Writober 2019 N 2: Fluff

di Thuy
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“Vegeta….”
“Freezer…. A cosa devo l’onore di questa chiamata?”
Un ghigno strafottente si dipinse sulla bocca del riflesso che l’oblò gli rimandava appena al di sopra del piccolo schermo e gli occhi si fecero due fessure più nere dello spazio che si stagliava dietro il pesante vetro
Dall'altra parte del piccolo schermo l’alieno dalla pelle rosa e lo sguardo languido socchiuse gli occhi e sorrise calmo gustandosi quei conati di disprezzo; il vino girava placido nel bicchiere inebriando il suo olfatto fine
“C’è un cambio di programma, Zarbon è in missione diplomatica, il pianeta è abitato da umanoidi che non sono avvezzi a contatti con alieni pertanto andrai a supportarlo; avranno meno difficoltà a trattare con voi. I quattro pianeti rimasti sono secondari rispetto a questa missione”
“Zarbon ha forse perso la lingua? O gli è spuntato un brufolo e non ha voglia di mostrarsi?”
“Smettila Vegeta! Zarbon sarà il tuo capo missione e tu dovrai limitarti solo a fare presenza. Pare che questi umanoidi siano in tutto e per tutto simili a voi Sayan eccetto per la coda e la tua assistenza sarà per loro rassicurante a patto che tu non parli”
“Questa è buona…. Io rassicurante……”
Un sorriso forzato gli si dipinse sul volto
“Non hanno contatti con altri mondi pertanto almeno lì la tua fama non ti ha preceduto. Poi partirete alla volta di Iceland così avrai la fortuna di poter tornare a casa per qualche tempo, ti aggiornerò sui dettagli più avanti”
In un attimo era di nuovo solo, la comunicazione si era chiusa senza dargli il tempo nemmeno di protestare e la rabbia stava montando velocemente dentro di lui: Zarbon capo missione e lui a fare da ornamento! Il Principe dei Sayan ridotto alla stregua di una bella tappezzeria per il divertimento di quel damerino che ultimamente stava provando fin troppo spesso a portarselo a letto! Avrebbe preferito mille e mille volte essere torturato da Dodoria sotto gli occhi di Freezer che dover affrontare quella missione; era dunque quella la punizione questa volta: fare da cameriere a Zarbon! Strinse i pugni finchè i guanti già lerci non si colorarono di rosso e dovette fare non poca fatica per non fare danni quando l’aura iniziò ad espandersi dentro l’abitacolo della piccola navicella. Spinse il bottone del sonno criogenico e aspettò di cadere tra le braccia di Morfeo sperando di non sognare.
“Prepararsi all’atterraggio tra 10 9 8 ……”
La voce metallica gli rimbombava ferocemente nella testa, uscire dal sonno criogenico era sempre un trauma ma quella volta tra il dolore al fianco e la rabbia per nulla sopita relativa alla missione assegnata il mal di testa lo stava annientando! Quando il portellone si aprì dovette chiudere gli occhi; quell'improvvisa inondazione di luce artificiale lo stava pugnalando dritto nel cervello. Li riaprì lentamente cercando di abituarsi ma il tentativo fu vano.

Sul ponte della grande astronave trovò Nappa ad attenderlo e a giudicare dalla faccia anche lui non doveva essere molto soddisfatto dell'incarico che li attendeva.
“Principe, Zarbon ti attende, partiremo a breve. Io e gli altri Sayan siamo già pronti. Al tuo comando!”
Si mise sull'attenti al modo dei Sayan, con il pugno destro appoggiato tra la spalla ed il petto a simboleggiare la fedeltà alla corona e il piede destro portato un passo dietro il sinistro a simboleggiare un passo indietro compiuto per umiltà di fronte ai reali suscitando occhiate di sdegno degli altri soldati presenti; solo gli scimmioni mantenevano tra di loro l’etichetta militare del proprio pianeta mentre tutti gli altri si erano uniformati alle regole dell’esercito dell’impero
“Raggiungi gli altri e aspettatemi nei nostri quartieri” congedò il gigante e si incamminò con finta flemma
Più avanzava tra quei corridoi metallici tutti uguali e più si sentiva a disagio. Un lieve senso di nausea lo pervase e dovette fermarsi un attimo appoggiandosi ad una parete. Inspirò ed espirò profondamente, per quanto il dolore glielo permettesse, giusto il tempo di qualche istante. Si assicurò di essere padrone del proprio corpo e riprese a percorrere i corridoi asettici fino davanti alla porta della stanza di Zarbon. Ingoiò la saliva in eccesso causata dal disgusto e dal malessere che quella situazione gli provocava ed entrò
“Sei il solito scimmione rozzo e maleducato, non ti hanno insegnato a bussare?”
“Mi hanno insegnato che sono il Principe, pertanto non devo attendere l’autorizzazione di nessuno”
La discussione era iniziata nel peggiore dei modi; si andò a sedere su una delle poltrone di fronte al tavolo al quale si trovava un alieno dall'incarnato azzurro e con dei meravigliosi capelli verdi legati in una morbida treccia; gli occhi caldi color dell’ambra lo guardarono stravaccarsi senza aver ottenuto alcun permesso, si strinsero appena in un moto di rabbia per poi riprendere la loro originaria posizione.
Zarbon non si attendeva un comportamento diverso da Vegeta; conosceva perfettamente la boria del Principe e i modi rozzi tipici del suo popolo eppure era attratto da quel maschio che si trovava davanti e non poteva negarlo. Lo desiderava, avrebbe voluto legarlo e torturarlo e poi possederlo poi di nuovo tornare a torturarlo e possederlo! Vegeta esercitava un ascendente fascinoso e selvaggio che trasudava di mascolinità al quale lui non era immune per quanto ritenesse di essere normalmente attratto proprio dall'opposto di ciò che il Principe rappresentava. Lui adorava la bellezza e l’armonia in ogni accezione pertanto quell'infatuazione per l’opposto di ciò che apprezzava lo lasciava perplesso e stupito di sé stesso; ad ogni modo si era convinto di voler possedere soprattutto quello che quel maschio barbaro gli negava: l’adulazione
Il ragazzo davanti a lui prese la bottiglia del pregiatissimo vino proveniente dalle colonie che si era appena fatto servire, l’agguantò senza alcuna grazia causando la caduta di un prezioso calice di cristallo che si frantumò sul tavolo e ne tracannò una buona metà sotto lo sguardo schifato del suo ospite che improvvisamente si fermò e lo guardò senza mettere nemmeno giù la bottiglia che rimaneva attaccata alle sue sensuali labbra, la staccò e gliela porse.
Zarbon rifiutò con un gesto della mano senza proferire parola, schifato dall'idea di doversi versare quel nettare prezioso trattato alla stregua del peggior sidro da bettola per soldati; attese che Vegeta finisse di svuotare la bottiglia praticamente tutta d’un fiato senza staccargli gli occhi di dosso, la scena che gli si dipanava davanti causò in lui un sottile brivido caldo che si irradiò dal basso ventre fin nel centro del cervello; quella scimmia rude e maleducata lo stava eccitando e lo stava facendo apposta; prima o poi gli avrebbe dato pane per i suoi denti. Sapeva attendere il momento migliore per far capitolare i nemici ed era sicuro che sarebbe arrivato anche per Vegeta. Con lui si sarebbe potuto concedere finalmente del sesso rude e violento sopraffacendolo e piegandolo e il massimo del suo godimento sarebbe stato ammirare l’umiliazione di quello scimmione maledettamente sensuale. Ancora ricordava lo stupore e il terrore che gli aveva letto negli occhi quando era poco più che un ragazzino; dopo le percosse che gli aveva inflitto quell'animale di Dodoria, lui l’aveva sollevato afferrandogli i capelli e baciato. Aveva assaporato quel sangue caldo sulle labbra e quel terrore come fosse ambrosia. Ricordava ancora perfettamente quel meraviglioso gusto metallico che la lingua raccoglieva unitamente al gusto dell’orrore e se non fosse stato per la risata sguaiata di quel mostro flaccido lo avrebbe fatto suo già allora. La frustrazione per quell'erezione non soddisfatta continuava a tormentarlo anche a distanza di anni. Quella notte aveva ucciso quattro delle sue schiave preferite per appagare la voglia di sangue che gli era scoppiata tra le membra e non vi era nemmeno riuscito. Odiava ancora Dodoria per avergli tolto quell'attimo perfetto
“La missione per te sarà abbastanza semplice da comprendere, sono poche parole pertanto dovrebbe essere alla tua portata: stai sempre zitto e sorridi”
Un attimo di silenzio, infine quella voce fredda come una lama di ghiaccio in grado di accendere però fuochi dentro di lui lo schiaffeggiò.
“Sono abituato a missioni di tre parole: conquista e uccidi. Troppo complicato per me”
“Non fare lo spiritoso. Freezer ha comandato che tu venissi con me e sappi che ne avrai almeno per un paio di rotazioni. Considerala una vacanza premio per te e la tua scorta: feste di classe e cibo raffinato”
“Allora non è una vacanza premio ma una punizione. Non potete accusarci di essere scimmie rozze e poi portarci a feste di classe pretendendo da noi raffinatezza”
“Correremo questo rischio. D'altronde hai studiato il galateo nelle migliori scuole militari e con gli insegnanti della nobiltà dell’impero…”
“Quindi non sono rozzo…..”
“Sei sempre stato un pessimo alunno in queste materie. Adesso non farmi perdere ulteriormente tempo; l’astronave ci aspetta, vai a fare i tuoi bagagli e ovviamente portati le divise di gala. Partiamo tra quattro teri; vedi di radunare la tua scorta per tempo sul ponte 6”
Andò via senza neanche una delle formalità che la situazione avrebbe richiesto ma di sicuro Zarbon non si aspettava diversamente.
Lo guardò allontanarsi inebriandosi dell’odore di sangue e lotta che il Principe si lasciava dietro; la punta della coda si agitava freneticamente segno che lo scimmione era alquanto contrariato e non aveva alcuna intenzione di nasconderlo, ciò lo fece eccitare, leccò con voglia il collo della bottiglia che era stato nella sensuale bocca di quello scimmione; Vegeta era diventato un’ossessione….. la sua magnifica ossessione….




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