Thay

di viplet
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“THAYRINE EVERDINEE, DOVE CREDI DI ANDARE?”

la voce squillante e potente della tutrice rimbalzava in ogni angolo della foresta e io, il soggetto della sua rabbia , ovviamente cercavo un posto in cui nascondermi dalla sudetta.

E ora eccomi qui a rintanarmi nella tana di un animale cercando di schiacciare il mio corpo in questo piccolo pertugio, includendo la mia coda biforcata, la parte più difficile.

A un tratto sento dei passi avvicinarsi al mio nascondiglio. Trattengo il respiro, sperando che sia solo un animale che passa da quelle parti, mi avvicino all'uscita scoprendo , con mia infinita gratitudine a qualsiasi dio ci sia lassù, il proprietario della tana ritornare a casa e scacciarmi senza mezzi termini. Niente di così tremendo, dopotutto mi serviva davvero sgranchirmi dall'intorpidimento generale causato dal nascondiglio umido e stretto.

Corro libera nella fauna, per distanziarmi dal luogo di tremenda tortura dove mi tenevano, prima che io scappasi, chiamato scuola, o meglio definito da me luogo di eterna condanna.

 

Libera come una foglia nell'ondeggiare in aria, sospinta dal dolce vento primaverile, prima di posarsi armoniosamente sul tappetto soffice e accomodante dell'erba matuttina bagnata di rugiada.

Scivolo veloce immergendomi nel letto di un fiume, non mi importa di bagnarmi mi basterà scrollarmi l'acqua di dosso più tardi, quando avrò di nuovo voglia di correre.

 





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