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È
tutto glitter quel che luccica
.
And all the people say:
"You can't wake up, this
is not a dream,
you're part of a
machine, you are not a human being
with your face all made
up, living on a screen"
(Gasoline - Halsey)
Le
parole sono solo un guscio. Strani segni sulla carta,
vuoti suoni nell’aria che non trovano nessuna applicazione
concreta nella
realtà. Gran parte delle persone è brava solo con
le parole, perché poi i gesti
tradiscono le reali intenzioni del loro subconscio. Utilizzando una di
quelle
frasi fatte, si potrebbe dire che la gente “predica bene e
razzola male”. Come
le galline.
Morgan
ridacchia tra sé e sé per il suo pensiero, mentre
si
chiude dietro la porta e viene accolta dal buio pesto del proprio
camerino. La
mano tasta il muro fino a che non trova l’interruttore e le
palpebre si
abbassano sulle pupille cerulee nel momento in cui le lampadine si
illuminano
di colpo tutte insieme.
Il
regista ha concesso a tutti dieci minuti di pausa.
Decisamente non sufficienti per rimuovere tutto il trucco che le
impiastriccia
il viso, lasciar respirare la pelle e poi rimettere su la maschera come
se
niente fosse. Che palle. La irrita osservare la propria pelle che
luccica più della
Via Lattea e l’abbigliamento degno di una palla da discoteca,
si sente un
fenomeno da baraccone piazzato sotto i riflettori per il piacere di
qualcuno
più potente di lei.
Qualcuno
che l’ha abbindolata con frasi vuote e l’ha
convinta ad abbandonare le strade ghiacciate del Michigan per la
rovente
California con la falsa promessa di fama e gloria per il suo grande
talento
musicale. Sia dannata la se stessa diciottenne che ci ha creduto. In
questo
momento, darebbe via qualsiasi cosa per poter essere di nuovo a Lansing*,
a
congelarsi le dita sulle corde della sua chitarra mentre è
in piedi a suonare
per i passanti in una via a caso.
Peccato
che non abbia nessuna via d’uscita – non legale,
almeno, a causa di quello stupidissimo contratto. L’ha
compreso soltanto adesso
che si è intrappolata con le sue stesse mani in un incubo
mascherato da sogno;
dietro le luci abbaglianti e le auto scintillanti che caratterizzano la
sua
vita attuale si nasconde solamente un abisso nero.
È
solo un bel faccino in stile Barbie, piazzato in primo
piano in videoclip banali che non hanno niente della sua musica, niente
del suo
stile, niente di lei. È
una macchina,
un piccolo automa che deve sottostare ai comandi di manager,
produttore,
regista, tecnico del suono, truccatrice, consulente
d’immagine e un’altra
sfilza di figure infinite. Decidono loro il tipo di persona che
dovrà apparire
sugli schermi di fronte al grande pubblico.
Poco
importa che Morgan sia un essere umano con le proprie
idee e opinioni, tanto quelle non contano nulla per loro. È
caduta nella loro
trappola, prigioniera di quel sistema implacabile che è
Hollywood.
Un
trucco pesante rende i suoi lineamenti anche fin troppo
perfetti e i capelli biondo scuro sono acconciati in una pettinatura
assurdamente elaborata. Si
passa le mani
sugli zigomi, incurante degli strati di fondotinta e crema glitterata
che le
impiastricciano la pelle, e osserva il riflesso di quella sconosciuta
storcendo
il naso.
Non
assomiglia nemmeno per sbaglio alla ragazza di Lansing
con la chitarra, il berretto, il maglione e gli anfibi. Quello era un
personaggio davvero anonimo e noioso, secondo loro: non
l’hanno mai ammesso a
parole, ma è questo che i loro gesti hanno lasciato
intendere – si sente una
stupida per non essersene accorta in tempo, che la stavano pian piano
trasformando. Fingono di essere degli abili strateghi di marketing
hollywoodiano, in realtà sono galline senza cervello che
seguono ciecamente le
leggi di questo dannatissimo settore.
I
dieci minuti sono quasi passati, volati via senza che
nemmeno se ne sia resa conto. La bionda sa che il regista diventa una
iena se
qualcuno arriva in ritardo in studio, e proprio per questo decide di
accomodarsi con nonchalance sulla seggiola che è piazzata
davanti allo specchio
del camerino. Fanculo.
Vorrebbe
trovarsi di fronte alla se stessa diciottenne
entusiasta del mondo dello spettacolo, darle un sonoro schiaffo in viso
e poi
prenderla per le spalle intimandole di scappare il più
lontano possibile dalla
finzione di Hollywood. Che rimanga a Lansing, con la sua chitarra e il
cestino
per le monetine che utilizzava per arrotondare lo stipendio da commessa
part-time. Che stia là, e conservi la propria
identità come la cosa più
preziosa che possiede.
Non
c’è niente di bello nella sfavillante vita da
celebrità
che la tv propina alle persone, è solo tutta una farsa messa
su per mascherare
il marcio che muove i meccanismi del settore. È una balla
che ci si può
costruire da soli la propria strada, è una balla che si
è liberi di essere se
stessi.
Non
c’è nessun “American
Dream”. E neppure qualche orrido incubo da cui
potersi destare con un
pizzicotto sul braccio. Manager, produttore, regista, tecnico del
suono,
truccatrice, consulente d’immagine: il mondo attorno a lei le
ricorda
continuamente che la sua è una triste realtà,
può solo provare a ribellarsi
alle idee menomate di chi sta molti gradini sopra di lei.
Dietro
il sorriso che appare su schermi e display di
cellulari, dietro i lustrini che le illuminano la faccia e i vestiti,
dietro
l’ambiente lussuoso e sofisticato che le sta attorno, Morgan
si sente
terribilmente sola, delusa e scoraggiata all’infinito da un
sogno che si è
rivelato essere la sua prigione.
.
*Lansing
è la capitale dello stato americano del Michigan
.
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Hola gente
So che questa
storia non ha il solito layout delle song-fic qui su efp (con dei versi
alternati a parti di testo), ma il motivo è che la shot
è costruita intorno all'intero estratto che ho riportato
sopra e al suo significato complessivo, inoltre sono entrambi talmente
brevi che non avrebbe avuto senso alternare singoli versi a
mini-paragrafi di pochissime righe.
Comunque, spero
possa piacere nonostante né le originali né le
song-fic siano proprio il mio forte..
Il titolo, as usual, fa parecchio schifo.. Si riferisce al fatto che
Morgan ha, agli occhi di qualcuno esterno, una bella vita lussuosa e
inoltre lo stile che i produttori le impongono è molto
appariscente e ricco di brillantini, ma oltre quella facciata che
richiama il grande pubblico non c'è altro di attraente, al
contrario è tutto molto negativo secondo lei
Ringrazio chi
recensità e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
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