L'anima di una nazione

di Gwen Chan
(/viewuser.php?uid=64793)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Gloria e Aranka ~
  
Con gli anni si impara a sopportare tutto. Questo pensa Elizavetha quando Gilbert le si pianta davanti con l’abituale prepotenza
e non si fa problemi a gridare “Una gara di daimon. La mia Gloria contro la tua Aranka. A te la scelta se aria o terra, mi sento magnanimo” ignorando di proposito i ringhi di avvertimento del daimon di Ungheria, cui è bastato un secondo per mutare in lupo grigio.

O forse si conoscono da troppi secoli perché la minaccia sia ancora valida. Aranka ringhia sempre in presenza di Prussia, ormai fa parte della loro routine al vetriolo, ma negli ultimi decenni va raramente oltre. Non sono più i tempi in cui erano pronti a cavarsi gli occhi a vicenda alla prima schermaglia.

“Aria. Vediamo se riesci a battermi con quel pulcino spelacchiato che ti ritrovi” Elizavetha accetta con un sorriso di sfida. Al suo volere Aranka torna a essere l’abituale falco nazionale, in un frullare di ali. Senza farle male, si appollaia ben saldo sulla sua spalla. La testolina gialla di Gloria spunta invece dal taschino di Gilbert, le piume appena arruffate.

Pensare che una volta era così imponente, una costante minaccia per Austria e Sieglinde, che porta ancora le cicatrici di tutte le volte che Gloria ha cercato di ucciderla in una furia di penne e artigli. Aquila reale contro aquila nera.

“Il mio daimon è perfettamente in grado di cavarsela, Liz.” C’è una punta di freddezza nella piccata replica di Gilbert. A Ungheria non sfugge però la smorfia di fatica mentre Gloria riassume l’aspetto e le dimensioni originarie. Le fa ombra per un momento prima di spiccare il volo seguita a ruota da Aranka. Come d’abitudine, Elizavetha ignora le battute sulla presunta inferiorità fisica del suo daimon. Le basta essere veloce e lei non ha eguali quanto si tratta di velocità né; in cielo Né in terra.
 
I fatti le danno ragione. La gara e la rivincita sono entrambe sue, quasi senza versare una goccia di sudore, quasi come ai cari e bei vecchi tempi. Gilbert può fingere arroganza quanto vuole, ma Ungheria ha imparato troppo bene a leggere il linguaggio di Gloria per non accorgersi di quanto l’umiliazione pesi a entrambi

Più tardi, di nuovo sola, con ancora la graffiante risata dell’uomo a torturarle le orecchie e la promessa che la volta successiva non sarà così fortunata, Elizavetha si volta verso Aranka e nel daimon rivede la sua preoccupazione.
“Hai notato?”
“Sì. Il loro raggio d’azione si è accorciato ancora dall’ultima volta.”


Note:Io vivo per il vecchio h/c che il pulcino di Gilbert sarebbe in realtà l’aquila prussiana ristretta.
Prossimo giro Cameroun e Seychelles.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3869516