L'audacia dei nuovi inizi

di inzaghina
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Storia partecipante al contest "I miei undici libri", indetto da Claireroxy sul forum di EFP
 
 
L’audacia dei nuovi inizi 
 
 
 
“È una delle benedizioni dei vecchi amici
che tu possa permetterti di essere stupido con loro.”
Ralph Waldo Emerson
 
 
Dopo aver infilato la sua sacca nel baule, Luke chiuse il portellone, voltandosi per un ultimo cenno di saluto e uno scambio di sguardi che i suoi amici non avrebbero esitato a definire melenso. Era uno di quei giorni in cui ancora non gli sembrava vero di trovarsi alla vigilia di una svolta così epocale nella sua vita.
“Datti una mossa, Luke!” sbraitò Jacob, affacciandosi dal lato del passeggero.
Il ragazzo scosse la testa, annullando la distanza che lo separava dalla portiera posteriore destra in un paio di falcate.
“Ti rendi conto che sarà solo per una settimana, vero?” domandò Mike, mettendo in moto.
“Per la precisione otto giorni” commentò Nick, spingendo gli amici a roteare gli occhi.
“Giusto l’avvocato potevi desiderare di diventare” bofonchiò Jake, stiracchiandosi pigramente.
“Credevo non fossi più geloso della mia brillante carriera accademica...”
Jake sollevò il dito medio. “Quella tua testa esploderà se continuerai a riempirla di informazioni!”
“A che ora smonta tuo fratello?”
Luke ci mise qualche attimo in più del previsto a comprendere che Michael aveva interrotto la discussione degli altri due sul nascere e si stava rivolgendo a lui. “Credo alle 11…”
“Allora abbiamo tempo di passare a far provviste, prima di andare a prenderlo” dichiarò Nick, tirando fuori un pezzo di carta leggermente rovinato e passandolo all’amico seduto al suo fianco. Luke sollevò gli angoli della bocca in un sorriso: tornando con la mente a quella sera di un paio di settimane prima in cui gli amici avevano completato la lista, ormai piuttosto lunga, delle cose indispensabili per l’avventura in barca.
 
Danny era riuscito a fare in modo di svignarsela prima e gli altri quattro passarono a prenderlo quando mancavano pochi minuti alle 10 — l’aria estiva, impregnata dell’odore d’asfalto riscaldato dal sole che entrava dai finestrini lasciati aperti, non faceva che aumentare il livello d’eccitazione che serpeggiava nel veicolo stipato.
“Cazzo! Vi comportate come pivelli che non hanno mai fatto una vacanza da soli prima” ghignò Daniel, assestando una manata sulla nuca di Nicholas, che lo spinse via tentando di riordinare i ciuffi solitamente impeccabili.
“Tuo fratello si sposa, testa vuota” gli rammentò Jake, utilizzando il nomignolo che il gruppo gli riservava da sempre.
Danny strizzò l’occhio al fratello maggiore con una familiarità rimasta sconosciuta per anni — quando il dolore per la perdita del padre aveva creato tensioni e una distanza apparentemente insormontabile tra loro ­— due identici sorrisi fecero capolino sui volti quasi speculari dei fratelli Evans.
“Pronti a passare la vacanza più fottutamente meravigliosa della vostra vita?” domandò Mike.
“Voglio sperare che quel ruolo spetterà alla mia luna di miele con tua sorella” ribattè svelto Luke, parando il colpo che l’amico aveva tentato di assestargli.
“Coglione” sbuffò Michael, facendo ridacchiare il resto del gruppo.
“E dai… poteva andarti peggio, no?” gli ricordò Jake.
“Già! La tua sorellina poteva scegliere un idiota come Nick” sghignazzò Daniel.
“O peggio ancora come te, Dan” lo rimbeccò l’amico chiamato in causa.
 
Avevano deciso di guidare con il buio, per evitare il traffico del sabato mattina ed essere al porto dove avevano affittato la barca ben prima dell’alba. Sin da quando Luke e Nicholas avevano acquistato la prima barchetta per pescare a pochi dollari, anni prima, il più grande dei fratelli Evans aveva espresso il desiderio di navigare il corso dell’Hudson da Albany fino al suo estuario nella Grande Mela. Gli amici di una vita non avevano avuto dubbi quando si erano ritrovati a organizzare il suo addio al celibato, affittando senza esitazioni una barca di poco più di cinque metri su cui avrebbero passato una settimana. Senza nemmeno confrontarsi con gli altri, Mike si diresse al diner aperto tutta notte di Ralph e Mary-Lou: non avrebbero mai potuto partire senza aver ingurgitato uno degli hamburger bisunti per cui il minuscolo posto era rinomato, con le patatine croccanti e la salsa segreta di cui Luke non era ancora riuscito ad avere la ricetta.
“Un giorno riuscirò a carpirti gli ultimi due ingredienti, Mary!” esclamò il futuro sposo, strizzando l’occhio alla donna sulla sessantina che aveva visto crescere i cinque.
“Chissà... potrebbe anche essere il mio regalo di nozze” lo prese in giro.
“Sophie ne sarebbe entusiasta” lo prese in giro il fratello.
“Adora la salsa di Mary” lo rimbeccò svelto Luke, indirizzando un altro sorriso alla donna.
 
La strada per Albany si srotolava come una colata scura davanti a loro, l’unico suono che entrava dai finestrini aperti era il frinire delle cicale e, nonostante le promesse di stare tutti svegli, Nick e Dan s’erano addormentati viste le ore di lavoro accumulate in settimana. “Sicuro di non volere il cambio, Mike?” domandò Jake, ricevendo una scrollata di capo in risposta.
“Gliel’ho già chiesto anche io” borbottò Luke dal sedile posteriore.
“È la tua festa” disse Mike. “Pensa solo a divertirti.”
Arrivarono al parcheggio di un piccolo porticciolo fuori Albany verso l’una di notte e i tre ancora svegli saltarono giù dal suv in affitto, ansiosi di sgranchirsi le gambe.
“Svegliamo quei due?” propose Mike.
“Avevi in programma qualcosa?” ribatté Jake.
L’autista designato aprì il baule dell’auto per recuperare una bottiglia di rhum caraibico. “Me lo sono fatto portare dal mio miglior fornitore” dichiarò in tono cospiratorio, inarcando le sopracciglia scure.
“Possiamo anche lasciarli dormire” ridacchiò Jake pregustando di tenere solo per loro quella prelibatezza, mentre Mike già apriva la portiera e urlava i nomi dei due a squarciagola.
Nicholas mugugnò qualcosa d’inintelligibile, mentre Daniel si limitò ad allungare le gambe sul comodo sedile posteriore della jeep affittata da Mike, rifiutandosi di aprire gli occhi.
“Vorrà dire che il miglior rhum della Martinica lo berremo solo noi tre…” commentò Michael, ottenendo un’immediata reazione dai due.
Jake nel frattempo aveva recuperato i sacchi a pelo e un telo impermeabile da stendere sotto di loro, visto che gli amici gli avevano impedito di portare la sua nuovissima e attrezzatissima tenda da pesca. Il cielo limpido era trapuntato di stelle luminose e il fiume scorreva placido a pochi passi da loro; la bottiglia venne aperta cerimoniosamente da Mike, che si era rifiutato categoricamente di far bere il prezioso alcolico direttamente dalla bottiglia, aveva infatti portato i bicchieri adatti direttamente dal suo locale.
I cinque s’addormentarono quando il nero del cielo stava finalmente lasciando spazio alle sfumature più tenui del viola e del blu; la bottiglia piena per metà giaceva tra Mike e Luke, Jake russava leggermente, Nick si era addormentato con gli occhiali ancora addosso e Daniel non si era nemmeno dato la pena di coprirsi. Il primo a riaprire gli occhi, colpiti dai caldo raggi del sole di luglio, fu Michael che si tirò a sedere cercando di fare il minor rumore possibile. Infilò la mano in tasca, recuperando il cellulare, e sorridendo alla foto che aveva come sfondo: un’istantanea di Alice e Lottie che aveva scattato qualche settimana prima al mare.
Alice gli rispose al secondo squillo, soffocando uno sbadiglio. “Tutto bene?”
“Credo che tua figlia sentisse la tua mancanza stanotte” gli rispose la ragazza — Mike riusciva a immaginarsela, accoccolata sul davanzale della finestra a bovindo del salotto, con una tazza di the verde tra le mani.
“Anch’io sentivo la vostra” le rispose, incamminandosi verso il molo, percependo la freschezza dell’erba bagnata di rugiada sotto le piante dei piedi nudi.
Alice stette in silenzio, costringendo Mike a riempire il vuoto venutosi a creare tra loro.
“Mi spiace per essermene andato senza salutarti ieri e per non averti fatto capire quanto sia felice per te… sono stato immaturo.”
“Già” fu l’unica parola che uscì dalle labbra di Alice.
“Non mi aspettavo una notizia simile dopo l’altra novità che abbiamo appena scoperto, ecco tutto…” aggiunse Mike, passandosi una mano tra i capelli biondo sporco e sospirando. “Sono davvero orgoglioso di te, meriti la possibilità che ti è stata offerta e ti ribadirò il mio orgoglio anche di persona” concluse, sorridendo.
“Grazie” rispose la ragazza, percependone la sincerità.
“Ce la faremo, Ally” le promise Mike. “Forse sarà difficile, ma a noi non è mai piaciuta la strada facile, no?”
Alice ridacchiò, osservando il petto della loro bambina di quasi un anno alzarsi e abbassarsi ritmicamente all'interno del lettino. “Direi proprio di no” gli concesse.
“Riuscirai a seguire le lezioni anche con una bambina piccola e uno in arrivo” le disse. “Ti amo, Ally” sussurrò poi, percorrendo con lo sguardo il corso del fiume.
“Ti amo anch’io, Mike” rispose subito lei, provocandogli un’accelerata del battito cardiaco. “Divertitevi e cercate di non abbandonate Luke da nessuna parte… tua sorella non te lo perdonerebbe!”
“Farò il possibile” ridacchiò, sollevato di aver fatto quella chiamata.
Si voltò per tornare a raggiungere gli amici e si ritrovò faccia a faccia con il futuro cognato. “Tutto bene?”
“Ieri avevo combinato una cazzata…”
“Come sempre” ghignò Luke.
L’altro annuì. “Certe volte mi chiedo se smetterò mai di farlo… non vorrei finire col perdere Ally.”
“Non succederà” lo rassicurò Lucas.
“Forse, ma devo smetterla di essere così impulsivo…”
“Vuoi parlarne?”
Mike scosse la testa. “Questa è la tua vacanza, le mie novità  possono aspettare” lo rassicurò, sospingendolo verso i tre ancora addormentati.
 
*
 
Così come non aveva mai voluto il cambio alla guida dell’auto, Mike era restio a condividere il volante della piccola imbarcazione in vetroresina che avevano noleggiato. “Nemmeno ce l’hai la patente nautica!” lo rimbeccò Nicholas.
L’altro fece spallucce. “Proprio per questo devo cogliere l’occasione di guidare ora, tu e Luke non mi fate guidare quasi mai la vostra barca…”
Jake, sdraiato in costume a prua, rise forte.
“Ho fame” proruppe Danny, stiracchiandosi.
“Abbiamo fatto colazione due ore fa, tu hai sempre fame” rispose Nick, mentre Lucas lanciava una barretta energetica al fratello.
 
Il sole era alto nel cielo, l’acqua del fiume era di un azzurro intenso e la barca procedeva a velocità sostenuta, quando un ostacolo improvviso si palesò di fronte a loro, costringendo Mike a una brusca virata per evitare quello che sembrava la carcassa di un intero albero. Il cambio di direzione fece sobbalzare l’imbarcazione e Lucas, in piedi accanto all’amico, non trovando alcun appiglio perse l’equilibrio e venne sbalzato in acqua. Michael frenò immediatamente e invertì il senso di marcia, mentre il resto degli amici scattava in piedi alla ricerca della figura di Luke; la sua maglietta gialla lo rece facilmente individuabile e Danny non resistette all’impulso di fare un video al fratello che nuotava loro incontro.
“È fredda!” comunicò, una volta che l’ebbero raggiunto.
“Non mi sembri così dispiaciuto” commentò Jake, porgendogli la mano per issarlo nuovamente a bordo.
“Non è così male infatti” sogghignò l’altro, afferrando il braccio di Jacob con entrambe le mani e tirando l’amico in acqua con sé.
Jake riemerse dopo pochi attimi, spruzzando Luke e scuotendo i capelli biondi. “Sei un cretino!”
“Ma no, volevo solo che ti godessi anche tu quest’acqua fresca…” ribattè svelto Lucas, con una luce divertita che rendeva le sue iridi grigie più tendenti all’azzurro del solito.
Jacob fece una smorfia rassegnata, evitando per un pelo che il corpo di Nicholas gli franasse addosso.
“Wow! È davvero fantastica!” esclamò il membro solitamente più tranquillo del gruppo, riemergendo e scuotendo i capelli scuri che gli si erano appiccicati alla fronte.
Mike diede una piccola spinta a Danny, che si era seduto sulla sponda, facendolo finire in acqua e diventando il bersaglio di un’infinità di epiteti poco educati.
“Manchi solo tu…” lo sfidò quindi il più giovane dei fratelli Evans.
“Non credo che sia il caso che tutti abbandoniamo la barca” provò a spiegare Nick, prima che Mike togliesse il cappello di paglia che indossava dall’inizio della giornata e si buttasse spruzzando tutti gli altri.
Lucas scoppiò a ridere, presto imitato dagli altri.
“Sei davvero un irresponsabile” bofonchiò Nick, scuotendo la testa e tentando di spingere un ridacchiante Mike sott’acqua.
“Dove vuoi che se ne vada la barca nel giro di pochi minuti?” replicò Mike sfrontato, prima di spruzzare l’altro e scatenare uno scontro che finì con il coinvolgere tutto il gruppo.
 
Un quarto d’ora dopo, mentre i cinque si affannavano a seguire la barca che procedeva piuttosto spedita lungo il corso del fiume, Mike non riusciva a finire di ridere e Nick a smettere di rimbrottarlo per essere stato un incosciente. Quando i cinque riuscirono a issarsi nuovamente a bordo, il primo a scoppiare a ridere fu Danny, presto imitato da tutti gli altri — Nick non lo avrebbe probabilmente mai ammesso, ma quella nuotata era stata un piacevole diversivo.
Raggiunsero il campeggio in cui avevano programmato di soggiornare per un paio di notti verso l’ora di pranzo e Nick condusse la barca fino a riva, permettendo a Luke di scendere e assicurarla con una cima.
“Chi ha la prenotazione?” domandò Mike, raggiungendo Luke e cominciando a farsi passare gli zaini.
“Io no” rispose Danny, soffocando uno sbadiglio e stiracchiandosi.
“Dovevi prenotare tu” disse invece Jake, voltandosi verso Nick.
“Ho detto che non avrei avuto tempo di farlo e l’ho chiesto a Mike…” ribattè l’amico chiamato in causa, spegnendo la barca.
Michael scosse velocemente la testa. “A me non l’hai chiesto di certo…”
“Io mi sono occupato della prenotazione della barca” commentò Jake.
“Sotto mia precisa richiesta” tenne a precisare Nick.
L’altro roteò gli occhi. “Il campeggio lo dovevi prenotare davvero tu, comunque…”
Lucas si lasciò cadere a terra. “Nessuno di voi ha prenotato quindi?”
Gli altri quattro si scambiarono una serie di occhiate, per poi scuotere la testa.
Luke scoppiò a ridere.
“Dormire sotto le stelle ti piace così tanto?” gli chiese Nicholas.
“No, è solo che pensavo al racconto di Soph sul suo addio al nubilato e su quanto fosse stato organizzato perfettamente da Lexie, Ally e tutte le altre… di certo loro non hanno corso il rischio di dormire sotto le stelle” spiegò infine, guardando gli altri quattro.
“Scusaci, amico” borbottò Jake.
Luke scosse la testa. “Non saremmo stati noi se non avessimo combinato qualche casino” dichiarò poi, strizzando loro l’occhio. “E comunque, chi ci assicura che non ci sia posto?” aggiunse alzandosi e indicando la reception poco lontana.
 
*
 
Jake estrasse lo zippo che era appartenuto a suo padre dalla tasca e lo utilizzò per incendiare la carta e le sterpaglie che avrebbero dovuto accendere il fuoco, per poi lanciarlo a Luke che si stava affaccendando al barbecue.
“Sei più lento di una reginetta del ballo!” la voce di Mike li raggiunse anche fuori dal piccolo bungalow sgangherato che si erano assicurati grazie a molte moine da parte di Nick e grandi sorrisi di Jake e Mike.
“Io sfrutto il tempo in doccia per riflettere” sbuffò Nicholas, seguendolo fuori.
L’altro trattenne a stento una risata somigliante a un grugnito. “Siamo in campeggio, Nick… su cosa devi riflettere?”
“Probabilmente sugli abiti da indossare” s’intromise Danny, sghignazzando.
“Solo perché sembra che tu ti sia vestito al buio non significa che tutti debbano essere sciatti…” gli fece notare Nick, accettando una birra da Mike.
“Mi duole farti notare che Lexie non fa altro che lamentarsi della tua lentezza” gli ricordò Lucas.
L’altro si strinse nelle spalle, sollevando la bottiglia e accennando a un brindisi.
“A Luke e alla decisione di abbandonare per sempre il territorio di caccia e accontentarsi di una sola donna per il resto dei suoi giorni!” esclamò Jake.
“Territorio di caccia?” rise Danny.
“Ma se stanno insieme dal liceo” ricordò Nick.
“Beh certo, Luke è stato dannatamente fortunato a trovare subito quel bocconcino di Sophie…” concesse Jacob.
“Hey, stai pur sempre parlando di mia sorella…” gli rammentò Mike.
“Non è colpa nostra se tua sorella è sexy” ribattè Danny, prendendosi una manata da Mike.
“Ora che ci penso anche la tua lo è” commentò Nick, dopo una lunga sorsata di birra, incontrando con i suoi occhi scuri quelli cerulei di Jake.
“Le sorelle sono off limits” disse svelto l’altro.
“Facile per te a dirsi” borbottò Mike, mordicchiandosi l’interno della guancia.
“Beh ma la tua non conta” disse Nick.
“Ah no?” il tono di Mike salì di un’ottava.
“Certo che no” insistette Nick, ridendo. “Questi due stanno insieme da così tanto tempo che tu puoi essere certo che nessuno di noi abbia mai nemmeno provato a pensare a tua sorella in quel modo…”
Micheal scosse la testa, non riuscendo a non sorridere.
“Al mio futuro cognato!” esclamò quindi, facendo tintinnare la propria bottiglia con quella di Lucas.
“Prometto che farò del mio meglio per non causarle alcuna sofferenza” dichiarò con solennità Luke.
“Sarà meglio per te, Evans” rispose Mike, tentando di suonare serio — sapeva bene che Lucas era l’uomo giusto per sua sorella ed era estremamente felice per i due, ma recitare la parte del fratello geloso era piuttosto divertente.
“Saresti credibile, se solo non avessi quella faccia da schiaffi” s’inserì Nick, scuotendo la testa.
“Tu non puoi capire, sei figlio unico…” lo rimbeccò Mike, finendo la birra e accettandone un’altra da Jake.
“Meglio figlio unico che con un fratello come il mio” ghignò Lucas.
“Potrei dire lo stesso di te…” ribattè il minore, dandogli una spallata.
“C’è puzza di bruciato?” domandò Nick, scoppiando a ridere quando Luke corse trafelato verso la griglia per accorgersi solo dopo che la carne era ancora in perfette condizioni sul tavolo.
 
*
 
“Cambierà tutto quanto…” mormorò Danny, concentrandosi sui riflessi ipnotici che il fuoco proiettava sul fiume illuminato fiocamente dalla luce purpurea del tramonto.
La loro vacanza era agli sgoccioli, erano ormai giunti in prossimità dell’estuario del fiume, e quella sera avrebbero dormito all’aperto per la quarta volta in otto giorni.
“Le persone non cambiano” rispose Nick.
“Perché vorresti dirmi che tu sei lo stesso idiota che eri a sedici anni?” insistette il più piccolo del gruppo — la vicinanza e l’affinità con il fratello erano state cementate da quella vacanza tra uomini e Daniel si augurava che questo non cambiasse con il ritorno alla vita di ogni giorno.
“Sono la mia versione riveduta e corretta…” rispose Nicholas, addentando uno s’more e rischiando di bruciarsi la lingua.
“Sicuramente sei modesto tanto quanto lo eri al liceo” celiò Mike.
Nick fece spallucce, lanciandogli l’involucro vuoto del panino che aveva mangiato per cena.
“Credo che cambiare sia normale” disse quindi Jake.
“Questo comunque non significa stravolgere completamente la propria personalità” aggiunse Lucas. “E poi i cambiamenti non devono per forza essere peggiorativi…”
“I cambiamenti più grandi che vengono in mente a me sono stati solo negativi” bofonchiò il minore dei fratelli Evans: l’allusione alla morte del padre, all’abuso di sostanze che ne era seguito, e alla depressione che aveva faticato a sconfiggere erano lampanti per ognuno dei presenti.
“Papà sarebbe orgoglioso della strada che hai fatto e di come ne sei venuto fuori” lo rassicurò Luke.
“L’unica cosa che so è che quando lui è morto io ero un adolescente incazzato che pensava solo a dove nascondersi per fumarsi una canna…”
“Sei molto più di quello e lo sai” ribattè suo fratello.
“Forse ora, ma non era così sei anni fa” insistette l’altro, abbassando lo sguardo.
“Tuo fratello ha ragione, Dan” dichiarò Nicholas, posandogli una mano sulla spalla.
“Hai appena finito di dire che le persone non cambiano, Nick...”
“E ne rimango convinto...”
Gli occhi verdi di Daniel s’incupirono, costringendo l’altro a proseguire. “Sei sempre stato un bravo ragazzo che ha fatto alcune scelte discutibili a seguito di un periodo difficile. Questo non ti rende una cattiva persona, ma solo un essere umano.”
“Nessuno di noi è stato esente da sbagli” aggiunse Jake.
“Io ne ho fatti a centinaia” annuì Mike, pensando in particolare ai primi due anni di college.
“Ma ora siete tutti avviati verso futuri brillanti” s’intestardì Daniel. “Mio fratello e Soph si sposano e so che presto lo farete anche tu e Lexie... anche Jake ha trovato una santa che lo sopporta!”
“Questo dovrebbe ricordarti che c’è speranza per tutti” ridacchiò Nick, schivando il colpo di Jake.
“Dico solo che siete anni luce avanti a me, che mi sono rimesso a studiare solo ora...” 
“Hai 24 anni, non 110” gli disse Jake.
“Si, ma a 24 anni io sapevate già cosa fare delle vostre vite... io l’ho finalmente capito quest’inverno.”
“Almeno l’hai capito, c’è gente che mente a se stessa per tutta la vita, finendo con odiare ciò che è diventata e tutti i sogni abbandonati per guadagnare qualche soldo in più.”
Le parole del fratello fecero presa su Daniel che si decise ad annuire e prendere altri marshmallows da sacchetto.
“Ti sei trasformato anche tu nella versione riveduta e corretta del te stesso sedicenne” commentò Nicholas, passandogli un’altra tavoletta di cioccolato.
Danny finalmente sorrise. “Promettetemi di non avere troppa fretta di sposarvi e fare figli anche voi” disse, dopo una piccola pausa.
“Quella è una promessa che non potrò mantenere...” dichiarò Mike.
“Perché?” la domanda di Jake fu accompagnata dagli sguardi che tutti rivolsero al ragazzo.
“Ally è di nuovo incinta” comunicò quindi, non riuscendo a tenere più il segreto — nonostante le avesse promesso che lo avrebbero detto ai loro amici insieme.
“Congratulazioni!” esclamò Luke, abbracciandolo per primo.
“Avrei dovuto aspettare a dirvelo, questo era il nostro viaggio...”
“Scherzi? È una notizia troppo bella... io lo urlerei ai quattro venti” lo rassicurò Luke.
“C’è qualcosa che devi dirci anche tu?” s’intromise Jake.
“Io e Sophia attenderemo ancora un po’, non preoccupatevi...”
“Non troppo però, Lottie e il suo fratellino avranno bisogno di un paio di amici...”
“Già convinto che sarà maschio?” ridacchiò Nick.
“Così come sapevo che Lottie era una femmina” rispose Mike, sorridendo apertamente.
 
*
 
Il successivo 29 settembre era una giornata autunnale perfetta: il cielo terso era di un azzurro fiordaliso che faceva risaltare l’arco bianco decorato di ortensie azzurro polvere e rose immacolate. Il giardino all’inglese della location che Sophie e Lucas avevano scelto per il loro matrimonio era stato riempito di sedie color avorio e una passerella del medesimo colore passava nel corridoio che divideva in due i gruppi di sedie.
La gente aveva cominciato ad arrivare e prender posto, in trepidante attesa di scorgere la sposa.
Vicino all’arco Lucas camminava irrequieto avanti e indietro, ripensando alla conversazione avuta il giorno precedente con Sophie.

 
Cinque o dieci minuti di ritardo li accetto, ma dopo i dieci mi troverai ad aspettarti al bar…”
La risata cristallina della ragazza l’aveva colto di sorpresa, non aveva mai raggiunto livelli estremi di agitazione come aveva sentito dire che era solito capitare alle spose.
“So bene quanto odi il ritardo, Luke e non voglio farti aspettare più del necessario!” lo rassicurò, sfiorandogli le labbra con un bacio. “D’altro canto non posso prometterti che arriverò in anticipo o potrei essere pronta prima di alcune delle nostre amiche…”
Quella volta era stato lui a ridere, prima di baciarla con trasporto.
 
Quando la macchina accostò davanti al cancello in ferro battuto, il cuore di Sophie le rimbombò nelle orecchie: il grande giorno era finalmente arrivato. Suo padre l’aiutò a scendere dalla vettura, sistemandole il velo come gli aveva raccomandato di fare la moglie, e conducendola verso il suo futuro.
“Tutto bene, tesoro?”
“Non sono mai stata meglio” lo rassicurò lei con un sorriso commosso.
Le sue iridi smeraldine incontrarono quelle grigie di Lucas e il sorriso illuminò il suo volto rendendola ancor più radiosa di quanto non fosse già.

Era il primo giorno del resto delle loro vite e lei non era mai stata così pronta. 

 
 
 
Note dell’autrice:
Quando ho visto il contest di Claireroxy sapevo già che avrei voluto utilizzare i personaggi creati per un altro contest di questa estate. Pur avendo la storia già in mente, ho fatto un po’ più di fatica del previsto a metterla nero su bianco, ma sono felice di avercela fatta, anche se all’ultimo momento. Il mio pacchetto orevedeva i seguenti punti, che mi auguro di aver rispettato tutti (anche se la citazione è stata leggermente modificata per adattarla al testo).
Genere: Commedia
Citazione: Quella sera completammo la lista, ormai piuttosto lunga, delle cose indispensabili.
Ambientazione: Una gita di una settimana in barca sul fiume
Obbligo: Almeno un excursus nella storia (momento in cui si devia dal racconto principale&si parla di tutt'altro)
Gli inizi a cui mi riferisco nel titolo sono molteplici, oltre al matrimonio di Sophie e Lucas infatti faccio riferimento al secondo figlio di Mike e Ally, al ritorno allo studio di Danny, alla nuova relazione di Jake e al possibile futuro matrimonio di Nick.
Spero che la storia vi sia piaciuta almeno la metà di quanto è piaciuto a me scriverla.
Al solito attendo commenti, critiche e pareri.

 




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