Scomodi abiti umidi

di Dregova Tencligno
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Scomodi abiti umidi
 
 
 
 
 
Pelle contro pelle, dietro scomodi abiti umidi.
 
Il sudore che brucia, le mani che si cercano nel movimento dei corpi, taciti amanti e crudeli aguzzini.
 
Ramingo nella ricerca del tuo sapore che conquista la lingua, invade il corpo e scende nel cuore.
 
E lì resta.
 
Lo fa impazzire.
 
Poi passa alla ragione e tutto diviene tempesta, dolce tormento, ambrosia ed estasi.
 
Le labbra ancora fremono mentre passano ad altro.
 
Le membra divengono vino e acqua, opposti che si respingono e attraggono, calamite impazzite in una danza di ebbre passioni.
 
Pelle contro pelle, senza scomodi abiti umidi, ascolto il tuo cuore battere custodito da carni qui tenere e lì turgide.
 
Finalmente liberi da inutili argini, giacciamo tra le reciproche braccia, corpi come corde di arpa.
 
I cuori cantano languidi sospiri, le anime stormiscono al vento dell’amore.
 
Ed è per amore che provo questo indicibile tormento, e vorrei viverti, vederti sotto ogni luce e passeggiare con la tua mano salda nella mia.
 
Arduo è resistere alla tentazione di esprimere quel desiderio, di dire quelle maledette parole che tutto saldano o tristemente distruggono.
 
Ora, però, è il tempo dei primi giochi, tra luci di fari e ombre di librerie.
 
Attendendo il nostro tempo.
 
Prima un passo.
 
Poi il per sempre.




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