Time stands still

di LadyPalma
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Time stands still





 
Time stands still
Beauty in all she is
I will be brave
I will not let anything take away
What's standing in front of me
Every breath
Every hour has come to this
[Christina Perri - A Thousand years]





Quando un ragazzino Corvonero era venuto a chiamarla a nome di Lumacorno, Minerva McGranitt non era riuscita a nascondere un moto di irritazione. In tono severo, aveva concesso alla sua classe di lasciare l'aula dichiarando in anticipo la fine dell'ultima lezione prima delle vacanze natalizie. Mentre i ragazzi erano scoppiati in cori di entusiasmo, la professoressa era uscita dalla porta, dirigendosi a passo spedito verso le stanze del collega.
Da quando il nuovo anno scolastico, il primo dopo la fine della guerra, era iniziato, aveva preso la strana abitudine di convocarla almeno una volta alla settimana per i motivi più disparati. Una volta era stata l'idea di un progetto che vedesse unite pozioni e trasfigurazione per aumentare l'attenzione degli allievi, un'altra volta aveva insistito per parlare della situazione di disagio di un Grifondoro del terzo anno.
Come se a lui fosse mai importato qualcosa!, borbottò tra sè e sè Minerva, chissà cosa si inventerà questa volta!
Perché era ovvio che si trattava di sciocchi pretesti inventati sul momento, anche se lei non riusciva proprio a capire quale fosse lo scopo. Che volesse semplicemente portarla all'esasperazione? Beh, se questo era il caso, lei era pronta a dichiarare la sua resa.
"Allora, si può sapere quale grave problema ti è venuto in mente questa volta?" lo aggredì senza cerimonie, non appena Horace le aprì la porta.
"Oh Minerva, buonasera" la salutò lui, nel solito tono cordiale. "Perché non entri per parlarne meglio?"
"Senti, Horace, non ho tempo da perdere, io-"
Le parole le morirono all'improvviso in gola. Mentre parlava, aveva tentato effettivamente di fare un passo avanti per introdursi nella stanza, ma aveva scoperto di non potersi muovere. Confusa per quella situazione inaspettata e allarmata nel vedere un mezzo sorriso aprirsi sul volto del mago, aveva poi alzato lo sguardo, solo per trovarsi faccia a faccia con una piccola pianta di vischio incantato.
"Oh, per la Barba di Merlino! È questo che organizzi per le esclusive feste del tuo club?" chiese, in tono ironico, che si fece quasi sprezzante nel pronunciare l'ultima parola.
Lui non perse la sua tranquillità e iniziò ad avvicinarsi lentamente.
"Dovresti saperlo che non è vero. Una volta anche tu hai partecipato a queste feste esclusive".
Minerva non poté fare a meno di spalancare gli occhi, colta completamente alla sprovvista. Era vero, era successo. Una volta, tantissimi anni prima. Quanti? Preferiva dimenticarlo. Anzi, lo aveva dimenticato. Perché allora lui lo ricordava ancora? Non faceva parte del LumaClub, si era solo presentata ad una cena di Natale durante il suo settimo anno, al braccio di un ragazzo Corvonero che l'aveva invitata. Si era sentita bellissima nel suo vestito verde smeraldo, ma doveva essere stata insignificante rispetto a tutti gli altri invitati. Sarebbe dovuta essere insignificante per lui.
"Mi stupisci. Credevo che in quel periodo non prestassi attenzione a questi dettagli... Non eri troppo preso con il tuo pupillo, il promettente Tom Riddle?"
Era un colpo basso, lo sapeva, eppure non riuscì a frenare la lingua. Si sentiva oltraggiata e offesa, senza neanche lei riuscire a capire esattamente il perché. O forse, al contrario, lo aveva capito bene, ma voleva rifiutarsi di vedere ancora quella verità che diventata di giorno in giorno sempre più palese.
Horace abbassò lo sguardo per un attimo, inevitabilmente ferito, eppure riuscì a non perdere di vista il suo obiettivo principale. Si riprese abbastanza in fretta da intercettare il movimento della donna alla ricerca della bacchetta e da bloccarle il polso. Con una velocità inaspettata, data la sua corporatura decisamente poco longilinea, era entrato nel campo personale di Minerva, fermandosi esattamente di fronte a lei e ritrovandosi lui stesso intrappolato nella magia del vischio.
Era consapevole di essere arrossito ed era certo che se la situazione si fosse protratta ancora troppo a lungo probabilmente gli sarebbe venuto un infarto; eppure, intanto, le teneva stretta la mano e continuava a fissarla negli occhi.
Il messaggio era chiaro: niente bacchetta, la questione andava risolta nella maniera babbana.
Gli occhi verde brillante di lei formulavano una brusca domanda. Che vuoi da me, Horace?
Gli occhi verde pallido di lui rispondevano timidamente. Lo sai, Minerva, in fondo tu lo sai.
Il vischio era stata un’azione da vero Serpeverde.
Una mossa completamente scorretta, Horace.
Ma ora, toccava a lei dimostrare che era una vera Grinfondoro.
O forse hai paura, Minerva?
Il giorno dopo si sarebbe convinta di essere stata vittima dell'esasperazione e del suo stesso orgoglio, ma la verità è che, quando finalmente la donna avvicinò di più il suo viso a quello del mago, l'emozione che sentiva era una strana forma di curiosità. E di attrazione.
Fu un bacio casto, nulla di più, eppure fu sufficiente per decretare che qualcosa nel loro rapporto era irrimediabilmente cambiato.
Glielo lesse negli occhi, anche se non guardavano più lei.
Fissavano la preziosa clessidra che misurava la percezione del suo tempo interiore.
Per la prima volta, era completamente ferma.










NDA: Scusate, ma nella lista infinita delle mie coppie crack, non poteva mancare questa che ho sempre adorato. Una piccola nota per la parte finale: ovviamente la clessidra è quella di Lumacorno che scorre a seconda della qualità della conversazione che sta avendo - ho sempre immaginando la scena della clessidra completamente immobile durante un bacio (troppo fluff? ahah). Spero che questa storia vi sia piaciuta e, come sempre, i commenti sono graditi^^




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