruzioni di legno stava giungendo alla fine della sua preparazione; essere stati regalati ad un cucciolo di umano ha i suoi vantaggi. Iniziavo già ad immaginarmi le lussuose serate, pranzi e cene con Barbie e Ken, far morire d'invidia l'orsacchiotto che viveva sul letto a castello, di sopra; guardando quella bimba costruire il mio maniero, non potevo far altro che far brillare con la luce del sole i miei occhietti in vetroresina, in segno di gratitudine – in fabbrica non ci hanno donato la capacità di lacrimare. Il mio sogno era ormai completo, vedevo la cima dell'ultima torre sovrastare tutto il resto della creazione: le bandierine rigide non svolazzavano, le finestre erano sprovviste di vetri e tende, le porte non avevano cardini ed i mattoni erano tutti di colori pazzi; cosa potevo pretendere, eravamo pur sempre tutti giocattoli. Il sole che mi faceva brillare gli occhi iniziò a svanire, lentamente, una nuvola stava coprendo il sole; quale metafora più accurata di quello che stava per succedere di lì a poco; la mia compagna di giochi era ancora ignara, rimirava la sua creazione, pronta a donarla al suo fedele amico di crescita, quando ad un tratto, tutto il mio mondo iniziò a tremare... letteralmente. Fui il primo a captare quei sordidi rumori che si sviluppavano dalla stanza adiacente; piccole scosse mossero il pavimento su cui stavo poggiato, la mia bambina se ne accorse pochi istanti dopo, si girò appena in tempo per vedere in diretta il disastro che stava per accadere. Si portò le mani al viso, come a volersi riparare in qualche modo, presa alla sprovvista, io mi abbandonai al mio destino, non mi ero mai riuscito a muovere, questo sarebbe stato un buon momento, ma fui travolto dalla furia in pochi secondi. Tutti i mattoni, che erano perfettamente impilati a formare la mia bellissima villa, ora volavano per tutta la stanza, fermandosi sul pavimento, volando sopra mobili e pavimenti, se avessi avuto una voce avrei urlato con tutto lo strazio che stavo provando. La mia nemesi era tornata, la sorellina più piccola, con il girello, aveva appena distrutta la mia nuova vita nel lusso.

C.Jay Myler
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