Se d’Amor queste son reti e legami

di Kira Eyler
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"Se d’Amor queste son reti e legami"

«Ti amo tanto, lo sai?»
Emi strinse i denti, circondò con un braccio le spalle del ragazzo che le aveva sussurrato – sussurrato –  all’orecchio quelle parole e l’attirò a sé, sollevò la schiena quanto le servì per stringerlo e nascondere il viso contro l’incavo del suo collo.
«Lo so,» gli rispose sincera, poi mentì, «anche io».
Soffiò quelle parole sulla sua pelle, senza guardarlo negli occhi, senza incrociare nemmeno per errore il suo sguardo: per quanto forte e sfacciata volesse mostrarti, neanche lei era capace di andare avanti con quella sciocca recita quando si guardavano.  Un’illusione che nessuno dei due voleva spezzare.
Un gioco che stava bene a entrambi, soprattutto a lei, che otteneva solo vantaggi e favori; un gioco che riprendeva, identico a sempre, dopo lo scambio delle solite, atone battute non sentite – almeno da parte sua, perché Taemin, si vedeva, la amava davvero: lei faceva finta di amare e lui fingeva di non farlo.
Riprendevano i sospiri e i gemiti in sincronia con movimenti e carezze e tocchi delicati, interrotti dai sussurri, sempre sussurri, di Taemin che le chiedeva, implorava, di dirgli quando qualcosa non andava, quando qualcosa faceva troppo male, quando si stancava e non aveva più voglia.
Riprendevano a unirsi le labbra, l’intreccio di lingue e i battiti veloci di un cuore impazzito, mentre le menti s’annebbiavano e le cose giuste e sbagliate, razionali e irrazionali si fondevano assieme diventando un tutt’uno, al contrario delle loro anime che, per quanto ci provassero, proprio non riuscivano a fondersi e a completarsi nel momento dell’unione carnale.
Il più delle volte era Emi a trascinare Taemin in quell’atto insano, che solo i follemente innamorati avrebbero dovuto compiere, ma lui glielo lasciava fare: avrebbe fatto di tutto pur di tenerla accanto a sé, nonostante lo strazio che provava ogni volta. E mentre la stringeva forte, con timore e inquietudine che non gli erano nuovi e fremendo per quell’eccitazione che non avrebbe voluto provare, di nuovo si divise tra amore e odio nei suoi confronti.
Perché Amore era un’esca a cui lui abboccava sempre, affamato di perpetue attenzioni, affetto e complimenti gratuiti e continui. Talmente affamato da fingere di non essere a conoscenza dei tradimenti che subiva e da starsene in silenzio, donandole ancora di più tutto se stesso, annullandosi per lei solo per non vederla andare via; nutrimento erano diventate le attenzioni che riceveva tra un’offesa e l’altra, che lo spingevano a odiarla di più e allo stesso tempo ad amarla maggiormente.
In silenzio pativa, la sua anima urlava e a volte piangeva, il cuore sanguinava e da giorni non sapeva dirsi se le ferite sulla schiena fossero i graffi di un rapporto di passione, o le pugnalate che segretamente gli venivano inferte. Poi si perdeva negli occhi di Emi, il sorriso di lei diventava in qualche modo anche il suo e il corpo della ragazza e i ricordi piacevoli vissuti lo attraevano di nuovo, allievando la perpetua sofferenza, e il ciclo si ripeteva con la medesima, vana speranza che un giorno lei avrebbe smesso di tradirlo e di ridurlo uno straccio.
Perché Amore sapeva far soffrire, ma sapeva anche donare gioie dopo ogni dolore.
Quando il contatto visivo fu inevitabile si sorrisero in contemporanea, ansimanti, ancora avvinghiati l’uno all’altra.
«Un giorno morirai così: ucciso da me e dal dolore che ti sto causando», disse d’un tratto Emi a fatica, con brevi pause tra alcune parole a causa della mancanza di fiato. Gli passò una mano tra i capelli, poi lasciò scivolare le dita lungo il collo, fino alla spalla, e man mano che scendeva al centro del petto quella carezza divenne uno sfiorare leggero.
Taemin s’obbligò a ridere, le scoprì la fronte tirandole indietro i capelli biondi e le lasciò un bacio giusto al centro; dopodiché tornò a specchiarsi nei suoi occhi e replicò, mentendo male a sé ma non a lei: «Non mi stai causando alcun dolore».
«Ti ucciderò comunque e prima o poi ti causerò dolore».
Emi non era stupida: nel suo sguardo brillò astuzia, il suo sorriso fu la prova che fosse consapevole di tutte le sensazioni e di tutte le emozioni contrastanti che albergavano in Taemin, generando quel caos che alimentava odio e desiderio.
Allora il ragazzo la baciò per farla zittire, le morse le labbra invitandola a schiuderle finché non venne allontanato da una spintarella leggera. Sbuffò.
Le parole uscirono dalla sua bocca da sole, impulsivamente e non precedute da alcun pensiero, schiette e sincere: «Morire per amore mi andrà bene: potrò dire di essere stato ucciso dalla donna a cui ho donato il mio cuore».
Emi allargò il sorriso, orgogliosa. Questa volta fu lei a sollevarsi per baciarlo, pur di non udire altro.
 
... E lei posò sulla sua testa una corona. Rivoli scarlatti rigarono il suo viso e assunsero la funzione delle lacrime, che non riuscivano a venire giù dagli occhi ormai spenti e vacui.

 
"Se d’Amor queste son reti e legami,
     oh com’è dolce l’amoroso impaccio!
     Se questo è ’l cibo ov’io son preso al laccio,
     come son dolci l’esche e dolci gli ami!

Quanta dolcezza a gl’inveschiati rami
     il vischio aggiunge ed a l’ardore il ghiaccio!
     Quanto è dolce il soffrir s’io penso e taccio
     e dolce il lamentar ch’altri non ami!
 
Quanto soavi ancor le piaghe interne;
     e lacrime stillar per gli occhi rei,
     e d’un colpo mortal querele eterne!

Se questa è vita, io mille al cor torrei
     ferite e mille, e tante gioie averne;
     se morte, sacro a morte i giorni miei
."
-Torquato Tasso

Angolo autrice:
Bentornati! Sì, sì, questa è l'ultima storia con cui vi torturo...
Note: il titolo della mia storia è il titolo della poesia di Torquato Tasso inserita nel finale. Mi ha tanto ispirato quando l'ho letta a scuola e l'ho ricollegata a Catullo perché... senza un perché. La relazione tra questi due OCs mi fa venire a mente l'odi et amo e l'amare magis, bene velle minus; chi ha studiato Catullo capirà gli spudorati riferimenti ai suoi carmi in questa storia. Storia che non voleva essere erotica, nemmeno troppo descrittiva: volevo solo scrivere su questi due, un momento semplice, e sentire una mia amica imprecare perché odia entrambi e la coppia. Insomma, scritta per il solo gusto di farlo.
E visto il periodo, per me è giusto così.
Come sempre, potete lasciarmi le critiche che volete: le accetto tutte, perché le tre storie pubblicate oggi sono solo esercizi. Grazie per essere arrivati fin qui, grazie al cubo se avete letto tutte e tre le "cose" postate oggi e alla prossima!
-la vostra Kira.




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