potter
Where you
ought to be
La partita non stava andando benissimo
per i Corvonero, Aziraphale ne era consapevole, ma nulla gli impediva
di continuare a tifare con gioia per la sua squadra dagli spalti
bronzo-blu.
Non poteva dirsi un esperto delle
dinamiche del gioco: non era particolarmente infervorato per il
Quidditch, ma quello era uno dei pochi momenti in cui sentiva di
appartenere alla sua Casa in modo empatico e completo. Si sentiva
partecipe anche quando permetteva ai Corvi di guadagnare punti grazie
alle sue risposte corrette in classe e quando riuscivano a vincere la
Coppa delle Case. Erano momenti piuttosto rari e non se li faceva
sfuggire per niente al mondo.
Purtroppo, la situazione era quasi
drastica: i Serpeverde avevano un vantaggio di trenta punti (Dagon
era imbarazzante come Portiere di Corvonero) e del Boccino ancora non
v'era traccia. Per ben due volte Uriel aveva rincorso il Cercatore
Crowley in quella che si era rivelata in entrambi i casi una Finta
Wrosky1 e alla seconda Uriel aveva seriamente rischiato di
cadere dalla scopa. Aziraphale non aveva idea di come spiegarselo, ma
Crowley aveva lo straordinario dono di essere spericolato in campo e
soltanto all'ultimo secondo tirava al petto il manico per invertire la rotta
della sua Tornado Uno2 e farla schizzare in direzioni
imprevedibili: girava voce che fosse una Tornado truccata, nonostante
superasse sempre i controlli del caso, perché non si era mai vista
una scopa così attempata sfrecciare con le stesse prestazioni di una
Nimbus2001.
Ma non era Crowley l'unico problema:
Anathema Device erano il nome e il cognome dell'altro, la spietata
Cacciatrice dei Serpeverde che riusciva sempre – sempre –
a distrarre i Cacciatori avversari con la Manovra di Porskoff3.
Aziraphale era dell'idea che ormai fosse così ovvio il tentativo di
depistaggio da essere estremamente prevedibile, ma a quanto pareva
così non era per la squadra in campo.
In capo a mezz'ora la situazione era
pressoché invariata, a eccezione di Michael che aveva cominciato a
perdere le staffe e ad aumentare la potenza dei suoi colpi. Gabriel
continuava a pararne la maggior parte, ma la dedizione della Serpe
non riuscì ad evitare che un paio di gol andassero a segno per i
bronzo-blu.
«Vai, Michael! Forza!» esclamò
Aziraphale tra la folla agitando un pugno in aria. Se solo ne avesse
segnato un altro...
Fu allora che vide Crowley schizzare
verso l'alto – questa volta sembrava vero a tutti gli effetti – e
Uriel stargli dietro a fatica. L'unica speranza di vincere era che
Uriel prendesse il Boccino prima del rosso, cosa alquanto
improbabile. Sarebbe stato già abbastanza soddisfacente ridurre
quanto più possibile la distanza dalle Serpi, ma come? Anche Gabriel
aveva notato l'avanzata inesorabile di Crowley: non faceva altro che
disegnare un otto intorno agli anelli come un forsennato per far
perdere la concentrazione a Michael.
E se...?
Aziraphale ebbe un'idea folle e geniale
allo stesso tempo. Illegale, anche, ma questo passò improvvisamente
in secondo piano di fronte alla possibilità di fare del bene ai
Corvonero. In fondo, Gabriel era un giocatore più che capace: non
rischiava di essere sbalzato dalla scopa per una accidentale
virata.
Accadde tutto molto velocemente.
«Confundus» sussurrò
Aziraphale con la bacchetta ben nascosta dalle maniche della divisa
puntata contro il Portiere. Questi, all'improvviso, perse
l'equilibrio come vittima di un mancamento e cominciò a precipitare
verso il basso incapace di riprendere il controllo della scopa.
«O Cielo. O Cielo, no!»
esclamò il biondo, portandosi la mano libera alla fronte. Che cosa
aveva fatto? Gabriel non riuscì a raddrizzare la sua Firebolt e finì
a terra con un sonoro schianto che fu coperto dalle urla combinate
dei tifosi di Corvonero e Serpeverde: Michael aveva indisturbatamente
piazzato la Pluffa nell'anello centrale due secondi prima che Crowley afferrasse
il Boccino, decretando la fine della partita.
L'Infermeria era gremita di sostenitori
Serpeverde e degli ammiratori di Gabriel. Questi era steso sul letto
con una dose di Ossofast sul comodino e raccontava a tutte le
orecchie disponibili di come il troppo girare intorno agli anelli per
difendere il titolo e l'onore dei verde-argento gli avesse fatto
perdere l'equilibrio e lo avesse condotto verso la caduta
ineluttabile. Ma quello non doveva spaventare nessuno: nella vita
come nel Quidditch l'importante era rialzarsi e lui, come specificava
a tutti, in Infermeria ci era arrivato con le sue gambe. Le ossa
rotte, infatti, erano quelle del braccio destro.
«Stupido e pure pallone gonfiato»
Aziraphale sussultò nel sentire una
voce accanto a sé. Aveva creduto di essere l'unico in quell'angolino
lontano dalla ressa, ma si era sbagliato: appoggiato
allo stipite della porta e con le braccia incrociate al petto c'era Crowley.
«Come dici?» fece il Corvonero.
«Dico che è stupido e pure pallone
gonfiato. Ma sentilo: si crede un eroe di guerra». Crowley scosse la
testa. «È solo caduto dalla scopa, ma lo racconta come uno che è
sopravvissuto al bacio di un Dissennatore»
Aziraphale annuì piano, una morsa allo
stomaco che lo divorava dall'interno.
«Perché tu sei qui?» gli chiese il
Cercatore. «Rischi il pestaggio appena Sandalphon smette di pendere
dalle labbra di quel deficiente»
Il biondo fece una faccia terrorizzata.
«Davvero? E perché mai?»
«Stavo solo scherzando» fornì
l'altro, ghignando.
Aziraphale alzò gli angoli della bocca
in un mezzo sorriso incerto. «Tu, piuttosto, perché non sei al
capezzale del tuo compagno?»
«Bah!». Il viso del rosso trasudò
schifo per un momento. «Mi ci vedi a stare lì a sentirlo blaterare
tutte quelle fandonie?»
In effetti, Crowley era atipico per
essere un giocatore di Quidditch. Era stimato in tutta Hogwarts per
la sua bravura nel ruolo che ricopriva, ma lui e la fama non andavano
d'accordo. Aziraphale non sentiva mai di pettegolezzi su Crowley, né
lo vedeva spesso in mezzo al branco Serpeverde. Il ragazzo era sì
noto, ma nessuno sapeva mai davvero cosa facesse per
esserlo, a parte l'evidente contributo nella squadra della Casa.
Il Corvo scosse la testa, stavolta con
un sorriso più pronunciato.
«Eppure c'è qualcosa che non torna»
ponderò il rosso, spostando leggermente il peso da una gamba
all'altra. «Lui è stupido, ma non così stupido... Come ha
fatto a cadere nella sua mossa migliore?»
Aziraphale sentì di nuovo il peso
della colpa adagiarsi sul suo stomaco.
«Tu eri negli spalti, ti ho visto:
posizione d'onore, visuale ottima...» riprese l'altro, guardandolo
con quei suoi occhi gialli. «Hai visto bene l'azione, per caso?»
Poteva dirlo forte: l'aveva provocata.
Il biondo deglutì a vuoto un paio di volte senza riuscire a dire
niente.
«Allora?» incalzò Crowley, un
sopracciglio sollevato in modo dubbioso.
Per Merlino, come ho potuto?
«Io l'ho Confuso» confessò
Aziraphale di botto a mezza voce, il viso ridotto a una maschera di
colpevolezza.
«Tu cosa?!». Crowley era
basito, la bocca spalancata in quello che ad Aziraphale sembrava sia
un Oh che il principio di una risata colossale.
«L'ho Confuso» ribadì sull'orlo
delle lacrime. «Volevo aiutare la mia squadra e non volevo farlo
cadere. Solo spostarlo. Mi dispiace tantissimo, devi credermi»
Crowley, inaspettatamente, rise di
gusto. «Questa giornata migliora di minuto in minuto»
Aziraphale non fu contento del modo in
cui venne fuori quella frase: non era un teppista, lui.
«Non volevo farlo, ti ho detto!»
specificò di nuovo, nel caso non fosse stato recepito il concetto.
«Certo certo, ti credo». Crowley si
mise una mano sul petto e ad Aziraphale bastò quello per non
sospettare minimamente la canzonatura dietro quelle parole.
«Ah!» fece il rosso dopo qualche
secondo. «Aziraphale, l'angioletto di Hogwarts, lo studente modello
che Confonde i giocatori avversari»
«Oh, Crowley, smettila», supplicò il
biondo. «E comunque invece di prendermi in giro dovresti essere
arrabbiato»
«Nah! Non ho mai affatturato nessuno
per aver riportato il punteggio in parità. E poi il Boccino l'ho
preso io»
Aziraphale annuì mogio. «Lo dirai a
Madame Tracy, vero?»
Crowley lo guardò stralunato. «Perché
dovrei dirlo alla mia Responsabile?»
Per il biondo la risposta era ovvia:
aveva barato ai danni dei Serpeverde e tutti sapevano quanto fosse
competitiva la corsa alla Coppa del Quidditch, anche quelli che se ne
interessavano poco.
I suoi pensieri furono evidentemente
visibili sulla sua faccia, perché il rosso fece svolazzare una mano
noncurante.
«Sciocchezze! Hai fatto bene i conti:
è facile farsi girare la testa con la Double eight loop4,
per di più non c'era nemmeno una punizione, l'ha fatta a caso, senza
motivo. È passato praticamente inosservato il tuo giochetto».
Crowley gli fece l'occhiolino. «Sei al sicuro. Tu non andarlo a
raccontare in giro, però, come hai fatto con me, se no Sandalphon ti
trasfigura veramente in un Bolide e ti sgonfia a suon di mazzate»
La prospettiva non allettava
minimamente il Corvonero, che annuì, deciso a tenere la bocca
chiusa. Tornò al suo silenzio, rannicchiato nell'angolo a torcersi
le mani in grembo roso dal senso di colpa. Se non altro, non avrebbe
subìto alcun tipo di ripercussione. Era già qualcosa.
«Senti, tu ci vai a Hogsmeade questo
fine settimana per Halloween?» chiese Crowley di punto in bianco, la
faccenda del compagno di squadra sul lettino d'ospedale archiviata.
Aziraphale strabuzzò gli occhi, preso
in contropiede. «Sì, devo andare in cartoleria: ho finito le
pergamene»
La Serpe annuì. «Anch'io dovrei
andare. Che ne dici di prenderci una Burrobirra, eh?»
Aziraphale aggrottò la fronte: per
tutti gli Avvincini, aveva Confuso un giocatore della sua squadra e a
Crowley davvero non importava un bel niente? Quello sì che era un
atteggiamento particolare e il biondo non era sicuro che gli
piacesse.
«Per fraternizzare con il nemico?»
ribatté, cercando di mantenere una certa distanza. Fu comunque
costretto a ridacchiare subito dopo, trovando a dir poco comica
l'espressione imbronciata dell'altro. «Se insisti... D'accordo»
Crowley scosse la testa e con un colpo
di reni si staccò dallo stipite della porta.
«Allora a sabato» rimarcò e fece per
andare via, ma ci ripensò all'ultimo: con un ghigno si voltò di
nuovo verso Aziraphale. «Angioletto»
Il biondo prese un bel respiro: aveva
fatto già abbastanza danni per un giorno solo, non aveva la forza di
piazzarsi sulla coscienza anche una Fattura Orcovolante.
-
«Salve, Aziraphale!»
Il Corvonero si voltò in tempo per
vedere Crowley aggirarlo con mosse sinuose poco dopo essere disceso
dalla carrozza arrivata ad Hogsmeade.
«Sei già passato da Scrivenshaft?»
continuò il rosso senza aspettare saluti.
Aziraphale fu colpito dal fatto che il
Serpeverde ricordasse quel particolare. Sorrise e fece di no con la
testa. «Vuoi venire?»
«Non è il mio negozio preferito, ma
va bene. Solo se poi tu vieni da Zonko»
Ecco, quella era una cosa per
cui Crowley era famoso: gli stupidi scherzi che di tanto in tanto
rifilava agli studenti.
«Mi sembra ragionevole»
Si avviarono lungo High Street
camminando l'uno di fianco all'altro fino a fermarsi davanti alla
vetrina della cartoleria.
Aziraphale sperava che una presenza
intorno a sé gli avrebbe impedito di comprare tutto quello che
realmente desiderava. Un pacco di pergamene e basta, si era
ripromesso. Invece Crowley non aveva fatto altro che incoraggiarlo a
comprare tutte le cose che avevano attirato la sua attenzione, con il
risultato che tra le braccia aveva quattro tipi di inchiostri diversi
- «Studio meglio quando posso cambiare il colore delle cose che
scrivo» e Crowley aveva annuito comprensivo, tentatore -, due
piume d'aquila, una penna Prendiappunti e ben tre pacchi di
pergamene. Valutò per un attimo di prendere anche un taccuino che si
apriva solo rispondendo alla voce del proprietario, ma fu distratto
dall'unico acquisto di Crowley, improvvisamente incantato dal
modellino astronomico che rappresentava il sistema solare in quel
preciso momento dell'anno.
Da Zonko, invece, Aziraphale fu
piuttosto silenzioso. Si limitò a stare dietro a Crowley che gli
spiegava il funzionamento di tutti i giochi e la storia del negozio.
I Tiri Vispi di Diagon Alley avevano dato del filo da torcere a
Zonko, ma l'attività era stata rilevata dopo la morte dello storico
proprietario e aveva ripreso a fare affari soprattutto con gli
studenti di Hogwarts, per la gioia del Custode.
Uscirono da lì con quattro Caccabombe
e un paio di Tazzine da tè mordinaso.
«Andiamo ai Tre Manici di Scopa?»
propose il rosso fregandosi le mani tra loro. Era solo ottobre, ma il
ragazzo sembrava soffrire il freddo molto più di Aziraphale: era
comprensibile che volesse andare in un posto caldo.
Il Corvo fu subito accolto dall'odore
di dolci e zucchero delle specialità di Madame Rosmerta. Lo inspirò
a pieni polmoni, già pregustando le prelibatezze che avrebbe
mangiato di lì a poco. Si lasciò guidare da Crowley ad un tavolo
per due dove sistemarono i pacchetti accanto alle sedie. Ordinarono
subito due Burrobirre per riscaldarsi e Aziraphale aggiunse anche un
piattino di dolcetti assortiti del locale. La locandiera non li fece
attendere che un paio di minuti.
«Come sta Gabriel?» chiese il biondo
mangiando un cioccolatino con fare vagamente pentito.
Crowley fece una smorfia. «È ancora
vivo. Puoi essere più preciso la prossima volta?»
Aziraphale lo rimproverò con lo
sguardo: le battute macabre non gli erano mai piaciute, non ne capiva
proprio la comicità.
«Che c'è di male a sperare?» si
giustificò il rosso allargando le braccia. «È insopportabile. Ha
sempre ragione lui ma in realtà non sa niente, pensa di poter
comandare tutti a bacchetta e si crede il migliore... E poi è troppo
ambizioso»
Aziraphale aggrottò la fronte. «Non è
questa la vostra caratteristica principale? Tu non sei ambizioso?»
fornì, una punta di superbia nella voce, cosa che non sfuggi
all'altro.
«Oh, andiamo» ribatté Crowley, punto
sul vivo. «Non con queste storie, angelo»
Il biondo cercò di ignorare lo
stupore nel sentirsi chiamare con quel nomignolo. Nessuno si
rivolgeva a lui così, non aveva proprio idea da dove Crowley avesse
preso quell'espressione. «Veramente lo dice il Cappello
Parlante tutti gli anni, caro mio» precisò.
«Il Cappello Parlante non ne sa un bel
niente»
Aziraphale fu colpito da quella
osservazione. «Metti in dubbio che riesca a capire la migliore Casa
per gli studenti appena arrivati?»
«Ci puoi scommettere»
Quello era semplicemente ridicolo. Il
Cappello Parlante sapeva perfettamente cosa fosse meglio per
gli undicenni che entravano a Hogwarts. «Io sto benissimo in
Corvonero» asserì con convinzione, prendendo un sorso di
Burrobirra. «È la Casa in cui primeggia l'intelletto e io...
beh...»
Crowley rise di fronte al suo rossore.
«Se fossi stato pure modesto saresti finito in Tassorosso, eh?»
scherzò, bevendo a sua volta. Questo non rassicurò del tutto
Aziraphale – non gli piaceva apparire poco umile agli occhi degli
altri –, ma gli strappò comunque un sorriso.
«Quello che voglio dire è che il
Cappello ha dato rilievo alle mie peculiarità» specificò quando
sentì il calore scemare via dalle guance. «Sono studioso, leggo,
apprendo... Sono un Corvonero a tutti gli effetti»
Il rosso annuì: «Te lo concedo: hai
ragione su questo». Repentinamente si sporse sul tavolo con fervore:
«Ma non è questo quello che voglio dire io. Tu consideri i
Corvonero la tua casa? Una famiglia?»
Aziraphale deglutì forzatamente.
«S-Sì, certo»
Crowley roteò gli occhi al cielo. «Non
hai mai pensato – mai – che quelli della tua Casa non
fossero la compagnia adatta a te? Non hai mai pensato che
fosse ingiusto essere costretti a stare con delle persone solo perché
uno stupido vecchio Cappello ti ha detto che siete compatibili?».
Sputò fuori l'ultima parola con disprezzo.
Il Corvonero non si era accorto di aver
sgranato gli occhi per tutto il discorso. Solo l'urgenza di sbattere
le palpebre gliene diede una vaga idea. Aveva mai pensato almeno una
di quelle cose? La parte più ligia della sua mente gli diceva di no,
che lui stava bene esattamente dove stava, senza cambiamenti di
sorta, ma quella più recondita, che di solito metteva abilmente a tacere, non era dello stesso parere.
Per cominciare, aveva desiderato molte
volte di non dover fare i compiti in Sala Comune dove poteva essere
bersaglio delle facili critiche di Uriel, che non smetteva mai di
rimarcare quanto lui pensasse troppo, o degli sguardi implacabili di
Michael che lo vedeva come un fallimento per la Casa perché non solo
non faceva parte della squadra di Quidditch, ma nemmeno se ne curava
più di tanto ad eccezione delle partite di Campionato. Persino Dagon
lo prendeva in giro per il disordine con cui teneva gli appunti. Ma
ogni volta che queste cose accadevano, Aziraphale minimizzava e
faceva finta che non esistessero. Lo aveva fatto per cinque anni,
anche quando la sua brillante prova di Incantesimi ai G.U.F.O. gli
aveva fatto guadagnare le occhiate invidiose di tutta la banda. Si
diceva che andava tutto bene, che erano ragazzi, in fondo, e quelle
erano cose normali tra adolescenti.
Di certo non si era mai permesso il
lusso di riflettere sulla questione negli stessi termini in cui ne
parlava Crowley, anche perché onestamente non vedeva una singola
alternativa. La decisione del Cappello, innanzitutto, era
irrevocabile, ma se anche fosse stato possibile scegliere una Casa
diversa da Corvonero, in quale sarebbe andato? Non aveva l'ambizione
Serpeverde, non era modesto come un Tassorosso e sicuramente
non era coraggioso come i Grifondoro. Quello di cui aveva veramente
bisogno, di fatto, era una Casa a parte, tutta sua, e quello era
proprio fuori discussione.
Quando si riscosse dai pensieri con un
brivido non seppe dire quanto tempo fosse passato, ma di certo il suo
silenzio era stato più che eloquente, suo malgrado. Fu Crowley a
riprendere a parlare.
«D'accordo, vogliamo dire che sono
ambizioso? Diciamolo pure, mi sta bene» alzò le mani ed esibì
un'espressione comprensiva sul volto. «Ma non paragonarmi mai
alle altre Serpi solo perché il Cappello Parlante ha dato la stessa
etichetta a tutti quanti»
Aziraphale sentì il cuore accelerare i
battiti per la vergogna di aver provocato nel suo compagno di bevuta
una reazione come quella. «Hai ragione. Perdonami» tentò,
spingendo il piattino dei dolci verso Crowley come concreto segno di
scuse.
Il rosso ghignò. «È tutto a posto.
Mangiali tu: piacciono più a te che a me, angelo»
Aziraphale lasciò il piatto tra loro
per un tempo sufficientemente lungo perché Crowley potesse
ripensarci, ma quando non avvenne alcun cambiamento decise di non
negare l'evidenza e di ammettere che sì, quei biscotti piacevano più
a lui che a Crowley: li spazzolò via fino all'ultima briciola in
cinque minuti.
Fecero un salto da Mielandia come
ultima tappa della gita a Hogsmeade e ne uscirono con un pacchetto di
Api Frizzole per Aziraphale e uno di Gelatine Tuttigusti+1 da
dividere per il viaggio di ritorno.
Il biondo si stupì, una volta giunto
davanti al portone della scuola, di sentire un vago senso di
dispiacere al pensiero che di lì a poco lui e Crowley si sarebbero
separati per raggiungere i rispettivi dormitori. Doveva ammetterlo:
la compagnia del rosso era stata piacevole e stimolante, e Aziraphale
non era sicuro di aver provato mai tanta gioia nel trascorrere il
pomeriggio a Hogsmeade invece che in Sala Grande a fare i compiti.
Visualizzò mentalmente la Bacheca in Sala Comune per ricordare se
fosse stato già appeso l'avviso con la data del prossimo fine
settimana nel villaggio dei maghi, ma era troppo presto perché i
professori l'avessero già stabilito. Se voleva passare altro tempo
insieme al Serpeverde doveva agire più in fretta, senza far conto
sull'organizzazione di Hogwarts.
Gli venne un'idea.
«Mi chiedevo...» cominciò, lanciando
uno sguardo di lato senza voltare la testa. Crowley aveva ruotato la
sua per dedicargli un'espressione interrogativa. «Mi chiedevo se avessi
già fatto il tema per Difesa Contro le Arti Oscure» concluse
Aziraphale, con finta casualità.
Crowley gli restituì l'occhiata più
incredula che Aziraphale gli avesse mai visto fare. «Era alcolica
quella Burrobirra? Secondo te io faccio i compiti con tre
giorni di anticipo?! Shadwell lo vuole per martedì!»
«Sì, ma sessanta centimetri sugli
incantesimi di difesa non verbali sono tanti» raziocinò il biondo,
candido.
«E quindi?»
Aziraphale scosse il capo con
noncuranza. «Io pensavo di cominciare a lavorarci da domani»
«Buon per te» sbuffò Crowley,
allibito.
Il Corvonero dovette arrendersi
all'evidenza: quell'idiota di una Serpe non collaborava. Si sentì in
vena di specificare: «Stavo pensando che potremmo vederci domani in Biblioteca per farlo, se vuoi»
Crowley alzò le sopracciglia e schiuse
la bocca in un atto di muto stupore. Recuperò le sue proprietà di
linguaggio per esclamare scandalizzato: «Tre giorni di
anticipo, Aziraphale!»
«Due» corresse il Corvonero,
sorridendo affabile allo sbuffo del Cercatore. Crowley reclinò la
testa all'indietro ed emise un suono agonizzante, affondando le mani
nelle tasche del mantello.
«E va bene» si arrese alla fine. «Ma
solo per questa volta, angelo»
Aziraphale sorrise trionfante prima di
sventolare una mano in segno di saluto e imboccare la strada per
raggiungere la Torre Ovest: era stata davvero una bella giornata.
Note:
[1]: Nella finta Wrosky il Cercatore di
una squadra vola in picchiata verso il basso per abbindolare il
Cercatore avversario, facendogli credere di aver avvistato il Boccino
d'oro.
[2]: La Tornado Uno viene messa sul
mercato dai fratelli Ollerton nel 1926. La Bentley che guida Crowley
nel canone è il modello del 1926.
[3]: Con la manovra di Porskoff un
Cacciatore si fa inseguire verso l'alto mentre lancia la Pluffa a un
altro Cacciatore della stessa squadra più in basso.
[4]: La Double eight loop è l'azione
messa in atto da Gabriel e che consiste nel volare a otto rovesciato
davanti agli anelli per confondere il Cacciatore avversario che entra
in area di rigore. Di solito si usa per le punizioni.
Il titolo è un verso della canzone del
Cappello Parlante.
Angolino di Menade Danzante:
Spiegone! Per i vecchi,
Cristina. (Boris stile di vita). No, scherzo, è per
tutti, me in primis: mi preme fare qualche considerazione
sulle scelte che ho fatto nella storia perché siano più chiare
anche per me.
Se la Casa dei protagonisti è
praticamente ovvia (Crowley è collegato al serpente, Aziraphale è,
come viene specificato apertamente nel libro, intelligentissimo),
quella degli altri personaggi potrebbe non essere altrettanto
lampante. Ho deciso di non dividerli per Case in base alle fazioni di
Good Omens perché, come ci ha teoricamente insegnato l'opera, non
sono affatto diversi tra loro: Paradiso e Inferno si equivalgono,
perciò ho preferito puntare sulle caratteristiche più evidenti per
affibbiare loro una Casa (anche perché ho citato personaggi che non
fanno parte di Paradiso e Inferno e se avessi mantenuto una divisione
netta tra le due parti avrei indebitamente coinvolto nella faida
anche persone come Anathema, Madame Tracy e Shadwell).
Il Confundus (per cui si
ringrazia Hermione Granger) non è minimamente forte come l'atto di
donare la spada di fuoco agli umani. Il problema con l'AU in cui
angelo e demone sono mortali è proprio l'impossibilità di mettere a
tema molti snodi della storia originale in cui il loro essere
creature soprannaturali fa vedere molti atti da loro compiuti in modo
più incisivo e straordinario. Mi è sembrato comunque un buon
compromesso tra Aziraphale Guardiano del Cancello Orientale e
Aziraphale Corvonero.
Un altro problema è la
contrapposizione Bene-Male che ha una valenza fondamentale nella
storia. Di nuovo, la discriminazione dei Serpeverde non è ugualmente
potente, ma avendo contestualizzato il tutto dopo la Seconda Guerra
Magica e giudicando l'idea di Aziraphale razzista come una delle cose
più OOC in cui mi sia mai imbattuta, questa è stata l'unica
soluzione plausibile. Anche far fare Dio al Cappello Parlante è
indegno, ma, oltre ad avermi fatto ridere più del dovuto, è stata
davvero l'unica possibilità a mia disposizione nel mondo di Harry
Potter.
Spero che la storia vi sia piaciuta e
che i personaggi siano stati sufficientemente coerenti con gli
originali nonostante l'universo alternativo in cui li ho piazzati.
Non escludo di poter tornare in questo universo in futuro, ma per ora
eccoci qua!
Alla prossima!
Menade Danzante
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