Il Natale della nostalgia

di Nikita Danaan
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Fanfiction scritta per il Contest "Natale al Supermercato!" indetto dal gruppo su Facebook "Takahashi Fanfiction Italia".
Coppia: Koga/Ayame
Rating: Verde
Oggetti: Cena bruciata e cravatta brutta

23 dicembre 2019

Quella mattina Ayame si era svegliata abbastanza presto e, puntando lo sguardo fuori dalla finestra, aveva visto la neve candida che cadeva sopra la città di Tokyo.
Si alzò dal letto, lasciando a russare il suo fidanzato, Koga, e si era messa a preparare la colazione.
Doveva finire i preparativi per la cena della Vigilia la quale avevano pensato lei e Koga di trascorrere solo loro due, visto che suo nonno era ormai molto anziano e, pur essendo un demone, era meglio che non scendesse dalla montagna. Non potevano neanche recarsi loro, perché aveva molto nevicato in quei giorni, quindi era sconsigliato salire. 
Mentre il caffè stava salendo nella moka, liberando nella stanza il suo aroma intenso, la demone lupo tornò a guardare fuori e il paesaggio bianco le riportò alla mente le sue vacanze invernali passate in montagna a casa del nonno, dove giocava a palle di neve con i suoi amici demoni e con i lupi del suo branco. 
Ricordava con tenerezza quando si rotolavano nel terreno nevoso, facevano gli angeli nella neve oppure i pupazzi di neve. Quando si avvicinava il Natale, le veniva sempre un po' di nostalgia e l'atmosfera natalizia accentuava ancora di più in Ayame la malinconia che sentiva nello stare lontana da casa; anche se le piaceva vivere in quella città dove aveva il suo lavoro, degli amici e un ragazzo che l'amava incondizionatamente, a volte sentiva la mancanza delle sue terre native e della sua natura selvaggia di demone lupo.
Bene o male la società aveva quasi completamente accettato la mescolanza dei demoni, detti anche yokai, e i mezzodemoni, gli han'yo, con gli umani, i ningen, quindi Ayame non aveva problemi ad andare d'accordo con tutti, nonostante le sue bizzarre orecchie a punta, i canini da lupo e il suo carattere esuberante, ma quest'ultimo, per fortuna, era perlopiù un punto di forza per lei, dato che le consentiva di fare amicizia con tutti. 
Poi, se si aggiungeva il suo aspetto molto grazioso, i capelli rossi, gli occhi verdi, il fisico allenato, ma comunque dalle curve aggraziate, la rendevano attraente agli occhi anche del più diffidente degli umani. 
Ma per lei, ovviamente, c'era solo il suo Koga. 
Appena pensò a quest'ultimo, sentì il suo odore e allora si girò  verso la porta della cucina. Il demone lupo si era alzato e si stava grattando la pancia sotto la leggera maglia bianca a maniche lunghe. I pantaloni del pigiama erano di cotone leggero e stava a piedi scalzi, però non pareva turbato dal freddo. I capelli, neri e lunghi, erano liberi dalla solita coda con cui li teneva legati ed erano spettinati.
"Cosa c'è da mangiare?" domandò, sbadigliando senza ritegno e mostrando i canini leggermente sporgenti. 
"Ehi, tutto okay?" le chiese subito dopo Koga, notando la sua aria assorta. Lei fece un lieve sorriso e scosse la testa "Sì, scusami, ero distratta". Si girò rapidamente verso i fornelli per poi ritornare a guardarlo "Comunque la colazione è quasi pronta. Per te ci sono le uova".
"Grande, amore!" esclamò Koga, sorridendole e avvicinandosi per baciarle le labbra, poi andò a prendere due tazze dal mobile sopra la testa di Ayame, diventata quasi dello stesso colore dei suoi capelli. 
Nonostante stessero insieme da così tanti anni, arrossiva ancora come una ragazzina quando Koga manifestava apertamente i suoi sentimenti per lei. Pareva un duro, ma quando lo si conosceva si comprendeva che aveva un lato gentile e affettuoso.
Sorrise tra sé e sé, sedendosi a tavola e inzuppando un biscotto nel caffè, mentre il suo fidanzato si sedeva di fronte a lei e azzannava le uova. Poi alzò per un attimo lo sguardo su di lei "Come mai mi fissi?" le domandò con la bocca ancora piena. 
Lei roteò gli occhi scuotendo la testa, mantenendo comunque il suo sorriso "Ripensavo al nostro primo Natale" gli rispose assottigliando gli occhi, che sembravano guardare a un passato lontano e nostalgico "Te lo ricordi?".
Koga ingoiò il boccone e poi bevette un sorso di caffè. Ayame si rattristò lievemente, pensando che non volesse risponderle perché non se lo ricordava, invece la stupì esclamando "Certo che me lo ricordo. Quella volta ti eri persa, perché eri andata a giocare da sola e tuo nonno mi aveva mandato a cercarti". 
Ayame allargò il suo sorriso. Non scorderà mai quando da piccola, durante una delle tante vacanze di Natale in montagna, si era allontanata per conto suo per giocare con la neve e si slogò la caviglia, rimanendo per tutto il pomeriggio nell'incavo di un albero, raggomitolata come un baco da seta per proteggersi dal freddo e sperando che qualcuno prima o poi sarebbe venuto ad aiutarla. Il nonno aveva smosso tutto il branco per venirla a cercare, persino i lupi, e fu ritrovata da un giovane Koga, di qualche anno più grande di lei, che se l'era caricata sulla schiena e l'aveva riportata a valle. 
Dopo aver abbracciato in lacrime il nonno ed essersi scusata per aver fatto preoccupare tutti quanti, per ringraziare il suo salvatore, gli aveva regalato l'iris che aveva trovato e raccolto. Il ragazzo le aveva sorriso e le aveva accarezzato con dolcezza la testa. 
Da allora il Natale era anche una festa per celebrare il loro primo incontro e ogni anno Koga le regalava un fiore di iris, proprio come lei fece con lui, a mezzanotte esatta della Vigilia, ora in cui l'aveva riportata dal nonno quella volta. 
La rossa si alzò per portare nel lavello le stoviglie per lavarle, quando d'un tratto sentì il corpo di Koga aderire sulla sua schiena. Egli iniziò a baciarle il collo e a lasciarle dei leggeri morsi sulla carne tenera. 
"Ma quindi...quest'anno passiamo il Natale solo io e te?" le disse con voce suadente. Ayame sospirò, pensando che forse avrebbe accettato se non fosse stato per quella malinconia che l'aveva colta. 
"Io vorrei...rivedere gli altri quest'anno" dichiarò Ayame, fermando Koga, che era rimasto sorpreso.
Con gli altri la rossa intendeva i loro amici del liceo: infatti Koga e Ayame, dopo quella sera di Natale di tanti anni prima, si persero di vista, dato che Koga non tornò più nella stessa zona dove andava lei per le vacanze, per cui si rincontrarono alla scuola superiore a Tokyo. 
Finirono nella stessa classe con altri quattro ragazzi, ovvero Inuyasha, un han'yo cane, scontroso e burbero, però in fondo un bravo ragazzo, che si fidanzò poi con Kagome, una ningen sempre allegra ed entusiasta. Infine Sango, ragazza molto gentile e simpatica, e Miroku, ragazzo intelligente e amante delle donne, ningen anche loro, che successivamente si metterono insieme. 
Inizialmente, però, lei e Koga avevano dubitato nel fare amicizia con i tre ningen perché Kagome viveva in un vecchio tempio shintoista e suo nonno si occupava in gioventù di esorcismi sugli yokai, Sango discendeva da una famiglia di sterminatori di demoni, mentre gli antenati di Miroku erano monaci esorcisti, come il nonno di Kagome. Quasi subito e fortunatamente, scoprirono che le loro rispettive famiglie avevano smesso di occuparsi delle precedenti attività anti demoni e i tre ragazzi erano aperti alla convivenza pacifica con gli yokai, perciò li avevano accettati nel loro gruppo fin dai primi giorni di scuola. 
Tuttavia Ayame si era sentita in colpa ad aver subito pensato male di loro (proprio lei che non voleva essere vittima di pregiudizi), per cui chiese loro scusa, le quali furono accettate subito visto che capivano bene la sua diffidenza, specialmente Inuyasha, che essendo un han'yo e quindi discriminato da sempre, la capiva. 
Nel complesso, passarono degli splendidi momenti durante gli anni del liceo. Purtroppo si persero di vista all'università, poiché scelsero percorsi di studi differenti: rispettivamente Kagome, da sempre amante della storia antica (specialmente del periodo Sengoku), scelse di studiare quella. Sango, che era molto sensibile riguardo alle malattie mentali per via del fratello minore, Kohaku, affetto da un disturbo dissociativo dell'identità, scelse come specializzazione Psichiatria. Miroku andò a fare Economia Aziendale, mentre Koga e Ayame scelsero entrambi di diventare veterinari. 
Invece, l'unico che decise di non continuare gli studi, ma di puntare subito a una carriera lavorativa fu Inuyasha, che divenne un combattente di kendoka* piuttosto famoso. Quindi erano molti anni che non si vedevano, anche se erano rimasti in contatto, ma vivevano in città diverse e la ragazza dai capelli rossi sentiva molto la loro mancanza. 
Koga fu talmente sorpreso dalla frase pronunciata dalla sua ragazza che smise per un attimo di baciarla e la guardò. "Effettivamente è da molto che non li vediamo". "Per questo, se non ti dispiace, pensavo di invitarli da noi quest'anno, sperando che possano venire" disse titubante, temendo che Koga non fosse d'accordo. 
Però, il demone lupo aveva notato nello sguardo e nel tono di voce della compagna della malinconia. Probabilmente era perché le mancava il suo branco, che potevano andare a trovare solo per le vacanze di Natale, però quell'anno non era possibile. 
Sarebbe stato meschino da parte di Koga impedirle di vedere anche i loro amici, cosa che a prescindere lo yokai non farebbe mai, per cui disse "Va bene, invitiamoli". 
Ayame si girò di scatto nel suo abbraccio e gli buttò le braccia al collo, riempiendolo di baci. Mentre lo ringraziava e lo baciava, lui sorrise dolcemente nel vedere il suo amore così felice. 

24 dicembre 2019: Vigilia di Natale

La sera prima, Ayame aveva chiamato i loro amici e fortunatamente dissero tutti che potevano venire tranquillamente a Tokyo. Sembravano così entusiasti che contagiarono Ayame, la quale non stava più nella pelle. 
Dunque, quella mattina, dovettero terminare gli ultimi preparativi. Mentre Koga era a fare la spesa e a comprare i regali per tutti, lei puliva la casa, la metteva in ordine e sceglieva il servizio di posate più bello che avevano per apparecchiare. Quando, per l'ora di pranzo, tornò il suo ragazzo mangiarono un toast, per poi mettersi subito a cucinare la cena per quella sera. 
L'obiettivo di Ayame era quello di preparare un cenone con tante portate, proprio come quelli di quando era piccola. Nel ripensare alla sua infanzia, sorrise malinconica. 
Tale espressione non passò inosservata a Koga. Sospirando, le si avvicinò, mentre lei era intenta a tagliare le verdure per il contorno, e le diede un bacio sulla guancia "Dovresti essere contenta. Rivedremo gli altri".
Lei girò la testa di lato, guardando con la coda dell'occhio e gli disse "Lo so, è che...non so che mi prende" ridacchiò nervosamente. "So solo che, pensando al Natale, mi sento triste anziché felice. Dovrebbe essere un periodo dell'anno di festa e invece..." mentre lo diceva, le scappò un singhiozzo. 
Ayame si portò una mano alla bocca "Scusami". Koga l'abbracciò, dicendole "Ho capito come mai ti senti così. Ti manca il branco, giusto?".
Lei annuì, tirando su col naso "Hai ragione, è per quello". "Però stasera vengono i nostri amici, che non vediamo da tanto tempo, perciò sii felice. Ti prometto che questo Natale sarà speciale". 
Lei sorrise sollevata "Grazie, per fortuna ci sei tu". Lui le diede un bacio tra i capelli, per poi lasciarla di scatto correndo a prendere un po' della crema per la torta dalla scodella e gliela spalmò sul naso.
"Ehi!" esclamò sorpresa Ayame, prendendo della crema a sua vlta e sbattendo il palmo della mano sul suo volto. "Vuoi la guerra?" chiese retoricamente Koga con un ghigno. Diedero il via a una battaglia dolcissima, in cui le armi erano la crema, la farina e lo zucchero, e per un attimo Ayame dimenticò tutti i suoi pensieri negativi e assaporò la bellezza del periodo natalizio. 
 
Per la sera era tutto pronto. La tavola era apparecchiata, la casa era pulita, i regali erano stati impacchettati e la cena era quasi pronta. Mancava solo il pollo che si stava finendo di cuocere nel forno. Koga era davanti alla porta del bagno a braccia conserte, vestito elegante e con i capelli legati in una coda più pettinata del solito, che continuava a chiamare Ayame da almeno venti minuti.
"Aya, sbrigati! Il botolo ha chiamato poco fa e ha detto che stanno arrivando!". "Lo so, lo so" continuava a ripetere la demone lupo, disperata. "Pensavo che quest'abito mi stesse ancora bene e invece mi fa i fianchi grossi!!".
La ragazza era ormai sull'orlo delle lacrime, mentre lo yokai era sul punto di una crisi di nervi. Dopo essersi sbattuto una mano sulla fronte, bussò delicatamente alla porta "Dai, non è una così grave. Esci dal bagno e chissene frega del vestito!". 
Per un lunghissimo minuto, non sentì alcuna risposta e temette di averla offesa, ma poi, fortunatamente, la yokai dai capelli rossi uscì dal bagno. "Hai ragione, dopotutto siamo tra amici e non penso mi giudicheranno" disse sorridendo lievemente. 
Però, ora che Koga l'aveva vista non capiva come le fosse saltato in mente che le stesse male quel cavolo di vestito. Era molto semplice, a dire il vero, di colore verde smeraldo ed era un tubino, però era fatto in modo tale da mettere in risalto le sue curve.
Ayame si era accorta che il suo ragazzo la stava fissando da un po', quindi temette che avesse cambiato idea e che si fosse reso conto che le stesse male. "Come sto?" gli chiese, sperando così di dissipare il suo dubbio. 
Koga stava per risponderle, quando si sentì il trillo del campanello. "Vado io!" esclamò la ragazza e corse ad aprire la porta, mentre il demone lupo si malediva mentalmente. 
"Ciao!!". 
Due voci femminili entusiaste annunciarono la presenza delle due ragazze, che entrarono in casa, abbracciando la padrona di casa. "Come stai, tesoro? E' da secoli che non vediamo!!" iniziò a parlare la prima ragazza. Aveva lunghi capelli castani e occhi marroni, la sua figura era alta e slanciata e il viso sorridente presentava dei lineamenti ben definiti.
"Io sto bene, grazie Sango. Vi trovo bene, siete sempre bellissime!". "Aw, sei troppo gentile, Aya!" intervenne la seconda ragazza, più bassa di Sango, ma dal volto più delicato, dai lunghi capelli neri e gli occhi tendenti al grigio. 
"Ma smettila, Kagome, che al liceo eri quella che rimorchiava più di tutte!" le disse la rossa, fingendosi invidiosa, mentre rimanevano abbracciate affettuosamente. Sembravano sorelle, si ritrovò a pensare Koga, quasi commosso da quella scena amicale. 
Commozione che fu dissolta dall'arrivo degli altri due ospiti.    
"Se volessi abbracciare anche noi, Ayame, ne saremmo lusingati" parlò un ragazzo moro e dagli occhi blu, che si trovava fuori dalla porta d'ingresso. "Se Miroku invece mi aiutasse a portare le cose di quelle due, sarebbe meglio!" gli fece notare bruscamente un altro ragazzo dai capelli bianchi, che stava trasportando due grosse valige.
"Aspetta Inuyasha, ti aiuta Koga!" corse in suo soccorso la demone lupo, spingendo verso di lui il proprio ragazzo. I due si guardarono negli occhi quasi con aria di sfida. 
"Devo davvero aiutare un han'yo?". Si notava, in Koga, una certa fatica nel restare impassibile, visto che stava celando malamente un mezzo ghigno. 
"E io devo davvero prendere sul serio uno con una cravatta del genere?".
Il demone lupo guardò perplesso verso il basso e notò solo in quel momento che la cravatta, che ricordava color rosso scuro, era sbiadita tanto da sembrare rosa e aveva, come se ciò non bastasse, persino delle macchie grigiastre sopra. I presenti scoppiarono a ridere, mentre Koga e Inuyasha si guardavano sorridendo, salutandosi con una pacca sulla spalla.
 
****
Dopo che si sedettero in salotto, tutti presero in giro Koga per la sua cravatta.
"Ma che cosa dovrebbe essere quella?!" lo sfotteva Miroku, mentre Inuyasha faceva finta di asciugarsi delle lacrime dovute alle grasse risate. 
Koga ringhiò contro di loro "Piantatela di ridere!".
Ayame intervenne per tentare di salvare il salvabile "Scusa tesoro, non me n'ero accorta fosse rovinata! Sarà stata colpa della lavatrice, che ho fatto oggi per lavarti il vestito buono, se si è ridotta così". 
"Sembri proprio un lupastro!" disse il mezzodemone cane, intenzionato a non demordere. 
"Taci, cane rognoso!" gli rispose in malo modo lo yokai lupo. 
"Parli proprio tu che vai sul tetto e ululi durante le notti di luna piena!" si intromise Kagome. 
Stavolta fu Ayame che scoppiò a ridere "Lo fa spesso anche Koga! I nostri vicini ci adorano per questo, perché facendo così sveglia tutti i cani del quartiere!".
Mentre le due ragazze ridevano, contagiando anche Sango e Miroku, gli altri due smisero di battibeccare presi alla sprovvista, non sapendo come tirarsi fuori da quella situazione per loro svilente. 
"Noi invece disturbiamo la quiete pubblica perché facciamo altri tipi di rumori, che provengono di solito dalla camera da letto" saltò su Miroku. 
Sango, che stava bevendo, sputò l'acqua per terra. 
"Di solito?" gli chiese Koga, inarcando un sopracciglio e trattenendo a fatica un sorrisino malizioso.
Il ningen ricambiò il sorriso "Perché pensi che lo facciamo solo a letto?".
Sango gli diede una gomitata "Ora piantala!".
"Come se loro non lo facessero! Non si scandalizzano mica, amore!". 
"Tu nel dubbio sta zitto".
Tutti risero di gusto. Gli pseudo litigi tra Miroku e Sango erano sempre uno spasso, fin dal liceo.
Ayame, nell'osservare quella scena, sorrise contenta di avere lì con lei i suoi amici. Purtroppo, ora che le loro vite avevano intrapreso strade diverse non potevano vedersi spesso, quindi quelle rimpatriate era anche un'occasione per riallacciare i rapporti.

Verso le nove e mezza di sera, Ayame sentì uno strano odore "Tesoro, Inuyasha, sentite anche voi questa...puzza?".
I due ragazzi annusarono all'unisono quel fetore che si stava diffondendo nella sala. "Lo sentiamo anche noi che siamo umani" intervenne Miroku, tappandosi il naso, mentre Sango e Kagome si facevano aria con la mano disgustate.
"No, il pollo!!" esclamò la rossa, correndo in cucina. Si precipitò verso il forno, prese le presine in fretta e furia e aprì lo sportello, facendo uscire da esso una nube di fumo nerastra, che la investì in pieno. Gli altri si precipitarono nella stanza e iniziarono a tossire. 
Koga si avvicinò alla sua ragazza, coprendosi la bocca con la mano. "Non si è salvato, vero?" le chiese, sapendo già che la risposta sarebbe stata negativa. A conferma di questo, vi era la demone lupo stava guardando desolata la teglia e il cibo anneriti. 
"No...mi dispiace. Volevo che fosse tutto perfetto e invece...". Le due ragazze la affiancarono e le posarono una mano su una spalla ciascuna. 
"Aya, non ti preoccupare. Può capitare" le disse Sango, per cercare di tirarla su di morale. "Sì, hai idea di quante cene ho bruciato io? Inuyasha ne è testimone" ironizzò Kagome, indicando col pollice il mezzodemone, che era rimasto alla porta d'ingresso della cucina. 
"Però non hai mai bruciato le cene di Natale". 
A questa sua risposta, tutti si girarono all'unisono e lo guardarono male. Sulla testa di Inuyasha sembrò apparire una gocciolina in stile cartone animato giapponese. 
"E ora che facciamo? Non possiamo neanche andare a mangiare in un ristorante, perché saranno tutti strapieni!" intervenne Ayame, sconsolata. 
"Forse ho una soluzione" riprese la parola l'han'yo. "So da chi possiamo andare a mangiare a quest'ora".
****

"Ragazzi! Ma che piacere rivedervi! Caro, c'è tuo fratello e gli altri che sono venuti a trovarci quest'anno!" li accolse la voce un po' acuta e infantile, ma gioiosa di una ragazza giovane e minuta, dai capelli nero corvino e gli occhi color nocciola. 
"Scusa per il poco preavviso, Rin, ma abbiamo avuto un problema con la cena" si scusò Kagome, imbarazzata. "Però abbiamo portato il dolce!" apparì da dietro di lei Ayame, con in mano una ciotola coperta dalla carta stagnola. 
"Non vi scusate, entrate, accomodatevi! Fate come se foste a casa vostra! Tesoro, vieni ad aiutarmi e porta la torta in cucina".
Da una porta, uscì un uomo alto e dalla figura longilinea, dai lunghi capelli d'argento e gli occhi dorati. Il volto serio era pallido e ben delineato da dei lineamenti delicati, ma non femminei. Le guance erano marcate da due segni violacei, simbolo del suo essere uno yokai piuttosto potente. 
"Spero che tu abbia un buon motivo per essere qui" si rivolse algido all'altro albino nella stanza.
"Si è bruciata la cena, quindi non avevo altra scelta, Sesshomaru" gli rispose a tono Inuyasha, soffermandosi sul suo nome con rabbia.
"Uffa, perché dovete sempre litigare? Almeno a Natale sforzatevi di andare d'accordo!" li riprese Rin.
I due fratellastri si guardarono in cagnesco e stavolta non era uno scherzo come con Koga.
Infatti loro erano figli di due madri diversi, ma dello stesso padre inu yokai, per questo Inuyasha era metà demone perché sua madre era umana, mentre quella di Sesshomaru era una inu yokai anche lei. 
"E va bene, almeno di tollerare la presenza dell'altro!" si corresse la ragazza, sbuffando.
"Lascia perdere, Rin. Non c'è speranza" le diede una pacca sulla spalla Kagome, conoscendo il brutto carattere del fidanzato. 
Sesshomaru non disse nulla, ma prese la ciotola dalle mani di Ayame e la portò in sala da pranzo. 
Superato il gelo iniziale tra i due fratellastri, la serata proseguì tranquillamente e con risate. 
Verso mezzanotte, Ayame si alzò e andò alla finestra per prendere una boccata d'aria. Si stiracchiò e guardò fuori. La luna piena splendeva alta nel cielo, mentre le stelle erano coperte da nubi. Sentiva che stava per nevicare; lo capiva dall'odore dell'aria. 
"Amore..." la chiamò la voce di Koga.
Lei si girò sorridendogli "Dimmi". 
"Buon Natale" le disse porgendole l'iris, che aveva comprato per lei e che aveva nascosto e annaffiato nelle ultime settimane e che, prima di andare a casa di Rin e Sesshomaru, era corso in veranda a prendere. Purtroppo stava iniziando a perdere qualche petalo, ma ad Ayame questo non importava.
Quello che contava era il suo gesto d'amore e il fatto che ogni anno si ricordasse di quel fiore tanto importante per loro. 
Lo prese dalle sue mani e se lo mise tra i capelli "Buon Natale anche a te" gli sussurrò a fior di labbra.
I due demoni lupo si baciarono sul balcone, mentre sulla capitale veniva nuovamente coperta dalla neve bianca. 

Angolo dell'autrice
*Kendoka: persona che pratica il Kendo.
*Iris: da quello che so gli iris non sono fiori invernali, però credo che con le colture artificiali si possano trovare poi dal fioraio e poi mi piaceva inserirlo come elemento per fare un richiamo con la serie originale.

Fiù, a pelo ho finito la storia, ma ci tenevo a partecipare a questo concorso! Per fortuna avevo iniziato a scriverla prima (cioé circa subito dopo che hanno indetto il concorso), dicendomi "Tanto ho tempo!". Ah, che anima ingenua che sono! 
Ho avuto un sacco da studiare e durante le ore di scuola ho scritto buona parte delle scene che avete letto qua, praticamente.
Poi ho cercato di creare qualcosa di divertente e leggero, ma anche malinconico e nostalgico, perché credo che per alcuni di noi il Natale sia un po' così e ho provato a rappresentarlo al meglio tramite Ayame. Non so se sono riuscita a trasmettere appieno ciò che volevo, perciò spero di avercela fatta.
Detto ciò, ho scritto anche fin troppo(e per fortuna che ho tagliato della roba!); vi auguro un Buon Natale e un felice Anno Nuovo a tutti quanti!
Ci vediamo a gennaio con "La danza del popolo Yokuja" e "Inuyasha in songs", perché mi sa che non avrò tempo di continuarle durante le vacanze(anche perché vorrei riposarmi ^^'')
Alla prossima!
Nikita 

 




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