40 euro.

di Violino
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Morto, dipartito, trapassato, deceduto, defunto, estino. C'era da sospettarlo, chi poteva dare un lavoro a due buoni a nulla come me e Gino. La triste fine di Franco Bue e Gino Coque. E quei quaranta euro io non li ho nemmeno visti, non che possa spenderli oramai. In fin dei conti non è andata poi cosi male, è stata una morte rapida, molti la invidierebbero. Oggigiorno la gente muore di cancro dopo battaglie che durano una vita, le persone passano a miglior vita in guerra, dissanguate dopo che un proiettile errante decide che è arrivato il momento di concludere la sua corsa nel loro intestino. Potevo morire per infarto o vecchiaia, oppure strapazzato mentre quel bastardo del boia giocava con le mie interiora. Potevo morire come mio cugino Gino, a lui si che è andata male. Cucinato alla coque, ironico. Ha sofferto per interminabili minuti in quel mare vulcanico che ribolliva come lava. Aveva ustioni di terzo grado su tutto il corpo, lui che odiava anche bere la zuppa calda di nonna Iole. La mia morte invece è stata veloce. Tac, un colpo netto come se mi avessero spezzato il collo. Una mossa di ninjutsu mi ha aperto in due parti perfettamente uguali. Il boia ha fatto bene il suo lavoro. In questo mondo infame dove le galline non chiocciano più noi uova siamo una specie in via di estinzione. In questo mondo ignobile dove gli orsi polari sono estinti, dove il lupo non ulula più, dove il dodo ha imparato a volare e il panda rosso non ruba più i frutti di bosco che piacciono tanto alla cameriera del bar Sport io vi dico addio e vaffanculo.




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